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Autore: elfin emrys    31/05/2020    4 recensioni
{post5x13, sorta di postApocalisse, Merthur, 121/121 + epilogo}
Dal capitolo 85:
Gli sarebbe piaciuto come l’aveva pensato secoli prima, quando era morto fra le braccia del suo amico, non ancora consapevole che sarebbe tornato, con Merlin, sempre, sempre con lui.
In fondo, non aveva mai desiderato null’altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
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I Niall – Capitolo 15

 
Il suono di un corno risuonò nella foresta e un altro dalla città gli rispose.
Il Tempio distava un’ora di passeggiata dal centro abitato, correndo sarebbero arrivati presto, ma forse non in tempo.
Un ululato scosse le foglie e il buio ormai era calato sul bosco.
I soldati Donald, non abituati a muoversi in una foresta,  avevano difficoltà ad andare alla stessa velocità dei loro colleghi Niall, ma ce la stavano mettendo tutta per non rimanere troppo indietro.
I muscoli e i polmoni di Arthur parevano bruciare dalla fatica della corsa; Nicholas continuava a sussurrare imprecazioni sempre più forti man mano che si avvicinavano al Tempio. Era lui che guidava tutte le guardie che erano intervenute verso la giusta meta: si muoveva nel bosco buio come se fosse stato giorno e Arthur si ritrovò a imitarne i passi come un bambino.
-“Gli oracoli sono al sicuro, Nicholas, non c’è bisogno di farli venire in città, Nicholas”, giuro che se ritorno vivo la strozzo a Theodora.
Il biondo avrebbe riso a sentire quelle parole mormorare con una tale fatica e calore dall’altro re, ma la preoccupazione per quello che sarebbe successo da lì a poco copriva ogni altra sensazione, ogni altra emozione e sentimento.
Si resero conto di essere arrivati quando il calore del fuoco tagliò l’aria gelida, colpendo i loro visi, e la luce delle fiamme ferì i loro occhi.
Un enorme lupo scuro stava saltando, tentando di afferrare delle ragazze vestite di bianco che erano salite su un tetto, e un altro cane del crepuscolo stava grattando una porta, cercando di sfondarla.
Arthur osservò attentamente la struttura, cercando di vedere se ci fosse un’altra bestia o meno. Il Tempio era quasi semplicemente una vecchia abitazione abbandonata. Circondava da muri in rovina su cui la natura aveva fatto crescere muschi e piante, anche quei pochi luoghi chiusi erano arroccati sulle antiche pareti. Gli ingressi parevano magnificamente lavorati e brillavano al fuoco che sprizzava scintille e fiammate dal centro dell’area di fronte alla struttura.
Videro un giovane vestito di bianco avvicinarsi al falò con un grosso bastone e, quando fu incendiato, gettarsi contro lo spettro che tentava di entrare nel Tempio. Uno sparo risuonò nell’aria e il lupo, colpito, si girò senza, però, sembrare toccato dalla cosa. Il soldato Donald aprì le labbra e abbassò piano l’arma, balbettando qualcosa al collega.
Il ragazzo, nel frattempo, si avventò sullo spettro, cercando di colpirlo col fuoco, ma quello tentò di morderlo; il giovane si allontanò giusto in tempo.
Fu a quel punto che i due cani del crepuscolo parvero rendersi conto che qualcun altro era giunto in difesa degli abitanti di quel luogo. Nicholas fece dei cenni agli altri Niall, che si mossero a raggera, cercando di chiudere il posto in modo da non far fuggire la coppia di lupi. I Donald si unirono a loro, tenendo ben puntati sulle bestie le loro armi e Arthur cercò un posto dove potersi mettere.
Non aveva spiegato a Nicholas il potere della spada, quindi doveva trovare un modo di avvicinarsi abbastanza senza, tuttavia, disturbare le operazioni dei Niall
Vide uno dei due cani avvicinarsi e venire allontanato da un altro proiettile Donald.
Sentirono un altro corno. Ancora poco e sarebbero arrivati altri soccorsi, quelli partiti subito dopo di loro e, dopo ancora qualche minuto, gli ultimi di cui avevano udito il suono della partenza, quelli che, probabilmente, erano guidati da Theodora.
La lotta non era viva come l’ultima volta cui Arthur aveva assistito: i Niall stavano attendendo qualcosa e mandavano semplicemente indietro i cani del crepuscolo, come per tenerli sotto controllo.
