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Autore: inu_ka    07/06/2020    5 recensioni
[Kakuriyo no yadomeshi]
[Kakuriyo no yadomeshi]Il dio Inari scompare misteriosamente. La sua scomparsa avviene nell'imminente evento del festival, i suoi templi principali rimangono scoperti, l'affluenza di fedeli e visitatori è particolarmente consistente e le kitsune del dio non sono all'altezza della situazione. In sostituzione del dio, vengono convocate tre potenti kitsune che verranno inviate nei tre templi principali del dio Inari, inoltre si verrà a conoscenza dell'esistenza di un altro Reame, il "Reame Nascosto", a loro del tutto sconosciuto. Le tre kitsune saranno all'altezza del compito? Riusciranno a trovare il dio Inari? E cosa sarà questo misterioso Reame Nascosto?
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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- D… Di… Dio Inari, siete voi? - Domandò balbettando Ginji.
La divinità dinanzi a loro, altri non era che il Dio Inari.
La divinità non li degnò di uno sguardo, soffiò nell’aria, e da essa provenne una strana polvere.
Improvvisamente, gli youkai presenti nel Regno Nascosto, iniziarono ad attaccarsi tra di loro, inclusi i cinque youkai.
- Distruggete tutto ciò che vi circonda. - Ordinò Inari.
Tutti obbedirono all’ordine e iniziarono a distruggere le varie costruzioni.
I danni maggiori li provocarono le tre kitsune e i due guardiani.
 
- FERMATEVI. -Urlò una ragazza.
Nel Regno Nascosto, apparvero Nanami, Aoi e Ririchiyo.
 
Fortunatamente, dopo vari tentativi, Aoi era riuscita a scoprire dove si trovava il portale, e erano giunte appena in tempo.
 
- Venendo qui, mi hai risparmiato una bella seccatura. Non dovrò cercarti. - Disse il Dio sorridente.
Le ragazze osservavano la divinità interdette, non sapevano a chi di loro si stesse rivolgendo.
- A quanto pare non avrò solo una ragazza pura, ma ne avrò addirittura due. - Costatò il Dio, facendo una risata malefica.
Nanami aveva scorto in lontananza i suoi amici ed era corsa immediatamente verso di loro, ignorando la presenza della divinità.
 
- TOMOE. - Urlò la ragazza.
Lo youkai anziché rispondere alla sua amica, la stava attaccando.
- Tomoe, cos’hai? Non mi riconosci? Sono Nanami. - Cercò di farlo rinsavire.
Da lui non si udiva risposta. Stava per attaccarla di nuovo, quando la ragazza protese le mani, sfiorando lo youkai. Il tocco della ragazza aveva avuto il potere di far risvegliare l’amico.
- Na… Nanami. - Pronunciò terrorizzato Tomoe, vedendo la maglietta insanguinata della ragazza. - Cos’ho fatto? Perdonami. - Disse, chinando il capo per la vergogna.
- Non è niente, è solo un graffio. - Cercò di rassicurarlo Nanami.
Tomoe strinse la ragazza, lasciandosi sfuggire qualche lacrima. In quell’attimo, al fiuto dello youkai giunse uno strano odore.
- Sorbo degli uccellatori. - Pronunciò stupito.
- Cosa? - Domandò la ragazza, che trovava strane quelle parole.
- Il sorbo degli uccellatori, ha il potere di prendere possesso delle kitsune e di qualsiasi altro essere sovrannaturale. - Spiegò.
- Quindi anche gli altri sono sotto gli effetti di questa sostanza? -
- E’ probabile. - Ipotizzò Tomoe.
- Come mai io non ne ho risentito? - Si domandò Nanami interdetta.
- Forse, i tuoi poteri di purificazione ti rendono immune ai suoi effetti. - Sospettò. - Nanami, puoi aiutarmi a risvegliare i miei amici? - Domandò, implorante.
La ragazza annuì, immediatamente andarono alla ricerca degli altri. Li trovarono ancora sotto gli effetti di quella sostanza.
Una scena terrificante si parò dinanzi ai due ragazzi.
A terra c’era il corpo quasi esamine di Aoi. Per quanto la chiamassero, la ragazza non rispondeva. Odannā l’aveva attaccata mortalmente con i suoi artigli. I ragazzi erano titubanti sul fatto di risvegliare il guardiano, sicuramente non avrebbe retto a quella scena e avrebbe iniziato a scatenare la sua ira, mietendo vittime in ogni mondo.
Nanami risvegliò tutti; ma, mentre si apprestava a risvegliare Odannā, lei e Aoi furono inghiottite all’interno di un turbine e inglobate all’interno del corpo di Inari.
- NANAMIIIII. - Urlò disperato Tomoe.
 
