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Autore: MelMelMely    12/08/2009    5 recensioni
Fan fiction 1° classificata al contest "Quello che solo la luna sa..." indetto da Forgotten dreamer. Dalla frse di Neruda: "Non c’è immensità che valga quanto abbiamo vissuto" la descrizione della prima notte di nozze vista dal punto di vista di Edward!!
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero semplicemente terrorizzato; stavamo per fare un grandissimo errore. Non che non volessi farlo, era la cosa che più desideravo in quel momento, ma ciò non cambiava il fatto che fosse totalmente sbagliato. Pur avendo ormai un autocontrollo eccezionale, dovevo ammetterlo, quella notte avevo deciso di far prevalere l’istinto e lasciarmi andare, ma non riuscivo a togliermi dalla mente il pensiero che qualcosa sarebbe andato storto. Mi trovavo in acqua e con lo sguardo vagavo verso l’orizzonte, quando sentii dei passi avvicinarsi, per poi fermarsi a circa un metro da me, Bella. Mi voltai sorridendole e non potei fare a meno di raggiungerla subito e afferrarle le mani per sentire la sua pelle morbida e calda. In quel momento era lei a non sembrare umana: i raggi della luna illuminavano delicatamente il suo corpo, i suoi capelli si muovevano scompigliati dal vento e l’acqua la accarezzava con le sue onde. Riuscii a dirle solo un semplice – ciao – e posai le mie labbra sulle sue. Con le mani scesi ad accarezzarle i fianchi e approfondii il bacio. Quando mi allontanai da lei, mi rispose con un – ciao – di rimando, il viso che andava in fiamme. Questa era una delle cose di lei che mi sarebbero più mancate, se e quando fosse diventata una vampira. Adoravo il rossore che le imporporava le guance e il cuore che le batteva a mille ogni volta che la sfioravo. Le sorrisi di nuovo e, incapace di starle lontano, la abbracciai e baciandole i capelli e il collo le sussurrai: - Ti amo. Ora sei mia per sempre. – - Per l’eternità – replicò. Ricominciammo a baciarci sempre più intensamente e freneticamente. Le sue mani scivolarono sul mio petto e la strinsi più forte. - Scusa – mormorai allontanandomi, appena la sentii sussultare. Pensavo di averle fatto male, ma scuotendo la testa e sorridendo: - Non mi hai fatto male, non preoccuparti, non sono così fragile – disse, cercando di rassicurarmi, poiché dalla mia espressione doveva vedersi chiaramente ciò che pensavo. Ero esagerato? Forse. Ma l’amavo a tal punto che avrei fatto qualsiasi cosa per lei e l’idea di farla soffrire, di farle del male, mi torturava continuamente. Odiavo il fatto di non poter leggere nella sua mente, ma sembrava sincera, così mi avvicinai nuovamente riprendendole la mano. - Che ne dici di tornare in camera? – chiese arrossendo ancora. Capii subito le sue intenzioni, non era necessario saper leggere nel pensiero. - Bella, non dobbiamo farlo per forza. A me basta questo – le risposi baciandola. - Beh, io non sono sicura che a me possa bastare. Lo voglio Edward, lo voglio disperatamente, voglio fare l’amore con te! – Era esattamente ciò che anche io volevo. Sentivo un desiderio bruciante, quasi doloroso, di toccarla e baciarla, e allo stesso tempo avevo una paura matta di non riuscire a controllarmi, di farle del male sul serio, e in tal caso non me lo sarei mai perdonato. - Edward ti prego. Me l’hai promesso – Eccole, le parole a cui non riuscivo a resistere, “ti prego”. Muovendomi velocemente la presi in braccio e correndo mi diressi verso la camera da letto, per poi appoggiarla sul grande letto bianco prima ancora che potesse rendersi conto di essere uscita dall’acqua. Mi distesi accanto a lei e subito ci avvicinammo, come se i nostri corpi fossero inevitabilmente attratti tra loro. Come la prima volta che l’avevo baciata, Bella mi saltò letteralmente addosso, mettendosi a cavalcioni del mio corpo. Temendo però che la cosa mi sfuggisse di mano ancor prima del previsto, ribaltai le posizioni facendola stendere sotto di me e facendo attenzione a non schiacciarla con il mio peso. La situazione si stava tuttavia facendo pericolosa, ma Bella non sembrava preoccuparsi minimamente e io stavo per varcare quella linea che per moltissimo, forse troppo tempo mi ero imposto di non superare. Pochi istanti e non sarei più stato in grado di fermarmi. Mi allontanai sedendomi al centro del letto per cercare un po’ di lucidità e ragionare, ma mi bastò guardarla per un decimo di secondo per prendere la mia decisione definitiva. Allungai le braccia e la portai sopra di me, facendo aderire completamente i nostri corpi e con le labbra scesi a baciarle i seni. Sentivo la mia eccitazione crescere, così come percepivo la sua aumentare ad ogni carezza che le davo. - Ti amo – sussurrai. In quel momento avevo paura, paura di sbagliare, di farle del male, di non riuscire a farle provare ciò che lei stava facendo provare a me, paura per qualcosa che non avevo mai fatto prima, qualcosa di sconosciuto ma straordinariamente affascinante. - Anche io ti amo – cercò di rispondere, ma le parole si persero mentre ansimava. Non potei fare a meno di sorridere. Bella allora, molto lentamente, allargò le gambe e capii che era pronta, che ero pronto, che eravamo pronti ad amarci. Entrai dentro di lei spingendo con altrettanta lentezza. Ad un tratto mi strinse forte il braccio. Sicuro di averle fatto male, ero già pronto ad allontanarmi, ma quando incrociai il suo sguardo lei annuì esortandomi a continuare. Con naturalezza, i nostri corpi cominciarono piano piano a muoversi insieme, in sincrono. Più volte premetti con troppa forza sul corpo di Bella, ma forse era solo una mia impressione perché lei non si lamentò mai ne mostrò un minimo segno di dolore. Il piacere era sempre più intenso e incontrollabile. Sentivo il suo cuore battere frenetico come non mai e il sangue pulsarle lungo le vene; pensavo di impazzire. Non avevo però più sete del suo sangue, ma fame del suo corpo e per paura di ferirla, sentendo avvicinarsi il culmine del piacere e temendo di impazzire, morsi un cuscino. Mentre i nostri corpi si rilassavano lentamente ,una pioggia di piume ci invase, ma sul momento nessuno di noi ci fece caso. Mi stesi accanto a Bella abbracciandola e lei si strinse a me rannicchiandosi contro il mio corpo. Subito si addormentò con un espressione felice sul viso. Osservandola cominciai a riflettere. Eravamo finalmente sposati, avevamo appena fatto l’amore per la prima volta e ci sarebbero stati altri infiniti momenti che avremmo passato insieme. Continuando a guardarla mi venne in mente una frase di un famoso poeta: “Non c’è immensità che valga quanto abbiamo appena vissuto”. Non penso che altre parole avrebbero potuto descrivere meglio quelle nuove sensazioni provate.
  
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