Improvvisamente uno dei due spettri si fece avanti, gettandosi sopra una guardia che non riuscì a difendersi. Le ragazze sul tetto urlarono e la bestia finì sul Niall, sbattendolo a terra. Un’altra guardia si avventò sul lupo, sperando di riuscire a distrarlo, ma anche lei venne azzannata. Qualcuno fece un altro passo avanti, ma venne trattenuto da un ordine di Nicholas – ormai la prima guardia era persa e non c’era bisogno di ferirne inutilmente anche altre – tuttavia tutti iniziarono comunque a tirare sassi o bastoni o qualunque cosa trovassero a terra, sperando che il cane del crepuscolo si distraesse: nessuno ci teneva a vedere un compagno venire sbranato da uno di quegli esseri.
L’altra bestia, che era rimasta fino a quel momento in disparte, andò in aiuto del suo simile; nuovamente venne solo rimandata indietro.
Una guardia riuscì ad afferrare il ragazzo del Tempio, con ancora il bastone infuocato in mano, e portarlo dietro la fila di soldati.
Nicholas lo chiamò, senza staccare gli occhi dai cani del crepuscolo, e, mentre quello arrivava, chiese al Donald che aveva accanto.
-I vostri staranno portando il necessario?
L’uomo annuì, mormorando un “Ne sono sicuro” che passò quasi inudito a causa dell’ululato tremendo di uno dei due lupi.
Quando il giovane del Tempio si fu avvicinato, Nicholas gli chiese, continuando a non guardarlo.
-Dove sono gli altri ragazzi?
-Il più piccolo è sul tetto con le ragazze, due sono dentro con gli oracoli e uno… Uno, purtroppo…
-Vedo cinque persone sul tetto. Se uno è dei vostri, dov’è l’altra ragazza?
-Non lo sappiamo, era uscita per prendere delle erbe aromatiche per la cena e non era ancora tornata… Crediamo che…
Il ragazzo deglutì senza terminare la frase e Nicholas quasi grugnì.
-E dove sono le guardie che dovevano essere qui?
-Sono riuscite ad accendere il fuoco, poi…
Il giovane chiuse gli occhi e non disse nulla; il suo silenzio fu abbastanza per far capire al re cosa fosse successo e Nicholas riuscì, alla luce delle fiamme, a intravedere i contorni di almeno un corpo vicino al falò.
Il sovrano respirò a fondo. Stava iniziando a sentirsi nervoso e gocce di sudore gli imperlavano la fronte. Spinse il ragazzo indietro, gridando a qualcuno di tenere a portata di mano i giavellotti, e strinse più forte la propria spada. Sperava che gli altri arrivassero presto: i Donald avevano portato delle armi sputafuoco e, insieme, avevano organizzato altre unità atte a controllare il fuoco in modo da minimizzare i danni.
Delle voci lo fecero sospirare di sollievo e urlò di muoversi quando altri suoi concittadini e soldati dalla divisa rossa apparvero fra i tronchi. Tutti si misero in posizione e, subito, tre guardie tirarono delle pesanti corde dall’altra parte di uno dei cani del crepuscolo; gli uncini alla fine delle funi si artigliarono a terra e, tirando, cercarono di buttare giù almeno uno dei lupi. Subito un Donald apparve loro accanto e altri uomini e donne intorno a lui con spesse coperte, secchi di sabbia e strani zaini con dei tubi.
Arthur li osservava attentamente e sobbalzò quando vide delle fiamme uscire da una delle armi dei Donald. Aprì le labbra, rimanendo immobile a guardare mentre il fuoco circondava il corpo dello spettro e sentì qualcuno esultare; strinse la mano sull’elsa della spada, poiché se avessero bruciato tutti i lupi quelli sarebbero ricomparsi comunque e Arthur avrebbe dovuto attendere più a lungo per usare Excalibur contro di essi.
Approfittò della situazione quando un grido colse la sua attenzione: un altro cane del crepuscolo era apparso, rispondendo, probabilmente, all’ululato del suo compagno, e si avvicinò pericolosamente alle spalle dei soldati Donald.
Arthur si gettò in avanti, scuotendo la propria lama per spaventarlo e quello indietreggiò.
