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Autore: Fuyuko_takahashi    05/06/2020    0 recensioni
Axel era sempre stato bravo a capire gli altri, anche se da poco conosciuti. Aveva questo potere che gli permette e di vedere quando qualcuno era a disagio e lo aiutava come meglio poteva. Ma ora quello che soffriva era lui: il padre gli aveva imposto di diventare medico e di abbandonare il calcio. Come poteva accettare una cosa del genere? Come poteva abbandonare i suoi compagni proprio durante il FFI? Non avrebbe detto nulla a nessuno, questo era certo, non voleva che Mark e gli altri facessero pazzie per farlo restare, ormai li conosceva bene. Ma quello che non sapeva era che un altro ragazzo aveva capito come si sentisse in quel momento e non era per niente intenzionato a lasciarlo cadere. Voleva aiutarlo, come un po' di tempo prima Axel aveva aiutato lui.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Axel/Shuuya, Shawn/Shirou
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Axel se ne stava seduto in un tavolo in disparte dagli altri. Ne aveva bisogno. E nonostante Mark e Jude, i suoi migliori amici, gli avevano detto che in questi momenti la soluzione migliore era circondarsi di felicità e di gente, non se la sentiva proprio. Aveva rinunciato e i due non avevano insistito più, conoscendo il carattere del biondo.

 

Girava con la forchetta nel piatto da parecchio tempo ormai, tastando il cibo ma non mettendo mai un boccone in bocca. Dopo ciò che gli aveva detto il padre, non ce la faceva a mangiare. Gli allenamenti poi, mai era stato tanto distratto sul campo. E visto che di solito era lui quello che tirava pallonate per far riprendere i compagni, nessuno lo aveva notato. O almeno così credeva.

 

Perché c'era un piccolo albino che lo stava guardando da lontano e, seduto accanto a Xavier e Jordan, cercava un modo per avvicinarsi.

 

"Perché non vai semplicemente a chiedergli come sta?" Sussultò alle parole del rosso, che senza guardarlo aveva capito ciò che gli passava per la testa. Si girò verso l'ex alieno, che stava giocando con le dita della mano del suo ragazzo.

 

"Cosa?"

 

"Oh andiamo Shawn, si vede che lui ti piace. E lo stai fissando da quando ci siamo seduti a mangiare. Va' da lui" Jordan lo spinse con la mano libera e diede un bacio sulla guancia al rosso, che aveva fatto una battuta su come gli piacesse vedere il suo pistacchietto così deciso. Shawn si alzò e, seguito dallo sguardo dei due, andò a sedersi di fronte ad Axel. Sentendo la presenza di qualcuno, il biondo alzò lo sguardo. Si stupì di trovare il difensore dell'Alphine e non uno dei suoi migliori amici.

 

"Stai bene? Oggi all'allenamento sembravi distratto" L'attaccante mugolò qualcosa di incomprensibile e si alzò dal tavolo, iniziando a camminare verso l'uscita della sala. L'albino non posso ci pensò due volte a seguirlo. Gli si affiancò,facendo girare l'altro ragazzo.

 

"Scusa Shawn, vorrei stare solo" Axel cercò di non sembrare troppo scocciato nel chiedergli questo.

 

"No"

 

"Come scusa?" Il giorno si girò scioccato, non si aspettava di certo una risposta del genere dal timido Shawn, il ragazzo sempre gentile e tranquillo con tutti. L'albino dal canto suo alzò le spalle, continuando a camminare.

 

"Ho detto di no. Non ti lascio solo. Non so che ti prende però hai bisogno di qualcuno che lo affronti con te."

 

"Perché?" L'unica cosa di cui Axel aveva bisogno in quel momento invece, era stare solo. Perché l'altro non lo capiva?

 

"Perché tu non l'hai fatto quando ero io ad avere problemi. Mi hai aiutato, e io voglio aiutare te. A volte ci sentiamo fragili, come se intorno a noi ci fosse poca aria buona da respirare. Basterebbe solo un po' di forza, qualcuno che sappia motivarti e che ti aiuti, che ti curi le ferite con gesti semplici. Tu sei stato questo mio qualcuno, e io voglio esserlo per te." Si guardarono negli occhi per qualche minuto, Shawn arrossì per l'intensità dello sguardo dell'altro. Riprese a camminare, sapendo che l'attaccante l'avrebbe seguito. Arrivarono al campo, si sdraiarono al centro del prato verde e finirono con il passare il tempo nel silenzio più totale. 

