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Autore: sallythecountess    06/06/2020    1 recensioni
Superata la soglia dei famosi quaranta, un gruppo di amici storici si ritrova e finisce col confessarsi le paure, gli sbagli e i desideri. C'è chi ha deciso di crescere e mettere la testa a posto, chi invece è tornato ragazzino, chi aspetta un figlio da un uomo sconosciuto e poi ci sono loro: lo chef Dubois e la sua storica amata, che dopo un doloroso divorzio continuano ad amarsi ai lati opposti del globo, senza avere il coraggio di provare a recuperare il loro rapporto, fino ad un'estate speciale...
Ricordo a tutti che questa storia è il capitolo conclusivo della serie "La ragazza di Tokyo" e potete leggerla da sola, oppure iniziare a leggere qui la serie https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo:
Lor nella sua stanza, cominciava a essere preoccupato, perché era passata più di mezz’ora e lei non si era ancora presentata. Cominciò a tormentarsi i capelli con la mano sinistra, come faceva sempre quando era nervoso, e con la destra faceva ruotare preoccupato il cellulare. Doveva scriverle? Chiamarla? Certo che sarebbe stato davvero un colpo terribile se lei non si fosse presentata, gli avrebbe fatto un male assurdo. Il suo cuore tremò quando il suo cellulare emise un flebile suono, e pensò che fosse Alice che lo avvertiva che non lo avrebbe raggiunto. Per un attimo chiuse gli occhi e sbuffò, ma poi notò che il messaggio era di Mike nel loro gruppo e sorrise.
Alice, nel frattempo, ci aveva pensato un milione di volte, ma poi  aveva deciso che doveva andare, ma era oggettivamente sudata e doveva cambiarsi, così si fece una doccia rapida, si sistemò il trucco e con il cuore in gola indossò un completino molto sexy, una vestaglia e corse incontro al suo destino.
“Finalmente…”
Le disse, aprendole con l’uniforme da chef aperta e Alice dovette sforzarsi di stare calma, ma il cuore le finì totalmente in gola. Era incredibilmente bello, con i morbidi riccioli un po’ in disordine, la giacca che mostrava parte del suo petto e gli addominali e uno sguardo incredibilmente sensuale. Lor era il peggiore dei tentatori, e Alice sorrise pensando che non lo vedeva così arrogante, sensuale e sicuro da moltissimo tempo, ma che quello era l’uomo di cui era stata innamorata per la maggior parte della sua vita.
In realtà Lor era molto impressionato, perché la vestaglietta di seta di Alice stava a significare che lei aveva preso sul serio quel suo invito e lui non se lo aspettava minimamente.
Alice, fingendo una sicurezza che non aveva, lo scostò dalla porta per entrare e stendendosi sul letto gli disse piano “allora?” sforzandosi di sembrare  più calma e sensuale che potesse, ma lui sorrise perché era evidentemente nervosa.
“Allora c’è una cosa che voglio da te subito, perché altrimenti non possiamo continuare…”
Le disse, fissandola molto intensamente, e lei ingoiò la saliva, ma annuì soltanto, con le guance un po’ arrossate ed immensi occhi da bambina. Voleva dargli qualsiasi cosa lui volesse, sapeva che non sarebbe mai stata in grado di rifiutarlo, ma poi Lor le fece una richiesta strana.
“ E so che ti arrabbierai, perché ti arrabbi sempre, ma voglio, mon amour, che tu mi dica perché è davvero finita tra di noi…”
Quella frase fu un po’ troppo impegnativa da sentire per Alice, perché si aspettava strane richieste sessuali, non un chiarimento, ma capì di doverglielo, così sbuffando rispose “che idea ti sei fatto, vediamo…”
“Che te ne sei andata perché hai sposato un fallito che ti ha dato per scontato…”
Sussurrò Lor con il cuore in gola, perché aveva il terrore che il suo peggior incubo si avverasse e che gli dicesse che lo avesse lasciato solo perché aveva scoperto che la società era in bancarotta, ma Alice scosse solo la testa, facendolo finalmente tranquillizzare. Probabilmente Dug aveva mantenuto la promessa e lei evidentemente non sapeva nulla.
