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Autore: lmpaoli94    09/06/2020    4 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Gli occhi della giovane Anastasia si fecero più preoccupati e straniti del solito.
La notizia che sua madre gli aveva appena rivelato la fecero cadere in uno stato catatonico dove si sarebbe rinchiusa per non essere disturbata.
Non voleva sentire voci, passi o altre cose che l’avrebbero distratta.
Non voleva esistere in quel mondo che non aveva fatto altro che dargli sofferenze.
“Anastasia, stai bene?”
Ma una voce in lontananza gli fecero riaprire gli occhi in un mondo nuovo e misterioso allo stesso tempo
Quella voce che da alcuni giorni a questa parte la stavano accompagnando nella sua vita, cambiandola irrimediabilmente.
Non poteva sottrarsi a quel richiamo: Christian si stava preoccupando seriamente per lei.
La giovane ragazza si era accovacciata a terra stringendo le ginocchia possenti del suo amato.
< Ana, va tutto bene. Io sono qui. >
< Christian, hai capito cosa vuole fare mia madre? Vuole depormi dalla mia eredità e darla a questa sconosciuta. >
< Non sai ancora le intenzioni di tua madre… E adesso vedi di rialzarti. Ti stai rendendo ridicola. >
Nel vederla distrutta in questo modo, Carla assunse un’espressione mista a sorpresa e felicità.
< Anastasia, tesoro mio: non crederai davvero che appoggerò questo matrimonio. Di tutte le idee malsane che hai avuto nella tua breve vita, questa è la peggiore. >
< Voi non mi impedirete di essere felice. >
< Sposerai un altro nobile. Questo è il punto… Se il Duca di Ashford non vuole acconsentire a prendere la tua mano, lo farà un noto alleato che è sempre stato fedele alla nostra famiglia: José Gonzalez. >
< José ed io siamo soltanto amici. Non acconsentirà mai a sposarmi. >
< Questo lo sapremo quando domani giungerà qui a Limerick. Intanto puoi sistemarti nella stanza degli ospiti… Avevo pensato alle camere della servitù, ma mi è sembrato troppo crudele da parte mia. In fondo sei ancora mia figlia. Almeno sulla carta. >
< No… non vi libererete mai di me. >
< Molto bene, Contessa Wilks. Avete parlato anche troppo. >
Trascinando via la sua amata dal salone del castello, Ana stava facendo di tutto per imporre la sua resistenza.
< Christian, cosa vuoi fare? Lasciami! >
< Ce ne andiamo da questo posto maledetto. Tua madre ti ha sostituito con una bastarda. Ed io non rimarrò qui a vedere tutto questo marciume che si è creato. Ce ne torniamo a Dunguaire. Non rimarrò un minuto di più in questo castello. >
Ma Ana non avrebbe mai acconsentito che sua madre vincesse così facilmente.
Lei era l’unica erede della tenuta Steele e non avrebbe mai permesso che qualcuno se ne potesse impadronire oltre a lei.
< No, Christian. Devo riconquistare quello che è mio. Non posso permettere che mia madre e quella donna misteriosa possano togliermi di mezzo così facilmente. Combatterò fino alla fine con tutti i mezzi che avrò a disposizione. >
< E sarebbero? Vorrei ricordarti che sei sola, Ana. Sola contro tuta la tua famiglia. >
< E con ciò? Troverò chi mi potrà appoggiare e quando succederà… >
< Stai parlando in modo astratto, Ana. Non c’è niente di concreto. Tu perderai e come se non bastasse, rischierai anche di morire per ikl volere dei tuoi genitori. >
< No… non mi ucciderebbero mai… >
< Forse non la conosci come la conosco io, ma la Contessa Carla May Wilkjs è una delle donne più spietate di questo regno se non la più crudele. Quindi ti avverto, Ama: o te ne vai via di qua rimanendo libera e felice al mio fianco, o intraprenderai un percorso di autodistruzione imminente. >
A quelle parole, Ana fu molto dispiaciuta che il suo amato non gli sarebbe mai rimasto accanto in un momento così difficile e delicato per lei.