Le altre kitsune, grazie al potere di Nanami, si erano risvegliate e, in qualche modo, erano riusciti a farlo anche con Odannā.
- Ririchiyo, cosa ci fai qui? - Domandò sorpreso Miketsukami.
- Abbiamo sentito qualcosa di strano provenire dal tempio e siamo corse qui, credendovi in pericolo. Aoi è riuscita a trovare il portale per questo Regno. -
- Aspetta, hai detto che Aoi ha trovato questo posto? Dov’è adesso? - Chiese impaurito Odannā, mentre osservava le sue lunghe unghie sporche di sangue.
Tomoe e Ririchiyo erano gli unici a saperlo ma non sapevano se era il caso di dirlo.
Odannā aveva notato il comportamento strano di Ririchiyo, e questo era la prova che sapeva qualcosa.
- DIMMI DOVE SI TROVA AOI. - Urlò, afferrando la ragazza per il foulard.
- Odannā, calmati, e levale le mani di dosso. - Gli ordinò Miketsukami, puntandogli contro la sua spada.
L’Oni si rese conto delle sue azioni e mise a terra la ragazza, scusandosi.
- Nanami e Aoi sono state inglobate all’interno del corpo del dio Inari. - Raccontò Tomoe.
Odannā, senza dire una parola, corse in direzione della divinità.
 