 

"Mio padre non vuole farmi più continuare a giocare a calcio" Axel stupì se stesso rivelando quel piccolo segreto al suo compagno di squadra, che rimase scioccato dalla rivelazione. "Dopo la finale lascerò la squadra e andrò a studiare medicina."

 

Shawn sentì un dolore nel petto a quelle parole, come poteva il padre imporgli un qualcosa di simile? Axel amava il calcio. Non riusciva proprio ad immaginare la vita del biondo senza quello sport. E poi... non l'avrebbe più rivisto? Shawn non poteva più negarlo, era innamorato di quello stupido porcospino.

 

"Non puoi abbandonare il calcio. È la tua passione" Dalla bocca di Axel uscì una risata amara. Lo sapeva anche lui. Ma ormai aveva fatto un patto con suo padre.

 

"Torniamo dentro" Questa volta l'albino non ebbe nulla da ridire. I due ragazzi si separarono, andando ognuno per la propria direzione: Axel in camera sue e Shawn... beh lui voleva provare a fare qualcosa, qualcosa che avrebbe reso felice il suo compagno di squadra.

 

Andò da mister Trevis, chiedendo il permesso per uscire che gli fu accordato. Fece un piccolo inciprino e si incamminò verso l'esterno, andando verso casa di Axel. Ad aprirgli fu una signora, che lo riconobbe subito come compagno di squadra di Axel e, preoccupata, chiese se fosse successo qualcosa al biondo.

 

"No signora, Axel sta bene. Scusi per l'arrivo improvviso, ma dovrei parlare urgentemente con il signor Blaze." 

 

"Aspetta qui, il signore è nel suo studio. Vado ad avvertirlo del tuo arrivo" La signora sparì e lasciò Shawn solo, per poco però perché subito arrivò Julia.

 

"Tu sei l'amichetto di mio fratello!! Come ti chiami?" Shawn si abbassò alla sua altezza, accarezzandole la testa e sorridendo, contagiato dalla felicità della piccolina.

 

"Sono Shawn, tu devi essere Julia" la bimba annuì eccitata, e poi diede un bacio sulla guancia all'albino, che scoppiò a ridere per il gesto spontaneo della piccola.

 

"Sai che sei molto bello? Sarebbe bello se diventassi il fidanzati o del mio fratellone, così anche noi due potremo giocare e stare insieme" Il colorito pallido di Shawn si colorò di rosso, imbarazzato da quella domanda. Per fortuna arrivò la signora ad avvertire il ragazzo che il padre di Axel poteva riceverlo. Appena mise piede nello studio dell'uomo, fu invaso da un profumo di mogano e dallo sguardo severo del signor Blaze.

 

"Allora?" Era impaziente, doveva tornare a lavorare e non poteva perdere tempo con un ragazzino. Shawn prese coraggio e parlò.

 

"La prego, faccia continuare a giocare Axel. Il calcio è tutto ciò che ama, e lei non può privarlo della felicità." Lo sguardo dell'adulto si accigliò. Non stava provando suo figlio della felicità, gli sta solo facendo avere un futuro migliore. Lo spiegò al ragazzo, che però non voleva arrendersi.

 

"La prego, guardi con i suoi occhi. Questo è il biglietto per la partita di domani, venga a vedere Axel giocare. E dopo deciderà se davvero è quella la scelta migliore." Lasciò un biglietto sulla scrivania e, salutando, uscì dallo studio e successivamente dalla casa. Corse fino a dove si trovava la squadra, con un sorriso sul volto che fece insospettire alcuni. 

 

"Che succede Shawn?" il ragazzo prese Xavier e Jordan per le maniche delle felpe e li tirò, trascinandosi in camera sua. Gli raccontò tutto, da Axel che gli raccontava che avrebbe lasciato la squadra a lui che si recava dal padre al supplicarlo di lasciarlo giocare. 

 

"Quindi gli hai lasciato un biglietto per la partita?" Iniziò il verde, sedendosi poggiando la testa sulla spalla del suo ragazzo e facendo annuire il terzo. 

 

"E lo hai supplicato di lasciar continuare Axel" annuì ancora e i due piccioncini si guardarono. "Lui però non ti piace, vero Shawn?" 

 

L'albino sbuffò, capendo di essere ormai in trappola.

 

"Okay, forse un po' mi piace" i due urlarono così forte che Jude è Caleb, che passavano di lì per caso, entrarono nella stanza a controllare che fosse tutto apposto. Una volta che furono usciti, Shawn prese a cuscinate i suoi due amici, che risero per aver imbarazzato l'albino.

