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Autore: Piumadoro    01/06/2020    0 recensioni
"E la baciò..."
Siamo al quinto anno. I Malandrini stanno crescendo, la vita diventa più complicata e i sentimenti più profondi.
Quest'anno qualcosa cambierà.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Quello stesso sabato James diede di matto agli allenamenti. La partita era stata più volte spostata perché Silente ci teneva a partecipare ma aveva alcuni impegni con i Presidi delle altre scuole. Alle fine si decise che si sarebbe giocata domenica 16 maggio, come era stato inizialmente stabilito. Le squadre avevano quindi una settimana in più per allenarsi, ma la cosa non tranquillizzò James Potter. Il ragazzo prenotava il campo in ogni momento libero e allenava la sua squadra allo sfinimento, gli fece fare degli esercizi bendati perché dovevano “imparare a percepire la palla con cui giocavano”, per i Cacciatori fu quasi possibile, per Al che era un Cercatore fu inutile, ma per Star e Sirius fu quasi mortale. Tra gli allenamenti e le lezioni c'era pure da studiare per gli esami; Remus diventò il coach dello studio per i suoi amici stilando un programma alquanto impegnativo, ma ai suoi amici non importava di non dormire la notte dovevano prendere ottimi voti per realizzare i loro sogni.  

Quella situazione aveva reso Sirius e James studenti modello, il problema era che la loro voglia di scherzi, a causa della mancanza di tempo per organizzarne di maestosi, si era incanalata tutta sul dare fastidio a MocciosusOgni singola volta in cui lo incontravano Severus finiva vittima di qualche assurdo scherzo, e ciò metteva decisamente troppo di buon umore Sirius, ma Star vedeva che quelle risate erano una copertura, sapeva che il suo amico era preoccupato per qualcosa, ma non aveva il coraggio di stare sola con lui per chiederglielo, così sperò che se ne occupasse James. La ragazza si rendeva conto di essere ridicola ma il fatto era che ogni volta che restava sola con Sirius si sentiva come se non avesse più il controllo sul proprio corpo e suoi propri pensieri, e la cosa era a dir poco inaccettabile.  

Impegnata com’era con i Malandrini, Star vedeva poco spesso Lily e le altre ragazze. Il che la preoccupava vista la freddezza con cui la trattava la rossa ultimamente, forse perché a volte anche Star finiva per insultare Severus solo per sentire Sirius ridere, nonostante sapesse che il ragazzo stava fingendo era anche conscia che perlomeno tormentare Mocciosus era una distrazione per lui.  

Per questa miriade di motivi la seconda settimana di maggio volò via in un baleno. Il venerdì fu un giorno tremendo per Remus, stremato dallo stress e dai compiti si ritrovò ad avere un aspetto orribile. Madama Chips lo condusse al Platano Picchiatore sostenendo praticamente tutto il suo peso, cosa che impedì loro di essere rapidi e veloci come al solito.  

“Cosa stai guardando?!” Esordì James cercando di non sembrare terrorizzato, ma lo era, perché Severus Piton stava scrutando il parco dalla finestra nella fioca luce del crepuscolo, e James sapeva che lì fuori Remus stava arrancando verso il Platano.  

“Problemi Potter?”  Replicò Severus voltandosi verso il suo nemico, avrebbe voluto continuare a seguire con lo sguardo le due figure illuminate appena dalla luce rossiccia, ma rifletté sul fatto che per quanto odiasse James Potter non era una buona idea dargli le spalle.  

“Si: odio la tua presenza, e stai perdendo unto sul pavimento, è pericoloso. Ecco il mio problema.” Ribatté James riacquistando sicurezza.  

Prima che Severus potesse controbattere Sirius voltò l’angolo esclamando: “Hei, James, noi siamo pronti!” 

“Pronti per cosa?” 

“Non è sicuramente affar tuo Mocciosus.” Lo liquidò Sirius. 

“Lo è dal momento che fra poco scatterà il coprifuoco e voi siete in giro.” Replicò Severus. 

“Anche tu sei in giro.” Sbottò Sirius prima di voltargli le spalle per parlare con James. 

Il Serpeverde ne approfittò per vendicarsi e puntò la bacchetta contro la schiena del giovane Black, purtroppo per lui James fu più svelto; una poltiglia nera lo investì in pieno mandandolo lungo e disteso a terra.  

“Grandioso, Jame! Quell’incantesimo funziona alla grande!” Si esaltò Sirius fissando Mocciosus mentre cercava di alzarsi.  

Severus ci mise moltissimo tanto a rimettersi in piedi, quella sostanza gli era entrata negli occhi e non ci vedeva bene, così optò per una ritirata. 

“Era ora che se ne andasse!” Sospirò James sollevato. “Credo che abbia visto Remus.” 

“Chi ha visto Remus?” Chiese Star arrivando in quel momento con Peter. 

Mocciosus.” Rispose Sirius con un ringhio.  

“Oh, questo non va affatto bene.” Notò Peter. 

“Non ha importanza ora, abbiamo poco tempo, sicuri che se ne sia andato?” Star prese il comando della situazione.  

“James gli ha gettato della roba sugli occhi, anche se volesse non vedrebbe molto nel buio la fuori.” Raccontò Sirius 

“E’ buio... troppo buio, dobbiamo andare.” Decretò la ragazza partendo di corsa.  

Una volta davanti al platano Peter si trasformò e corse rapido a premere il nodo sul tronco. I Malandrini si infilarono alla svelta nel tunnel e si trasformarono prima di uscire nella Stamberga, il che fu un’ottima idea dal momento che ad attenderli c’era il lupo.  

I Lupi Mannari non attaccano gli animali, ma, anche se certe notti i loro amici potevano vedere il loro amico nel fondo degli occhi del lupo, altre notti l’animale vinceva completamente su Remus. Quelle notti erano terribili, cercare di non restarci secchi era la priorità, e si poteva dire addio alle scampagnate nella foresta.  

Fortunatamente quella notte non fu così terribile, anche se il lupo ci mise un po' ad accettare il topo, dopo uscirono tutti nel bosco di Hogsmeade. Il clima era caldo e il lupo non correva come al solito in una fuga disperata, anzi, era piuttosto mansueto e cercava di giocare con i quattro Animagus 

 

…........... 

 

James fu svegliato da qualcuno che lo scuoteva dolcemente, aprì gli occhi e si trovò davanti sua sorella che lo fissava con aria desolata. “Avrei voluto lasciarvi dormire ma tu mi hai fatto promettere di buttarvi giù dal letto o non potremmo allenarci abbastanza.” Gli ricordò. 

