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Autore: _Selenophile_    31/05/2020    1 recensioni
[erkenci kus]
[erkenci kus]Una ragazza dagli occhi ambra,Serena Monteforti,dopo un anno e mezzo a Londra,decide di ritornare nel paese universitario dove tutto è cominciato per affrontare i suoi demoni e riprendere in mano la sua vita.
Profondamente cambiata dal suo passato e da quello che è successo, non sa che è in arrivo per lei una sferzata di vita, totalmente inaspettata in un periodo come quello,in cui tutto era assopito e,quasi,dimenticato.
Un gruppo di ragazzi come tanti, che ha sogni,speranze, che lotta per emergere e per rimanere a galla. Un gruppo di ragazzi un po'strani e svampiti,che partorisce idee.
E un'idea,buttata lì un giorno di Ottobre, tra un aperitivo e una sigaretta.
Tutto questo causerà una tempesta violenta, dirompente e perfetta, da cui tutti usciranno diversi,cambiati.
Perchè un aquilone si alza solo con il vento contrario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mio divano color malva non mi era mai sembrato così morbido come in quel momento,pregavo qualsiasi entità soprannaturale affinchè mi risucchiasse tra le sue fibre e non mi facesse più uscire.
Fuori si era alzato un vento talmente forte da far tremare le imposte,ululava e fischiava.I  rami degli alberi si torcevano e sbattevano contro le finestre,in una tempesta esterna che rifletteva la mia tempesta interna.
Camilla mi porse la sua tisana ai frutti di bosco,«Allora?!Che è successo?».
 
