"Sei stato proprio stupido”
Sono giorni che vengo tormentato dai miei pensieri. Ho paura di avvicinarmi ai miei amici. Loro non possono capirmi, non hanno mai fatto sogni come il mio, non sanno cosa si prova a essere nella testa di un serpente, o peggio di Voldemort. Non hanno mai visto la morte così tante volte vicina. Non hanno mai provato il dolore che provo quando la cicatrice inizia a bruciare. Sono diversi da me. Io sono troppo diverso da loro. Sto diventando pericoloso: colpisco nel sonno il padre di Ron e se mi avvicino a Silente, da un momento all’altro potrei aggredirlo.
E se fossi davvero come Voldemort?
Se fossi capace di uccidere Silente e il padre del mio migliore amico?
Non parlo con nessuno. Non voglio ricevere attenzioni che non mi merito. Sono un mostro ed è meglio starmene alla larga. Ho paura di fare del male, di deludere chi mi vuole bene.
Non sono l’Harry Potter che i miei amici credono di conoscere. Sono un mostro.
Voglio stare ancora da solo.
Prima si dimenticheranno di me, meglio sarà. Farò meno danni restando per conto mio.
Apro la porta della stanza e vedo seduti sul letto accanto al mio Ginny e Ron. Sono lì come se mi aspettassero. Hanno l’aria di due genitori che devono rimproverare il figlio piccolo per qualche bravata a scuola. Mi bastava Hermione, che è appena arrivata. No, pure il mio migliore amico con la sua sorellina avevano intenzione di non lasciarmi in pace. Ho due alternative, subire in silenzio o iniziare a sbraitare come un pazzo. Per ora cerco di seguire la prima opzione.
Hermione inizia a raccontare le cose successe prima di arrivare a Grimmauld Palace. Ne sono grato, visto che non ho alcuna intenzione di iniziare una conversazione. Anche lei si mette sul letto di Ron e inizia a fissarmi. Tre contro uno. Sono in trappola. Comincia a chiedermi come sto. Mento per finire il più presto possibile l’interrogatorio, ma nessuno di loro abbocca. Comincio a scaldarmi. Non riesco più a trattenermi. Cosa vuol dire che mi sto nascondendo?
È molto semplice: VOGLIO STARE DA SOLO!
La mia testa esplode.
Ron inizia a fare finta di niente e, se avessi preferito questa sua reazione fino a pochi secondi fa, ora mi fa infuriare. Mi sento scoppiare.
Mi giro verso Ginny per non guardare la faccia da rimprovero di Hermione. Continua anche lei a fissarmi, il suo sguardo si fa sempre più spigoloso, facendomi dimenticare i suoi dolci lineamenti.
- Be’, è vero! – Ginny continua a ribadire il fatto che mi stia nascondendo da tutti loro.
- E non ci guardi nemmeno in faccia! -
Sono al limite.
- Siete voi che non guardate in faccia me! - Divento sempre più furioso.
Hermione commenta con una battutina che aiuta soltanto la mia rabbia a esplodere e, come se non bastasse, esclama con “incompreso”.
È come se davanti a me non ci fossero più i miei amici. E non mi sento incompreso. Mi sento… Sono SOLO! Continuano a parlare di me come se fossi un caso clinico, un aneddoto. Voglio andarmene da questa stanza. Da questa casa sudicia. Via da tutti.
- Noi volevamo parlare CON te – sbraita Ginny, come se volesse competere con la mia rabbia.
- Non volevo parlare con nessuno – Mi giro verso la porta. Per me si può concludere qui la faccenda.
- Be’, sei stato proprio stupido –
Le parole di Ginny arrivano come una Maledizione. Mi fermo davanti alla porta che stavo per aprire, per poi andarmene.
Non sono proprio così solo. Anche lei era stata posseduta da Voldemort. Lei poteva capirmi.
Le sue parole mi risuonano ancora nella testa.
Mi ha fatto tornare alla realtà. Aveva ragione ed io sono soltanto uno stupido che non fa altro che annegare nei propri pensieri.
Ora mi sento minuscolo, piccolissimo in confronto a lei, a tutti quanti.
Dopo l’avventura nella Camera dei Segreti non avevo più pensato a quello che aveva subito Ginny. Non le ho più chiesto come è stata dopo, come si sentiva mentre era controllata da Voldemort. Mi ero dimenticato, come uno stupido, appunto.
Ginny probabilmente mi ha sempre capito, forse più di Ron ed Hermione.
Non mi sento più solo, ora.

Nota autrice
Ho scelto questo momento come primo capitolo della raccolta. Le parole di Ginny, a mio parere, sono state fondamentali per Harry, non solo per la loro storia, ma anche per far comprendere al ragazzo che può essere capito da chi gli sta accanto. Per me Harry Potter è un eroe molto umano: ha le sue fragilità, dettate anche dall'età e ha bisogno dei suoi amici, come chiunque di noi nella propria vita "normale".
Detto ciò, volevo farvi notare che le frasi del dialogo sono prese dal testo originale (Harry Potter e l'Ordine della Fenice, Capitolo 23). 
Vi invito a commentare nel caso in cui avreste trovato errori o vogliate darmi consigli per le prossime pubblicazioni; ovviamente qualsiasi recensione rispettasa è aprezzabile. Vi chiedo inoltre, se avete piacere, di dirmi cosa ne pensate della scelta che ho fatto per questo momento della storia.
Vi ringrazio
Ciao ciao
Snowdrop_under_the_sun