“Hai fatto bene.” Mormorò Suo fratello alzandosi di controvoglia.  

Star si spostò per svegliare Sirius e lo trovò abbracciato al suo cuscino. “Da quando dorme così?” 

“Carenza d’affetto, credo.” Si inventò rapidamente James. 

“Oh, è così tenero.” Commentò Star, poi fece una foto. Ovviamente il suono dello scatto svegliò Sirius che prese ad insultarla e rincorrerla per cercare di toglierle dalle mani la foto. Peccato che Star la fece sparire nel nulla e molto probabilmente era riapparsa al sicuro nel baule di lei, o in versione ingrandita in Sala Comune. pensò Sirius per tranquillizzarsi.  

“Non ti sei messo così in ridicolo alla fine. Se avessi voluto scioccare davvero avresti potuto mettere una gonna.” La ragazza gli aveva letto nel pensiero, ovviamente.  

“Dov’è finita la mia privacy?” Sbottò Sirius. 

“Stiamo per allenarci, ho tutti i sensori al massimo, come credi che possa anticipare così bene le vostre mosse?” Replicò la ragazza. 

“Tu bari.” Decretò James offeso. 

“Tu mi hai chiesto di giocare.” Gli rammentò lei.  

Tra battibecchi e battutine i tre scesero a fare colazione. Subito dopo raggiunsero il campo con il resto della squadra. L’allenamento fu furioso ma andò piuttosto bene, tutti sapevano di quello che era successo a Sirius e l’idea di perdere contro un componente della sua famiglia era inaccettabile.  

Preso dall’euforia James fece allenare la sua squadra anche dopo pranzo, il campo era occupato dai Serpeverde ma loro si misero in un angolo del parco, vicino alla capanna di Hagrid, e fecero alcuni esercizi. Il Guardiacaccia li osservava di tanto in tanto, nelle pause dal suo lavoro nell’orto, e sorrideva allegro. 

 

….......... 

 

Domenica mattina; il gran giorno. James si svegliò talmente presto che il sole non era ancora sorto, ma non aveva voglia di provare a dormire ancora. Scese così nel parco; la cosa buffa di Hogwarts era che nessuno ti faceva problemi se ti svegliami alle 4 del mattino per girovagare, e il giovane Potter lo sapeva per esperienza personale. L’aria era fresca in modo piacevole, il giovane si avvicinò al campo da Quidditch e si fermò a osservare gli alti spalti dall’esterno.  

“James?” La voce di sua sorella, anche se improvvisa, lo fece sentire più tranquillo. Si voltò a guardarla e sorrise vedendola già in divisa.  

“Agitata?” Le chiese. 

“Nervoso?” Replicò lei, osservando attentamente suo fratello nella sua divisa perfettamente pulita con la spilla da capitano appuntata al petto. 

“Ricordi quando ci siamo svegliati troppo presto la prima estate insieme e abbiamo preso le scope e volato nei colori dell’alba?” James guardò il cielo sopra di loro che si stava tingendo di meravigliosi colori pastello. 

“Sei troppo nostalgico.” Mormorò Star. “Sembra una vita fa.” 

Il ragazzo la guardò e sorrise, le posò una mano sulla guancia in una carezza gentile, poi le cinse le spalle con un braccio e la strinse a sé. “Ti voglio bene.”  

“Ti voglio bene, Jame, mio dolce fratellino.” Lo prese in giro lei dolcemente. 

“Sarò pure più piccolo di te, ma ero l’unico che ti faceva smettere di avere gli incubi.” Replicò lui. 

La ragazza poggiò la testa sul petto d suo fratello. “Fammi una delle tue promesse: assicurati che la persona con cui passerò il resto della mia vita sappia calmare i miei incubi.” 

“Li fai ancora?” James cercò di non sembrare troppo preoccupato. 

“A volte, quando mi esercito troppo con i miei poteri, o quando leggo il diario di mia madre.” Rispose lei in un sussurro.  

“Credo che se vedrò qualcuno calmarti mentre hai uno dei tuoi attacchi non avrò dubbi che sia quello giusto per te.” Ammise il giovane dopo qualche secondo di silenzio.  

I due fratelli rimasero fermi, abbracciati, a guardare il sole sorgere.  

“Bene, ora vediamo se sai gestire la squadra anche senza di me; saranno puntuali a colazione?” Lo sfidò la ragazza. 

“Saranno già in Sala Grande, vedrai.” Replicò lui sicuro. 

I Potter rientrarono al Castello e appena oltrepassate le porte della sala individuarono tutta la squadra di Grifondoro che faceva colazione in divisa.  

“Si, sei un grande capitano, lo ammetto. Ma in realtà già lo sapevo.” Star strinse la mano di suo fratello per un secondo e poi la lasciò per unirsi agli altri giocatori seduti a tavola. 

James rimase fermo ancora un attimo, poi prese un bel respiro e si avvicinò alla squadra.  

“Allora, voglio che facciate una bella colazione, nessun calo di zuccheri sarà permesso nel mio campo.” Cominciò il giovane Potter. 

“Nel suo campo...” Gli fece l’eco Fill, Al ridacchiò, e anche il resto dei giocatori. 

Hei, ammasso di muscoli che non siete altro, state zitti e in silenzio, il Capo... ehm, il Capitano sta parlando.” Sbottò Star. La squadra smise immediatamente di ridere e si concentrarono tutti su James. 

“Ok, allora...finite alla svelta di mangiare, ma non troppo, vi voglio agili e svelti. Ci vediamo al campo tra dieci minuti.” Il ragazzo prese un panino alla marmellata, di Sirius, e se ne andò. 

“Quello era mio...” Si lamentò Sirius. 

Star gli posò sul piatto il suo panino e si alzò. 

Il giovane dagli occhi grigi le afferrò il polso per fermarla. “Tutto bene?” 

“Si... ma James è strano oggi... nostalgico.” Gli rivelò lei sottovoce.  

“Vengo con te.” Sirius afferrò il panino e la seguì fuori dalla sala. Ritrovarono il loro amico di nuovo di fronte alle alte mura del campo.  

“Madama Bumb non mi fa entrare.” Borbottò James. 

“Aprirò all’orario stabilito per permettere a entrambe le squadre di prepararsi, non un minuto prima!” Gli urlò la corpulenta donna posteggiata di fronte all’ingresso degli spogliatoi.  