«..hai ascoltato la mia conversazione di ieri notte con Daniele,vero?».
Gli occhi mi divennero grandi  come due biglie,mentre un rossore che mostrava tutta la mia colpevolezza colorava le mie guance. Mi aveva scoperto.Non  ero stata abbastanza attenta.
Lui si umettò le labbra,poi portò le mani sui fianchi,«Sì.Hai ascoltato.»,assentì.
«L’ho fatto involontariamente!Stavo andando in cucina..».
«Lascia stare.»,mi interruppe,«Non importa».
Calò un silenzio tombale.I sanpietrini di Camerino non mi erano mai sembrati così belli.
Andrea si avvicinò,cercando il mio sguardo,«Non dici niente?».
Cominciai a torturare il bordo del mio Woolrich,non riuscendo a guardarlo.«Non so cosa dire».Ed era vero.Non sapevo davvero cosa dire. Passata l’eccitazione e la felicità della sera prima,il castello di carte mi era crollato addosso come un carico di piombo.
Lui fece un passo indietro come se fosse stato punto da una vipera.«Lo sai..ho immaginato tante volte questo momento.Ho immaginato tante volte a cosa tu avresti potuto rispondere.»,deglutì,«Ero pronto a sentire di tutto,addirittura “ho finto per tutto questo tempo”,ma non avrei mai pensato a una risposta così banale.».
Alzai gli occhi verso di lui,leggendo solo delusione,«Banale?!».
«Non sai cosa dire,o non vuoi dirlo,come tuo solito?».
«Andrea,ascoltami..».
«No!Adesso mi ascolti tu!»,il tono era imperioso mentre mi parlava,«Davanti a te non hai un bambino.Comincia a parlarmi chiaro!».
Io cominciai mille volte il discorso,ma altrettante volte non ebbi il coraggio di parlare.Non sapevo cosa dire,cosa pensare,mi sentivo intrappolata in una rete che mi bloccava l’anima. Avevo il cuore che mi esplodeva dall’emozione di avere lui di fronte che provava qualcosa per me ,ma la testa mi urlava ad alta voce di lasciar perdere. Di andare via senza guardarmi indietro.
Era tutto ciò che avevo sempre desiderato,che un ragazzo così si innamorasse di una ragazza così buffa e impacciata come me;eppure,adesso che era successo,mi sentivo bloccata,immobile. Volevo disperatamente fare un passo verso di lui,fare un passo verso la vita che da tanto tempo agogniavo e sognavo,una vita nuova che lui incarnava alla perfezione.Ma qualcosa mi teneva ferma al pavimento,una forza più grande di me bloccava i miei piedi al suolo,cosicchè io non potessi correre verso quella vita.
E avevo la vaga sensazione che si trattasse del mio passato,che ancora non avevo avuto il coraggio di affrontare.Perchè, se c’era qualcosa di certo in questa storia,è che adesso non era il suo passato il problema,ma il mio.
L’altra faccia della medaglia si era rivelata in tutta la sua ambiguità.
Tutte queste emozioni mi sopraffecero.Cominciai a piangere,grossi lacrimoni mi scesero dagli occhi senza che io potessi fare qualcosa per impedirlo.
Mi guardò dubbioso,«Serena,perché piangi adesso?».
Io non parlavo.E cosa potevo mai dirgli?!Che avevo paura di imbarcarmi in una nuova storia?Che purtroppo non ero abbastanza coraggiosa da prendere il mio cuore e offriglielo su un piato d’argento?Io non lo sapevo.Non sapevo niente.
Come avrei potuto dirgli qualcosa di cui io stessa non ero pienamente a conoscenza?
Lui mi prese il viso tra le mani ma io mi irrigidii,per la prima volta.«Ti faccio la stessa domanda che tu hai fatto a me:di cosa hai paura?».Io non rispondevo,continuando a piangere in silenzio,mentre vedevo la sua immagine sfocata.«Cosa ti dice il tuo cuore?».
Quella domanda fu la stoccata finale. Lui così bello e potente,che cercava di assecondare me,così debole.
Lui si allontanò ,«Io non ti capisco!»,esclamò con lo sguardo lucido e le braccia aperte,«Davvero non ti capisco!»,mi si avvicinò nuovamente,«Ascoltami:questo non è più uno scherzo.Devi essere seria.Te lo chiedo per l’ennesima volta:cosa sta succedendo?».
Io ormai non distinguevo più le forme,le lacrime avevano completamente offuscato la mia vista.
Mi guardò,«È perché sono il tuo professore? Quello posso risolverlo…».
La sua tenerezza mi fece sciogliere,«Non è quello..»,riuscii a parlare tra le lacrime.
«È perché non ti racconto del mio passato?Io non voglio che tu…».
«Fermo,Andrea.Fermo…»,ricacciai indietro il magone e cercai di spiegarmi,«..adesso so perché non vuoi parlarmi del tuo passato. E lo accetto!».
Lui sospirò impercettibilmente,«Almeno di una cosa siamo venuti a capo.»,mormorò nella classica posizione di quando cercava di comprendermi.
«Scusa se ti ho fatto pressione.».
«Adesso non è questo l’argomento.»,mi stava di fronte con lo sguardo lucido.Io continuavo a torturare il mio cappotto e a guardare per terra.
«Quindi?»,strinse gli occhi,«Non ti piaccio?Accetto che io possa essermi sbagliato su quello che potessi provare per me,la vedo improbabile,ma lo accetto.Può capitare.».
A quella sua supposizione così fuori strada,mi sentii come se degli artigli mi ghermissero il cuore. «No..»,sussurrai,«Tu mi piaci.»,non potetti fare a meno di arrossire.
«..e allora cosa succede?!»,mise le mani sulle mie spalle e mi diede uno scossone,«..parla,Serena!».
«Io non lo so!»,riuscì ad ammettere.
«Non lo sai?!»,sputò quelle parole come se fossero qualcosa di aspro.
Sentii la sua rabbia che cominciava a montare,«Non ci credo!Sul serio,io non ci credo!»,portò le sue mani sulla nuca,«Pensavo che tu…che noi..»,fece una pausa,«..mi hai preso in giro?».
«No!»,mi animai nel rispondere,«No,non ti ho preso in giro!».
«Ok.Penso che impazzirò.Penso davvero che arrivato a questo punto,impazzirò sul serio».
Continuammo così per molto tempo,lui che cercava di venirne a capo,e io che continuavo a piangere;bloccata in qualcosa che non riuscivo a gestire.
«Sei solo una ragazzina.Sono stato un coglione ad aver visto in te qualcosa che in realtà non esiste. Tu sei come tutte le altre».
 
