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Autore: _Robertino_    08/06/2020    0 recensioni
I protagonisti di You&Me sono cresciuti, si ritrovano dopo 10 anni per condividere la vita insieme.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anna usciva dall’outlet di bricolage alla periferia della città. Stava sistemando gli acquisti nel bagagliaio quando un uomo alto brizzolato, occhi castani, viso squadrato e olivastro, jeans nero scuro, camicia grigia e cappotto scuro lungo, gli si avvicinò sotto la pioggerellina fitta. - Signorina mi scusi... – afferrando con una mano il braccio di Anna. - Eh... ma... Si? Lei chi è mi scusi...? - Per ora non importa il nome. Per ora deve solo portare questo messaggio a Marco: non continui ad andare alla polizia se non vuole peggiorare la sua situazione. - Ehm... sì ma lei chi è? Total black man si voltò e si dileguò sotto la pioggerellina. Anna rientro in macchina, sistemando ancora le ultime buste e pensò a quel volto e quella mano. Era una donna fisionomista, avrebbe potuto dirigersi direttamente al commissariato portando con sé uno schizzo di quel volto (era brava anche nel disegno). Non lo fece, voleva prima raccontare l’accaduto a Marco. Arrivata a casa, infatti, trovò Marco seduto sul divano con il cellulare in mano. Aveva appena finito la chiamata con Pietro. Anna le si avvicinò e le raccontò l’accaduto. Marco, dopo aver spiegato in due parole la continua assenza di due del gruppo, comincio ad ansimare: - A... A...Ant...Non ha perso tempo! Anna ascoltami: siamo nei guai fino al collo. Ho finito di parlare adesso con Pietro e in pratica tutta questa storia ha messo in pericolo anche l’associazione A.G.A.P., siamo con le mani legate. Se andiamo alla polizia Antonio non se la prenderà solo con me... peggiorare la situazione vuol dire che dopo me e l’associazione tocca a qualcun altro... - A chi? - A....a...a te! Un silenzio sordo invase la sala. Ci doveva essere un modo per uscire da questa situazione. Rimuginarono su come e soprattutto quando mettersi all’azione. All’improvviso squillò il cellulare di Marco. Nessun numero visualizzato. Con il sangue gelato Marco rispose e riuscì a sospirare solo quando dall’altra parte sentì la voce del capitano. Nella telefonata, piena delle solite raccomandazioni, il capitano lo informò che avevano raccolto elementi sufficienti per passare all’azione. Da quel momento però c’era bisogno dell’aiuto di Marco. Avrebbe dovuto continuare a partecipare agli incontri ed essere una “talpa” per la polizia. Antonio e Piero dovevano tornare, dovevano fare il passo falso di raccontare dove erano finiti in quel lungo periodo. Entrambi dovevano essere nuovamente tratti in arresto. Questo sarebbe avvenuto dopo. Marco, a ogni incontro nel quale sembrava aver raccolto elementi utili, doveva recarsi in commissariato e riferire agli agenti. Nelle settimane seguenti iniziò a tessere quella trama raccomandata dalla polizia. Purtroppo però dai due non ebbe alcuna informazione veramente utile per andare avanti. Passava il tempo, aumentava il pericolo: nessuno aveva fatto più un agguato o un passo verso di lui e questo, in quel mondo significava che il peggio era dietro l’angolo.
   
 
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