I ragazzi sospirarono ma non servì a niente, Madama Bumb li lasciò entrare con il resto della squadra solo mezz’ora dopo. La partita stava per cominciare e dagli spogliatoi i giovani potevano sentire i passi degli altri studenti che riempivano gli spalti.  

“Bene, è l’ultima partita, l’ultima faticata. Il tempo è perfetto anche se forse fra poco il sole scalderà troppo, ma non è importante, vi ho fatti allenare con i maglioni per resistere ai colpi di calore.” Cominciò James solenne.  

“Un allenamento terribile.” Borbottò Dorian. 

“Ma utile!” Lo rimbeccò James. “Ora siamo resistenti! Siamo capaci di mantenere un buon ritmo più a lungo di tutti i Serpeverde. Siamo forti, e ben allenati. Ora vi voglio carichi, in campo! Forza!” 

La squadra esultò e si recò fuori dagli spogliatoi, le grida di gioia dei tifosi riempirono le loro orecchie. Madama Bumb chiese ai capitani di stringersi la mano, inutile dire che i due se la stritolarono. Il problema maggiore, però, erano i due Black che si lanciavano sguardi infuocati. 

“Sulle scope. Al tre. Uno, due, tre!” Il tono severo della Madama dette inizio alla partita.  

James scattò rapido verso la Pluffa e se ne impossessò subito. Star e Sirius raggiunsero le loro postazioni migliori e iniziarono immediatamente a bersagliare gli avversari di Bolidi. Solo la concentrazione della ragazza impedì a Sirius di colpire suo fratello dritto sui denti con la sua mazza, forse questo lo avrebbe riportato al normale e allegro bambino di un tempo. Fortunatamente la giovane Deran focalizzava tutta la sua attenzione passandogli dei Bolidi da indirizzare sui Cacciatori di SerpeverdeRegulus giocava come Cercatore, Al era stato addestrato da James e perdere non era un’opzione. Colin stava proteggendo gli anelli come se ne valesse della sua vita. Per quanto la squadra di Grifondoro fosse agguerrita i giocatori di Serpeverde non erano certo pronti a demordere e già molte volte erano finiti troppo vicini agli anelli.  

Star gioì quando spedì un bolide a due centimetri dal naso di un Cacciatore avversario in possesso di Pluffa e quello per frenare lasciò cadere la palla prontamente intercettata da Fill 

“Ottimo lavoro!” Esclamò Sirius passandole accanto per lo scambio di postazioni. Star faticò a mantenere la concentrazione, per sua fortuna suo fratello segnò in quel momento portando in vantaggio Grifondoro 

Al sorvolò piano l’intero campo; stavano vincendo con un bel vantaggio, poteva prendere il boccino in qualunque momento. Doveva solo trovarlo. Regulus stava qualche metro più in basso, in quel momento Serpeverde segnò. Al realizzò che non avrebbero tenuto quel vantaggio a lungo, per quanto si fossero allenati Sirius era distratto dalla presenza del suo ex fratello e la squadra puntava molto sui battitori per tenere gli avversari lontani dalla Pluffa 

“Smetti di guardarlo.” Sbottò Star a Sirius 

“Non ci riesco, lui è... felice... felice di essere un Serpeverde.” Ringhiò il ragazzo.  

“Anche Alastor è un Serpeverde ma non lo disprezzi.” Lo rimbeccò lei. 

“E’ diverso... Regulus sta.. Guardarlo... io...” Balbettò il giovane.  

Star spedì un Bolide dritto verso un Cacciatore di Serpeverde rallentandolo un po'. “Dobbiamo giocare, stanno recuperando.” Detto questo la ragazza partì alla carica per difendere James da un Bolide in arrivo.  

Purtroppo per lei Regulus le sfrecciò accanto rallentando giusto il tempo per mormorarle: “Io so che lui ti ama.”  

Fu un attimo, un battito di ciglia; perse la concentrazione e la palla nera le passò accanto brontolando finendo a colpire James. E Regulus sorrise. Era stato solo un gioco di manipolazione per lui, niente di più.  

James cercò di ignorare il dolore atroce al gomito, non era nemmeno certo che sarebbe più riuscito a staccare la mano dalla scopa, ma almeno sotto il braccio sano stringeva ancora la Pluffa. Si avvicinò agli anelli e capì di non avere tempo per una finta; il dolore gli annebbiava la vista. Incredibilmente il Portiere del Serpevedere non si aspettava un tiro pulito e scattò nella direzione sbagliata. La Pluffa entrò nell’anello riportando Grifondoro in vantaggio. Comunque un Cacciatore di Serpeverde ne entrò subito in possesso. La partita non era ancora finita. James sentiva un fortissimo senso di nausea; usò il braccio non ferito per cambiare direzione e cercò di non muovere il gomito colpito.  

Il cronista stava gridando qualcosa in tono concitato ma James faceva fatica a capire, Sirius invece si fermò a guardare disperato Regulus allungare la mano verso il Boccino d’oro con Al rimasto indietro di qualche metro. Poi un Bolide colpì il Boccino sbalzandolo sopra la testa di Regulus che fece una buffa piroetta nel tentativo di afferrarlo, ma fallì. Al scattò rapido e strinse le dita attorno a quella sfuggente pallina dorata segando la vittoria dei Grifondoro 

James non comprese molto di ciò che successe dopo. Era piuttosto certo che Sirius lo avesse aiutato a tornare a terra e che Star gli avesse sfiorato il gomito riportandolo in funzione, suo fratello le fu grato anche se il dolore gli era ormai penetrato nel sistema nervoso e non passò altrettanto rapidamente. Vide un Silente piuttosto sfocato consegnargli la coppa che la sua squadra gli aiutò a sollevare ignorando completamente che il loro Capitano era stato ferito. Subito dopo si risvegliò in infermeria.  

“Madama Chips dice che non sa come tu sia riuscito a sopportare tutto quel dolore senza svenire.” Commentò Star non appena il ragazzo aprì gli occhi. “Ha aggiunto che hai quasi il livello di resistenza di una donna, e io vorrei sottolineare che ha detto quasi.” 

James sbuffò, ma inconsapevolmente gli angoli della bocca gli salirono verso l’alto. 

“Comunque il tuo braccio era fatto praticamente di schegge di osso, ha detto che senza il mio aiuto avrebbe fatto prima a farti ricrescere le ossa da zero. Quindi prego. In più Lily sarà di turno tra poco, quindi fingi di essere ancora svenuto.” Sussurrò la ragazza dagli occhi cobalto che era tutta intenta a leggere un libro. “Non deve sapere che è una mia idea, però.” Aggiunse poi lanciando uno sguardo sospettoso alla porta. “Io vado, raggiungici alla festa, chiaro? Non ti dilungare troppo, non essere strano o appiccicoso.” 