“Se avessi dovuto lasciarti solo perché mi hai dato per scontato, non avremmo mai avuto Fred e George, e lo sai.”
Rispose cercando di sorridere e lui avvicinandosi pianissimo le sussurrò occhi negli occhi “…dimmelo, allora. E’ per Toshio? Per i problemi economici? Perché sono un cattivo padre? Ti prego, ma plumette dimmelo…”
“tu non c’eri…” sussurrò pianissimo, scostando lo sguardo e Lor pensò solo “grazie a Dio è solo per questo!” ma agitato aggiunse “Lo so Alis, io non c’ero, mais maintenant è un’altra storia. Adesso io ci sono, sono qui e non voglio andare via di nuovo, anzi…”
“Non capisci…” aggiunse lei, con occhi bassi, sospirando con forza, e poi finalmente disse “…io stavo malissimo, non avevo idea di cosa mi stesse succedendo, ero spaventata e confusa,ma tu non c’eri. E non sai quanto faccia male svegliarsi da sola in un ospedale senza avere la minima idea di cosa sia successo, con le infermiere che chiedono ‘ma suo marito non c’è?’ e ti guardano come per compatirti.”
Aveva letteralmente buttato fuori tutto d’un fiato, senza guardarlo, ma Lor sconvolto sussurrò solo “Quoi? Di cosa stai parlando?”
“Sono stata male per giorni prima di svenire addosso a Rosalinde, che terrorizzata ha chiamato l’ambulanza. Avevo sintomi strani, mi sentivo debole, confusa, e stavo sempre peggio. Era quel famoso mese di gennaio in cui hai iniziato a non tornare più a casa. Non volevo dirtelo a telefono, aspettavo che tu tornassi a casa, ma non tornavi mai, e ultimamente quando insistevo con Vivienne per farmi parlare con te tu urlavi come un pazzo di non avere tempo per “queste seccature” che poi ero io.”
Lor si ricordò di quella frase, del momento in cui era quando l’aveva urlata e si sentì morire pensando ad Alice malata, ma non disse nulla, le prese solo la mano.
“E poi quella notte ho spaventato da morire la domestica. Sono andata in coma diabetico, mi sono risvegliata, ma tu non c’eri, come sempre, e provare a chiamarti era inutile.” Aggiunse addolorata, ma Lor scoppiò e le disse con foga “Ma…io non lo sapevo. Perché non hai detto ‘sono in ospedale’ o cose simili? Perché non mi ha chiamato un medico, un infermiere o che so io? Stavi male dannazione. E certo che non ti ho richiamato, pensavo…”
“Hanno chiamato, ma nel mio tesserino c’era il numero di casa e ovviamente ha risposto Rosalinde. Quando mi sono svegliata ho chiesto di poterti chiamare io, perché temevo di farti morire di paura, ma non ce l’ho fatta a dire a Vivianne i miei problemi e tu avevi ricominciato a urlare, così… ho lasciato perdere. Ho smesso di lottare per una storia d’amore in cui erano rimasti solo i miei sentimenti, e ho deciso di proteggermi dall’amore che provo per te scappando il più lontano possibile.”
Alice aveva sorriso molto dolcemente nel dire le ultime parole, ma Lor era stato soffocato dalle sue emozioni e l’afferrò forte per stringerla sussurrando in francese “amore mio, amore mio mi dispiace” facendola commuovere per un secondo.
  Affondando il viso nei suoi capelli sussurrò solo “hai ragione. Hai ragione ad odiarmi, hai fatto bene ad andare via senza dire una parola, io avrei fatto peggio. Perdonami.”
“Lor, ascolta” bisbigliò Alice in francese e lui allora ritrovò il coraggio di guardarla negli occhi e sorrise, perché lei stava sorridendo.