Il re udì delle esclamazioni di sconfitta e stupore, ma non si voltò a vedere quello che stava accadendo. Se lo avesse fatto, avrebbe visto le fiamme asciugarsi intorno al corpo del primo lupo, il quale si mostrava ora forse più magro, ma pur sempre vivo e pur sempre pericoloso. Nessuno sapeva se l’essere si fosse abituato al fuoco o se avesse semplicemente imparato ad assorbirlo dai suoi scorsi incontri con i Niall, ma, ormai, sembrava non procurargli altro che fastidio.
Dopo un attimo di stupore, Nicholas ordinò la ritirata dei soldati Donald e urlò ad altri suoi concittadini di ributtare giù il lupo; tirò fuori un grosso fazzoletto da una tasca e se lo legò intorno alla parte inferiore del viso.
Il rumore di un altro corno, quello del gruppo che era partito per ultimo e che era sempre più vicino, rimase inascoltato: l’attenzione collettiva era sul re Niall, che si era gettato nella mischia e stava combattendo personalmente con la creatura, allontanandosi ogni tanto per poi riattaccarla.
Intanto, altre guardie tentavano di tenere lontano l’altro spettro, sperando di guadagnare abbastanza tempo da permettere al loro sovrano di vincere la battaglia.
Arthur tentò nuovamente di colpire la creatura della quale si stava occupando e sorrise quando notò che altri erano venuti in suo soccorso. Spinsero il cane del crepuscolo verso una parete per non farlo scappare, tirarono frecce e qualcuno osò avvicinarsi abbastanza da colpirlo, ma niente pareva poterlo scalfire.
Finalmente un Donald parve essere riuscito ad atterrarlo per un attimo e Arthur serrò la mandibola, stringendo piano la collana che Merlin gli aveva regalato, sperando davvero che lo proteggesse dal respiro velenoso di quegli spettri. Il biondo si diede una spinta in avanti e affondò Excalibur nel collo della bestia finché l’elsa non toccò la sua pelliccia offuscata.
Il fiato della creatura era gelido e Arthur si costrinse a trattenere il respiro.
Il cane del crepuscolo fece un verso acuto e dolorante che risuonò come un’eco nella foresta. Dalla ferita emerse del fumo scuro e la figura della bestia iniziò a farsi più affusolata, mentre il suo corpo pareva dissolversi nella notte. I suoi occhi rossi e accesi rimasero per un attimo sospesi e doloranti, come un ultimo monito, un estremo saluto, poi, anch’essi, salirono verso l’alto come scintille.
Arthur si lasciò cadere a terra e strinse forte la spada.
Nessun cuore di oscurità era rimasto, quella volta, dalla morte del lupo; niente sembrava dover indicare un suo ritorno e i suoi simili iniziarono a gridare. Se non avessero sentito quelle urla uscire dalla gola di quegli animali, Arthur e i presenti avrebbero pensato che appartenessero a una moltitudine di vecchie donne dalla voce roca dal pianto.
Il biondo si girò verso Nicholas, che continuava a passare lo sguardo dal cane del crepuscolo che stava combattendo a lui e Arthur lo chiamò. Il re Niall si fece attento e l’altro sovrano si alzò, tirandogli la propria spada; Nicholas lasciò la propria e afferrò al volo la lama che gli era stata lanciata e non fece in tempo a fare nulla che il lupo, liberatosi dalle corde che le guardie gli avevano lanciato, gli si gettò contro.
Excalibur affondò anche nel corpo del secondo spettro e anch’esso iniziò a sparire fra tremende grida.
Arthur corse verso Nicholas, il quale andò a sfilare la spada dal corpo del cane del crepuscolo, senza trovarla. Si guardò intorno, perplesso, finché non vide l'arma nuovamente nelle mani di Arthur, il quale stava scattando in avanti, procedendo ad aiutare l’ultimo gruppo che tentava di sconfiggere il terzo cane del crepuscolo.
Il sovrano si fece spazio, ma non riusciva ad avvicinarsi abbastanza e solo quando una pesante lancia infuocata si conficcò nel collo del lupo capì che era giunto il momento. Arthur si girò un attimo e vide Nicholas che allungava un braccio verso un Niall che gli stava passando un altro giavellotto. Il biondo sorrise e approfittò della distrazione dello spettro, infilandogli Excalibur sotto la pelle. Il cane del crepuscolo guaì forte e iniziò a muoversi freneticamente, finché l'arma lunga che aveva nel collo non si spezzò. Iniziò a correre e la gente si allargò al suo passaggio; fuggì e lasciò dietro di sé una scia buia che il biondo iniziò a seguire.
