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Autore: Serperossa20    06/06/2020    1 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata a finire se quel giorno Jessica non avesse fatto quella scelta? Se ne avesse compiuta un'altra? Se avesse scelto di stare con lui e sacrificarsi e ingoiare tutto l'odio, il rancore e l'ostilità per rendere Kevin un uomo migliore? Vi siete mai coricati pensando, prima di addormentarvi, cosa sarebbe successo, come sarebbe finita SE? Beh, io sì e non sapete quanto, tanto che non ho potuto più stare ferma. Dovevo cambiare le cose in qualche modo quindi se volete, potete farmi compagnia mentre scopriamo insieme come sarebbe andata a finire SE. Buon lettura :)
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Non mi piace affatto la tua idea, e non ha neanche senso
- Ma non fare la femminuccia
È da più di un quarto d'ora che Jessica e Killgrave stavano discutendo. 
Durante il tragitto, la detective gli aveva spiegato il suo piano e con uno stratagemma ben congegnato e i tempi giusti, erano riusciti a convincere, o meglio Killgrave aveva obbligato il giudice a rilasciare Hope firmando il consenso di rilascio. Ora si trovavano fuori dalla prigione ad aspettare che Hope uscisse, perciò Jessica voleva approfittarne per attuare l'ultima parte del piano. Fino a quel momento il moro si era trovato più o meno d'accordo con tutto, certo trovava tutto un dispendio inutile di energie ma se quello rendeva la sua Jessica contenta, l'avrebbe fatto volentieri.
Piuttosto, aveva da ridire sull'ultima parte del piano, di cui era venuto a conoscenza solo in quel momento e che non gli andava per niente a genio. 
- Perché mai dovrei accettare una cosa del genere? Che poi trovo ironico che tu me lo stia davvero chiedendo quando non ti sei mai scomodata a farlo - disse incrociando le braccia al petto, lievemente risentito. 
L'ultima parte del suo brillante piano era, per l'appunto, usarlo letteralmente come sacco da box. 
Non ci teneva, non voleva provare dolore e non ci trovava il senso. Perché accidenti doveva accettare? Solo perché questa volta glielo aveva chiesto? Ok che farebbe di tutto per lei, ma accettare volontariamente di essere picchiato solo per alleviare un suo cruccio non lo trovava sensato, per niente. 
- Non mi sono mai scomodata perché in quelle occasioni te lo meritavi
- Vuoi dire che me lo merito anche questa volta? - chiese risentito e un po deluso. Era convinto di essersi comportato bene, non aveva combinato guai come le aveva promesso e poi si erano toccati. Cioè lei gli aveva preso il polso per fermarlo ma da una parte era anche convinto che lei avesse bisogno di quel contatto, di lui in quel momento. In definitiva, la giornata non poteva essere delle migliori ma ora questo. Tutta una mera illusione, il suo essere accomodante, il non urlargli contro e minacciarlo ogni tre per due, la sua gentilezza quasi, tutto per arrivare al mero obbiettivo di picchiarlo, sfogarsi ed usarlo per l'ennesima volta. E poi fece un sorrisetto amaro perché questa volta glielo aveva chiesto, sembrava che lo volesse solo prendere in giro. Si aspettava veramente che lui accettasse così tranquillamente solo perché glielo chiedeva? Preferiva di gran lunga un pugno a tradimento, almeno così non l'avrebbe delusa. 
- Cristo santo Kevin ascoltami! - alzò la voce per riottenere la sua attenzione, tirandolo fuori da quel turbine di pensieri in cui era rimasto incastrato - Mi hai stupito oggi - rivelò ottenendo la sua completa attenzione - Pensavo che per te ogni scusa fosse buona per comandare a bacchetta la gente - disse tornando a guardarlo - Mi hai fatto ricredere sulle mie stesse convinzioni e ne sono sollevata - rivelò infine stupendolo non poco. 
- Ma allora perché.. 
