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Autore: ehiitsmarika    11/06/2020    1 recensioni
Yamaguchi aveva scelto Kageyama come suo co-capitano, il che andava benissimo a Tsukishima. Fino a quando i fastidiosi ragazzi del primo anno non iniziarono a chiamarli mamma e papà.
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Uno Tsukishima geloso è una cosa pericolosa.
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kei Tsukishima, Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Quando Tadashi scelse Kageyama come suo vice-capitano, Tsukishima ne fu più che contento. Aveva quasi paura che il suo migliore amico potesse chiederlo a lui, e sapeva che non avrebbe avuto le palle per rifiutare. Non era portato per fare il capitano, di qualsiasi tipo si trattasse. Passava più tempo ad ignorare i loro nuovi compagni di squadra che a giocare con loro.

 

Kageyama era perfetto per affiancare Tadashi nel ruolo di co-capitano. La sua abilità era impressionante, e tendeva sempre a far emergere le qualità di chiunque giocasse con lui; le sue critiche erano sempre costruttive (anche se non erano formulate in maniera gentile come quelle di Tadashi) e tutte le matricole nutrivano un rispetto senza limiti nei suoi confronti.

 

Nonostante la logica e i fatti della situazione presentata a lui, Tsukishima non riusciva ancora a non sentirsi irritato quando Kageyama si impadroniva del tempo e dell'attenzione di Tadashi. Sopportava i messaggi che interrompevano le loro sessioni di studio, e anche il fatto che a volte Tsukishima dovesse rinunciare al suo posto accanto a Tadashi sull'autobus quando i due parlavano di strategie. Aveva anche tollerato il fatto che, con Kageyama, Hinata dovesse essere altrettanto presente.

 

Raggiunse il limite quando iniziarono a prendere piede le battutine su "mamma e papà".

 

Doveva succedere, era scioccato per non esserselo aspettato prima. In molti modi Tadashi e Kageyama riflettevano lo stile di co-capitano e capitano di Sugawara e Daichi, solo in maniera inversa. Tadashi sollevava l'umore dei giocatori, aveva sempre un sorriso e una buona parola, osservava sempre ottimamente i suoi compagni di squadra e, proprio come Sugawara, era difficile fargli perdere la calma, ma risultava infinitamente più intimidatorio della sua controparte.

 

Kageyama, come Daichi prima di lui, forniva una solida base alla squadra, sapeva quali pulsanti premere e dove inviare la palla e quando. Dava tutto sul campo, attirando attenzione e rispetto, ma la sua rabbia non era temuta da nessuno, poiché era molto frequente e spariva rapidamente.

 

Si accoppiavano perfettamente come capitani e, apparentemente, anche come coniugi, in quanto le matricole avevano iniziato a riferirsi ai due come mamma e papà, addirittura davanti a loro. Era esattamente quello che Tsukishima aveva fatto con Daichi e Suga durante il primo anno, allora pensando che fosse uno spasso. Ciò aveva persino portato i due capitani a dichiararsi l'un l'altro.

 

Non era così divertente ora. Specialmente considerando che il biondo era comicamente innamorato di Tadashi.

 

Kageyama potrà anche averlo battuto quando si parlava di abilità nella pallavolo, potrà anche essere stato scelto per essere co-capitano al posto suo e potrà anche essere più rispettato e temuto in campo col suo mezzo cervello di quanto Tsukishima non sarebbe mai stato con uno completo, ma ciò gli andava bene.

 

Poteva anche andargli bene essere secondo a lui nella pallavolo, perché la pallavolo non aveva importanza. Tuttavia, Tsukishima si rifiutava di essere piazzato al secondo posto rispetto a lui quando si parlava di Tadashi Yamaguchi.



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"Mamma! Hai visto il mio servizio in salto flottante? Ci sono quasi riuscito questa volta!" Chiese Eina, un ragazzo del primo anno sconclusionato e fastidioso, saltellando intorno a Tadashi in cerca di approvazione. Tsukishima sentì pulsare una vena alla sua tempia, gli occhi gli si contraevano mentre l'attenzione di Yamaguchi si allontanava da lui.

 

"Scusami Eina, stavo aiutando Tsukki con le sue ricezioni! Sono sicuro che sia stato fantastico, continua a impegnarti però! Un ottimo servizio va bene, ma quelli buoni in modo costante sono ancora meglio!" Lo consigliò come al solito, con tono gentile ma deciso.

 

La matricola sembrò inizialmente un po' delusa, ma i suoi occhi si riempirono di determinazione alle parole di Tadashi.

 

"Continuerò a provare, capitano! Così qualunque cosa accada avrai modo di vedere il mio servizio!" Dichiarò Eina. Per fortuna non si era riferito di nuovo a Tadashi come "mamma". Se lo avesse fatto, Tsukishima non sarebbe riuscito a trattenersi dall'andare fuori di testa.