«Ci è andato giù pesante il ragazzo!»commentò Diafa.
«Io non capisco.»,proruppe Camilla,«Perché quella reazione?».
Ricominciai a piangere,ancora oggi non so da dove provenissero tutte quelle lacrime,«Non lo so. Io..non lo so.».
«Vieni..»,Diafa mi abbracciò,accarezzandomi i capelli,mentre io cercavo conforto in quel profumo così dolce.«Hai paura di lui?»,mi chiese,«È comprensibile,visto i suoi atteggiamenti un po’iracondi.».
«No.»,mi sciolsi dal suo abbraccio,«È come se qualcosa mi bloccasse.Io ci provo,ve lo giuro!Io provo con tutte le mie forze,ma non riesco a muovermi.Come se fossi..».
«..bloccata nelle sabbie mobili.»,mi interruppe Diafa,pensierosa.
Annuii,era proprio quello che mi stava succedendo:più mi muovevo,più scendevo giù.
«Continuo a non capire.Tu ieri non sei stata contenta di aver sentito quella confessione?».
«Sì!Mi è sembrato di volare..»,mi abbracciai le ginocchia,«..ma stamattina,quando ho realizzato,mi è salita un’inquietudine pesante,e penso c’entri il mio passato.».
«Che il tuo passato c’entrasse qualcosa,questo è assodato!»,esclamò la mia coinquilina sudafricana,«..il problema è quale parte del tuo passato?»,prese anche lei un sorso di tisana,«Stefano?L’aggressione di Tatiana?Hai paura di soffrire?». Io seppellii il viso tra le mani,continuando a singhiozzare.
«Va bene,ma sarà dovuto a uno dei motivi che ti ha elencato Diafa!»,Camilla si era seduta sul tavolino basso del soggiorno,i gomiti sulle gambe divaricate e le mani incrociati;nella stessa posa di Daniele la sera che aveva fatto da confidente ad Andrea.Quei due erano davvero in simbiosi.«Guarda nel profondo di te stessa.Che cosa vedi?».
«Una matassa aggrovigliata.»,tirai su con il naso.
«Sì ma in questa matassa c’è sempre una spira intorno alla quale è avvolta.».
Ci girammo entrambe verso Diafa,«Che intendi dire?».
La mia coinquilina mi guardò,«È giunto il momento di fare i conti con te stessa.Come non fai più da un anno e mezzo.».

https://www.youtube.com/watch?v=FGFVAiSBDYY Quella notte,la passai da sola con me stessa, aspettando l’alba sul davanzale della mia finestra,la mia chitarra in mano,una penna che non cessava di scrivere,e un pacchetto di sigarette che si svuotava.

La luce del sole si insinua nelle fessure della porta
Esco quando il mondo dorme
A testa bassa, fuori controllo
Le parole feriscono di più quando non hanno significato

E i lupi là fuori, vengono alla mia porta
Freddi come la neve mentre mi respirano addosso
E le menzogne che scrivono mi hanno fatto iniziare a crollare
Mi tengo così stretto ma le mie mani mollano


Per mille e uno volte,affidai tutto a quello strumento e alla mia Eko ,scrivendo di questo amore confuso. Affidai a quei due custodi la sciarada emozionale della mia vita. La tristezza fu sostituita dalla rabbia.La rabbia dalla frustazione.Frustazione per quella situazione che altri avrebbero trovato appetibile.

