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Autore: LilyLunaMandrake    02/06/2020    0 recensioni
Racconto che ho scritto per un GDR potteriano di cui faccio parte.
L'avventura è narrata in forma di dialogo dalle gemelle Patil e da personaggi di mia invenzione.
Se volete farvi intrattenere da peripezie rocambolesche, terribili creature magiche, un principe in pericolo, un lontano regno da salvare, una mistica pietra leggendaria, buffi battibecchi tra sorelle; e se volete respirare un po' della magia dell'India, allora questa è la storia che fa per voi!
“Parvati, davvero vuoi tornare in guerra? Non ti è bastato il nostro ultimo anno? A dormire nella Stanza delle Necessità ammassati come topi?”
“E tu, Chunder, davvero lasceresti che le tue figlie se ne vadano in giro a cercar gemme? Chissà dove sono localizzate! Chissà cosa dovranno fronteggiare! Abbiamo appena vinto una guerra, davvero vogliamo farci coinvolgere in un altro conflitto, quando ancora dobbiamo finire di piangere i nostri, di morti?”
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Calì Patil, Padma Patil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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2.

Sembra un ragazzo, ad occhio e croce nostro coetaneo, indossa abiti di pregio e reca un'espressione preoccupata sul viso. Pare stanco e innocuo, ma noi non lo conosciamo!

Mia sorella gli punta la sua bacchetta addosso senza esitazione. Io ho lasciato la mia sul comodino, quindi mi limito a guardarlo malissimo, con tutto il coraggio che può avere una ragazza con addosso un pigiama con le paperelle, mentre Padma gli parla.

“Chi sei? Cosa ci fai qui?”

“Posso spiegare. Mi stai puntando un'arma contro? Io non voglio farvi del male.”

“Questo è ancora da stabilire. Intanto ti tengo sotto tiro.”

“Voi usate la Grada per difendervi qui su Terra? Questo non lo sapevo!”

“Che vai blaterando? Grada? Qui sulla Terra?”

“La riproduzione della Grada, la clava mistica di Shiva... Me la immaginavo più massiccia! Quella sembra a malapena un ramoscello!”

“Cosa intendi con qui sulla Terra? E comunque questa è una bacchetta magica potentissima!”

“Non intendevo offendere te o il tuo strumento. Noi usiamo le pietre. Guardate!”

Si scopre le braccia dalle ampie maniche, rivelando molti braccialetti arricchiti da pietre di vari colori e forme. Si sbottona di poco il bavero della camicia, mostrandoci molte collane con ciondoli semplici e variopinti.

“Noi su Skyfolks usiamo le pietre per controllare la magia. Mio padre mi aveva detto che avrei imparato molte cose interessanti qui da voi. E voglio tranquillizzarvi, vengo in pace.”

Skyfolks? Questo nome... Sono allibita!

“Tu... tu sei Barastain?”

Il giovane mi guarda affascinato. Non avevo ancora spiccicato parola.

“Allora sei tu il motivo per cui mi trovo qui! Lei in effetti mi pareva troppo scettica...” dice indicando mia sorella.

“Io... Io ti ho sentito. Parlavi con tuo padre.”

“Hai sentito anche lui? Sono decisamente nel luogo giusto! Aveva detto che solo un...”

“...cuore estremamente percettivo potrà aiutarti.” Finisco la sua frase, interrompendolo. Lui sembra commosso, cade sulle ginocchia giungendo le mani, guardandomi da basso con occhi tristissimi. E noi gemelle siamo sempre in pigiama.

“Sei proprio tu! Tu hai il dono! Che cosa sei riuscita a capire?”

“Ho percepito dolore, sofferenza, paura. Una donna piangeva per suo figlio, tuo padre ti mandava in cerca di aiuto per il tuo popolo.”

“Sì! È tutto vero!”

“Vedi Padma? Non erano favole.”

“Va bene, 1 a 0 per te. Ora però sarà meglio che lui ci spieghi un po' meglio questa storia.”

“È una storia angosciante. Provengo dal pianeta Skyfolks, si trova all'incirca a settecentomila anni luce dalla Terra. Sono riuscito a giungere qui molto velocemente grazie all'uso della magia. Di base è un mondo pacifico, la gente lavora e vive serenamente a contatto con la natura. Sapevo che voi usate molto i materiali artificiali, d'altronde è con quelli che avete colonizzato il pianeta dove sono nato... Ma è strabiliante come abbiate ricoperto così tanto questo bel prato con tutta questa pietra dura...”

“Si chiama cemento.”

“Sembra pressochè indistruttibile!”

“Lo è. Vai avanti.”

“Dicevo... Sappiamo qualcosa del vostro mondo, perchè lo apprendiamo dai libri di storia. Si pensa che geneticamente siamo vostri diretti discendenti. Ma sapete... Molte conoscenze sono andate perdute, e ne abbiamo approfondite altre...”

“Senti... Ma se davvero provieni da un altro pianeta, com'è che capisci il nostro idioma? Le lingue cambiano col tempo...” Saggia Padma.

“Prima di partire mi sono castato un incantesimo di traduzione simultanea dalla mia lingua a quella che parla chi mi ascolta.”

“Uhm... E com'è che mia sorella capiva la vostra lingua, nelle sue visioni?”

“Credo sia il collegamento mentale, non so spiegarlo...”

“Strabiliante! Quanto sarebbe stata utile però una magia come questa per tradurre i testi di Antiche Rune!” mi lascio scappare estasiata!

“Voi non conoscete questo incantesimo? Strano! Noi lo usiamo anche per comunicare con i nostri animali, per comprendere meglio i loro bisogni.”

“Questo è straordinario. Comunque c'entra poco con la tua storia.” Continuo io.

“No, infatti. Dicevo... Nel nostro mondo non tutti sanno usare la magia. Noi che in qualche modo dimostriamo di averla nel sangue, poi la studiamo per saperla usare al meglio, e veniamo chiamati Athar.”

“Da noi ci chiamiamo banalmente maghi.”

“Beh, andate al sodo, non è necessariamente un male. Dicevo, da noi Athar e non Athar convivono tranquillamente insieme, aiutandosi l'un l'altro. O meglio, convivevamo...”

“Padma, questo mi ricorda qualcosa...”

“Ma va?”

“Credo sia normale. Ogni mondo ha le sue guerre e i suoi conflitti. Ma ultimamente la situazione è peggiorata notevolmente. Ci sono Athar che coltivano idee malvagie... Credono che noi Athar siamo superiori ai non Athar, che dovremmo essere solo noi ad occupare ruoli di potere, noi con la nostra magia, non importa se i non Athar si dimostrano saggi o attenti alle necessità della gente... Per dire, mia madre è una non Athar, ma è una regina estremamente intelligente, di buon cuore e attenta ai bisogni del popolo.

“Un principe... Nel nostro mondo si direbbe che sei un Principe Mezzosangue.”

“Ne abbiamo avuto uno anche noi, ricordi, Parvati? Non ha fatto una bella fine...”

   
 
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