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Autore: LadyBlack3    30/05/2020    0 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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The wrong family

Merope non ricordava di essere mai stata ignorata per un periodo così lungo da suo fratello. Dopo la discussione nel giorno in cui era tornata, Merope dovette sopportare la mancanza di attenzione che Thomas le rivolgeva, e per qualche strano motivo aveva iniziato a evitarla ogni volta che la incrociava a casa Malfoy.
Sapeva che era ancora arrabbiato con lei per aver “insinuato” di essere morta per mano di due maghi invece che da due Babbani, e sapeva anche che in realtà non voleva crederle. Era disposto a darle della visionaria pur di non riconoscere il fatto di aver ucciso le persone sbagliate pensando di vendicarla. Sempre che provasse dispiacere… cosa che era alquanto improbabile, visto che eliminare i Babbani senza alcun motivo era la specialità di Voldemort.
La malaparata proseguì per un paio di mesi, finché non arrivò dicembre.
In circostanze normali avrebbe accolto con entusiasmo l’atmosfera di festa che via via si avvicinava, ma al Malfoy Manor non era sicura di poter trascorrere un felice Natale con Tom che continuava a non rivolgerle la parola e la presenza di Bellatrix Lastrenge. Il lato positivo era che quasi tutti i Mangiamorte, in quei giorni, avrebbero soggiornato nelle rispettive dimore. Soltanto Codaliscia, a quanto lei aveva capito, stava svolgendo qualche missione segreta per Voldemort.
Una mattina Merope si svegliò di soprassalto. Guardò la sveglia magica appoggiata al comodino del suo letto e si accorse che era quasi l’ora di pranzo.
Appena pronta, scese al pian terreno sbadigliando. Ormai aveva perso l’abitudine di sbirciare fuori dalle finestre quando ci passava accanto, poiché capì una volta per tutte che il Ministero non poteva sospettare che fosse lì rinchiusa. Un problema in meno…
Voltò verso il soggiorno dove di solito faceva colazione e si fermò di colpo.
L’orribile visione di Voldemort e Bellatrix che discutevano sottovoce di “affari interni” si erse davanti a lei, e nello scorgere la faccia sognante della Black che pendeva dalle labbra del fratello le venne il voltastomaco, con un misto di rabbia e gelosia che ribollì nelle sue vene.
<< Mattiniera come sempre >> esalò Tom Riddle in un ghigno, vedendosi costretto dallo sguardo ossessivo della sorella.
Merope sentì la stessa sensazione che provò nel momento in cui resuscitò.
<< Non posso crederci, allora non sono diventata invisibile! >> esclamò sarcastica mentre si sedeva di fronte ai due << Sai che non ricordavo più il suono della tua voce? >>
Voldemort alzò le pupille rosse al cielo in segno di esasperazione. Bellatrix smise di lanciare cuori dagli occhi in direzione del Signore Oscuro e prese a fissare torva la bambina.
<< Beh, com’è stato ignorarmi appositamente per due mesi di fila? >> chiese in tono sprezzante Merope, guardandolo in stile Bellatrix.
Il fratello la ricambiò bieco, ma la sua luogotenente rispose per lui.
<< Più educata con il Signore Oscuro! >> la rimproverò, cercando di risultare più cauta possibile.
Merope sollevò le sopracciglia, sbalordita di come Voldemort non fosse intervenuto in sua difesa. Incrociò le braccia e le scoccò un’occhiata tra il divertito e l’indignato.
<< Va tutto bene, Bellatrix >> Voldemort le diede una pacca amichevole sulla spalla e lei avvampò all’istante. La bambina, che aveva assistito alla scena, non poteva essere più allibita.
<< Puoi andare, per favore? >> chiese poi aggressiva Merope a Bella, la quale si voltò verso il suo Signore che annuì lentamente, trattenendo a fatica l’istinto di scagliare un “Avada Kedavra” in faccia alla sorella. Così la donna si alzò e, dopo averla fulminata con lo sguardo, li lasciò da soli.
Merope attese a braccia conserte una spiegazione da parte di Tom, soffiando spazientita.
<< Percepisco una certa ostilità nell’aria >> disse suadente Voldemort, che accennò a un lieve sorrisetto malvagio.
<< Oh, ci puoi scommettere >> incominciò Merope, burbera << Quella lì ti sta sempre appiccicata! >> e indicò il punto della casa in cui Bellatrix era scomparsa.