- MALEDETTO, RESTITUISCIMI AOI. - Comandò l’Oni, scagliandosi contro la divinità.
- Oh, questa situazione si fa sempre più interessante. Tutti i componenti della profezia sono venuti qui di propria volontà. - Lo canzonò Inari. - Attaccatelo. - Ordinò, rivolgendosi agli amici dell’Oni.
Inari non sapeva che i ragazzi, grazie a Nanami, si erano risvegliati, dunque non si aspettava che lo attaccassero.
La battaglia era cruenta, Inari stava avendo la peggio, perciò aveva deciso di ricorrere al trucco più subdolo.
- Se continuerete ad attaccarmi, loro moriranno. - Disse, mostrando le ragazze al suo interno.
Aoi era quella che stava peggio.
Odannā strinse i pugni, e un’aurea oscura lo circondò.
- NOOOOO, ODANNĀ AA. - Gridò Ranmaru, costatando che quello era l’inizio della distruzione.
L’aurea stava crescendo a dismisura, a breve, la leggendaria ira dell’Oni si sarebbe scatenata.
- Bravo, continua così. - Si complimentò il dio. - A breve questo posto non esisterà più e, dopo di questo, toccherà al Regno degli spiriti e a quello umano. Sarò io il dominatore incontrastato di tutti i Regni. - Ghignò.
- Fermati! Inari perché stai facendo questo? Hai sempre protetto tutti gli esseri viventi. - Gli ricordò Ginji.
- FA SILENZIO!- Ordinò Inari. - Sai che il Kyūbi della profezia, in realtà, non ero io? Eri tu… La maledizione che quella dannata ragazzina ti ha annullato, ne ha impedito la realizzazione. - Sghignazzò il dio, vedendo l’espressione attonita del Kyūbi. - Non farti strane idee, il dominatore sarei stato comunque io, tu saresti stato solo una mia pedina. Avresti fatto il lavoro sporco per me. Ripetere il rito della maledizione avrebbe richiesto troppo tempo e non avremmo potuto rispettare la scadenza della profezia. -
- Non è vero, stai mentendo. - Disse Tomoe, vedendo lo sgomento sul viso del suo amico.
- Oh! Tomoe non mi sono dimenticato di te. La tua educazione nei miei confronti, oggi, verrà subito ripagata. Tieni, questo è il mio regalo personale. - Pronunciò, colpendolo con un’altra polvere, che lo paralizzò.
- Aconito! -Esclamò esterrefatto. - Complimenti, hai studiato tanto. - Lo canzonò, nonostante fosse ancora paralizzato.
L’Aconito, conosciuto anche come strozza lupi, era un’altra sostanza in grado di abbattere le kitsune.
- Voi kitsune siete tanto potenti, quanto deboli. E’ bastato usare il sorbo degli uccellatori e l’aconito, per eliminarvi. - Spiegò ghignando.
Inari, dopo aver paralizzato Tomoe, si fece da parte, mostrando la figura di un'altra kitsune.
- Akatsuki!? Cosa ci fai qui? - Domandò esterrefatto Tomoe.
- Salve, fratello, siamo giunti alla resa dei conti. Adesso, vedremo chi è il migliore. Non vivrò più alla tua ombra; Inari mi ha offerto un posto nel suo Regno di dominazione. - Disse, spostando il fratello, ancora paralizzato, con un piede.
Tomoe era ancora shoccato da quella rivelazione. Suo fratello gli aveva dato l’ennesima delusione.
- Sei sempre stato una delusione. - Disse rammaricato Tomoe. - Se proprio volevi essere superiore a me, dovevi solo allenarti. - Gli fece notare.
- Stai zitto. Sei sempre stato il preferito di tutti. Quegli allenamenti erano stupidi e noiosi, dovevamo limitarci a fare esercizi di meditazione e imparare ad agitare una spada. Non sarebbero serviti a niente in una battaglia. - Rispose Akatsuki, sbadigliando.
- E’ grazie a quegli stupidi allenamenti se, adesso, ho questi poteri. - Rivelò Tomoe.
- Non è vero, sei solo un raccomandato… Anche in questa missione, dove avrebbero dovuto esserci solo i Kyūbi, ti trovi tu. Non hai i poteri di un Kyūbi, sei solo una comune kitsune e, come tale, adesso dovresti essere al fianco di Inari per servirlo. - Pronunciò con astio. - Quindi perché, adesso, non vai nel posto che ti spetta?- Disse, scagliando il gemello contro una casa.
- Io non sarò mai debole come te. - Pronunciò, pulendosi il sangue fuoriuscito dalla bocca. - Hai avuto bisogno di un traditore per ottenere dei poteri che non sei stato in grado di acquisire da solo. Sei un vile traditore, e avrai ciò che meriti. Ti mostrerò qual è la vera forza che si ottiene con il duro lavoro. Non sono un raccomandato, ho sacrificato la mia esistenza per arrivare a questo punto. Non avrò l’aspetto di un Kyūbi, ma ho poteri a sufficienza per eguagliarli. - Disse scagliandosi contro Akatsuki.
Akatsuki era stupito, non immaginava che gli effetti dello strozza lupo sarebbero svaniti così presto.
Tomoe aveva ingaggiato battaglia con il gemello; entrambi si scagliavano colpi talmente veloci, da essere invisibili agli spettatori. Le tecniche utilizzate da Tomoe erano stupefacenti, nemmeno i Kyūbi, lì presenti, si aspettavano un tale potere. Tomoe aveva la metà dei loro anni, ma in potenza li superava di gran lunga. Nessuno immaginava che avesse un simile potere, tutti lo ritenevano uno scapestrato, scontroso e maleducato nei confronti dei suoi Superiori, ma ora avevano la prova che gli Dei, non avevano sbagliato la valutazione.
Akatsuki stava avendo la peggio. Tomoe sferrava colpi a ripetizione senza dargli un attimo di tregua. Era sfinito, quando aveva realizzato che la sua unica via di salvezza era quella di implorarlo di non ucciderlo.
Tomoe, non aveva intenzione di uccidere il sangue del suo sangue, ma si stava limitando a renderlo inoffensivo; a fargliela pagare ci avrebbero pensato le guardie reali del loro regno.
- Non sono come te. Non ti ucciderò, perché sarà la prigione infinita a ucciderti. - Proferì Tomoe, afferrando il fratello per il braccio.
- La prigione infinita? No. Piuttosto uccidimi, ma non farmi condannare alla prigione infinita. - Lo implorò.
Tomoe non gli diede ascolto e si ricongiunse con il resto del gruppo.
 