“Si, capo.” Scherzò James richiudendo gli occhi, udì sua sorella alzarsi dalla sedia e rimboccargli le coperte mentre la porta dell’infermeria si apriva.  

“Come sta? Non si è ancora svegliato?” Chiese la voce di Lily.  

“Ha aperto gli occhi per qualche secondo quindi so che sta bene, poi è svenuto di nuovo... uomini!” Sbuffò Star con un accenno di ironia.  

“Puoi andare alla festa se vuoi, alla fine anche se inizialmente nessuno ha notato il tuo tiro che ha salvato la partita ora si è sparsa la voce.” 

“È stato un colpo di fortuna; miravo al sorriso compiaciuto di Regulus. Quel ragazzo mi ha proprio dato sui nervi oggi.” Replicò la giovane Potter.  

“Finalmente capisci cosa provo io quando tuo fratello se ne va in giro con quel sorrisetto tutto il giorno.” Sbuffò Lily.  

“Non era nei patti di non parlare di James?” Scherzò la mora.  

“Si. Bhe... vai.” Le ricordò la rossa.  

Il suono della porta che si muoveva sui cardini confermò a James che sua sorella se ne era andata.  

Ma a questo punto cosa avrebbe dovuto fare lui? 

Stranamente fu Lily a muoversi per prima; dopo aver fatto un rapido giro tra i letti vuoti perfettamente sistemati si mise seduta sulla sedia lasciata libera da Star. “Cosa ci sarà mai di bello nel farsi ridurre così.” Si domandò tra sé e sé.  

James non sapeva come fingere di svegliarsi, di solito si svegliava e basta. Poi si ricordò che sua sorella aveva detto a Lily che lui l’aveva vista prima di svenire di nuovo, così mormorò un lieve “Star?” e la sua voce era ancora roca. Aprì quindi gli occhi e si finse sorpreso nel vedere Lily seduta accanto al suo letto.  

“Evans?” Un’interpretazione magistrale.  

“Sei l’unico paziente.” Disse in fretta la rossa come se questo spiegasse tutto.  

“Dov’è...?” Cominciò a chiedere il ragazzo.  

“Star è andata alla festa, evidentemente era sicura che stessi bene.” Gli rispose Lily. 

“O forse era sicura che sarei stato in buone mani.” Replicò lui.  

La ragazza gli lanciò uno sguardo di fuoco. “Non sono certo qui per accudirti amorevolmente, anzi, quello che ti è successo io lo chiamo Karma.” 

James rise. “Non volevo che mi accudissi, ma sai che mia sorella ci tiene a me quindi se ci fossero state complicazioni l’avresti chiamata, mi sbaglio?” Lily distolse lo sguardo ma non lo smentì. “E poi che diamine è il Karpa?” 

“Karma.” Ripeté la rossa. “E’ un concetto simile al destino ma più a breve termine. Si dice che il destino sia già scritto e sia difficile da cambiare, mentre il Karma è una forza che cerca l’equilibrio, di conseguenza per ogni cosa cattiva che fai il Karma te ne fa accadere una altrettanto brutta. Almeno questo è quello che dice sempre mia madre.” 

Nel frattempo James si era alzato muovendo cautamente il braccio. Una volta che si fu assicurato del funzionamento del suo arto si avvicinò a Lily chinandosi verso di lei. “È interessante. E funziona anche con le cose belle?” 

“Credo di si.” Rispose lei indietreggiando un po' sulla sedia.  

Bhe, questo spiega perché sei qui.” Il ragazzo si allontanò di scatto e si diresse verso la porta. “Star mi sta aspettando, vieni anche tu? Tanto lei dice che qui non puoi fare niente senza feriti o malati.” 

“In che senso ‘lei dice’?” Si incuriosì Lily seguendolo. 

“Ah, io e lei possiamo come sentirci a vicenda anche se siamo distanti. Non te lo ha mai detto?” Spiegò lui.  

“Mi ha detto che può sentire i tuoi sentimenti ma non pensavo poteste parlarvi.” La ragazza doveva quasi correre per star dietro alle ampie falcate di Potter.  

Bhe, lei può leggere nel pensiero di chi le sta intorno, e nel mio e degli altri Malandrini ovunque noi siamo, e poi può... inserire alcuni suoi pensieri nelle nostre teste, tipo... è un po' strano.”  Raccontò James. 

“Si, è molto strano.” Concordò la rossa, poi all’improvviso si rese conto di tre cose: stava praticamente correndo dietro a Potter, stava parlando con Potter, e stava per entrare ad una festa in Sala Comune con Potter. Tutto ciò era altamente inaccettabile. Così si fermò a pochi metri dal ritratto della Signora Grassa.  

“Qualcosa non va?” Chiese James.  

“Niente, non mi va di festeggiare.” Rispose lei.  

“Star ti sta aspettando e sicuramente anche le tue amiche.” Le fece notare lui. Poi comprese. “Se vuoi tu entri e io aspetto qualche minuto qua fuori.” Le propose.  

“Perché? Non vedi l’ora di vantarti di essere con me.” Sbottò Lily.  

“Questo non è vero, e poi so bene quanto siano fastidiose le voci qui ad Hogwarts.” 

“Vuoi dire che se io uscissi con te tu non ti vanteresti?” 

“Se tu uscissi con me tutta la scuola lo saprebbe di certo.” La sincerità di James la spiazzò per un secondo. Solo per un secondo poi la rossa replicò con un: “Ah-ha! Lo sapevo. Tu vuoi uscire con me solo per vantarti della tua conquista.”  

James sorrise. “Non ho detto che me ne sarei vantato, ma che lo avrei detto a tutti. Se tu riuscissi a realizzare il tuo sogno più grande riusciresti a tenertelo per te?” Detto questo il giovane proseguì fino al ritratto. “Edera Rigogliosa.” Annunciò alla Signora che si spostò. 

“Non dovevi lasciar entrare prima me?” Sbottò Lily cercando di riprendersi.  “Dov’è finita la tua galanteria.” 

“La galanteria è sprecata con te, la prenderesti come un insulto alla tua capacità di badare a te stessa. E poi sei tu quella che non ha voglia di festeggiare. Ciao.” James si infilò nel buco del ritratto e Lily restò sola in corridoio.  