Tom parve indifferente all’accusa: << E a te cosa dovrebbe importare? >>
<< Vuoi dirmi che non te ne sei accorto?? >> domandò la bambina, le iridi fisse sul fratello maggiore.
<< Di cosa? >>
<< Che è innamorata di te! >> esclamò con i nervi a fior di pelle.
Tom Riddle rimase immobile per parecchi secondi, finché non sibilò: << Lo so già >>
La sorella non si aspettava quella risposta e saltò dalla sedia, sconvolta: << Eh? Lo sai? >>
<< Sì. >>
<< Ah… >> Merope era a bocca aperta per la rigidità con cui Voldemort lo confermò << M-Ma tu non… insomma, non ricambi, vero? >> chiese speranzosa.
Il Signore Oscuro aveva l’aria di non voler rispondere, come se gli avesse posto la domanda più stupida del mondo.
<< E dici di conoscermi? >> fece, sottecchi. Se fosse stato per lui avrebbe terminato immediatamente quella sottospecie di conversazione, ma la mocciosa non la smetteva di puntargli addosso i suoi smeraldi.
<< Grazie a Dio! >> Merope sprofondò sullo schienale e tirò un sospiro di sollievo, ignorando i sospiri sinistri del fratello << Non mi sarebbe piaciuto per niente averla come cognata! >>
Voldemort emise una strana smorfia ostile: << Mi chiedo per quale motivo non riesce a piacerti… >>
La bambina scoppiò in una risata priva di allegria: << Primo, perché è una pazza psicopatica >> disse, alzando il pollice e poi altre due dita << Secondo, perché mi ha quasi ucciso; terzo, mi odia! >>
<< Non voleva ucciderti >> obiettò il mago, roteando gli occhi e assumendo un timbro minaccioso << E non ti odia. Forse sei un po’ troppo paranoica >>
<< Non mi odia! >> ripeté divertita Merope << Non voleva uccidermi?? Lo sai che quando hanno campo libero, e con campo libero intendo che nei paraggi non ci sei tu, i tuoi cari amichetti me ne dicono di tutti i colori?? E Bellatrix è la peggiore! Non mi ha chiesto nemmeno scusa e mi ha confessato che sperava che non tornassi da Hogwarts e che fossi morta dissanguata! >>  
<< Posso solo immaginarlo… >> sorrise Voldemort << Fatico però a crederti >>
La bambina voleva picchiarlo: << Che novità! Credere a me? Tu credi solo a te stesso! >> mise il broncio e distolse lo sguardo.
<< È difficile farlo se le uniche cose che mi racconti sono menzogne >> disse dolcemente il Signore Oscuro, e qui Merope dovette costringersi a non imprecare in malo modo.
<< MA FAI SUL SERIO!? >>
Tom Riddle la guardò beffardo: << Oh, ti prego, è maleducazione urlare in casa altrui >>
<< Tu sei un… UN… >>
<< Un cosa? >>
Merope stava per esplodere: << UN… UN... Beh, se non mi credi non vale la pena sprecare fiato! >>
<< Sei consapevole del fatto che mi stai guastando il buon umore con cui mi sono svegliato? >> chiese sprezzante Voldemort, che si era alzato e scrutava famelico la sorella.
<< Me ne infischio! C’è gente, là fuori, che sta cercando per uccidermi! >> sbottò d’un tratto, mentre alcune lacrime risalirono fino alla prigione oculare << IL MINISTERO VUOLE AMMAZZARMI! >>
Voldemort sbatté le mani contro il tavolo, furibondo. L’espressione dipinta sul suo volto era la stessa di quando era sul punto di neutralizzare qualcuno.
Il cuore di Merope sbatacchiò forte nel petto. Era frustrata, avvilita e sgomenta nei confronti del fratello. Nonostante tutto si ostinava a non darle ragione, a non ascoltarla… e questo suo atteggiamento generava in lei profonda angoscia.
<< Ti avverto! Non alzare i toni con me! >> gridò orribilmente l’Oscuro Signore  << Altrimenti finisci di nuovo sottoterra grazie al sottoscritto! >>
Per la prima volta, Merope ebbe paura di lui. Ma questo era niente in confronto a come si sentiva dentro, come se lame appuntite la trafiggessero in ogni punto.
<< P-Perdonami… >> balbettò, pensando che l’unica cosa giusta da fare in quel momento fosse non provocarlo ancora. E in effetti parve un’ottima strategia: Voldemort smise di soffiare iracondo dalle narici e la guardò intensamente, quasi dispiaciuto per averla fatta spaventare.
