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Autore: Eternity_Hook    10/06/2020    0 recensioni
Voleva vederlo sorridere.
Perché doveva amare Gabi e non lui?!
Lui ci sarebbe sempre stato.
Lui avrebbe fatto di tutto.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ibuki Munemasa, Shindou Takuto
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Non senti proprio nulla?

Serie: Inazuma Eleven Go galaxy

Ship: Munemasa x Takuto

Genere: Yaoi

Tema: freddezza

Ratings: giallo

Richiesta da: animemylove_

Parole: 1053

~Ω~

La cosa in cui Riccardo era più bravo era esiliarsi dentro alle  mura che innalzava quando trovava facilità nel venire ferito da qualcuno o qualcosa, chiudersi nel proprio castello di pensieri e nell'espressione fredda, distaccata e noncurante che ormai era diventata una maschera, anzi, la maschera.
Terry lo sapeva bene, sapeva com'era fatto il castano... E aveva notato il suo cambiamento quando aveva scoperto che a Gabi piaceva Aitor.
Aveva notato come si era ritirato, come aveva smesso di sorridere.
Sinceramente, la cosa lo uccideva.
Voleva vederlo sorridere.
Perché doveva amare Gabi e non lui?!
Lui ci sarebbe sempre stato.
Lui avrebbe fatto di tutto.
Lui... Era geloso che il ragazzo avesse messo su quel muro e non permettesse più a nessuno di oltrepassarlo da ormai un anno.
Quella freddezza doveva sparire, questo pensò quando si trovò davanti alla porta di casa sua.

Riccardo suonava.
Il pianoforte parlava al posto suo, le note salivano e scendevano in una confusione che avrebbe potuto lasciare chiunque boccheggiante.
Il brano pareva gridare, mentre il volto del pianista taceva.
Lo sguardo saettava sul leggío, cercando di cancellare tutto.
Cercando di rimuovere la sensazione di poter crollare nuovamente 
Cercando di cancellarsi.
Perché doveva per forza cadere e non rimanere in piedi?
Perché sentiva il suo intero corpo che non voleva andare incontro ai suoi comandi?
Perché?
Cos'aveva fatto di sbagliato?
Chiuse il brano con una nota particolarmente stonata per la distrazione, alzandosi dalla seggiola nera.
Facendo questo,si strinse la maglia con una mano e si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato, seguito dall'arrivo improvviso della sua governante.
-Il signorino Archibald vuole parlare con lei, lo faccio entrare?-
Il castano percepì il proprio cuore perdere un battito, ma non si scompose minimamente.
Lo avrebbe affrontato normalmente, non doveva assolutamente cedergli modi per leggerlo.
Se lo avesse letto, sarebbe finito con le ali rotte, a leccarsi le ferite per un ennesima volta e neppure rifugiarsi nella musica avrebbe dato i suoi frutti.
-Sì- rispose freddamente -Digli che lo aspetterò qui-
-SÍ, padroncino-
Udì i suoi passi allontanarsi.
Mentalmente iniziò a dettarsi rigidità e freddezza.
Non voleva essere scalfito.
Rimanendo in silenzio, iniziò a contare i passi che correvano lungo le scale.
Era dannatamente nervoso all'interno, all'esterno sembrava che non  ci fosse niente di diverso.
Quando Terry raggiunse la stanza, trovò Riccardo di spalle, la testa leggermente voltata in sua direzione, l'espressione impassibile.
Espressione che fece subito innervosire l'albino, portandolo ad avvicinarsi rapidamente e a intrappolarlo contro il muro, la mano sinistra appoggiata affianco al suo volto, l'altra quasi sul suo fianco.
Il castano non diede cenno di cambiare, anche se, in realtà, era più che sorpreso e sentiva un ansia tremenda.
Non riusciva a capire cosa stesse passando per la mente di Terry ma l'unica cosa che non voleva era che gli fosse così vicino.
O in realtà lo voleva, mentre la cosa che non voleva era che si allontanasse.
Si maledisse per la sua indecisione e per il suo cuore scalpitante.
Aveva paura.
Paura che il suo cuore lo tradisse, che l'altro potesse sentire quanto batteva forte dopo che l'unica cosa che aveva continuato a fare in quegli ultimi messaggi era mentire.
Mentire al ragazzo dai capelli bianchi.
Mentire agli altri.
Mentire a sé stesso.
Tutto sarebbe davvero crollato, finito al suolo per uno spiffero, il castello di carte in cui si rifugiava sarebbe diventato un ammasso di nulla.