 

"MUOVETE IL CULO E TORNATE AD ALLENARVI!" urlò Kageyama dall'altra parte della rete, facendo rizzare i ragazzi e tornare alle loro posizioni.

 

"Scusa papà!" Eina gridò scherzosamente mentre tornava al lavoro. La furia sul viso di Kageyama era divertente abbastanza da non permettere a Tsukishima di innervosirsi troppo, soprattutto considerando che Tadashi aveva ancora una volta catturato la sua attenzione, con un divertimento riflesso nel luccichio dei suoi occhi.

 

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Tsukishima pensava che la sua testa sarebbe esplosa la prima volta che Tadashi e Kageyama se ne resero conto.

 

Col senno di poi era qualcosa che Tsukishima avrebbe dovuto trovare decisamente divertente - specialmente considerando Kageyama ne sarebbe risultato un completo idiota. Ma, anche con l'ilarità, Tsukishima non poteva fare a meno di provare una feroce gelosia bruciante in lui.

 

Iniziò tutto nel loro primo ritiro del nuovo anno. La rivalità di Nekoma / Karusuno si era mantenuta ovviamente forte, e i membri più giovani l'avevano preservata meglio di chiunque altro. Quindi, quando avevano sorpreso i ragazzi del Karasuno nel bagno del Nekoma nel tentativo di sostituire il bagnoschiuma con la tinta per capelli che avrebbe macchiato la pelle, nessuno rimase sorpreso.

 

Kageyama esplose, quasi sembrando voler divorare vivi i ragazzi. Tadashi era in piedi accanto a lui, con un'espressione accigliata sul viso e le braccia incrociate in segno di disapprovazione.

 

Tsukishima pensò che fosse piuttosto divertente.

 

"Abbiamo detto che ci dispiace. Mamma, per favore!" Uno dei ragazzi del primo anno implorò Tadashi di salvarli dal brutale massacro che avrebbe compiuto Kageyama sottoponendoli alle punizioni promesse. Tadashi sospirò e raggiunse con la mano la spalla di Kageyama, facendo tacere efficacemente l'altro capitano.

 

"Penso che abbiano afferrato, amore", scherzò, facendo sì che sia Kageyama che Tsukishima diventassero ugualmente rossi per ragioni molto differenti.

 

Quindi, prima che Tsukishima potesse strappare la testa di Kageyama in un impeto di gelosia, o prima che l'altro ragazzo esplodesse per puro imbarazzo, Tadashi rivolse un placido sorriso verso le matricole rasserenate, e disse col suo tono di voce più dolce:

 

"Non pensate neanche per un secondo di essere fuori pericolo. Domani mattina vi scuserete apertamente col Nekoma per aver anche solo preso in considerazione l'idea di fargli uno scherzo. E poi potrete godervi il ruolo di panchinari durante la prima partita, che ne pensate?"

 

Nonostante ciò fosse stato detto con un sorriso, la temperatura della stanza crollò. La paura e l'orrore coprirono i volti delle matricole, il tutto con un rapido tremolio di ginocchia. Effettivamente, persino Tsukishima stava provando intimidazione e, giudicando dal sangue che scorreva dal viso di Kageyama, la stessa cosa valeva per lui.

 

"Quindi, penso che sia ora di andare a letto, eh?" Tadashi finì brillantemente. I ragazzi del primo anno annuirono, precipitandosi verso la loro stanza senza la necessità di sentirselo dire due volte.

 

"Sei terrificante, Tadashi" Tsukishima lo complimentò non appena gli altri compagni di squadra si allontanarono. Yamaguchi arrossì leggermente, grattandosi la nuca imbarazzato, mentre gettava la spaventosa maschera da capitano.

 

"Eh davvero? Ho sempre paura che non mi ascoltino" ammise, tornando al suo essere imbarazzato. Tsukishima sentì della tenerezza attraversarlo alla vista, portandolo a guardarsi intorno nella paura di fare qualcosa di stupido, come fissare il rossore di Tadashi per troppo tempo.

 

"Rispettano la tua autorità" assicurò Tsukishima quando Tadashi iniziò ad incamminarsi accanto a lui. "Più di quella di quel cervello di zanzara" Stuzzicò volutamente ad alta voce. Tadashi soffocò una risata, mentre lanciava nuovamente uno sguardo a Kageyama che era ancora radicato sul posto, cercando chiaramente di capire cosa fosse appena successo.

 

"Tsukki, sii gentile!" Yamaguchi ridacchiò, senza malizia nelle sue parole. Il calore si diffuse in lui alla vista del sorriso di Tadashi. Almeno aveva ancora questo rispetto a Kageyama; nessuno poteva far sorridere Yamaguchi in questo modo tranne lui, pensò trionfante.