Quando il giovane Capitano entrò nella sala molte mani lo afferrarono per i vestiti e qualcuno gli ficcò tra le mani un bicchiere che odorava in modo sospetto di Whisky Incendiario. Forse non si era ancora completamente ripreso perché era certo che davanti ai suoi occhi ci fosse Sirius Black in gonna che trangugiava un bicchiere pieno sicuramente di una bevanda alcolica, incitato dagli studenti del sesto anno. 

“Non lo fissare troppo a lungo, potresti quasi farci l’abitudine.” Gli consigliò Remus cogliendolo di sorpresa.  

Lunastorta, che diamine!” Sbottò James distogliendo lo sguardo da Sirius. “Almeno non ho le allucinazioni.” 

“Io avrei preferito fosse un mio delirio che sapere che sta accadendo davvero.” Borbottò Remus ma in tono divertito.  

“Ma quella gonna dove l’ha presa?” Domandò il giovane Potter abbassandosi per evitare l’abbraccio indesiderato di una del secondo anno piuttosto alticcia.  

“Star.” Rispose il suo amico. 

“Chiaramente. A proposito, ma lei dov’è?” Questa volta Remus non usò le parole per rispondere, alzò semplicemente il dito indicando un angolo della sala dove Star rideva spensierata con un gruppo di studenti del settimo anno. Sembrava molto più grande e matura del solito, aveva uno sguardo diverso, quasi pericoloso, inoltre teneva in mano un bicchiere colmo fino all’orlo di liquido verde. 

“Ma che succede?” Sbottò James spaesato.  

“A quanto pare l’Assenzio la fa diventare brilla.” Commentò Remus atono.  

“Assenzio? Non dovrebbe essere un veleno?” Si preoccupò il ragazzo dagli occhi nocciola. 

“Già, ma hanno avuto la brillante idea di dirle che i Babbani ne assumono pochissimo alla volta per avere un effetto quasi allucinogeno e bhe... ha pensato di provare, e a quanto pare non è totalmente immune ai veleni.” 

“Ottimo, mia sorella si ubriaca con il veleno. Perfetto.” James trangugiò il suo bicchiere, tanto valeva farsi del male tutti insieme.  

“Ecco qui il nostro Capitano!” Sirius gli mise un braccio attorno alle spalle, aveva bevuto ma come sempre stava reggendo l’alcol alla perfezione, e almeno non sembrava aver fumato.  

“Tua sorella mi ha convertito ad una vita senza sigarette.” Lo informò Sirius 

“Come hai fatto a sapere quello a cui stavo pensando?” Si spaventò James. 

“Oh, non l’hai notato? A quanto pare quando Star perde appena un pochino il controllo i suoi poteri hanno il sopravvento. Basta che la guardi, è più affascinante del solito, in più noi possiamo comunicare con il pensiero come ci permette di fare alcune volte.” Spiegò Remus 

“JAAAAAAAAAAAMES! ECCCOOOOTIIIIIIIII!” Anche se l’urlo era estremamente stridulo James riconobbe la voce di Peter e si voltò appena in tempo per vedere il ragazzo corrergli incontro a braccia spalancate. Grazie al bicchiere appena bevuto il giovane Potter non fu in grado di scansarsi in tempo e venne imprigionato dalle braccia del suo amico.  “Questo è il Capitano James, è mio amico.” Peter si rivolse a due ragazzine del primo anno che strillarono esaltate. “E questo è Sirius Black, il Battitore, anche lui è mio amico.”  Anche questa affermazione scatenò un gridolino. “E questo è Remus Lupin.” Nessuna reazione. “E’ amico di James e Sirius.” Di nuovo urletti. 

“Te la fai con quelle del primo anno, Pete?” Chiese James sorpreso.  

Shhhh!” Gli fece Peter. “Andiamo ragazze.” Le invitò poi, le due lo seguirono staccando a malavoglia gli occhi dai due giocatori.  

“Avete fatto nuove conoscenze.” Notò Star unendosi a loro, a malincuore il gruppetto del settimo anno continuò la conversazione senza di lei.  

“E tu hai fatto nuove scoperte.” La rimbeccò suo fratello.  

“È stato Sirius a portare l’Assenzio.” Esordì lei.  

“Spia, spiona.” Sbottò l’interessato. 

“Tu e Sirius siete un pericolo l’uno per l’altra.” Decretò James. “Insomma, sto via qualche ora e tu presti una gonna e Sirius e tu ubriachi mia sorella con un veleno?” Proseguì indicando prima la ragazza e poi il ragazzo.  

“Potremmo fare di peggio.” Constatò Sirius 

“Non credo proprio.” James non sapeva quanto si sbagliava, i suoi amici si scambiarono uno sguardo di sfida e prima che potesse fare qualsiasi cosa Star aveva buttato giù d’un colpo l’intero bicchiere di liquido verde e stava seguendo Sirius verso il centro della sala pronta a scatenarsi. I due presero a ballare con talmente tanta foga che gli studenti attorno a loro si fecero da parte, e per quanto James e Remus non apprezzassero il tentativo di Star di farsi del male, non avevano nulla da ridire nel vedere quei due ballare insieme così liberamente.  

James era lieto del fatto che la maggior parte dei Grifondoro fosse ormai troppo ubriaca per potergli chiedere della partita. Non che non fosse soddisfatto della vittoria, ma sentiva dentro di sé che per Sirius non era stato affatto semplice vincere, in più aveva visto che era stato Regulus a distrarre Star prima che il Bolide lo colpisse. Andò a prendersi qualcosa di analcolico da bere chiacchierando allegramene con Remus e vennero interrotti da Alice.  

“Sembra che si divertano quei due.” Commentò la ragazza, accanto a lei Frank sorrideva tranquillo stringendole la mano e guardano verso Star e Sirius 

“E’ piuttosto strano vederli così disinibiti.” Rispose Remus 

“Ma se sono le persone più disinibite del mondo!” Replicò Frank.  

“Non credere! Quando mai li hai visti ballare senza una coreografia?” Gli fece notare James.  

Alice e Frank rimasero in silenzio per alcuni secondi cercando di ricordare tutti i momenti in cui Star e Sirius erano finiti al centro dell’attenzione, e in effetti nessuno di essi era spontaneo. 