<< Da chi hai preso questo carattere? >> mormorò il mago, le palpebre ridotte a fessure.
Merope era decisa a studiare il legno del tavolo piuttosto che incrociare il fratello con lo sguardo. Alla sua domanda avrebbe tanto voluto replicare con: “Senti chi parla!” se non avesse resistito con tutte le sue forze all’impulso.  
Cadde il silenzio tra i discendenti di Serpeverde, occupato solo dal mal tentativo di Merope di non piangere e di non emettere fastidiosi singhiozzi. Voldemort, che odiava quando la sorella iniziava a frignare, ruppe la quiete creatasi.
<< Lucius lavora al Ministero >> disse soave, mentre la bambina spostava finalmente l’attenzione su di lui.
Restò esterrefatta alla notizia e, posandogli gli occhi gonfi e arrossati, provò a chiedergli qualcosa, peccato che le parole le si bloccavano in gola.
Tom Riddle continuò serio: << Se lo avesse saputo credi che non lo avrei scoperto? >>
<< Lui lavora al…! >> Merope, se possibile, era più terrorizzata di prima << E perché non me lo hai detto subito?? È di sicuro un complice di… >>
<< Merope! >> sibilò minaccioso Voldemort, e lei tacque << Non interrompermi quando parlo! Dicevo… Se, come affermi tu, il Ministero ha organizzato la tua esecuzione e ancora oggi i dipendenti nascondono questo terribile segreto, allora perché Lucius non ne è al corrente? >>
La piccola lo fissò stralunata, ma poi sbottò: << E tu come puoi essere certo che dica la verità?? >> le ci volle un secondo, però, per ricordarsi di un dettaglio assai importante << Gli hai letto nel pensiero! >>
Il Signore Oscuro reagì con un lieve scuotimento di testa: << Sono un Legilimens… non leggo nel pensiero! È più complicato di così. Comunque, come facevi a saperlo? >>
<< Ti ho già detto che so tutto di te, Tom… >> rispose Merope, senza andare oltre.
<< Quindi saprai anche che posso facilmente capire se le persone mi stanno mentendo o no. Malfoy non lo fa, per tanto non vedo perché tu debba insistere sulla tua versione dei fatti. >> convenne rauco Voldemort, guadagnandosi un’occhiataccia.
<< Nemmeno io sto mentendo! >> esclamò, sconcertata << Perché a me non dai retta? >>
Voldemort sospirò paziente: << A te non ho mai forzato la mente >>
<< Beh, allora fallo! >> disse subito la bambina, e il fratello si ammutolì per un attimo, contemplandola con severità.
<< No. >>
<< Così saprai che dico il vero! >> perseverò lei << Puoi farlo anche adesso! >>
Tom soffiò di nuovo, con più enfasi: << No! >>
Merope era arrabbiata, in quanto era convinta che non volesse accontentarla per non riconoscere di aver sbagliato. In realtà Voldemort non aveva intenzione di possedere la sorella, e ovviamente non l’avrebbe mai ammesso.
<< Ho capito, fai come vuoi! >> disse la piccola, rimettendo il broncio e dirigendosi in camera sua a passi pesanti senza guardarlo in faccia.
 
La bambina non voleva passare un altro pomeriggio intero nel letto ad annoiarsi a morte, perciò prese a vagare per la casa nella disperata ricerca di un passatempo divertente. Ma la Villa Malfoy non era proprio ciò che si definiva un parco-giochi… i Mangiamorte e il loro continuo andirivieni era solo un esempio. Dovunque andasse doveva fare i conti con almeno uno dei seguaci di Voldemort e questo le dava parecchio sui nervi, ma adesso che era quasi Natale si sarebbe dovuta preoccupare esclusivamente di Bellatrix, Lucius e Narcissa.
Anzi, forse era suo fratello la persona che più degli altri non aveva voglia di vedere. La discussione di qualche ora prima l’aveva talmente disgustata che non avrebbe sopportato la vista di qualsiasi volto serpentesco nel raggio di chilometri.
Eppure dovette ricadere bruscamente nella realtà.
Sentì la sua voce fredda e crudele provenire da una delle tante sale della Villa, seguita da ghigni di subordinata approvazione. Si fermò, cercando di ascoltare qualcosa da dietro la soglia della porta aperta.
