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Autore: Maki Tsune    05/06/2020    1 recensioni
Quale storia si potrebbe raccontare se i personaggi di Miraculous avessero vissuto nel periodo di fine 1800 proprio durante la costruzione della Tour Eiffel e dell'Esposizione Universale? Questa storia mostra i personaggi non più adolescenti ma nella prima fase adulta, (20-25 anni) che affrontano la vita e le difficoltà senza miraculous magici ma comunque con maschere, mistero, amicizia e amore.
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Adrien si mise alla ricerca della ragazza e iniziò dalla Prefettura di Parigi dove richiese la lista dei partecipanti dell’Esposizione Universale.

Era nell’anticamera ad aspettare il suo turno attendendo la visita con il Prefetto, padre di Chloé.

Adrien era in piedi e batteva il piede per terra impaziente e con il cuore che batteva speranzoso nella possibilità di avere una pista da seguire.

All’improvviso uscì dall’ufficio del Prefetto, la figlia. Chloé Bourgeois.

“Non voglio sentire ragioni. O fai quello che ho detto o vado via con la mamma.” Infuriò aprendo la porta per andare via.

Quando si ritrovò Adrien Agreste davanti a sé, la ragazza si calmò subito. “Papi, perché non mi hai detto che stavi aspettando Adrien. Lo avrei intrattenuto ben volentieri.” Sventolò il ventaglio guardando il ragazzo con aria adulatrice, rimanendo sulla soglia.

“Gli affari di cui parlo con Adrien non sono nel tuo interesse.”

“Quando si parla di Adrien, tutto è nel mio interesse, dovresti saperlo ormai, papi..

“Vorrà dire che ti terrò informata sull’andamento dell’Esposizione se davvero ti interessa.”

“Ah, a pensarci non fa per me. Ma visto che Adrien caro è qui, aspetterò.”

“Fuori, intendi?” chiese il padre, in piedi dietro la sua scrivania.

“Non è necessario, farò subito.” Intervenne Adrien. “Sono solo venuto per richiedere la lista dei partecipanti dell’Esposizione. Vorrei dare un’occhiata se è possibile.”

Passò vicino a Chloé da quella porta grande a sufficienza per due persone, sorridendole e facendole un cenno con la testa per rispetto e come segno di scuse per averla oltrepassata con impazienza senza averle chiesto il permesso di entrare.

“Ah sì, la segretaria me l’ha detto e mi ha portato i fogli. Sono un bel mucchio di persone, dovresti essere contento del successo che sta avendo.” Disse il Prefetto mentre cercava i fogli tra i vari plichi sulla sua scrivania, rimanendo in piedi.

“Certamente. Non ci aspettavamo di certo questa quantità di persone, ma da una parte è comprensibile visto che ci sono più di 30 Paesi partecipanti.”

“35 se non ho contato male. In effetti hai ragione. Immagino tu voglia tenere tutto sotto controllo e che proceda senza intoppi.”

Adrien arrossì leggermente e balbettò. “Uhm… Sì… certo. È così.” In parte era così, ma la vera ragione lo mise in leggero imbarazzo.

“Ma dove li ho messi?” continuò a cercare tra i documenti in pila e tra quelli sparsi sulla scrivania nel mentre lo intrattenne con altri argomenti. “In questi giorni mi sono chiesto la fine che farà quella torre rossa, così maestosa e luminosa.”

“Oh, parla della Torre Eiffel. Non si preoccupi per quella, è prevista la sua rimozione dopo l’evento.”

“Tutto quel tempo per costruirla per l’Esposizione e altrettanto per smontarla. E per cosa?”

“Per dimostrare come l’energia elettrica cambierà la vita di ogni cittadino. E penso che ci metteranno il tempo che servirà, magari la sua rimozione richiede minor tempo avendola già costruita, sapranno anche come smontarla.”

“Acuta osservazione, ragazzo. Osservazione che in questo momento mi sfugge...” sfogliò dei documenti.