“Hei, Ali!” Lily si avvicinò alla sua amica e troppo tardi si accorse della presenza di Potter. Avrebbe voluto ignorarlo come al solito ma si ricordò che mentre aspettava in corridoio aveva incrociato al professoressa McGranitt che le aveva riferito qualcosa di molto interessante. “Potter, la nostra Capocasa ha detto che ora che hai vinto la Coppa sarà ben lieta di assegnarti la tua meritatissima punizione.” Gli riferì soddisfatta.  

James alzò il bicchiere verso di lei in una specie di brindisi. “Accetto volentieri.” 

La rossa sbuffò e passò alla fase in cui ignorava l’esistenza di James Potter. “Alice, volevo solo dirti che Sophia e Ann sono un po' brille quindi le aiuto ad andare a letto. Buona festa.” Detto questo se ne andò. 

James non poté fare a meno di fissarla finché non sparì tra la folla. I capelli rossi le ondeggiavano sulla schiena a ritmo del suo passo deciso. Solo quando il ragazzo non riuscì più a vederla tornò sulla terra e afferrò un altro bicchiere dal tavolo degli alcolici. 

“Vuoi ubriacarti anche tu ora?” Sbuffò Remus.  

“No... Se mi ubriacassi mi perderei quella scena e devo dire che mi sta piacendo molto.” Commentò James divertito.  

“Quale scena?” Remus seguì lo sguardo del suo amico e ci mise un po' ad individuare Star e Sirius in un angolo della sala.  

La ragazza si stava avvicinando al giovane sorridendo sensuale.  

“Che stai facendo?” Sirius rimase fermo mentre il corpo di Star aderiva al suo. Lei era bellissima, così tranquilla e sicura di sé, aveva un’espressione intrigante.  

“Sei sexy.” Dolcemente Star passò le mani sul petto del giovane e poi gli sfiorò delicatamente la gola con le dita fino a posare i palmi sulle guance di lui.  

“E lo sei anche tu ora.” Replicò Sirius.  

“Solo ora?” Scherzò lei.  

Il ragazzo non rispose e cercò di non dare di matto; avrebbe voluto stringere Star a sé e baciarla. Oh, quanto avrebbe voluto baciarla! 

“Faresti sesso con me?” Chiese la ragazza. 

Per Sirius fu difficile restare impassibile, si sentì avvampare come un tredicenne. “Ti porto a dormire ora, sei decisamente troppo alticcia.” Decretò infine, sforzandosi di mantenere un tono normale.  

“Perché no.” Sussurrò Star avvicinando il viso a quello del suo amico. “Potremmo restare soli.” 

“Ok, ora è proprio giunto il momento di bere un bicchiere d’acqua.” Il ragazzo cercò di allontanarsi da lei ma la mora fu più svelta e si staccò annunciando: “Ti aspetto in dormitorio.” 

“Cos...no!” Sirius cercò di fermarla ma lei fu troppo rapida.  

“Perché mia sorella è salita in dormitorio?” Chiese James affiancando il giovane Black.   

“Oh, grazie al cielo, Ramoso! Devi aiutarmi. È andata di sopra, vaneggia sul fare sesso con me e cose simili.” Gli spiegò lui. 

“Il tuo sogno che si avvera in pratica, bhe, che aspetti?” Domandò il ragazzo dagli occhi nocciola con un sorriso compiaciuto.  

“Non voglio fare sesso con lei senza averle detto cosa provo, ne voglio farlo con lei che non è totalmente in sé. Sto solo cercando di farla andare a dormire, così starà meglio.” Spiegò Sirius.  

“Allora vai.” Lo incoraggiò James.  

“E tu... non vieni?” Chiese Sirius.  

“No. Ti do fiducia.” Ramoso gli diede qualche pacca sulla spalla e sorrise.  

“Credete che sia così ubriaca da essersi spogliata?” Domandò Remus. 

James quasi si strozzò con la sua stessa saliva e la reazione di Sirius non fu molto diversa.  

“Stavo solo scherzando! Vai.” Ribatté Remus 

Felpato si passò una mano dietro il collo e poi si decise a salire in dormitorio. Senza sapere perché, bussò prima di aprire la porta. Star gli afferrò un polso trascinandolo nella stanza semibuia e lo inchiodò al muro. 

“Ce ne hai messo di tempo!” Lo rimproverò lei.  

“Basta così; non sei in te. Ora fila a letto.” Finalmente il ragazzo riacquistò un po' della sua sicurezza e con decisione e delicatezza la guidò verso il letto.  

“Fai sul serio eh!” Rise la ragazza mentre si sedeva sul materasso. Poi fece una cosa che lasciò Sirius senza parole: si tolse la maglietta. Fortunatamente indossava un reggiseno, un sexy reggiseno nero ricamato... 

“Hai perso il controllo.” Decretò lui. 

“Non è vero... dai, fai sesso con tutte, non lo faresti con me?” Ribatté Star. 

“Si che è vero, e lo so perché stai agendo come farebbe una Deran.” Sbottò Sirius.  

Il sorriso sul volto della ragazza si spense. “Oh, no... io credevo che... pensavo...” 

“L’alcol non è mai la soluzione; intorpidire i sensi non funziona, anzi, a volte peggiora le cose.” Lui si tolse la sua maglia e gliela passò. 

“Tu bevi però.” Sbuffò lei indossandola e rendendosi pian piano conto di quanto si fosse lasciata andare. 

“Ma non abbastanza da non sapere cosa sto facendo.” Il giovane la coprì con una coperta. “Cerca di riposare.” 

“Non credo di avere sonno.” Mormorò Star, ma Sirius non accettò un no e prese e passarle con delicatezza la mano sulla schiena; cullata da quelle carezze la ragazza si addormentò subito. 

Il mattino dopo Star si svegliò con un lieve senso di nausea e una strana sensazione di torpore e stanchezza addosso. Dal bagno proveniva il rumore di acqua che scorreva, attorno a lei tutti i letti erano vuoi.  

“Oh, sei sveglia.” Notò Sirius uscendo dal bagno con l’asciugamano legato in vita; Star si costrinse a non fissare le fossette a forma di V attorno agli addominali di lui. 

“Dove sono tutti.” Chiese lei.  

“Sono andati a studiare, tuo fratello mi ha incaricato di fare il primo turno di guardia.” Spiegò il ragazzo. 

“Fate turni di guardia a me?” Star rise. 

“Esatto. Come ti senti?” 

“Decisamente stupida.” Mormorò la giovane, il suo amico le sorrise brevemente. “Pensavo di potermi togliere di dosso le Deran bevendo. Quando ho capito che il veleno faceva effetto ho pensato che mi stavo distanziando da quella immunità tipica delle mie antenate, pensavo di essere più normale... invece ho lasciato loro il controllo totale delle mie azioni... spero di non aver fatto niente di cui potrei pentirmi.” 