Le parole “Possiedo”, “Nagini” e “Ministero” spiccarono nelle orecchie di Merope.
Cosa significava? Che cosa voleva fare??
A occhi sgranati e non capendo un acca del discorso di Voldemort, decise di entrare.
I presenti tacquero appena la videro. Tom Riddle si voltò verso di lei e la trafisse col suo sguardo sanguigno, ma Merope non ci badò, troppo catturata dall’immagine di Bellatrix Lastrenge che, un’altra volta, era seduta accanto suo fratello e gli sbavava appresso.
<< Oltre che recare fastidio sai fare qualcos’altro? >> chiese all’improvviso Voldemort, innervosito per essere stato interrotto.
La piccola guardava ancora nauseata Bellatrix, la quale la ricambiava con lo stesso ribrezzo.
<< Posso unirmi a voi? >> chiese a braccia incrociate e sogghignando. Voleva essere sicura che non stesse architettando una delle sue solite diavolerie, quindi si sforzò a non rimuginare sulla discussione fraterna avuta in precedenza e di sembrare gentile.
La faccia di Voldemort era indescrivibile, ma inaspettatamente fece un cenno di assenso, seppur con aria rassegnata.
Lucius e Narcissa alzarono le pupille al cielo di nascosto. Era evidente che non la sopportavano più.
<< Grazie >> disse trionfante Merope mentre Voldemort le indicava un posto al fianco laterale opposto a quello di Bellatrix.
Ma Merope, quando si avvicinò, fissò accigliata la donna e con un gesto della mano spostò di alcuni metri la sedia di Bella per allontanarla dal fratello.
Fu così imprevisto che perfino il Signore Oscuro sussultò.
<< Ehi! Ma… >> la luogotenente finì quasi addosso Narcissa, che la intimò di stare zitta. Lucius era semplicemente scioccato.
<< Oh, ti ringrazio Bellatrix! Era proprio qui che volevo sedermi, accanto al mio fratellone! >> esclamò con un ammiccamento nella sua direzione, cosa che la fece imbestialire.
Si accomodò sulla sedia e non poté fare a meno di notare come il fratello la stesse guardando in maniera strana.
Dal canto suo, Tom Riddle non sapeva se essere stupito per aver ammirato per la prima volta la sorella compiere una vera e propria magia, o indignato per ciò che aveva attuato.
<< Menomale che hai risvegliato i miei poteri, Tom! >>
<< Meglio che non parlo >> sibilò alla fine Voldemort << Bellatrix, avvicinati. >>
Con grande disappunto di Merope, Bellatrix tornò a pochi centimetri da lei scoccandole un’occhiata gelida e sinistra.
<< Fate come se non ci fossi… >> sorrise poco convincente la bambina, ricevendo i sospiri rabbiosi di Voldemort.
<< Come stavo dicendo… >> iniziò, tentando di non chiedersi il perché la sorella fosse così appiccicosa nonostante quella mattina avessero litigato << Quella notte Nagini, controllata da me… >>
La vocetta di Merope lo bloccò con insolenza: << Nagini?? Cosa deve fare?? >>
Voldemort chiuse le palpebre e latrò spazientito: << Se magari non mi interrompessi…! >>
In quell’istante, il serpente che era ai piedi del mago oscuro si sistemò sulle gambe della bambina, voglioso di coccole. Merope abbassò lo sguardo imbarazzata e si concentrò ad accarezzare Nagini.
Bellatrix e Narcissa scossero la testa, infastidite dal comportamento della mocciosa.
<< Perlustrerà il Ministero per assicurarsi che la via per l’Ufficio Misteri sia… >> ma Tom Riddle udì di nuovo sua sorella.
<< Deve andare al Ministero?? >> chiese sconcertata. Stavolta Voldemort si voltò verso di lei, balenando un’espressione di pura collera.
<< Insomma, vuoi chiudere quella bocca o preferisci che ti scagli un Incantesimo Ammutolente? >> sbraitò il fratello.
La bruna trattenne una risatina, mentre Lucius e la moglie emisero sospiri concordi.
<< Lasci stare, mio Signore, è solo incuriosita quanto noi del suo piano perfetto >> elargì Lucius lentamente << Non è forse così? >>
Merope ebbe i brividi appena guardò in faccia Malfoy, ma riuscì a contenersi.
<< Veramente volevo sapere il perché dovesse andarci… >> disse, stringendo Nagini come per proteggerla.
