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Autore: GiulsOakenshield    01/06/2020    0 recensioni
Salve a tutti! Per chi ha seguito e apprezzato la mia ultima long “Sound of silence” e per chi è semplicemente curioso, ho deciso di scrivere questa raccolta per introdurre il seguito delle avventure di Eruannie di Imladris. I capitoli sono stati ispirati dalla canzone “You are the reason” di Calum Scott e si collocano tra la morte di Thorin e il risveglio di Eruannie dopo i 75 anni trascorsi nel Sonno Eterno.
Si compone di 5 capitoli che affrontano i momenti principali della vita di Eruannie e di Legolas dopo il loro ultimo incontro per niente felice.
Spero vi piaccia!
Baci,
Giuls
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elrond, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache di Eruannie di Imladris'
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V

Non voglio più litigare

Non voglio più nascondermi

Non voglio più piangere

Torna, ho bisogno che mi abbracci

Tu sei la ragione, vieni più vicino ora

Solo un po' più vicino ora

Vieni più vicino ora

Ho bisogno che mi stringi stanotte

 

Dicono che quando perdi l’amore della tua vita si rompa qualcosa dentro di te. È come se il tuo cuore sia fatto di porcellana e in quel momento un martello da dieci tonnellate ci batta contro. Legolas non sapeva se il suo cuore fosse fatto effettivamente di porcellana, ma sapeva che quella sensazione di puro dolore che provava ogni volta che pensava alla guerriera era un tormento infinito.

Quelle poche volte che si concedeva il lusso di assopirsi, rivedeva il volto dell’Elfa che lo fulminava con i suoi occhi blu, mentre tutto l’odio che provava per lui le sprizzava fuori con un impeto tale da ghiacciarlo.

Erano anni che non la vedeva, che non aveva più sue notizie. Più volte aveva provato a mandarle alcune lettere, ma non aveva mai ricevuto risposta. Poi suo padre gli aveva assegnato una nuova missione, trovare un certo “Grampasso” figlio di Arathorn e andare a caccia della creatura chiamata Gollum. Trovare Aragorn, un uomo di circa settant’anni ma che ne dimostrava al massimo trenta, non era stato facile. Ci aveva messo due anni e mezzo a scovare i Dunedain e, una volta scoperto il vero nome dell’erede di Isildur, ci aveva impiegato un altro anno affinché egli si fidasse dell’elfo.

Gandalf e Thranduil confidavano nella riuscita della loro missione, ma la creatura sembrava astuta e gli sfuggiva ogni volta.

Un giorno d’estate, accanto ad un piccolo stagno nel Minhiriath, avevano individuato Gollum intento a procacciarsi la cena. Con abilità e maestria erano riusciti finalmente a catturarlo, non senza un tentativo di colluttazione da parte della creatura, che si era poi lamentata per tutto il viaggio verso Bosco Atro.

<< Tuo padre sarò orgoglioso di te>> Aragorn rivolse all’elfo un sorriso fraterno, mentre teneva il cavallo al passo. Avevano intrappolato la creatura dentro a una piccola gabbia e l’avevano posta su un carretto trainato da un pony abbastanza forte.

<< Si vede che non lo conosci>> Legolas sorrise di rimando all’amico, spronando con la voce il proprio destriero per andare in avanscoperta nelle Terre Selvagge. Erano anni che non vedeva suo padre e il pensiero di ritrovarsi ancora quegli occhi grigi impenetrabili addosso lo aveva messo a disagio. Era contento di tornare a casa, ma chi ci sarebbe stato ad aspettarlo? Il Thranduil irritante e taciturno, che non faceva mai trasparire le proprie emozioni, o il Thranduil dolce e premuroso che faceva capolino ogni tanto da quell’essere che chiamava padre?

