Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Hoshi_10000    01/06/2020    1 recensioni
Ogni persona è destinata a provare dolore, perchè per comprendere cosa sia la luce occorre il buio e così per capire la felicità occorre anche il dolore. Che tu sia un bambino o un anziano, un principe o un ladruncolo, non fa alcuna differenza: ci sarà il dolore, e solo dopo averlo provato potrai davvero capire cosa sia la felicità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abmad Saluja, Hakuryu Ren
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un mondo ridotto in cenere

Una delle sue prime consapevolezze è che il mondo è infiammabile, perché in una sola notte, tutto ciò che possedeva aveva iniziato a bruciare.
Dormiva sereno, quando l’acre odore di fumo gli aveva sfiorato le narici. Credeva fosse un sogno, perché non era possibile che una cosa del genere accadesse davvero, non a loro, che non avevano mai fatto nulla di male per meritarselo. Ne era stato davvero convinto, ma poi l’odore era diventato più forte, il crepitio delle fiamme aveva raggiunto le sue orecchie e il caldo lo aveva svegliato. Ci aveva messo qualche secondo a realizzare che non fosse solo un brutto incubo, e non era stato nemmeno capace di piangere: camera sua iniziava appena ad essere lambita dalle fiamme, ma fuori il fuoco divampava.
Forse qualcuno aveva schermato la sua camera dalle fiamme, forse non gli sarebbe successo nulla. Riusciva solo a guardare le fiamme ricoprire la sua porta, con il fuoco che si rifletteva nei suoi occhi, senza fare nulla. Non aveva paura, no, lui era terrorizzato. Sperava solo di svegliarsi, scoprire che fosse tutto un sogno, e correre in camera di sua madre per abbracciarla e piangere finché non si fosse riaddormentato. Ma non era un sogno, e lo capì quando una piccola brace si staccò dal soffitto e gli cadde sulla mano.
Urlò di dolore, tuffandosi già dal letto e implorando aiuto. La voce di suo fratello gli giunse come nulla più che un lontano eco.
Quando la porta di camera sua si aprì e comparvero Hakuyuu e Hakuren pensò per un secondo, in mezzo al terrore, che ne sarebbero usciti. I suoi fratelli erano grandi, erano forti, erano eroi: non avrebbero mai permesso che gli capitasse qualcosa di male.
Ma la realtà non era così felice, anche i suoi fratelli stavano scappando, e a lui non restava altro da fare che seguirli.
Il palazzo in cui era sempre vissuto era irriconoscibile: il fuoco aveva cambiato tutto, le porte di legno erano ridotte al semplice telaio, le colonne intagliate erano neri pilastri e dal tetto cadevano braci e travi. La polvere era ovunque, rendeva difficile respirare, mentre perfino correre semplicemente al fianco di Hakuren pareva impossibile, ma non poteva fare altrimenti, e pure continuava a non capire: chi aveva fatto una cosa simile, e perché?
Fu costretto ad arrestarsi, notando come degli uomini terrificanti li avevano circondati. Portavano delle tuniche nere lunghissime, che non risentivano in alcun modo del fuoco, e i loro volti erano coperti da delle maschere. Sembravano messaggeri della morte in tutto e per tutto.
Suo fratello lo spinse dietro di sé, estraendo la spada come anche Hakuren e dando battaglia. Sapeva che i suoi fratelli erano eroi di guerra, aveva sempre sentito i loro racconti rapito, ma in quel momento più che valorosi guerrieri gli parvero solo dei ragazzi che combattevano per la loro vita. Loro non attaccavano quegli individui, come avrebbero fatto degli eroi, a stento riuscivano a respingerli e difendere lui. Quando Hakuyuu riuscì ad abbattere il primo uomo quello mutò forma, trasformandosi in una minuscola bambola di legno, simile ad una matrioska, e subito altri si fecero avanti.
Perfino le parole dei suoi fratelli non erano quelle di degli eroi, un eroe avrebbe detto senz’altro “ce la caveremo vedrai”, magari ridendo, e invece la sola cosa che disse suo fratello abbattendo quegli ambasciatori di morte fu “non posso permettermi di morire ancora”. Non parlava del suo futuro come una cosa certa, Hakuyuu pareva dubitare di vincere, ma in quello scontro non era come quando il suo maestro lo allenava, lì non si combatteva per il piacere di farlo, con la certezza che dopo l’allenamento una cameriera ti avrebbe portato qualche biscotto e dato un bacio per l’impegno, lì si combatteva per il proprio diritto di vivere. Perfino un bambino come lui riusciva a comprenderlo, ma non poteva fare niente, non era in grado di fare niente
Lo scontro era impari, venti uomini o forse di più contro solo due ragazzi. Infine i suoi fratelli caddero, uno dopo l’altro, e l’unica cosa che seppe fare fu piangere, di dolore e paura, mentre una fiammata raggiungeva il suo viso. Se morire lì era il suo destino perché era uscito da camera sua? Perché aveva dovuto veder morire i suoi fratelli, perché non poteva semplicemente continuare a dormire?
Udì la voce di Hakuyuu, carica di dolore e sofferenza, e le lacrime si fermarono, mentre il maggiore dei suoi fratelli si avvicinò a lui e gli appoggiò le mani sulle spalle.
Il suo volto era bruciato e gli occhi iniettati di sangue, era un miracolo che fosse vivo.
-Giuramelo! Giurami che combatterai fino alla fine!-
-Hakuyuu-
-Cerca vendetta per il nostro paese! Ascolta attentamente, Hakuryuu.-
Aveva sempre visto suo fratello essere serio e pragmatico con i soldati e l’esercito, ma con lui era sempre stato dolce, e il cambiamento gli faceva paura: Hakuyuu non gli stava dicendo di andare avanti, lui voleva vendetta.
-Colui che ci ha strappato l’Impero Kou, che ha provato ad ucciderti è-
Spalancò gli occhi, guardando la nuca di suo fratello mentre gli bisbigliava il nome all’orecchio. Non era possibile, non poteva avere ragione, c’era senz’altro un errore, c’era…
-Va Hakuryuu- Hakuyuu rantolava, non riusciva più a reggersi in ginocchio, nemmeno appoggiandosi a lui. -Corri fuori di qui, non fermarti, e vendicaci.-
Cadde a terra, e quando la mano dopo un primo rimbalzo si riabbatté a terra fu come un se qualcuno lo avesse finalmente svegliato.  Diede le spalle ai suoi fratelli, correndo verso l’uscita del palazzo, mentre tutto alle sue spalle bruciava.
L’illusione di una famiglia felice e una vita serena ormai non era altro che cenere.
 







 
 
Note: Buongiorno a tutti. Dunque, Magi è un ricettacolo di personaggi che hanno un passato durissimo alle loro spalle, così ho pensato di fare una raccolta in cui parlerò di alcune di queste storie. Parto da Hakuryuu perché lo amo, e perché è uno di quelli che mi fa più tristezza, e ovviamente parlo del momento in cui tutto per lui è cambiato. Non sono molto abile a scrivere cose tristi, di solito finisco sempre per creare climi comunque troppo allegri, quindi userò questi racconti anche come una specie di palestra di scrittura, e se voleste lasciarmi una recensione, anche solo due parole, ne sarei ben felice.
   
 
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