Niente parole, silenzio, lascio che sia la musica a parlare
Congelato, tranquillo, fatto a pezzi da questo grande meccanismo
È come se avessi perso la fiducia in me
Quando tutti i tuoi proiettili iniziano a sanguinare
Niente parole, silenzio, lascio che sia la musica a parlare

La sabbia sotto i piedi, per quel che ne so
Sembra tutto così desolante perché i venti sussurrano ancora
Ma perché non riesci a vedere linee così profonde?
Mi ha dato la chiave per l’oscurità sottostante


Io urlavo,urlavo e urlavo con tutta la forza che mi era rimasta,ma nessuno mi sentiva. Urlavo per cercare di venirne a capo.
Sbattevo i pugni contro una barriera invisibile che mi separava dal resto del mondo. Il mio urlo,che a me sembrava così forte,in realtà altro non era che un rumore afono,sordo.
Andrea non lo sentiva quell’urlo.Andrea era al di là della barriera ma non mi sentiva;mi fissava con uno sguardo vacuo. Ma chi aveva eretto quella barriera?Io o la mia mente?Io o miei sentimenti?Io o le mie paure?

E i lupi là fuori, vengono alla mia porta
Freddi come la neve mentre mi respirano addosso
E le menzogne che scrivono mi hanno fatto iniziare a crollare
Mi tengo così stretto ma le mie mani mollano


A prescindere da ciò,lui era diventato importante per me.Lo volevo nella mia vita a qualsiasi costo,ne sentivo il bisogno. Eppure era tutto congelato,tutto cristallizzato.Freddo e immobile.Lasciavo parlare la musica,la mia mano,che muoveva quella penna sul quaderno che lui mi aveva regalato,parlava di me e di questo mio sentimento.
Il silenzio che quella sera sommergeva Camerino era irreale,ma dentro di me c’era il caos di una guerra.  Camminavo,avanzavo su quel terreno martoriato,a testa bassa e con il corpo ricoperto di ferite,senza sapere dove andare,cosa fare.

Niente parole, silenzio, lascio che sia la musica a parlare
Congelato, tranquillo, fatto a pezzi da questo grande meccanismo
È come se avessi perso la fiducia in me
Quando tutti i tuoi proiettili iniziano a sanguinare
Niente parole, silenzio, lascio che sia la musica a parlare


Completamente sola,in balìa dei miei demoni e del mio passato che mi dilaniava.Perchè,alla fine della fiera,quando tutto tace,si è soli. Quando la porta si chiude,non c’è nessuno,se non i propri mostri. E,purtroppo,mostri del genere non si nascondono sotto il letto,questi scheletri non sono nell’armadio,ma si trovano esattamente di fronte a ognuno di noi,guardandoci dritto negli occhi e snocciolandoci tutto ciò che sotterriamo nella parte più profonda di noi stessi.
Per mostri di questo tipo,il lenzuolo bianco non serve.
Fumavo,piangevo e componevo. In un connubio metafisico ma di cui avevo bisogno.
Ero completamente senza parole,in un silenzio assordante.Con domande che mi rimbombavano in testa come tamburi nel preludio di una guerra.

Ooh-ooh-ooh
Lascio che sia la musica a parlare
Ooh-ooh-ooh

 
Non avrei mai potuto sapere,che a poca distanza da me,un ragazzo provava le mie stesse emozioni. Un ragazzo ribolliva di rabbia,mentre un dolore lancinante cominciava a farsi strada nel petto. Non avrei mai potuto sapere che aveva distrutto qualsiasi cosa avesse trovato al suo passaggio,prima di essere prontamente bloccato dal cugino;che gli si era seduto affianco,ascoltandolo e cercando di trovare insieme,come avevano sempre fatto,una spiegazione logica a tutta quella situazione.Il ragazzo adesso correva,macinando chilometri,per cercare di placare quella furia cieca al pensiero di essere stato così stupido da credere,per la prima volta,in un sentimento così ingannevole quale possa essere l’amore.
 
