Il turbinio delle coccinelle magiche avvolge tutto quello che la battaglia ha ridotto in pezzi, riparando i danni. Il miracolo si compie, la città può tornare in completa tranquillità ai suoi soliti ritmi.
Quello a cui Chat Noir ha appena assistito è un prodigio che gli ha sempre procurato sentimenti piacevoli, come l'orgoglio per il lavoro appena concluso e la speranza nel vedere che tutto, prima o poi, si può aggiustare.
Da quando Ladybug è diventata la nuova guardiana, però, le cose sono cambiate: non può fare a meno di domandarsi cosa ne sarà di loro. E se lei dovesse decidere di sostituirlo? Così cerca di trattenersi il più possibile dal fare le sue solite battute, parla poco (non vuole rischiare di annoiarla), è attento, concentrato, si comporta quasi come... come Adrien.
A lei Adrien piacerebbe di sicuro, perfetto com'è.
Stringe il pugno, odiando il richiamo con cui il suo Miraculous lo avvisa che il tempo sta per scadere. Deve andare, un saluto veloce e poi via, prima che gli venga voglia di invitarla al cinema, a cena, a fare una passeggiata, a prendere un gelato. Gli ha sempre detto di no, ma lui non ha mai smesso di sperare. Ora invece riesce a malapena a guardarla in faccia e si sente stupido per aver messo "due pentole a bollire sul fuoco", per usare le parole di Plagg.
Il richiamo di Ladybug lo coglie talmente alla sprovvista che non riesce nemmeno a voltarsi, mentre le sue parole successive, se fossero state pronunciate solo poche settimane prima, lo avrebbero riempito di gioia. Ora invece gli si conficcano tra le scapole come pugnalate, suonando una più definitiva dell'altra.
"Come vuoi, Ladybug. Incontriamoci alla Torre di Montparnasse", propone voltandosi brevemente verso di lei. Poi afferra il suo bastone e si prepara a lanciarsi tra i tetti di Parigi. Esita solo un momento, la guarda di nuovo sforzandosi di sorridere e allunga verso di lei il pugno chiuso.
"A proposito, ben fatto!"
Non aspetta la sua risposta, fugge più veloce che può perchè il suo tempo sta per scadere.
Quello a cui Chat Noir ha appena assistito è un prodigio che gli ha sempre procurato sentimenti piacevoli, come l'orgoglio per il lavoro appena concluso e la speranza nel vedere che tutto, prima o poi, si può aggiustare.
Da quando Ladybug è diventata la nuova guardiana, però, le cose sono cambiate: non può fare a meno di domandarsi cosa ne sarà di loro. E se lei dovesse decidere di sostituirlo? Così cerca di trattenersi il più possibile dal fare le sue solite battute, parla poco (non vuole rischiare di annoiarla), è attento, concentrato, si comporta quasi come... come Adrien.
A lei Adrien piacerebbe di sicuro, perfetto com'è.
Stringe il pugno, odiando il richiamo con cui il suo Miraculous lo avvisa che il tempo sta per scadere. Deve andare, un saluto veloce e poi via, prima che gli venga voglia di invitarla al cinema, a cena, a fare una passeggiata, a prendere un gelato. Gli ha sempre detto di no, ma lui non ha mai smesso di sperare. Ora invece riesce a malapena a guardarla in faccia e si sente stupido per aver messo "due pentole a bollire sul fuoco", per usare le parole di Plagg.
Il richiamo di Ladybug lo coglie talmente alla sprovvista che non riesce nemmeno a voltarsi, mentre le sue parole successive, se fossero state pronunciate solo poche settimane prima, lo avrebbero riempito di gioia. Ora invece gli si conficcano tra le scapole come pugnalate, suonando una più definitiva dell'altra.
"Come vuoi, Ladybug. Incontriamoci alla Torre di Montparnasse", propone voltandosi brevemente verso di lei. Poi afferra il suo bastone e si prepara a lanciarsi tra i tetti di Parigi. Esita solo un momento, la guarda di nuovo sforzandosi di sorridere e allunga verso di lei il pugno chiuso.
"A proposito, ben fatto!"
Non aspetta la sua risposta, fugge più veloce che può perchè il suo tempo sta per scadere.