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Autore: lapacechenonho    03/06/2020    1 recensioni
«Noi due non ci siamo mai presentati, vero?» domandò. Lily aprì gli occhi e lo guardò come se volesse capire se fosse diventato pazzo o no.
«Vorresti dire che non sai chi sono io?» chiese dubbiosa.
«No, intendo dire che io non mi sono mai presentato a te e viceversa».
«È vero» convenne lei.
«Piacere, sono Scorpius Hyperion Malfoy» disse con tono solenne.
«E io sono Lily Luna Potter».
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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14 maggio 2020.

Lily camminava senza troppi pensieri per i corridoi di Hogwarts, era una calda giornata di maggio ma a lei proprio non andava di chiudersi in biblioteca a studiare per gli esami di fine anno che si sarebbero tenuti alla fine del mese successivo. Aveva voglia di stare all’aria aperta, immergere i piedi nell’acqua del Lago Nero e poi, forse, studiare qualche cosina di utile. Al contrario della sua amica Alice, lei non era terrorizzata dall’idea di non passare gli esami, tutt’altro. Era piuttosto sicura delle sue doti naturali e questo le bastava. Dopo una piccola discussione aveva deciso di abbandonarla in biblioteca e di dirigersi al Lago.
Era con i piedi dentro l’acqua e la testa reclinata verso l’alto, rivolta al cielo, quando una voce gelida interruppe quel momento. «Gli eredi del Salvatore del Mondo Magico non devono studiare per gli esami?» Scorpius Malfoy la guardava a braccia incrociate e un ghigno canzonatorio sul volto.
«A quanto pare manco gli eredi Malfoy» rispose lei tornando a prendere il sole col naso all’insù.
Lily e Scorpius Malfoy si passavano due anni, lei aveva tredici anni e lui ne aveva quindici. Era amico di suo fratello Albus ma non si erano mai parlati più di tanto. Spesso era Albus che andava a casa di Scorpius e quando Scorpius veniva a casa loro, preferivano vagare senza meta per il villaggio. Anche a scuola avevano parlato il minimo indispensabile, come per salutarsi o cose del genere. «Touché» rispose lui. Lily non poteva vederlo ma sentì i suoi passi avvicinarsi fino a sedersi accanto a lei.
«Nessuno ti ha detto che puoi sederti, Malfoy» gli fece notare senza guardarlo e mantenendo gli occhi chiusi verso il cielo, le mani all’indietro a reggere il peso del corpo.
«Nessuno mi ha detto il contrario» rispose lui. Lily ghignò beffarda, ammirando la prontezza di risposta.
«Touché» ammise sorridendo.
«Noi due non ci siamo mai presentati, vero?» domandò. Lily aprì gli occhi e lo guardò come se volesse capire se fosse diventato pazzo o no.
«Vorresti dire che non sai chi sono io?» chiese dubbiosa.
«No, intendo dire che io non mi sono mai presentato a te e viceversa». Ed era vero. Erano cresciuti entrambi in due famiglie abbastanza importanti nella comunità magica, non avevano mai avuto bisogno di presentazioni, sia perché erano entrambi piuttosto conosciuti, sia perché bastava guardarsi per capire chi fossero i loro genitori e quali fossero i loro nomi.  Lily sapeva che il ragazzo con cui stava parlando per la prima volta in vita sua era Scorpius Malfoy, figlio di Draco ed Astoria, appartenente alla casa di Serpeverde e amico di suo fratello. Scorpius sapeva che la ragazza che aveva di fronte era Lily Potter, figlia di Harry e Ginny, appartenente alla casa di Grifondoro e sorella del suo migliore amico.
«È vero» convenne lei.
«Piacere, sono Scorpius Hyperion Malfoy» disse con tono solenne dopo essersi schiarito la voce. Lily ridacchiò perché era così pacchiano, così Malfoy che non riuscì a trattenersi. «Che c’è? Ti fa ridere il mio nome?» chiese quasi offeso.
«Oh no» si affrettò a dire lei. «Mi fai ridere tu, sei così tronfio!» il rampollo Malfoy allora si imbronciò e incrociò le braccia, facendo ridere ancora di più Lily. «E comunque io sono Lily Luna Potter» aggiunse sorridendo.
«Mi piace il tuo nome» disse sciogliendo le braccia e mettendosi più rilassato sull’erba.
«Già, anche il tuo non è male» rispose lei con un sorrisetto furbo tornando con la testa all’aria per farsi colpire dai raggi di sole.
Fu un attimo, solo un momento, un pensiero fugace, ma fu in quella manciata di secondi in cui Scorpius la trovò veramente carina e Lily pensò che, in fondo, quel ragazzo non sembrava davvero niente male.
 