<< Perché lì dentro c’è un’arma che mi serve. >> rivelò Voldemort a petto gonfio, guadagnandosi due smeraldi pieni di meraviglia.
<< C’è un’arma?? >> soffiò incredula e spaventata all’idea di ciò che il fratello avrebbe voluto farci. Poi commentò << Ecco, questa è la prova che nel Ministero lavorano solo criminali! >>
Fu un fulmine a ciel sereno che si scontrò sulle loro teste.
Bellatrix e Narcissa si scambiarono occhiate eloquenti e Voldemort scoccò alla bambina uno sguardo velenoso. Ma colui che parve il più offeso di tutti era Lucius.
<< Quindi io sarei un criminale solo perché lavoro al Ministero? >> chiese aggrottando la fronte e non badando al tono di voce davanti al Signore Oscuro.
Merope all’inizio si pentì di aver parlato troppo, ma quando stava per rispondere un secco “Tu lo sei a prescindere” al signor Malfoy, Voldemort la precedette.
<< No, Lucius. Non badarci, è solo un po’ nervosa >> la giustificò, anche se sarebbe stato felice di sbatterla fuori di casa << Dico bene? >>
<< No >> disse sarcastica Merope, non aggiungendo altro.
Voldemort ringhiò in silenzio a mo’ di avvertimento, ma la sorella si ostinava a non guardarlo e a lisciare Nagini.
<< Perché pensi questo? >> le chiese Bellatrix in tono falsamente materno.
La bambina, nonostante odiasse con tutto il cuore Bella, fu lieta di poterle rispondere.
<< Non provare a fiatare! >> Voldemort fece in tempo a fermarla prima che potesse dire una lettera, e Merope rimase senza parole.
<< Ma…! >>
<< Mi hai sentito! >> sibilò irato, mentre i suoi seguaci non osarono porre alte domande e si irrigidirono sui loro posti.
La piccola Riddle stette i successivi trenta secondi a fulminarlo con le sue iridi verdi, e capì che evidentemente il fratello non voleva che i Mangiamorte venissero a conoscenza della storia “inventata” di Merope. Tremò dalla rabbia.
<< I tuoi amici sono talmente idioti che non capirebbero? >> chiese ironica e il fratello resistette alla tentazione di ucciderla.
<< Non farmi vergognare di fronte ai miei Mangiamorte. >> disse severo e minaccioso Tom Riddle << Si chiederanno giustamente chi ti abbia educata… >>
Bellatrix sorrise compiaciuta, e lo stesso fecero Lucius e Narcissa.
Merope se ne accorse e sbottò al fratello: << Li tratto come meritano di essere trattati! E poi non me ne importa un fico secco, loro non rappresentano nulla per me! >>
<< Sono la mia famiglia, Merope >> incalzò velato il mago oscuro.
I tre seguaci emisero dei suoni strozzati di trionfo, invece la bambina si pietrificò cinerea.
<< E gradirei che ti comportassi decentemente se non vuoi avere conseguenze. >> continuò ad avvertirla il maggiore.
Merope lo guardava ancora orripilata e con la mascella a terra: << Era un battuta? Dimmelo che era una battuta! >>
Voldemort sembrò non aver colto la gravità della frase da lui pronunciata e la ignorò.
<< Se lo dice il Signore Oscuro vuol dire che è così! >> esclamò felicissima e gongolante Bellatrix, che lo osservava con aria avida.
Stufa di non essere ascoltata, la bambina si rivolse al fratello: << Sto parlando con te! >> quando lui girò il capo e la ricambiò irritato, Merope disse << Ti rendi conto di quello che hai detto?? >>
Nagini sibilò uguale a Tom e si scostò dalla sedia di Merope.
<< Cosa ho detto di strano? >> le domandò serio.
<< Tu… >> ricominciò a tremare << Tu hai chiamato questi bastardi “famiglia”?! >>
<< Modera il linguaggio, sorellina >> disse Voldemort dopo che Narcissa, Lucius e Bellatrix sgranarono gli occhi << Povero me… >>
La piccola sorvolò sull’indifferenza del fratello e sbottò: << E io non esisto?? Se questa feccia la consideri una famiglia, io cosa sono?? >>
<< Oh, per Merlino… >> bofonchiò Narcissa alla scena, sudando freddo.
Lucius si disse che a quel punto aveva visto tutto dalla vita, mentre Bellatrix assaporava già la prossima carneficina.