Il principe forte e bello,e la principessa dagli occhi ambra,adesso non c’erano più. Si erano separati forse per sempre;lei era stata chiusa nella torre delle sue psicosi,lui era caduto tra le braccia della matrigna cattiva. Il tappeto volante era pieno di polvere ed era stato messo via,ormai nessuno aveva bisogno di lui;la donna salice era stata pietrificata, e il granchio dall’accento giamaicano aveva perso la voce.

Tutto taceva in quella serata di Camerino,tutto tranne i miei disordini mentali;e il cuore di Andrea che urlava mentre accarezzava e baciava un corpo che non desiderava.Il suo cuore urlava mentre donava quel piacere che lui non riusciva a provare.Il suo cuore urlava mentre guardava un paio di occhi verdi farsi liquidi di passione, e dei capelli biondi profumati di gelsomino sparsi sul cuscino.Il suo cuore urlava,nella testa aveva degli occhi ambra e dei capelli castani al profumo di cioccolato.
Il suo cuore urlava,sentendosi,ancora una volta,fuori luogo e colpevole.
Perché,se è vero che la notte porta consiglio,è anche vero che la notte porta con sé errori,coperti dal buio.

________________
Salve a tutti e buona Domenica!
Come state?

Dunque,questo capitolo è un po'particolare;perchè abbiamo esclusivamente Serena e i suoi pensieri;che sono tutt'altro che di facile interpretazione. Spero di essere riuscita a farvi capere il suo stato d'animo,lei sta male perchè vuole con tutte le sue forze vivere questa storia d'amore con Andrea,ma si sente ancorata al passato e non riesce a uscirne. Il suo è una instabilità psicologica,purtroppo quello che è successo,inclusa la sua storia d'amore con Stefano,l'ha sconvolta nel profondo;e,purtroppo,lei e anche Andrea ne stanno pagando il prezzo.Spero di essere stata chiara nel snocciolare i suoi pensieri.

Per quanto riguarda il titolo del capitolo,è il titolo della canzone che avete trovato all'interno,vi ho messo anche il testo tradotto. Penso che descriva appieno il momento catartico.Serena non ha parole,non riesce a parlare;ha solo la sua musica.

Un'ultima cosa:non so se ricordate la descrizione fisica di Melissa;comunque,è lei la ragazza con cui Andrea passa la notte.

Grazie mille a chi recensisce. E a chi vorrà darmi un parere!

A presto!
S.

The way we get by.
"Le grandi città hanno sempre offerto l'anonimato e la varietà".
Istanbul è la cerniera tra Oriente e Occidente;capitale di tre imperi,incrocio di culture,religioni,miti.Città dai mille volti e dalle mille sfumature,che incanta e affascina chiunque si trovi a viverla,anche solo per poco tempo.
E proprio in questa città in cui si intrecciano un passato fatto di splendore e un futuro che ha portato una crescita e una modernizzazione straordinaria,che le vite di due ragazzi si intrecciano tra loro,in una storia fatta di passioni,segreti, maschere che cadono e rapporti conflittuali;una storia d'amore travolgente e intensa.
Deren e Bulut.
Diversi per vissuto e crescita familiare;diversi per carattere e stili di vita,sapranno guardare attraverso le loro divergenze e le loro differenze?

πανσέληνος
Christian Grey, giovane imprenditore americano con un impero da dirigere, un passato da dimenticare e una figlia da tenere a bada.
Maria Radicati, giovane neolaureata italiana che sa quello che vuole dalla vita e da se stessa, con un master a Seattle.
Jane Grey, figlia capricciosa ed impertinente di Christian.
Chi l'ha detto che Cupido è uomo?
Non servono castelli e unicorni per una storia d'amore;molte volte servono solo un paio di pagine da firmare...o una grande luna piena.
Del resto, non è la luna che, quando si avvicina troppo alla Terra, fa impazzire tutti?
   
 
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