“E invece devo ricredermi. Eccoli!” Disse prendendo il plico, assicurandosi che ci fossero tutti i fogli e li mise dentro una busta da documenti. “Ammiro la tua devozione a questo progetto, il tuo impegno è ben gradito. Ma fai attenzione con quei fogli, sono originali e non ci sono altre copie.”

“D’accordo. Grazie per avermelo detto, farò ancora più attenzione del solito.” Prese dalle mani del Prefetto la busta con i documenti che gli stava porgendo.

Il cuore di Adrien batté all’improvviso più forte appena ebbe la busta tra le mani.

Avrebbe trovato la sua Ladybug?

 

Chloé gli saltò al collo. “Adrien caro, la prossima volta che ti servirà qualcosa di urgente, fammelo sapere e lo avrai all’istante.” Avvicinò le labbra verso la sua guancia, ma Adrien che non l’aveva nemmeno abbracciata, prese i polsi di Chloé e tolse la presa al suo collo.

“Ti ringrazio Chloé, se mi servirà, per la prossima volta lo terrò a mente. Ma ora devo proprio andare, ho del lavoro che mi aspetta.” Si allontanò da lei mostrandole la busta e salutò entrambi.

“Grazie per la vostra disponibilità, come sempre.” Disse Adrien chinando appena la testa in segno di rispetto e gratitudine verso il Prefetto.

Il signore sorrise “Per ragazzi grati come te, questo è nulla. Se solo ce ne fossero altri.” Lui guardò di sfuggita la figlia e la figlia colse la frecciatina che punse come un ape. Spalancò la bocca senza dire nulla, ma quella espressione diceva tutto: come osi!

Adrien salutò anche Chloé rimanendole distante. “Chloé, alla prossima. Passate entrambi una buona serata.”

Adrien attraversò l’anticamera, un lungo corridoio pieno di porte e uffici, scese delle scale e uscì dalla Prefettura, respirando aria pulita che gli gonfiò i polmoni. Assaporò il momento. L’ossigeno fresco pompò il suo cuore impaziente nel scoprire qualcosa. Qualunque cosa su quella ragazza misteriosa, che di certo lo aveva rapito sentimentalmente.

Ancora davanti alla Prefettura, scese alcuni gradini dove la carrozza lo aspettò e Adrien vi ci salì. Ordinò al cocchiere, cui era anche la sua guardia del corpo, di ritornare a casa.

 

“Cosa volevi dire con quella affermazione? Che sono una figlia ingrata? Se la pensi così allora partirò tout de suite con la mamma! Appena questa… buffonata dell’Esposizione finirà! È ridicolo! Assolutamente ridicolo!” sbottò Chloé nell’ufficio del padre, incrociando le braccia.

“Non volevo dire che sei ingrata, sai quanto ti adoro figlia mia.”

“Bene. Se è così...” pensò a come potesse farsi perdonare e sogghignò. “Perché non annunci il mio fidanzamento con Adrien?”

“Fidanzamento? Ma non state nemmeno insieme...”

“Sì, lo so. È proprio questo il punto. Sia io sia Adrien abbiamo delle doti favolose e nessun altro le merita se non noi stessi.” Ridacchiò. “Insomma, ho un’età dove dovrei avere già un marito e come compagno di vita voglio il mio Adrien caro. Lui è perfetto. Lo adorano tutti. Ha una buona dote come ho già detto. E se lui è perfetto, vuol dire che è perfetto per me. Vedi di combinare qualcosa di buono con il padre, alla fine dei conti ci conosciamo da quando eravamo bambini. D’altronde, chi, è più adatta di me per lui?” Rise di gusto mentre continuava a gesticolare mentre parlava. “Quindi provvedi e cerca di non fare danni. Adesso ho cose più importanti da fare.” Tornò seria sventolando il suo ventaglio giallo e bianco in coordinato con il suo abbigliamento: ballerine bianche con bordo nero nascoste da una gonna lunga bianca impreziosita da un corsetto bianco e nero a righe, da sopra un coprispalle giallo di fattura pregiata; e se ne andò anche lei con aria altezzosa.

Il Prefetto si lasciò cadere sulla sedia della sua scrivania.

In che guaio si era messo?

   
 
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