“…non sarei qui se non lo avessi superato. Non avrei speso centinaia di sterline per questi capelli e un’imbarazzante ceretta brasiliana troppo invasiva…e non sarei nuda sul tuo letto, se non avessi deciso di perdonarti…”
Aveva uno sguardo dolcissimo e Lor non potè resisterle, così finì con l’abbracciarla forte e baciarla e lei ovviamente lo lasciò fare, ma poi lo chef decise di tornare alla ragione e l’allontanò per potersi alzare. Doveva farle una confessione e non sarebbe stato facile farlo, così con atteggiamento molto serio le disse “…francamente credo che tu abbia fatto bene ad andartene perché non ti meritavo in quel periodo, ma neanche io stavo molto bene.  Senza giri di parole Alis: ho mandato in crisi la società”
Alice spalancò solo gli occhi, incredula, ma lui nervoso confessò tutto d’un fiato “…ho perso migliaia di dollari negli ultimi anni. Ho dovuto vendere il ristorante in Francia e tante altre proprietà. Ero preoccupato, pieno di debiti e in crisi, per questo non c’ero mai, perché mi sono dannato l’anima su quei fottuti libri contabili per provare a trovare una soluzione. Non dormivo, non mangiavo, non accarezzavo neanche i miei figli e tu non te ne sei accorta, non ti sei neanche accorta che ero a pezzi. All’inizio te ne avevo anche fatto una colpa, perché mi ossessionavi con i ragazzi, con quelle chiamate continue e io mi sentivo ancora peggio. Sono quasi col culo per terra Ali, e se non ti sembra un buon motivo per perdere la voglia di esistere…beh non ne ho un altro.”
“mon coeur…” sussurrò Alice piano, con gli occhi pieni di lacrime, sentendosi uno schifo per come lo aveva trattato, ma lui le sorrise piano e ricominciò a baciarla, tanto da spingerla a togliergli l’uniforme da chef e passare le mani lungo il suo corpo.
 “Hai fatto bene a lasciarmi, però. Non voglio giustificazioni, mi sono fatto prendere dalle mie paranoie tanto da ignorare quello che avevo intorno, ed è imperdonabile. Io potevo perderti, senza avere neanche avuto la possibilità di salutarti, sarebbe stato terribile. Sarei morto Alis, e non a parole: mi sarei lanciato sotto al primo autobus se tu fossi morta e io non ti avessi richiamato. E’ una cosa oscena…”
  “Adesso però basta” sussurrò Alice, commossa per le sue parole e Lor annuì soltanto e baciandola rispose  “basta cazzate. Io torno ad essere me, tu torni ad essere te e…torniamo ad essere una famiglia. E non mi fermerà nessuno, né Toshio,né la tua famiglia e neanche un cavolo di Sith potrebbe fermarmi. Mi sto riprendendo la mia vita. Io non ripeterò gli sbagli che ho fatto, mi prenderò cura di te a qualsiasi costo e…non sarà facile, ma posso farlo. Posso riprendermi mia moglie. E non dire niente, non c’è niente da dire.”
“Non lo so Lor…”
Rispose Alice seria e per un attimo Lor morì, ma poi lei aggiunse “da solo…contro un Sith secondo me non ce la fai. Quelli sono potenti e malvagi allo stesso tempo, ti fanno il culo prima che tu possa tirar fuori la spada e poi...sono spaventosi con quegli occhi rossi.”
Lor cominciò a ridere forte in quel momento, ma fu la risata liberatoria di cui entrambi avevano bisogno e Lor rispose solo “Ah glielo faccio vedere io…”.
Ricominciarono a baciarsi, allora, e Alice cominciò di nuovo a toccarlo un po’ troppo, ma lui con un sorriso malizioso le sussurrò all’orecchio “…e niente sesso Alis. Bisogna fare le cose con calma…” e lei estremamente sorpresa non seppe cosa pensare.

Nota:
Ciao a tutti, scusate per questo capitolo lunghissimo, ma era difficile da spezzare. Allora che cosa ne pensate di questa situazione? Chi ha torto e chi ha ragione? Fatemi sapere, vi aspetto!
   
 
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