- Non lo faccio per me, certo vorrei sfogarmi ma non su di te per una volta. Ma devo per Hope - sospirò - Le ho promesso che l'avrei vendicata, le ho promesso che ti avrei catturato e sbattuto in prigione, e neanche in una qualunque a dire il vero
- Ma che premurosa
- Chiudi il becco - sbottò guardando l'ora sul suo orologio - Non posso rispettare completamente ciò che le ho promesso senza mandarti in prigione e non basterebbero neanche delle semplici scuse
- Come fai a dirlo? N-
- Io so esattamente cosa sta provando - lo interruppe con tono mortalmente serio, zittendolo all'istante - Lei non accetterà mai delle banali scuse, non lo farei neanch'io. L'hai rapita manipolata, l'hai obbligata a fare chissà quali cose schifose. L'hai stuprata Killgrave e non ti azzardare neanche a dire il contrario, è quello che hai fatto, per quanto tu possa non crederci, e ora devi pagarne le conseguenze - lei lo guardò dritto negli occhi scandendo ogni parola il più chiaramente possibile - Tu l'hai obbligata ad uccidere i suoi genitori e come minimo lei pretenderà che tu soffra almeno quanto lei, o quasi - il moro alzò gli occhi al cielo sbuffando - I sensi di colpa non ti logorano solo perché non sei stato amato e hai avuto dei genitori di merda. Lei amava i suoi genitori in un modo che tu non potrai mai capire e come minimo ha tutto il diritto di vederti soffrire 
L'incantatore ascoltò tutto il discorso senza fiatare, soppesando ogni parola e soffermandosi su altre cercando il senso di tutto quel fiume di parole troppo dirette, troppo vere. 
- Ne hai fatto una questione personale vedo
- Devo, in fondo è colpa mia se lei ora è lì dentro
- Ma è merito tuo se ora sta per uscire
- Sto solo adempiendo ad una promessa. La mia colpa la sto ancora espiando - rivelò - Ho scelto di stare con te perciò se non lo vuoi fare per Hope, per darle un po di giustizia, allora fallo per me.....per favore - gli chiese parandosi davanti a lui. 
Il movimento fece sfiorare le loro mani e Kevin non seppe se fu involontario o meno, ma non seppe resistere allo sguardo che gli stava donando. Lo stava supplicando con gli occhi, con quei caldi occhi smeraldini che gli fecero mancare il fiato per un attimo. Erano incatenati, né si avvicinavano né si allontanavano l'uno dall'altra. In completa stasi, niente aveva più importanza attorno a loro, almeno per lui. Una vocina nella sua testa gli stava urlando di fare attenzione, che era ancora troppo presto per fidarsi, di non nutrire false speranze e lo avvisava che molto probabilmente lo stava bellamente manipolando ma quella stessa vocina venne completamente ignorata e buttata da qualche parte, ben lontano dalla ragione che in quel momento era quieta e silenziosa. Era completamente nelle sue mani, in quel momento le avrebbe permesso di modellarlo a suo completo piacimento e lui non avrebbe obbiettato neanche per un istante. Poteva fargli quello che voleva e lui non avrebbe fatto resistenza. Si disse che quello era amore, un'amore folle e malato ma pur sempre amore e in quel momento non gli importava. 
Alla fine, sempre senza mai distogliere lo sguardo dal suo le rispose sorridendo appena. 
- Hai vinto mia cara. Ma! - la interruppe appena le vide la gioia sul volto. 
Il sorriso di soddisfazione che le si stava creando in volto le si affievolì appena sentì quel 'ma'. Era ovvio che pretendesse qualcosa in cambio ma una parte di lei sperava che non accadesse, che lo avesse convinto abbastanza da fargli fare una buona azione senza compromessi ma era fin troppo presto ancora
- Ma...cosa?
Il moro la mantenne volutamente sulle spine per qualche istante, tanto per procurarsi una piccola rivincita, prima di rispondere
- Ma pretendo che tu mi faccia da dolce infermiera quando saremmo tornati a casa - disse ed entrambi rabbrividirono appena al sentire la parola 'casa', prendendo solo in quel momento coscienza del fatto che quella era veramente la loro casa. 
Alla fine Jessica sbuffò divertita, e parecchio sollevata; poteva andarle peggio in fondo 
- D'accordo stronzetto viziato che non sei altro, non penso che morirò per qualche cerotto e un po di ghiaccio - disse guardando di nuovo l'ora. 
Hope sarebbe uscita a momenti perciò dovevano sbrigarsi. 
- Tranquillo, per stavolta mi conterrò - gli disse vedendolo tendersi, pronto ad essere colpito. 
- Che onore - provò a sdrammatizzare. Odiava il dolore ma ormai era in ballo, non poteva più tirarsi indietro. 
- Conta fino a tre - gli disse mettendosi in posizione. 
L'incantatore fece un sospiro profondo prima di cominciare a contare
- Uno - e chiuse gli occhi. 
- Due - e gli tremò leggermente la voce ma non riuscì neanche a pronunciare 'tre' che venne colpito in pieno viso come se fosse stato colpito da un mattone. Sentì lo zigomo sinistro esplodere e pulsare furiosamente; sapeva che il livido gli sarebbe rimasto per giorni. L'unica cosa che pensò appena finì a terra agonizzante fu che almeno una parte della sua faccia sarebbe stato del suo colore preferito, e questo lo fece sorridere appena. 