“Non ricordi cosa hai fatto?” Si stupì Sirius. 

“Ricordo di aver parlato con dei ragazzi del settimo anno e che poi è arrivato James e ho bevuto tutto il bicchiere per dargli fastidio. Non credo sia stata una buona idea ma almeno so che poi sono stata con te, almeno ricordo che quando ho realizzato che non ero in me tu eri qui, e io ero...” La ragazza guardò verso il basso e afferrò la maglia di Sirius che indossava per analizzarla. “...ero in reggiseno.” Concluse poi. 

“Si... esatto.” Commentò lui passandosi una mano sotto la nuca.  

“Grazie di non avermi permesso di fare cose stupide.” Sussurrò Star.  

“Non c’è di che.” 

Sirius...” Mormorò lei, il ragazzo la guardò in attesa. “...almeno... almeno stamattina ho un aspetto orribile, vero?” Domandò speranzosa. 

“Devo essere sincero?” 

“Si!” 

Il giovane sospirò. “Sei decisamente sexy.”  

Star borbottò rassegnata. 

“Ora vai a farti una doccia così possiamo raggiungere gli altri.” Le consigliò lui.  

Lei si alzò e subito si rese conto di aver fatto un movimento troppo brusco; sentì le gambe cederle e afferrò qualcosa nel tentativo di sostenersi. Non era una cosa stabile perché la sua caduta continuò, interrotta solo dalle braccia di Sirius. Piano piano il mondo smise di girare e lei realizzò di avere tra le mani l’asciugamano del ragazzo che aveva il corpo nudo premuto contro il suo nel tentativo di sorreggerla.  

“Stai bene?” Le chiese il ragazzo.  

Star annuì piano e sentì la stretta di lui diminuire man mano che si faceva più stabile sulle sue gambe.  

“Il tuo asciugamano.” Mormorò la ragazza sollevando il pezzo di tessuto e porgendolo a lui.  

Sirius la guardò ancora per un secondo poi prese l’asciugamano lasciandola andare, lei si voltò rapida indirizzandosi verso la porta del bagno.  

Il ragazzo rise alle sue spalle. “Sai... ieri volevi fare sesso con me. Invece oggi scappi via?” 

Star si sentì avvampare, e come sempre in queste situazioni c’era una bella notizia e una brutta notizia: la bella notizia era che l’aver fatto prendere il controllo alle Deran per un’intera serata aveva diminuito la forza dei suoi poteri per quella mattina. La cattiva notizia era che era arrossita, davanti a Sirius, il che la spinse ad entrare in bagno senza voltarsi ma quel briciolo di dignità che aveva preservato la aiutò a rispondere per le rime con un: “Non scappo dal tuo corpo nudo, scappo dal tuo ego immenso. Non c’è quasi più aria da respirare in questa stanza.” Detto ciò si chiuse la porta alle spalle e si guardò allo specchio. Quanto odiava le Deran. 

Quando uscì dal bagno, meno rossa e più vestita, Sirius la stava aspettando seduto sul suo letto a leggere un libro di poesie. 

“E’ così che aspetti le persone con cui esci? Ti credono mai un vero appassionato di poesie?” Scherzò lei. 

“Di poesie non sempre, più di bellezza, ed è la verità... a me piacciono le cose belle.” Rispose il giovane posando il libro sulle lenzuola. All'improvviso a Star balenò un dubbio.  

“Tu... hai dormito con me questa notte?” Chiese. 

“No. Forse non te lo ricordi ma eri davvero strana e... ho dormito a terra.” Spiegò lui. 

“Mi dispiace...” 

“Oh, non devi, mi ha ricordato la notte che abbiamo dormito tutti in spiaggia. Su, andiamo adesso.” Sirius si diresse deciso verso la biblioteca e la sua amica lo seguì; una volta entrati individuarono in fretta i Malandrini e si sedettero vicino a loro.  

“Hai intenzione di bere veleno in grandi quantità in futuro?” Le chiese James senza tanti preamboli. 

“No, visto che non faccio altro che darla vinta alle Deran.” Sbottò Star.  

“Saggia decisione.” Affermò Remus.  

“Però eri divertente.” Ricordò Sirius.  

“Si, lo ammetto, eri divertente.” Concordò James. 

“Non credo proprio.” Sbuffò lei.  

“Hai detto che ero sexy.” Le raccontò Sirius.  

“Lo dico sempre.” Notò la ragazza aprendo un libro di Antiche Rune piuttosto pesante. 

“E volevi fare sesso con lui.” Aggiunse James.  

“Come scusa?!” Fece Star stupita dal fatto che tutti i suoi amici fossero a conoscenza di quel dettaglio, si beccò pure un rimprovero da Madama Pince. I suoi amici cercarono di ridere il più silenziosamente possibile. “Non farò mai più una cosa simile.” Decretò lei.  

Shhhhh.” Mormorò Peter alzando la testa dal tavolo, a quanto pareva era quello ridotto peggio tra loro.  

“Non ha tutti i torti.” Mormorò Remus guardando di sbieco il loro amico dormiente. “Abbiamo gli esami tra due settimane, dovremmo decisamente studiare.” 

“In che senso tra due settimane?” Si preoccupò Sirius.  

“Siamo il 17 maggio e gli esami saranno la prima settimana di giugno. Mancano due settimane.” Spiegò pazientemente Remus.  

“Non può davvero mancare così poco! Non sono pronto! Io devo prendere un bel voto in praticamente tutto!” L’ansia che pervase James si sparse in fretta. In un attimo sembrò che tutti gli studenti del quinto anno si fossero accorti della vicinanza degli esami all’improvviso. Si scatenò il panico. Persino Sirius sembrava piuttosto teso, per sua fortuna i successi ottenuti quella stessa sera a lezione di Astronomia lo sollevarono di morale.  

Mentre gli studenti tornavano ai rispettivi dormitori, James tirò silenziosamente la manica di Sirius indicandogli un passaggio segreto nel quale potevano nascondersi. I due ragazzi si distaccarono così dal gruppo e si diressero verso le cucine; arraffarono del cibo e poi si sistemarono in un’aula vuota dalle grandi finestre. 

“Senti Ramoso, è da ieri che cerco di dirtelo... io non credo di poter continuare a giocare a Quidditch l’anno prossimo.” Mormorò Sirius con lo sguardo fisso sul cielo. 

