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Autore: lmpaoli94    06/06/2020    0 recensioni
Giovanni, un ragazzo di vent’anni caduto in come dopo un grave incidente, giace ancora addormentato nell’ospedale della sua città dopo un anno dal fatto.
I suoi genitori che riponevano ancora flebili speranze sul suo risveglio, gli erano sempre rimasti vicini in quel momento difficile che sembrava non avere fine.
Dal canto suo, Giovanni doveva lottare nella sua mente per superare ostacoli di ogni tipo che gli si presentavano, raccontando tutto in un diario immaginario che ha deciso di scrivere dopo un anno di oblio e di buio dove la luce era solo una pura illusione e la speranza di rinascita, una vittoria ancora troppo lontana.
P. S.: le scritte in corsivo sono i pensieri e le parole durante il viaggio nella mente del protagonista
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mani attaccate al corpo in attesa che un giorno potessero muoversi da sole, internato in quel letto che sembrava prendere la mia forma.
Sentivo sempre il calore incessante di mia madre che non riusciva a staccarsi da me.
Percepivo le sue lacrime che incondizionatamente scendevano dal suo flebile viso pieno di disperazione.
Non avrei mai voluto che mia madre potesse arrivare a vedere questo, perchè non si meritava tali sofferenze.
Lei, come mio padre, non mi avevano mai fatto mancare nulla… Ed io, come un’egoista, avevo sottratto a loro la felicità e la serenità di vivere.
“Non voglio che mi guardiate con quegli occhi tristi… Ma d’altronde, non posso biasimarvi. Spero un giorno di poter tornare da voi e di riunire una volta per tutte la nostra famiglia.”
Questo era il mio breve pensiero mentre mi trovavo ancora immerso nel mio cammino, in compagnia di quell’angelo che aveva ripromesso di non lasciarmi mai più.
 
 
Dopo che mi ero pentito di averla offesa, l’angelo tornò da me dimenticando immediatamente tutto quello che era successo.
C’eravamo ripromessi che la nostra unione sarebbe stata indissolubile e che io non avrei mai fatti più pensieri negativi.
“Non so ancora il tuo nome, angelo.”
Girandosi verso di me per guardare il mio sguardo pieno di curiosità, la creatura si limitò a farmi un sorriso sincero.
“Perché non vuoi rispondermi?”
“E perché ti dovrebbe importare del mio nome?”
< Odio quando si risponde con un’altra domanda. >
“Mi sei entrata nel cuore, angelo. È normale che io tenga a te.”
“Sono felice che nella tua mente sia rimasta la giusta bontà verso il prossimo… E comunque gli angeli non hanno un nome. Almeno non quelli meno importanti.”
“Che sciocchezza. Tu stai mentendo.”
“Perché dovrei farlo?”
“Non lo so. Forse perché non vuoi che si sappia il tuo passato o magari quello che ri prima che tu diventassi una creatura celeste.”
“Da quello che so, io sono sempre rimasto un angelo” ribatté adirata la creatura.
“Va bene, non parliamone più… Però mi sarebbe piaciuto chiamarti con un nome di persona invece che semplicemente angelo.”
“Ma io non sono una persona, Giovanni. Sono uno spirito celeste.”
“Allora secondo te come dovrei chiamarti?”
“Se ti può far star bene, chiamami Ambra.”
“Ambra? Ma è un nome di persona.”
“Lo so. È quello che vuoi, no?”
Guardandola con sguardo allibito e confuso, non riuscivo a capire perché si comportava in una maniera così irascibile.
“Temo che Montalcino non è più un luogo sicuro se in giro c’è quel dannato serpente che vuole ucciderti. Sarebbe meglio che tu decidessi di cambiare città.”
“E come potrei farlo? Con la forza della mente?”
“Esatto. Mai sentito dire che volere è potere? E tu hai il potere dei tuoi pensieri.”
Ma pensandoci bene, non volevo andarmene via da quel posto che mi ricordava la mia infanzia e i momenti felici con la mia famiglia.
“Magari potrei far sparire quell’uomo che ha cercato di aggredirmi… Anche se mi piacerebbe capire perché tu lo chiami serpente.”
“Perché dentro la sua anima maledetta ho visto il serpente che ha tratto in inganno Adamo ed Eva e che sono stati cacciati dall’Eden, dando inizio così al peccato.”
“Certo. Doveva pur esserci qualche collegamento con la bibbia…”
“Non per altro sono un angelo, Giovanni.”
“Un angelo di nome Ambra” ribattei sorridente “Devo dire che quel nome mi piace molto. Ambra l’angelo. Suona bene, non trovi?”
“Se lo dici tu… Cambiando argomento, tu credi in Dio, Giovanni?”
Nel sentire quella domanda, decisi che la migliore risposta era credere ad un Dio superiore che operava in maniera misteriosa.
“Non sono un grande religioso e uomo di chiesa come lo è mio nonno materno. Ma sicuramente posso credere in un Dio che vige sulle nostre vite. Come un guardiano.”
La risposta, per quanto strana potesse essere, lasciò interdetto il giovane angelo.
“Ma sì, perché no? mi piace la tua risposta.”
“E comunque, tornando al mio spostamento in un’altra città, potrei desiderare di far sparire quell’uomo maledetto così che potremmo rimanere qui a Montalcino tutto il tempo necessario.”
“Potresti farlo. Ma non so se succederà.”
“Oppure potrebbe aver imparato la lezione e non farmi più del male. In fondo lui non può contare su un angelo protettore come me visto che da come me l’hai descritto, potrebbe provenire dall’inferno.”
“Però, da giovane uomo cristiano che sei, credi nell’inferno e nel paradiso?”
“Quando la smetterai di farmi domande inopportune che sarebbe difficile per chiunque rispondere.”
“Giovanni, non ti preoccupare. Non sono qui per giudicarti.”
“Lo immagino… Però in questo momento non so cosa credere. Sono sospeso tra la vita e la morte e il mio corpo è addormentato su un letto d’ospedale. Credi che la tua domanda sia molto inerente al caso?”
Senza volerlo, avevo risposto ancora male all’angelo.
Con sguardo rammaricato e ferito, gli chiesi immediatamente scusa guardandola dritto negli occhi.
“I tuoi occhi azzurri sono davvero imperscrutabili e misteriosi. Non ho mai visto un colore così intenso e acceso.”
“Se fossi una donna umana ti saresti innamorato di me?”
“Adesso mi vuoi fare imbarazzare?”
“Sei un ragazzo molto dolce, Giovanni. Anche se giustamente la tua rabbia e il tuo nervosismo sono palpabili… Ma dovremmo parlare di qualcosa in questo tuo cammino.”
“Sicuramente… Però preferirei conoscere realmente quale potrebbe essere la mia missione, invece di parlare di queste cose futili.”
“Ti annoio così tanto? Voglio ricordarti che se ti risveglierai, non ci rivedremo più. Quindi perchè perdere tempo rimanendo in silenzio?”
“Tempo? E io che credevo che il tempo non potesse esistere.”
“Nella tua testa no, ma nella realtà sì.”
“Secondo me il tempo è una percezione troppo complicata che una mente come me non potrebbe mai capire.”
“Forse perché non ti sforzi… Ma come diresti tu adesso, non è un tuo problema.”
“Brava. Sono contento che tu abbia capito.”
E nel mentre proseguivamo all’interno della città come se fossimo una coppia d’innamorati, il sapere che cosa realmente rappresentava l’angelo nel suo passato, stava diventando per me una questione davvero importante.
   
 
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