Proprio mentre sputava tutto il sangue che gli si era raggruppato in bocca, la porta della prigione si aprì catapultando all'istante l'attenzione di Jessica sulla ragazza che era comparsa sulla soglia. 
La mora si accorse subito di quanto la bionda fosse dimagrita, con occhi solcati da profonde occhiaie scure e si muoveva lentamente, come se ogni movimento le provocasse enorme sforzo. 
Ma appena la bionda si accorse della sua presenza, si portò una mano ossuta alla bocca, trattenendo un singhiozzo. 
Le corse subito incontro, abbracciandola forte, piangendo sulla sua spalla, sollevata che avesse mantenuto la promessa. 
Praticamente, nell'arco di neanche un giorno era stata ufficialmente battezzata come spalla su cui piangere, essendo la seconda volta che le capitava in poche ore. Inevitabilmente i suoi pensieri tornarono a Trish chiedendosi come stesse. 
- Shh è tutto a posto - provò a consolarla. Non era mai stata brava in queste cose, era Trish l'esperta, non lei. 
- Grazie - singhiozzò enormemente sollevata - Grazie per non avermi lasciata
- Non l'avrei mai permesso - le dichiarò facendola sorridere felice. 
Si guardarono felici e sorridenti, ed enormemente sollevate ma poi il momento venne brutalmente spezzato
- Per fortuna che ti sei contenuta Jessica - si palesò Killgrave alzandosi a fatica in piedi sputando ancora sangue. 
Ne aveva il mento e la barba ricoperti, la guancia aveva già preso un nuovo colore e l'occhio sinistro anche, gonfiandosi appena. Si portò una mano alla parte sinistra del volto, boccheggiando appena per il dolore. Si accorse anche di avere un profondo taglio alla zigomo e per un attimo si guardò attorno pensando veramente di essere stato colpito con un mattone. 
In concreto, era un disastro, per non parlare del suo bel completo. Non osò neanche guardare in che stato fosse per non deprimersi ulteriormente. 
Ma mentre lui pensava solo al suo dolore, Jessica si ricordò della sua presenza e anche del fatto che Hope non ne sapesse nulla. Difatti, questa riconobbe immediatamente la voce, anche se leggermente alterata per la botta, e si girò di scatto impallidendo all'istante. 
- Hope - la chiamò la detective prendendole un braccio. 
Questa subito provò a scostarsi e dimenarsi non riuscendo manco a parlare dallo shock. 
- Hope calmati, guardami. Guardami! - alzò la voce afferrandola saldamente per le spalle per girarla e incatenare i loro sguardi - Non sei in pericolo 
- Come puoi dire questo? Lui è qui, lui prenderà di nuovo il controllo, su di me, e su di te....io non....non lo rivoglio dentro la mia testa! - urlò piangendo dimenandosi tanto che Jessica la strinse forte a sé, lasciandola solo quando si fu calmata abbastanza da poterle riparlare. 
- Hope guardalo - ma la ragazza agitò la testa, negando violentemente, gli occhi saldamente chiusi. 
- Hope fidati di me. Ti prego guardalo - e a queste parole non riuscì a dirle ancora di no. 
Perciò, riluttante, si girò lentamente e solo alla fine si decise ad aprire gli occhi, osservandolo per la prima volta. 
Aveva mezzo volto tumefatto, i vestiti sgualciti e sporchi di sangue e anche se provava a mantenere la sua aria spavalda, si vedeva lontano un miglio che stava soffrendo, e anche tanto. 
Non riusciva a crederci, l'oggetto dei suoi incubi continui, lì davanti a lei ridotto a quello stato. Come era possibile? Le venne il pensiero che forse era stata Jessica a fargli ciò, così portò lo sguardo prima sulle nocche della sua mano leggermente arrossate e poi si di lei. Lei assentí con la testa rispondendo alla sua muta domanda. 
- Come.... 
- Non importa, Killgrave non ti farà più del male - e poi guardò fisso lui - Non lo farà più a nessuno, ti do la mia parola - ma lui la guardò torvo in risposta. 
Magari un pochino se lo era meritato, ma solo un pizzico sia chiaro. Non aveva alcuna intenzione di essere picchiato di nuovo. 
Hope stentava ancora a crederci; guardava lui, poi lei e viceversa metabolizzando il tutto arrivando ad un certo punto a formare un'idea. Un'idea che avrebbe tanto voluto mettere in pratica
- Quindi potrei... - mormorò la bionda con una strana luce negli occhi.
In qualche modo, la detective captò i suoi pensieri stroncandoli all'istante. 
Guardò l'uomo prima di risponderle
- Uhm per quanto sarebbe bello vederlo preso a pugni da qualcun altro che non sia io per una volta, non vorrei calcare troppo la mano. Sai, mi è costato molto convincerlo con le buone a collaborare, siamo solo all'inizio e non vorrei rovinare tutto - disse vedendo la delusione nello sguardo della ragazza. 