<< Mi hai frainteso, come al solito >> replicò Voldemort, inspiegabilmente calmo.
<< No, no, ho capito benissimo! Per te io non valgo allo stesso modo dei tuoi amichetti psicotici! Ma se non sanno neanche quand’è il tuo compleanno! >> Merope era furibonda e presto si sarebbe sciolta da quanto calore emanava.
Bellatrix allora intervenne, contenta di poter rimproverare la mocciosa ora che anche Voldemort stava avendo una crisi di nervi: << Se lo conoscessi bene sapresti che il mio Signore non festeggia il compleanno, lui è più di un semplice umano! >> sorrise raggiante nell’asfaltare la povera Merope.
<< Giusto, Bellatrix. >> convenne Voldemort con voce fredda, e prese a fissare obliquo Merope mentre la donna diventava rossa << Loro mi conoscono molto più di quanto tu possa pensare >>
<< ERA UN ESEMPIO! >> esplose la bambina, punta nell’intimo e con un diavolo per capello << Tom, io sono tua sorella, sono la tua vera famiglia! Non loro! >>
Voldemort trasse un lungo, disperato sospiro: << Sei stata assente per più di 50 anni o mi sbaglio? >>
Merope si ammutolì, giusto il tempo per digerire ciò che le sue orecchie avevano sentito. I suoi battiti divennero irregolari e potenti e le lacrime risalirono nelle pupille umide. Non poteva crederci… aveva avuto il coraggio di dire una cosa simile…
<< Se vuoi scusarmi, i miei seguaci attendono la fine della mia informativa riguardo il colpo che sferrerò nel Ministero… >> concluse suadente e voltandole le spalle.
La bambina versò qualche lacrima prima di ribattere: << Beh Bellatrix… avevi ragione. >>
La Strega si scosse, sorpresa di essere stata nominata dalla mocciosa.
<< Al mio caro fratellino non interessa niente di me. >>
Voldemort la guardò serio.
<< Né se morissi e né se venissi di nuovo uccisa >> proseguì, guadagnandosi saette dai cerchi rossi del fratello << Ma certo… dovevo intuirlo dal fatto che a voi Troll non ha mai detto di aver avuto una sorella! Cosa potevo aspettarmi da un brutto egoista che mi ha evitata apposta per due dannati mesi?! >>
I tre Mangiamorte percepirono nell’immediato una tensione opprimente. La bambina che scoppiava a piangere e Voldemort che manteneva una pericolosa calma.
<< Merope >> disse alla sorella, non muovendo alcun muscolo << Puoi insultare me quanto vuoi, non mi fa nessun effetto. Ti prego però di non dare in escandescenza nei confronti dei miei servi. Forse non lo hai notato, ma Narcissa e Lucius si sono prestati a darti un tetto sulla testa e un letto su cui dormire. >> la rimproverò, rauco e letale.
Le Black e Malfoy sghignazzarono tronfi, Merope invece tacque, consapevole che il fratello non avesse torto. Ma comunque non aveva intenzione di dargliela vinta ed era sempre arrabbiatissima con lui per ciò che si era permesso di dire.
Così puntò minacciosa il fratello con lo sguardo e una serie di esplosioni echeggiarono nella stanza. Bellatrix e i padroni di casa sobbalzarono dallo spavento, mentre Tom Riddle si limitò a evitare il contatto visivo con lei nonostante sembrava stesse avendo luogo un terremoto.
Dopo che la sala fu completamente distrutta dalla rabbia di Merope, il fratello soffiò ai Mangiamorte: << Ignoratela. >> benché con il disastro che aveva combinato era una vera impresa.
<< Questa… questa non te la perdono! >> la bionda scese dalla sedia, piangendo come una matta e si diresse verso l’uscita.
<< E non disturbarci più >> abbaiò Voldemort in tono cattivo.
Narcissa aveva appena tirato fuori la sua bacchetta per rimettere in sesto la sala danneggiata, che Merope si girò e urlò con quanto fiato aveva in corpo.
<< VAI A QUEL PAESE! >> se ne andò peggio di come lo aveva lasciato quella mattina. Stavolta era davvero furibonda ed ebbe in mente di accamparsi in camera per il resto della sua esistenza solo per dimenticare la faccia da ingrato del fratello.
Voldemort si fece scivolare le parolacce di dosso, anche se in fondo sapeva di aver sbagliato a parlarle in quel modo.
   
 
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