14 maggio 2030.
 
Lily era sdraiata sul suo divano da un paio di minuti. Era entrata nella settimana conclusiva della gravidanza da due giorni e ormai le dimensioni del pancione non le permettevano di fare quasi niente. Solo poche cose e non per troppo tempo perché si stancava facilmente. Per fortuna, si disse, poteva contare su suo marito. Scorpius Malfoy, sebbene capisse poco come funzionasse una donna in gravidanza (erano state le sue testuali parole dopo aver scoperto di star per diventare padre) si era dato da fare in quei mesi per non farle mancare davvero nulla e Lily ne era grata. Adesso, mentre Lily accarezzava il pancione rigonfio, pronto a scoppiare, lui era in cucina a trafficare con le padelle per cucinare qualcosa per cena. Stranamente, si era anche scoperto un ottimo cuoco.
«Allora, cosa volete per cena stasera?» chiese sedendosi sul divano e baciando il pancione della moglie. Lily aveva un debole per quel genere di atteggiamenti. «Baci lui e non me?» si lamentò. Il biondino si avvicinò alla rossa e le lasciò un focoso bacio per poi staccarsi all’improvviso, lasciandola con le labbra sporte in fuori e che presto si tramutarono in un broncio.
Fu questione di un attimo che il finto broncio di Lily tramutò in un’espressione di dolore e istintivamente si portò una mano sul grembo, lì da dove aveva sentito il dolore. Scorpius la guardò preoccupato non capendo cosa stesse accadendo. «Scorpius» disse. «Ci siamo».
 