Il mondo si era rovesciato, era come il coniglio che cacciava la volpe, la morte correva e la vita la inseguiva armata. Ciò nonostante, i passi di Arthur si facevano sempre più pesanti, il desiderio di continuare a correre sempre meno presente e il respiro pesante di Nicholas dietro di lui faceva capire che anche l’altro re era stremato dalla lotta.
Non sapeva se era la stanchezza a guidarlo, o un incantesimo, o la semplice lenta perdita della pista, di quel fumo nero che si nascondeva fra i rami, la nebbia e il buio della sera, ma Arthur, lentamente, si fermò. Alzò il braccio, bloccando anche Nicholas, e i due si guardarono.
Il biondo mormorò, stremato.
-Non è saggio continuare: c'è tropa oscurità, non siamo sicuri non ce ne sia almeno un altro nelle vicinanze e, in ogni caso, quello che abbiamo colpito morirà comunque con la ferita che gli abbiamo inferto. Torniamo indietro.
-Ma…!
-Torniamo indietro.
I due si scambiarono un’occhiata significativa e il Niall annuì, abbassando l’arma e voltandosi per tornare al Tempio.
Quando riuscirono dal fitto del bosco per raggiungere le guardie che avevano lasciato indietro, Arthur andò a sbattere contro qualcuno che stava correndo nella direzione opposta.
-Ehi, stai attento!
Il biondo si massaggiò la spalla e fissò l’uomo contro il quale si era scontrato e spalancò gli occhi, vedendo Merlin.
-Arthur!
Il moro lo abbracciò, stringendolo forte, poi si allontanò e gli diede un pugno sul petto. Forse doveva essere forte, ma in realtà il biondo aveva sentito ben poco.
-Potevano ucciderti, razza di…
Merlin lo colpì ancora una volta.
-Razza di… di broccolo!
-…“Broccolo”? Davvero? È questo il meglio che sai fare?
-Oh, ma sta’ zitto.
Il moro lo abbracciò di nuovo e Arthur sorrise, borbottando sulla sua spalla.
-Due sono andati, il terzo è fuggito, ma l’ho colpito.
Merlin sorrise e annuì.
-Sì, i Niall hanno provato a raccontarmi, ma ho ascoltato solo dov’eri andato. Volevo raggiungerti.
-Non c’era bisogno, è andato tutto bene.
Il moro lo strinse più forte e Arthur percepì una sorta di orgoglio, man mano che l'adrenalina della lotta stava sparendo dal suo corpo. Già... Era andato tutto bene.
Nicholas, nel frattempo, si era messo a discutere con Theodora, che ascoltava con aria persa il racconto di quello che era accaduto e, quando Merlin finalmente lasciò il corpo di Arthur e i due fecero qualche passo avanti, la regina indicò la spada al fodero del biondo.
-Credo ci dobbiate delle spiegazioni.

Note di Elfin
Scusate per questo aggiornamento così tardivo :( Questa settimana mi sentivo davvero molto poco ispirata (almeno riguardo la scrittura di questo capitolo, visto che invece ho buttato giù diverse scene per il futuro) ed è stata una tortura scriverlo. C'era sempre qualcosa che non andava e anche adesso in realtà non va bene, mi dispiace sia così raffazzonato, vi giuro che non sono riuscita a fare di meglio D:
Comunque, alla fine questo è il capitolo finale dei Niall :) Dal prossimo ci sarà un periodo di passaggio, che spero di fare in breve anche se deve passare almeno un mese nel tempo della storia, poi ci sarà la prossima tribù. Molti di voi hanno scommesso sugli Jura, avete ancora la possibilità di cambiare idea, poi queste scommesse senza altro premio che la soddisfazione personale saranno chiuse e ci rivedremo fra diversi capitoli ;)
Ringrazio vivamente chi ha recensito lo scorso capitolo, ossia lilyy, uelafox e dreamlikeview, oltre a royal_donkey che, anche questa settimana, si è data molto da fare arrivando al capitolo 47 :O
A domenica prossima ;)
Kiss

P.S. Comunque, me ne sono accorta adesso, ma... Nicholas ha... ha la mascherina... Cioè per... difendersi dall'alito velenoso dei... Beh... Che dire. Ogni riferimento a fatti, luoghi e personaggi reali è puramente casuale XD

 

   
 
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