“Non è stata facile la partita per te, quindi capisco.” Replicò James tranquillo.  

“Come fai?”  

“A fare cosa?” 

“A capirmi...” 

James si voltò e trovò gli occhi grigi del suo amico fissi su di sé.  

“Star odia sua madre per averla abbandonata... eppure quando ha scoperto che lei era cattiva ne ha sofferto. Ha sempre paura di diventare malvagia come lei... né l’odio che prova né il fatto di non averla mai conosciuta sono abbastanza per spezzare il suo legame con lei.” James fece una breve pausa. “Quindi immagino che anche se li odi, anche se te ne sei andato di tua spontanea volontà, tu non riesci a liberarti del legame che hai con loro. Questo vuol dire che stai soffrendo... perché una piccola parte di te, per quanto li disprezzi, desidera ancora la loro approvazione, e vedere tuo fratello guardarti con quello sguardo... deve essere terribile.” Il giovane Potter concluse il suo discorso e si rese conto di aver abbassato gli occhi sulle proprie mani, rialzò il viso per poter guardare il suo amico e quello che vide lo lasciò senza parola: Sirius stava piangendo. Grosse lacrime silenziose invadevano il volto del ragazzo.  

Senza pensarci James si sporse verso di lui e lo abbracciò. “Ma io sono e sarò sempre fiero di te, fratello.” Quelle parole fecero definitivamente scoppiare Sirius in un pianto liberatorio. Quando finalmente il giovane si riprese un po' mormorò un semplice “Grazie.” con voce roca.  

“Non ho fatto niente di….” Cercò di schermirsi James. 

Ma il suo amico lo interruppe: “No, non è vero, hai fatto moltissimo. Non solo mi hai dato un posto in cui stare, ma hai condiviso volentieri con me l’affetto dei tuoi genitori. Dopo quello che hai detto all’inizio dell’anno a Star io non pensavo saresti mai riuscito a sopportare un altro intruso in casa tua... e invece... 

“Senti, cerchiamo di non pensare più a quello che ho detto a te e Star all’inizio dell’anno, ero molto arrabbiato, e avevo paura, non pensavo davvero quelle cose. Io voglio bene a Star e adoro il fatto che sia mia sorella, mi piace averla in casa e mi sento così felice quando si rivolge ai miei genitori come fossero sempre stati anche i suoi, e sono anche felice che loro le vogliano bene. E lo stesso vale per te. Ti meriti un po' di serenità, e sono onorato che tu sia venuto da me appena sei scappato di casa. Pensavo che saresti andato chissà dove spinto dal tuo orgoglio, invece sei venuto da me. Non potevo sperare in niente di meglio. Io e Star eravamo così preoccupati per te... saperti finalmente al sicuro sotto il nostro tetto è stata una delle migliori sensazioni della mia vita. E poi... ho sempre desiderato un fratello, e dal momento che ci siamo incontrati sul treno ho sentito che tu eri perfetto per quel ruolo.” Il giovane Potter parlò talmente in fretta che Sirius faticò a comprendere tutte le parole, ma erano talmente belle che valsero appieno tutto lo sforzo.  

I due ragazzi si abbracciarono di nuovo per qualche secondo.  

“Credo che dovremmo andare a letto, domani dobbiamo impegnarci in tutte le lezioni e studiare in ogni secondo libero. Diventeremo degli Auror bravissimi.” Consigliò James. Sirius annuì e insieme si recarono alla torre. Era piuttosto tardi eppure alcune candele erano ancora accese; Star e Remus stavano ancora studiando. La ragazza sedeva sul bordo della sedia come se fosse pronta a scattare in piedi per qualsiasi evenienza. Sedeva spesso così, soprattutto se era preoccupata. Sirius sorrise, forse non era l’unica persona ad aver notato quella cosa di Star, ma sicuramente era l’unico a trovarla adorabile.  

“Hai gli occhi rossi, tutto bene?” Chiese la ragazza.  

“Si, certo.” Rispose frettolosamente Sirius.  

“Andiamo a letto, forza. Remus, smettila di leggere, tanto lo vedo che ti reggi a malapena in piedi.” Decretò James. I suoi amici obbedirono subito e Star augurò a tutti una buona notte prima di salire nel dormitorio delle ragazze.  

“Comunque qualcosa di buono Regulus l’ha fatto ieri.” Commentò James indossando il pigiama.  

“Cosa?” Sbottò Sirius.  

“Ho visto come sei partito alla carica quando l’hai visto parlare con Star... credo che ti sia venuta voglia di dichiararti il prima possibile, o mi sbaglio?” Continuò il ragazzo dagli occhi nocciola.  

“Oh, Star mi ha detto che Regulus le ha detto che Sirius la ama.” Buttò lì Remus come se niente fosse. 

Sirius arrossì violentemente. “COSA?!”  

“Lei non ci ha creduto, ovviamente, sappiamo com’è fatta... però devo dire che si è distratta parecchio...” Notò Remus. 

James ridacchiò. “Chissà che cosa prova Star davvero.” 

“Lo so che voi due potreste chiederle cosa prova in qualunque momento, o forse lo sapete già, quindi smettetela di fare tanto gli spiritosi. Glielo dirò quando sarà il momento.” Replicò Sirius acido stendendosi a letto.  

“Già me lo immagino...” Attaccò Remus con un tono trasognante. “...accadrà il giorno del compleanno di lei. La bellissima Star avrà appena oltrepassato la soglia dei novanta anni, i lunghi capelli bianchi le contorneranno il viso e...” 

“Finiscila.” Ringhiò il giovane dagli occhi grigi. “Non andrà così.” 

“Su questo ha ragione.” Lo appoggiò James. “Ti sei dimenticato che Star non invecchierà quindi non avrà mai i capelli bianchi.”  

Remus e James scoppiarono a ridere talmente forte che persino Peter, profondamente addormentato, produsse un lieve lamento. Sirius impose ai due di finirla e si rigirò nel suo letto imbronciato, ma appena James spense le luci un sorriso apparve sul suo volto. Sapeva che i suoi amici erano dalla sua parte, e che entrambi gli volevano bene. E questo bastava. 

 

 

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Salve gente. 

Ci ho messo un po', come al solito. Ma la bella notizia è che per il prossimo ci metterò ancora di più visto che da oggi sono sotto esami. Yeeee.  

Ed è pure un capitolo corto... vabbè... però c’è molta Starius quindi apprezzatelo.  

 

Ciao ciao  

 

 

  
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