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Autore: The Bride of Habaek    10/06/2020    0 recensioni
Trama. Canterbury, 1837. Un giovane nobiluomo inglese si ostina a voler rifiutare un matrimonio combinato sin dalla sua nascita per poter viaggiare in piena libertà, vivendo la vita che ha sempre sognato. Dopo la precoce dipartita di suo padre si ritroverà a dover prendere le redini come capo famiglia, assumerà un valletto affinché possa aiutarlo a gestire e riorganizzare la sua vita. Lord Edward Whitlock non immagina nemmeno lontanamente che il ragazzo in realtà non è chi dice di essere, un segreto si cela dietro i suoi occhi azzurri, un mistero che non tarderà a svelare. Cosa accadrà quando l'affascinante Lord verrà a conoscenza della vera natura del suo vassallo? Lo bandirà dalla sua casata o accadrà qualcosa del tutto inaspettato?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Storico, Sovrannaturale
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Racconta Lord Edward - The Green Mile

"I sentimenti negativi ci tengono prigionieri in una gabbia dalle sbarre di ferro e ci impediscono di comunicare con gli altri."
- Romano Battaglia -

Veniamo trascinati in prigione con la forza, dietro le sbarre siamo come uccelli in gabbia che urlano per rabbia. Samantha è spaventata, si stringe a me nella piccola cella con gli occhi lucidi e la voce tremula.
"Edward, adesso cosa facciamo? Marciremo qui dentro, io non..."
Farnetica lei mentre si accoccola contro il mio petto in cerca di conforto.
"Usciremo di qui non preoccuparti. Tu non hai fatto niente di male, oltre ad innamorarti dell'uomo sbagliato,"
"Cosa stai dicendo? Edward guardami. Non devi nemmeno pensarla una cosa simile."
"L'unico modo per farti uscire di qui è confessare loro tutta la verità. L'errore è stato il mio e sarò il solo che ne pagherà le conseguenze."
"Cos'hai intenzione di fare? Ti daranno l'ergastolo! Io non voglio crescere nostro figlio da sola, io non posso continuare a vivere senza di te!"
"Samantha non vedo altra soluzione, vorrei tanto ne esistesse una..."
"Io resterò al tuo fianco fino alla fine. Se deciderai di confessare dirò che sono tua complice, preferisco essere condannata a vivere al tuo fianco per il resto dei miei giorni in questa gabbia di ferro piuttosto che perderti."
Le sue parole fuoriescono con sincerità, tanto che la mia mente inizia a girare nella disperata ricerca di un modo per renderci entrambi liberi.
"Samantha, amore mio."
Le mie ginocchia si piegano mentre poso le mani sul suo ventre, voglio che anche il nostro bambino ascolti le parole di suo padre.
"Piccolo Lord spero tu possa sentirmi. Il tuo papà ti vuole bene e non vede l'ora di tenerti fra le braccia. Se dovesse accadermi qualcosa di brutto affido a te e alla mamma tutti i miei possedimenti, compreso il mio cuore."
Samantha inizia a piangere, incapace di trattenere la tempesta che ha dentro. Le lacrime solcano le sue iridi come dighe.
"Edward non puoi farci questo, ti supplico."
"Anche se riuscissi ad uscire continuerei a vivere nel rimorso, non voglio imbrattare la tua bianca veste del sangue dei miei peccati."
"Sono stata io a volerlo, lo sapevo sin dall'inizio che avevi ucciso per amore. Io non sono perfetta come non lo sei tu, ma nella mia vita ti voglio! Nostro figlio verrà presto alla luce, lui ha bisogno di te!"
"Nostro figlio hai detto?"
"Si, il dottore ha detto che molto probabilmente si tratta di un maschietto. L'ha dedotto dalla forma del pancione."
"Che meraviglia, non potevi darmi una notizia più lieta!"
Esulto nonostante il futuro incerto che ci attende.
"Ho già in mente un nome, te lo dirò quando usciremo di qui."
Afferma lei passandomi le dita fra i capelli.
Rimaniamo in quella cella buia per un bel po', reclamo ogni utilità per Samantha che ora si trova nello stato interessante e, per giunta, prossima al concepimento. Il cibo non manca, ma viene a mancare tutto il resto. La libertà sembra un ricordo lontano, la scala della memoria si scontra con il presente allontanando i buoni propositi ed il positivismo. La nostra cella matrimoniale è composta da un bagno e due brande da una piazza e mezza, ma Samantha di notte soffre il freddo e finisce sempre con l'intrufolarsi nella mia. In realtà credo che lei desideri solo il mio calore, le mani su di sé, il mio petto contro la sua schiena. L'unica cosa che posso fare in questo momento è sperare in un aiuto da parte della mia famiglia, di un buon avvocato che convinca il giudice che si è trattato solo di un terribile malinteso, di un incidente di percorso. Tutto fuorché di omicidio premeditato o passionale.
"Edward che cos'hai?"
Mi domanda lei nel cuore della notte vedendomi ancora sveglio.
In verità credo di non aver chiuso occhio.
"Niente, stavo solo riflettendo."
"Su che cosa?"
"Credo di conoscere un modo per uscire di qui, ma non sarà semplice in ogni caso. Ti fidi di me?"
"Certo. Non ho mai smesso di credere in te. Mai."
Afferma Samantha posando la sua fronte contro la mia.
"Se il mio piano dovesse funzionare saremo presto liberi e nostro figlio non nascerà in questo luogo desolato, ma a casa nostra."
"Posso esserti d'aiuto in qualche modo?"
"Forse si, sei sempre mia moglie."
"Già, al tuo fianco non ci si annoia mai."
"Nemmeno al tuo se è per questo."
Finalmente intravedo il suo sorriso illuminato dalla lampada posta dinanzi l'ingresso della cella. E' inutile fuggire, tanto vale riprendersi la propria vita lottando con le unghie e con i denti.



 
   
 
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