-Terry, potresti allontanarti per favore?- chiese con tono gelido, reggendo allo sguardo dell'altro, ma sentendo delle farfalle muoversi nel suo stomaco.
-No- 
Detto questo, mentre Riccardo stava per ribattere qualcosa, si buttò sulle sue labbra, assaltandole con le proprie in un contatto rabbioso e affamato.
Il castano cercò di non tremare e provò inutilmente a divincolarsi e in contemporanea a staccare l'albino da sé.
Inutile dire che, rosso di imbarazzo e con gli occhi socchiusi, venne platealmente sconfitto, sentendo la lingua dell'altro premere per farsi strada con irruenza.
Quando il portiere si staccò fu solo per permettergli di riprendere fiato, guardandolo con un espressione impossibile da definire.
-Allora?- l'Albino appoggiò le dita al di sotto del mento del pianista, il quale inghiottì faticosamente la saliva.
Terry aspettò che gli rispondesse, ma nulla sembrava uscire di bocca al castano, perciò si avvicinò smisuratamente al suo viso.
-Non senti proprio nulla?- soffiò sulle sue labbra -Perché il colore del tuo volto dice il contrario-
Di scatto Riccardo allungò la mano per andare a coprirsi la faccia.
Era in uno stato di confusione totale, non riusciva più a ragionare.
Non riusciva neppure a rendersi conto che stava tremando.
Ma la realtà era che aveva dannatamente paura e quest'emozione gli impediva di ragionare e di essere seriamente lucido.
Aveva paura ed era sconvolto da quel bacio che Terry gli aveva appena rubato, lasciandolo senza fiato.
Ed era arrabbiato per questo cedimento di difese, soprattutto se era lui a riuscirvi, per il semplice motivo che, visto che a lui piaceva, poteva benissimo diventare un suo giocattolo, una bambola da utilizzare e gettare.
-Perché vuoi sapere se ho provato qualcosa!?Per poi farmi sentire male anche tu? È per questo?!- gridò, arrabbiato, spintonandolo con entrambe le mani, sentendo gli occhi che gli diventavano umidi, mentre l'albino lo osservava, aspettando che si sfogasse e che lasciasse andare tutto quello che si era tenuto dentro.
-É per questo?- singhiozzò, tremando, mentre perle argentee scendevano dai suoi occhi e le mani di Terry andavano ad accarezzare le sue guance, asciugandole con i pollici.
-No... È perché volevo che ti lasciassi andare, Riccardo... Io ti amo e vederti così mi ferisce- gli percorse le goti con dolcezza, portandolo ad alzare la testa e a guardarlo con una breve confusione, prima di scuotere leggermente la testa, mordendosi il labbro e tirando su col naso, per poi baciare a sua volta l'altro, stravolto da tutto ciò che aveva provato in pochi minuti.
Terry riusciva sempre a mettere sottosopra le sue difese.

Erano sul letto, nudi, tutti sudati, uno che ansimava pesantemente, l'altro che lo baciava in ogni dove, sfiorando la sua erezione pulsante, accarezzandogli i fianchi e stuzzicandogli i capezzoli turgidi.
Il castano tremò di piacere mentre l'altro fece scorrere le dita verso le sue natiche, leccando poi con solo la punta della lingua dal collo in giù, scatenando brividi nell'altro che sembrava devastato.
Fu la notte più intensa della sua vita.

 

   
 
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