Negli anni seguire, Scorpius avrebbe ricordato quel momento con molta confusione. Ricordava di aver preso la macchina pseudo-Babbana che Arthur Weasley aveva modificato appositamente per la corsa al San Mungo al momento del parto, ma non ricordava come erano riusciti ad arrivare in ospedale, dato il suo stato emotivo. Le urla di dolore della moglie, riecheggiavano ancora nelle orecchie quando aveva mandato un Patronus alla famiglia Potter e ai Malfoy, anche perché, sebbene fosse fuori, se si avvicinava alle porte della sala parto, riusciva a sentirle veramente.
Passarono ore in cui Scorpius credette di aver scavato una fossa nel pavimento dell’ospedale, venne raggiunto dai genitori e dai fratelli di lei e da Astoria e Draco. Gli (ormai) ex-nemici erano abbastanza emozionati anche se non lo davano a vedere, Alice – che ormai era la fidanzata ufficiale di Albus da circa tre mesi – era forse messa peggio di lui. Aveva addirittura chiesto di entrare, ottenendo una risposta negativa da un Guaritore di passaggio.
Erano ormai le nove di sera quando una Guaritrice uscì dalla stanza togliendosi la cuffietta. Scorpius si avvicinò riconoscendo la dottoressa che aveva seguito Lily e il loro bambino per nove lunghi mesi. «Che succede? Tutto bene? Perché ci mette così tanto? È successo qualcosa?» chiese tutto d’un fiato seguito dal resto della famiglia.
«Si calmi signor Malfoy» cominciò. «È andato tutto bene. È stato un parto complicato ma stanno bene. Tutti e tre». Scorpius era già pronto ad entrare in sala parto, quando la voce incredula di suo cognato James lo costrinse a bloccarsi. «Tutti e tre?» ripeté. La Guaritrice guardò il neo-zio e sorrise annuendo.
«Sono due gemelli. Un maschietto e una femminuccia» disse entusiasta.
«Due gemelli, come Fred e George!» esclamò Ginny portandosi una mano alla bocca emozionata.
Scorpius rimase fermo davanti alla porta della sala parto ancora scioccato dalla notizia. Non si sentiva pronto per essere padre di un bambino, figuriamoci di due. Come avrebbero fatto? Avevano comprato tutto per un bambino non due. Era un dramma, doveva andare a casa e trasfigurare qualcosa di inutile in una culla, doveva dire a Lily di aspettarlo e avrebbe comprato delle tutine rosa per lei, si trattava solo di attimi. «Non è il momento di scappare» gli sussurrò Albus in un orecchio. «Ora tu vai dentro e vai a conoscere i tuoi figli. Hai già deflorato mia sorella quando eravamo a scuola, l’hai sposata e l’hai messa incinta, quindi ti devo odiare per partito preso, non voglio odiarti anche perché sei scappato perché te la stai facendo sotto» continuò minaccioso.
Scorpius deglutì e aprì la porta della stanza. Un gruppo di Guaritori stava dietro di lei pronta a trasportarla in una stanza. Era stravolta e sudaticcia e teneva in mano due fagotti, uno col cappellino blu e uno col cappellino rosa. Scorpius sentì il cuore sobbalzare vedendo, per la prima volta quei bimbi a cui aveva parlato per tanto tempo solo attraverso il ventre di sua moglie. «Amore!» esclamò lei vedendolo entrare. Poi guardò i Guaritori che si allontanarono.
«Hai visto? Sono due» disse tirando su col naso. Scorpius si avvicinò a lei e la baciò dolcemente, incapace di dire una sola parola. Gli sembrava tutto superfluo, tutto troppo inutile e troppo scontato. Poi guardò i due bambini in braccio a Lily. Lei aveva gli occhi grigi e i capelli biondi, lui aveva gli occhi grigi e un accenno di ciuffo rosso. «Rosso Weasley» mormorò sorridendo.
«Hai vinto tu, hanno entrambi i tuoi occhi» rispose lei con una smorfia contrariata facendo ridere Scorpius.
«Spero prendano il carattere tutto da te» ammise il biondino. Aveva questo desiderio perché prima ancora di innamorarsi fisicamente di Lily, si era innamorato del suo carattere: della sua testardaggine, del suo voler tener testa, del non voler farlo sedere sulla riva del Lago Nero in una mattina di maggio, del suo non avere paura di ridere di lui e delle sue manie di protagonismo. «Non hanno ancora un nome» disse Lily mentre Scorpius accarezzava la guancia del maschietto.
«Sai, stanotte la Luna sorge accanto a Marte. Pensavo che potremmo chiamare lei Selene, come la titanide della Luna, figlia di Iperione nell’antica Grecia. E lui Ares, come veniva impersonificato Marte secondo i romani. Che ne pensi?» chiese dubbioso. Non voleva che la moglie pensasse che fossero nomi troppo pesanti per dei neonati.
«Mi sembra un’idea bellissima» rispose guardandolo con gli occhi lucidi.
«E sono nati nella notte in cui Luna e Marte sono accanto così si proteggeranno a vicenda, ma avranno anche la certezza che la loro mamma sarà sempre accanto a loro» aggiunse sorridente.
«E il loro papà?» chiese lei.
«Potter, ma allora tu non segui! Iperione era il papà dei Selene, secondo la mitologia greca!» la rimproverò dolcemente. Lily rise gettando la testa all’indietro, come in quel pomeriggio al lago. Guardò i bambini che ora dormivano e Lily che rideva piano per non svegliarli e pensò che non poteva esserci niente che potesse andare male. Diede un bacio a sua moglie e poi alle due creaturine tra le sue braccia «Benvenuti Ares e Selene» mormorò con un sorriso.
E non fu più solo un attimo, fu per il resto della sua vita che Scorpius pensò che la sua famiglia fosse davvero la cosa più bella del mondo e Lily pensò che non poteva chiedere di meglio che Scorpius, Selene ed Ares per completare la sua famiglia.
 
Angolo autrice:
Come nasce questa storia? Il 14 maggio 2020 Marte e la Luna sono veramente sorti e tramontati l’uno accanto all’altro, il planetario della mia citta aveva simpaticamente iniziato il post scrivendo che Selene ed Ares avrebbero avuo un incontro romantico e da quella frase è nata tutta questa storia, e soprattutto ecco perché questa data che ricorre. Non sono esperta di Astronomia, non so ogni quanto capita, se è un evento raro o no, so che quella frase e questo particolare evento mi avevano colpito.
Così come non so come siano i dolori del parto, ed è questa la ragione per cui durante il parto il punto di vista è quello di Scorpius. Per quanto riguarda il parto gemellare: serviva per esigenze di trama ahahah.
Il titolo non mi convince più di tanto, ma fa riferimento al fatto che Lily e Scorpius si sono incontrati per caso al Lago Nero e che senza quell’incontro probabilmente non si sarebbero mai avvicinati o notati.
Detto ciò spero che vi sia piaciuta, è una cosa leggera leggera senza troppe pretese.
A presto,
Chiara.  
   
 
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