< Vuoi scapare per il semplice motivo che qui non sei il benvenuto? Perché hai paura che mia madre possa farti fuori? >

< No! fammi parlare! Tu hai paura, Christian Grey. Te lo leggo nei tuoi occhi… Pensi che non ne abbia anch’io? Che non sia consapevole di quello che sto facendo e quello che farò? Io rimarrò qui a Limerick finché non avrò ripreso tutti i miei poteri e le mie nemiche si pentiranno per questa malsana alleanza. E lo farò con te o senza di te. >
< Molto bene, Ana… Quindi non abbiamo più niente da dirci al riguardo. Io tornerò a Dunguaire. Perché è lì che devo stare. >
< Credevo che tu mi avresti aiutato! Che tu non mi avresti mai voltato le spalle! > gridò la giovane ragazza in preda alle lacrime < Ma mi sbagliavo. Tu sei come tutti i nobili di questo paese: corrotti e potenti. Ed io non cederò mai alla schiavitù imposta dal potere… Addio, Christian Grey. >
Vedendola ritornare verso il castello, Christian non fece niente per fermarla, salendo sulla sua carrozza mentre dava ordine al cocchiere di partire.
< Christian, ma che sta succedendo? Perché Anastasia stava gridando in quel modo? > domandò Katherine accorrendo verso la carrozza.
< La tua padrona è una pazza, Katherine. Vedetela di farla ragionare voi… Io sarò a Dunguaire se avrà bisogno ancora di me. >
< Ma perché ve ne andate così presto? >
< Ho capito troppo tardi che i Grey e gli Steele non potranno mai stare assieme. Sono troppo diversi. >
Katherine non riusciva a capire perché il giovane rampollo dei Grey diceva quelle parole senza senso.
< Christian, ma ti ha dato di volta il cervello? >
< Non ti acconsento a darmi una simile offesa nei miei confronti. Io per te sono il conte Christian Grey e non un volgare amico. >
< Molto bene, Conte Grey… Scappate pure come un vigliacco. Ma molto presto vi pentirete di esservi fatto lasciare una donna graziosa come Ana che gli ama e vi amerà incondizionatamente fino alla fine dei vostri giorni. >
< Se mi amava, sarebbe venuta con me… >
< Voi Grey non capite… Ha ragione lei a dire che avete paura. Andatevene, allora. Qui non sarete mai il benvenuto. >
Dopo che la carrozza di Christian varcò i cancelli del castello di Limerick, Katherine tornò all’interno del castello imbattendosi con la Contessa madre.
< Katherine. Se stai cercando mia figlia, la troverai nella stanza principale che riserviamo agli ospiti. Devi sapere che la camera di Anastasia apparterrà a Leila William, la nuova erede della nostra famiglia. >
< Contessa Wilks, non so a che gioco state giocando, ma non avete nessun diritto di rinnegare la vostra unica figlia. >
< Posso eccome perché sono la padrona qui. E le leggi le faccio io. >
< Quando il Conte Steele tornerà… >
< Mio marito mi appoggerà incondizionatamente visto che è sua figlia. L’erede bastarda di questa casata non sarà mai macchiata dal suo passato nefasto rinchiusa nell’abbazia di Kylemore, ma conoscerà giorni felici e prosperosi. È solo questione di tempo. >
< Avete detto bene, contessa madre: è solo questione di tempo prima che voi vi pentiate di tutto quello che state facendo a vostra figlia. >
< Non osare mancarmi di rispetto ragazzina, o sarai la prossima ad essere sbattuta nelle prigioni del castello > l’avvertì Carla a muso duro < Adesso vai. Mia figlia ti sta aspettando. >
Cercando di sbollire tutta la rabbia e l’adrenalina che si riversava nel suo corpo, Carla si ritrovò ancora faccia a faccia con Leila Williams.
< Contessa madre, perché avete fatto tutto questo? Per punire vostra figlia? >
< Mia figlia è sempre stata una spina nel fianco per questa famiglia. Era giunto il momento che ricevesse una sonora lezione e come trovare un modo migliore di deporla a vostro favore? Dovete essere contenta, Leila. Avete avuto quello che desideravate fin dall’inizio.  >
< Contessa Wilks, posso chiamarvi madre? Mi da un senso di vicinanza verso la mia persona. Come lo era la madre superiora Elena Lincoln. >
< Chiamatemi come volete. Non fa alcuna differenza per me… Nel corso di questi giorni capirete quali sono tutti i nostri possedimenti, i nostri alleati che giurano fedeltà alla nostra famiglia e chi invece sono i nostri nemici. Sarai un’ottima sovrana e i tuoi sudditi ti adoreranno rispettandoti. >
< Sembrerò quasi una regina. >
< Infatti vi comporterete come tale… Adesso vedete di sistemarvi nella vostra stanza. La cena sarà pronta alle otto in punto. Non tardate, mi raccomando. >
< Assolutamente no… Grazie per tutto quello che state facendo per me, madre > replicò la giovane ragazza abbracciando la Contessa.