 

***

La partita era finita, Axel era felice. Era riuscito a portare la sua squadra ai mondiali. Anche se ora doveva lasciarli, era comunque contento di aver fatto parte di questo gruppo per un po'. Però non sapeva che sugli spalti, due occhi critici lo avevano osservato mentre sorrideva per tutta la partita. E ora quagli occhi si stavano avvicinando.

 

"Axel" il ragazzo pensò di esserselo immaginato, ma quando voltandosi si trovò il padre davanti capì che era tutto vero. Suo padre per la prima volta era andato a guardarlo giocare. Non si trattenne dal chiedere perché si trovasse lì. "Axel, io mi sono sbagliato. Privarti di questo sport non è la cosa migliore per te. Hai tutto il tempo per pensare al tuo futuro da medico. Però ora voglio che ti diverti, voglio che continui quest'esperienza con i tuoi amici."

 

"Cosa?" Era stupito, mai il padre aveva avuto un ripensamento su qualcosa. 

 

"Ieri un tuo amico mi è venuto a parlare e mi ha fatto capire che questo è ciò che è meglio per te. Che ti rende felice." Lo sguardo dell'adulto si spostò dietro le spalle di Axel e, quando il biondo si girò, vide che stava osservando Shawn. Davvero quel lupo aveva fatto questo per lui? Ringraziò il padre con un inchino, e andò verso l'albino che stava chiacchierando felice con Mark e Jude. 

 

"Ve lo rubo un attimo" Senza aspettare risposte dai suoi migliori amici, trascinò Shawn lontano da tutti.

 

"Cosa c'è?" L'albino era nervoso, aveva visto Axel con il padre ed aveva paura che fosse arrabbiato con lui. Ma il biondo lo sorprese, abbracciandolo.

 

"Grazie" Fu un sussurro che arrivò dritto al cuore di Shawn, che si staccò dall'abbraccio e fissò l'altro negli occhi. "Mio padre mi fa continuare a giocare. Ed è tutto merito tuo. Mi ha detto che sei andato a parlargli. Non dovevi fare questo per me." il più piccolo scosse la testa, possibile che non capiva quanto ci tenesse?

 

"Non hai capito? Io ti aiuterei sempre. Anche se ne hai bisogno di notte, anche se due minuti prima abbiamo litigato. Ti aiuterei anche se ho appena passato una giornataccia, anche se ho la luna storta, anche se sono pieno di stress accumulato dagli allenamenti e le partite. Ti aiuterei sempre, ma sempre per davvero. Perché nn esiste uno stress così grande da farmi allontanare da te, anche se non volessi sentire nessuno con te lo farei. Non farti problemi a parlare con me okay? Sai dove sono io, quindi non esitare." Axel non resistette più, prese tra le mani il volto del lupetto e lo baciò. Si rese conto di cosa fosse successo solo quando si staccò e vide il volto dell'altro rosso come i capelli di Xavier. 

 

"-io. Scusa n-non dovevo" Si voltò, incamminandosi verso gli spogliatoi e Shawn, dopo che si fu ripreso dalla trans in cui era caduto con quel bacio, lo raggiunge, fermandolo per la manica. 

 

"C'è una cosa che non ti ho detto però" Axel per la prima volta era in imbarazzo, anche se non lo dava a vedere. Shawn si avvicinò a lui e decise di rischiare il tutto per tutto. Gli lasciò un bacio a stampo e poi si allontanò di poco, lasciando i loro volti a pochi centimetri di distanza. "Tu mi piaci"

 

"Mi piaci anche tu Shawn" Axel si avvicinò di poco all'altro, fino a prendersi un altro bacio. Dietro di loro tutta la quadra si mise ad applaudire felice. I più scatenati erano Xavier, Jordan, Jude e Mark, felici di non dover più sentire parlare i loro rispettivi migliori amici della loro cotta impossibile.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice

 

 

Hey ragazzi! Spero che questa storia vi piaccia. Non ho cambiato quasi nulla dalla trama originale, solo il fatto che l'unico a sapere il problema di Axel fosse Shawn e non Mark, e ho eliminato gli infortuni di Shawn e Jordan, se li avessi messi il finale non mi sarebbe piaciuto molto. Spero che questo non vi dia fastidio, ho fatto del mio meglio per raccontare l'amore di questi due personaggi dal mio punto di vista.

Ditemi anche se preferite i nomi originali o questi occidentali, magari continuerò a fare storie alternate.

 

Fede_Sharp

   
 
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