- Se questo lo chiami convincere con le buone... 
- Chiudi il becco - sbottò, minacciandolo con lo sguardo per poi ritornare a guardare la bionda, ancora stretta fra le sue braccia - Ti può bastare, Hope? Non finirà in prigione è vero e non pagherà legalmente per i suoi crimini ma ti assicuro e ti prometto che gli farò passare le pene dell'inferno - affermò determinata, anche se omise la parte 'quando se lo meriterà' ma lo fece solo per tranquillizzarla. Infatti questa sua determinazione, le bastò per convincersi e a seppellire almeno un po del suo dolore e dei suoi sensi di colpa costanti. Guardò un'ultima volta l'uomo che le aveva rovinato la vita, che nel frattempo calciava via qualche sasso, per niente interessato alla situazione o a lei direttamente, facendola sorridere amaramente. Non era mai stata niente per lui e questo lo sapeva ma in quel momento ne ebbe la completa certezza. Almeno poteva convivere con l'ultima immagine di quell'uomo ora stravolto e malandato e provare ad andare avanti anche se non sapeva neanche da che parte cominciare. Tutti la credevano un'assassina, suo fratello la pensava morta e molto probabilmente la starà anche odiando, aveva lasciato la scuola e non aveva più amici o una casa. 
In quel momento realizzò che forse sarebbe stato meglio rimanere in prigione a vita, perciò tutta la sua gioia venne di netto sostituita da una profonda tristezza e malinconia, e le lacrime ripresero a scorrere libere e calde, ma non più di gioia
- Ma cosa....farò....adesso? - singhiozzò angosciata - Non ho un posto dove stare....tutti mi odiano 
- Non è vero.....ascolta - poi alzò lo sguardo sull'uomo - Passami il telefono
L'incantatore le rivolse uno sguardo sospettoso inarcando un sopracciglio, anche se a causa del gonfiore sembrava più una smorfia che altro. 
- Cristo, non voglio fare niente di che, non fare lo stronzo diffidente per una volta - sospirò esausta. 
Alla fine, anche se riluttante, l'uomo si avvicinò dandole il suo telefono e controllando le sue mosse. La sua vicinanza tese come una corda di violino la bionda ma non ci fece neanche caso. Alla fine Jessica aveva solamente salvato il numero di Trish sul telefono della ragazza, con indirizzo annesso, e le aveva detto di rivolgersi a lei per qualsiasi cosa. 
- Grazie Jessica - disse sinceramente prendendo la borsa da terra, pronta ad andarsene. 
- Sai - la fermò all'ultimo la mora - c'è un....gruppo di sostegno per....sai per persone come me e te. Non sei sola Hope, sappilo - disse facendola commuovere. 
Alla fine le disse di chiedere di Malcolm a Trish, se ne volesse sapere di più e la salutò definitivamente. 
La osservò andarsene finché Hope non oltrepassò la strada, sparendo dalla sua vista. 
Si mise a contemplare l'orizzonte ripensando alle sue scelte, sperando in cuor suo che almeno lei potesse ricominciare e vivere una vita normale. Se lo augurò caldamente. 
- Abbiamo finito? - le chiese Kevin affiancandola. Si mise le mani nelle tasche con fare indifferente volendo solo tornare a casa. 
La ragazza sospirò forte, dandosi forza e prese a camminare in direzione della macchina con Killgrave al seguito. 
Alla fine, salirono in macchina, diretti a casa; l'ora di pranzo quasi del tutto passata ma non importava. Jessica era un po triste ma comunque sollevata che quel capitolo fosse finalmente finito. Ora poteva concentrarsi solo su un unico obbiettivo, quello che in quel momento era seduto al suo fianco mentre si stava pulendo il viso con un fazzoletto umido preso chissà dove. 
- Un gruppo di sostegno, eh? - se ne uscì d'improvviso sghignazzando. 
La ragazza lo ignorò bellamente, non volendo dargli alcun tipo di informazione. 
- Ne sono lusingato sai? 
- Oh ma falla finita coglione - sbottò anche se però un piccolo sorriso divertito era riuscito a farglielo spuntare, inevitabilmente.

 

 

Ma ciao! E anche con Hope è finita. O ritornerà, chi lo sa (io no ahahaha). Comunque volevo solo avvertirvi che per un paio di settimane o forse tre non aggiornerò perché devo sostenere un esame. Vi prego datemi buona fortuna!!!!! Appena finito questo periodo di ansia e stress giuro che aggiorno, per la gioia mia e vostra soprattutto!!!! Un bacione e buone vacanze!!!! 

   
 
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