“Eruannie saprebbe cosa fare con quei continui cambi di personalità” si ritrovò a pensare alla guerriera e una morsa d’acciaio al cuore gli fece portare una mano al petto. Non passava giorno senza che l’Elfa non popolasse la sua mente in qualche modo. Gli bastava vedere un fiore, sentire un profumo, osservare il cielo e subito ella tornava a tormentarlo, con quei suoi profondi occhi blu che lo avevano stregato fin dal loro primo incontro. E, come ogni volta in cui pensava a lei, in lui si fece strada un senso di sconforto realizzando che lei lo odiava ancora. Erano passati settant’anni dal loro ultimo incontro, ma sapeva che non lo avrebbe mai perdonato. Aragorn, il quale era stato anch’egli  un allievo di Eruannie, aveva donato il proprio cuore ad Arwen, figlia di Elrond e nipote della guerriera. L’uomo desiderava molto sostare qualche giorno ad Imladris per salutare la propria amata e Legolas non poté fare a meno di tormentarsi con il pensiero dell’Elfa. Il suo amico aveva confermato quella voce che girava in tutta la Terra di Mezzo: Eruannie si era abbandonata al Sonno Eterno nella speranza di guarire le proprie ferite per la morte di Thorin.

Ed eccola lì, la tipica sensazione di estrema gelosia che provava ogni volta che pensava all’eterno amore che la guerriera aveva giurato al nano. Nonostante lui fosse morto quel sentimento non era cessato. Legolas si odiava per quello, sapeva che era sbagliato amare in quel modo una persona che non lo corrispondeva, ma aveva così tanto bisogno di stringerla tra le sue braccia e perdersi in quei pozzi blu che erano i suoi occhi.

Quando furono finalmente nell’Ultima Casa Accogliente, Aragorn sparì dalla sua vista insieme ad Arwen. Legolas aveva già avuto l’onore di conoscere la figlia di Re Elrond molti anni prima ed era rimasto subito affascinato dalla somiglianza con la zia, anche se la guerriera aveva quell’inconfondibile durezza per il peso degli anni e delle numerose battaglie combattute.

Re Elrond accompagnò il principe di Bosco Atro alla cripta dove tenevano conservato il corpo di Eruannie poiché l’elfo aveva insistito per renderle omaggio. Portò con sé un piccolo mazzo di margherite, i fiori preferiti della guerriera, e li depositò sul suo grembo, accanto a quella strana pietra verde.

Il sovrano di Imladris lo lasciò solo, non premurandosi di trovare una scusa buona per andarsene. Legolas, che aveva abbassato la teca di cristallo che manteneva il corpo della guerriera, si prese qualche istante per ammirare tutti i suoi tratti. Il viso pallido e fine, con qualche piccola cicatrice color perla a dimostrazione delle guerre a cui aveva partecipato. I capelli corvini leggermente ondulati erano sparsi sotto la sua nuca e le arrivavano alla vita. La sua attenzione fu attirata da un microscopico movimento da parte della pietra che la guerriera teneva tra le mani. Fu solo un attimo, ma il principe giurò di averla vista muoversi. Notò che all’anulare portava un prezioso anello di oro bianco con incastonata una pietra che conosceva bene. Era una delle gemme di Lasgaren, uno dei gioielli di sua madre, probabilmente donatale da suo padre in persona. Si chiese cosa aveva fatto di tanto importante perché Thranduil le concedesse tale dono.

Si soffermò qualche istante a fissare le labbra rosee dell’Elfa e, senza indugiare oltre, vi depositò un bacio. Lo aveva sognato da così tanto che ne rimase deluso, pensava di avvertire una sensazione profonda e appagante come se lo era sempre immaginato, ma non fu così.

“Certo che non è appagante, lei non ti ricambia” pensò irritato, mentre si affrettava a rimettere la teca al suo posto. Un lungo viaggio verso Bosco Atro lo attendeva, avrebbe dovuto portare la creatura a Thranduil e poi proseguire il suo viaggio per le Terre Selvagge insieme ad Aragorn. Ma in cuor suo sapeva che un giorno l’avrebbe rivista ancora e l’avrebbe amata, l’avrebbe convinta a lasciarsi amare.

Perché lei era la sua Ragione.

 

 

 

Angolo autrice:

Buonsalve! Scusate se sono stata assente negli ultimi giorni, ma la sessione estiva richiedeva la mia attenzione ^-^’

Ma eccoci giunti all’ultimo capitolo di questa Raccolta, spero vi sia piaciuta e che abbia introdotto abbastanza il seguito di “Sound of Silence”!

Fatemi sapere!

Un bacio,

Giuls

   
 
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