< Adesso basta con questi convenevoli, d’accordo? Non amo troppo essere abbracciata. >
< Lo capisco e ne prendo atto. A più tardi, madre. >
Anche se la Contessa Carla doveva imparare in tutti i modi a sopportare la rinnegata figlia di suo marito, le buone notizie non tardarono ad arrivare.
< Contessa madre, scusate per il disturbo ma pare il Marchese Gonzalez sia appena arrivato. >
< Così presto? Doveva venire domani? >
< Era in viaggio per giungere qui da voi Contessa, anticipando il suo arrivo. >
< Molto bene. Digli che lo riceverò in biblioteca. >
< Il marchese la sta appunto aspettando nella vostra stanza preferita, Contessa. >
< Ah… bene. >
Appena la Contessa Carla incrociò gli occhi del giovane marchese Gonzalez, fu molto felice di constatare che tutto quello che era accaduto il giorno della festa del compleanno di Anastasia, i loro rapporti non si erano inaspriti.
< Pensavo che ci sarebbe stato anche vostro marito, contessa. >
< Mio marito è a Dublino per lavoro e non so quando tornerà sapete come cura i suoi affari. >
< Me ne rendo conto… Sono felice di vederla bene, contessa. Mi dispiace ancora per come si sono svolte le vicissitudine al compleanno di vostra figlia. >
< Già, un vero peccato… Ma ormai è acqua passata e bisogna andare avanti senza guardare indietro. Mia figlia Anastasia è stata punita severamente per tutti i suoi colpi di testa avuti. >
< Ne sono sicuro… Ma a proposito di vostra figlia, ho una richiesta da farvi. >
< Ditemi, Marchese Gonzalez. Sono tutta orecchie. >
Con il cuore che gli batteva all’impazzata per l’emozione, José domandò alla contessa madre se nel cuore di Anastasia ci potesse essere spazio per lui.
< E’ un modo indiretto per chiedervi la sua mano, ma sono talmente emozionato che non riesco a smettere di tremare. >
Anche se la contessa madre aveva pensato di far maritare inizialmente José Gonzalez con Anastasia, gli balenò in mente un’idea ancora più geniale.
< Marchese Gonzalez, voi rinnovate le vostre alleanza e i vostri rispetti verso la mia famiglia? >
< Certo che sì, Contessa. Non c’è mai stato niente a farmi desistere da questo. Perché me lo chiedete? >
< D’ora in avanti Anastasia non farà più parte della mia famiglia. Ha deciso di sposarsi con un popolano bello ma senza un soldo in tasca… Ed è per questo che vi chiedo di essere indulgente sul mio più grande desiderio. >
< E sarebbe? >
< Sposerete la mia secondogenita Leila Stelle, ormai prossima a diventare la nuova padrona di tutti i miei possedimenti… Con il vostro matrimonio, potremmo saldare un’alleanza indistruttibile che ci guarderà intorno dai nostri nemici e i nostri affari diverranno comuni e molto prosperosi. >
Nel sentire quelle parole, José Gonzalez non fu molto colpito dalla proposta della Contessa madre.
< Contessa Steele, mi avete preso alla sprovvista… Io non conosco nemmeno la vostra secondogenita. Anzi, non sapevo nemmeno che Ana avesse una sorella. >
< Ti prego di non parlarmi di quella screanzata di ragazza. Non fa più parte di noi in nessun modo. Per me è morta. >
< Oh, capisco… Voliate però darmi il tempo necessario per riflettere. Magari potrò conoscerla meglio. >

< Bene, ne sono lieto. Dico ai miei servitori di sistemare la mia roba. >
< Certo… Ah, un’ultima cosa Marchese Gonzalez. >
< Ditemi, Contessa. >
< Non pensateci troppo sulla mia richiesta. I tempi stanno cambiando molto velocemente e noi dobbiamo essere preparati per fronteggiarli. Insieme. >
< Vi darò la risposta il prima possibile, Contessa. Con permesso > disse infine il marchese senza evitare di mandare un pensiero alla sua amata mai confessata.
“Non posso crederci che non farai mai più parte della mia vita, Ana… Ma io ti troverò costi quel che costi.”
   
 
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