- Tomoe, stai bene? - Chiese preoccupato Ginji.
- Sto bene, pagherà per i suoi crimini. Ora, occupiamoci del traditore e recuperiamo le ragazze. - Rispose, evitando lo sguardo dei compagni.
 
- AAAAAAAHHHH. - Urlò Odannā. - BRUTTO BASTARDO, RIDAMMI AOI. -
Queste furono le ultime parole che Odannā pronunciò, prima di perdere completamente la sua volontà.
Odannā si scagliò contro Inari, incurante delle gravi ferite che il dio gli stava infliggendo.
 
- L’ira funesta dell’Oni, è iniziata. Sarà la fine di tutti i mondi. - Affermò Ranmaru.
- Come facciamo a fermarli? - Domandò Miketsukami.
- Non lo so. - Pronunciò Tomoe, continuando a osservare quel massacro.
 
Durante lo scontro, anche i membri del gruppo avevano rischiato di essere feriti mortalmente sia da Inari che da Odannā.
Alla fine, un colpo di Inari, aveva ridotto in fin di vita Miketsukami.
Ririchiyo chiamò più volte il suo guardiano, ma questi non dava segni di vita, anzi, il suo cuore batteva sempre più piano.
- Ririchiyo, mi dispiace, non sono riuscito a proteggerti. - Pronunciò il Kyūbi prima di perdere i sensi.
Il corpo di Ririchiyo era stato avvolto dalla stessa energia che aveva avvolto Odannā prima che questi si scatenasse.
- Oh, no! Ranmaru, abbiamo un problema. Guarda. - Disse Ginji indicando Ririchiyo.
- Dannazione, come facciamo ad affrontare l’ira di due Oni. I testi narrano di quanto sia stato difficile placare l’ira di un solo Oni, come facciamo a placarne due? Non abbiamo quel potere. - Ammise il komainu.
- Tomoe, hai qualche idea? - Domandò Ranmaru.
- Se l’avessi avuta, secondo te sarei rimasto qui impalato? - Rispose scontroso.
- Ginji, ma è sempre così? - Chiese il komainu.
- Sempre. - Disse sospirando.
 
La battaglia continuava a imperversare; Odannā e Ririchiyo erano implacabili, i loro colpi stavano seminando distruzione ovunque. Nemmeno la visione di Aoi all’interno di Inari, riusciva a fargli prendere lucidità.
- Maledizione, se solo potessimo avere, almeno, Nanami, potremmo provare a usare il suo potere per purificare gli Oni. - Inveì Ginji.
- Dovremmo cercare di bloccare Inari, e assestare un colpo che lo costringa a rigettare le due ragazze. - Ipotizzò Ranmaru.
- E se, invece, cercassimo di risvegliare Nanami? Forse, potrebbe iniziare a purificare Inari, indebolendolo, così avremmo il tempo necessario a recuperare sia lei che Aoi. - Disse Tomoe, esponendo la sua idea.
- Potrebbe funzionare, ma come facciamo a risvegliarla? Nessuno di noi ha poteri telepatici. - Costatò Ginji. - Che io sappia, l’unico che possiede quel potere è Miketsukami, ma il suo corpo sta già faticando a guarirlo. - Si demoralizzò.


ANGOLO DELL'AUTRICE
Ok, finalmente abbiamo scoperto a chi si riferiva la profezia. I traditori hanno fatto il loro ingresso, e l'ira funesta degli Oni si è scatenata. La loro unica speranza è Nanami, ma come faranno a risvegliarla se l'unico che potrebbe è in fin di vita?
  
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