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La volta successiva che sfuggì un nomignolo, anche se scherzosamente, esso provenne da Kageyama.

 

"Tesoro" iniziò, con la voce seria di sempre "Penso che dovrò uccidere i nostri figli" concluse, osservando come le fastidiose matricole ronzavano intorno alla loro nuova manager, spaventando quasi a morte la povera ragazza.

 

"Tutto alquanto comprensibile, mio caro" rispose Yamaguchi, con occhi pieni di preoccupazione mentre guardava la ragazza nascondersi dietro Yachi. Tsukishima sentì quella stessa fiamma di gelosia dentro di lui, con tanto di spasmi palpebrali e mani che si stringevano e si allentavano intorno alla sua Pocari Sweat.

 

Quando anche Hinata venne coinvolto nella situazione, Kageyama alla fine andò ad occuparsi di loro, fermando indubbiamente qualunque disastro stesse per succedere.

 

Yamaguchi sospirò e rivolse il suo sguardo verso Tsukishima per condividere la sua frustrazione, ma la sua preoccupazione non fece altro che aumentare quando piuttosto venne accolto da un migliore amico evidentemente turbato.

 

"Stai bene Tsukki?" chiese alzando la mano per afferrare delicatamente la spalla di Tsukishima. Il tocco lo fece riprendere dai suoi pensieri che continuavano a dire in maniera circolare "Mio-lui-è-mio, il-mio-migliore-amico, non-il-tuo, non-il-tuo-tesoro", ma tali emozioni non scomparvero del tutto.

 

"Sto bene, torniamo all'opera" disse fermamente, percependo tutto tranne che sensazioni positive dentro di sé.

 

Tadashi lo guardò come se volesse insistere, ma alla fine decise di non farlo. Al contrario, chiese a tutti di tornare ad allenarsi.



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Per tutta la settimana successiva, Tsukishima trascorse il suo tempo durante gli allenamenti sfruttando le sue emozioni per lavorare al meglio, diventando efficiente, implacabile e brutale con tutti i suoi servizi, passaggi o muri. Aveva tirato fuori molte delle sue frustrazioni ed era riuscito a spaventare qualsiasi matricola cercasse di infastidirlo. Tutto sommato un successo ai suoi occhi.

 

Alla maggior parte di loro probabilmente sembrava semplicemente una settimana davvero buona per il giocatore. Perfino i suoi studi avanzavano. Era riuscito a procedere molto bene con le sue attività di corso, quasi divorando tre capitoli sia di storia che di biologia come scarso tentativo di distrarsi dalla sua attuale situazione.

 

La parte della sua vita trascurata, tuttavia, era quella personale, Yamaguchi nello specifico. Aveva spazzato via tutti i tentativi di passare del tempo in più con il suo migliore amico, il che era certamente il motivo per cui i suoi compiti sembravano particolarmente immacolati. Sapeva che stava ferendo Tadashi, ma sapeva anche che lo avrebbe solo ferito di più se non avesse sfruttato questa settimana per affrontare tutte queste emozioni disordinate.

 

Stava andando bene. Entro lunedì sarebbe stato tutto "nascosto sotto il tappeto", contrassegnando tale settimana come una settimana spenta e allo stesso tempo una settimana stranamente accesa.

 

Eccetto che gli allenamenti di venerdì sera gli scombussolarono completamente i piani.

 

Era colpa di Kageyama in tutta onestà. Se avesse semplicemente tenuto le mani per sé ora non avrebbe un naso sanguinante e probabilmente un bell'occhio nero da abbinarci.

 

Stavano facendo una partita di allenamento. Con così tanti nuovi membri del primo e del secondo anno risultava semplice svolgere partite di allenamento l'uno contro l'altro. Erano rimasti quattro membri del terzo anno, quindi due di loro di solito ruotavano unendosi a una delle due squadre per mantenere le cose giuste e varie. Hinata e Tsukishima avevano avuto la sfortuna di fare coppia per questa partita, Yamaguchi e Kageyama facevano coppia nella squadra avversaria.

 

Yamaguchi da solo aveva ottenuto ben cinque punti di seguito contro di loro. Era totalmente troppo impressionante. Tsukishima si era allenato a ricevere specificamente i servizi flottanti di Yamaguchi, e nonostante ciò era difficile persino mettere la palla in gioco.

 

"Ottimo lavoro!" Kageyama esultò quando fu segnato il quinto punto. Tadashi alzò le mani per battere il dieci, che Kageyama ricambiò. Poi, quando si voltò per tornare al suo posto per il sesto servizio, Kageyama fece l'indicibile, l'impensabile, l'unica cosa che avrebbe sicuramente portato Tsukishima ad esplodere, indipendentemente da chi lo avesse fatto.

 

Diede una pacca leggera al sedere di Yamaguchi e dichiarò "Portaci a sei, capitano!".

 

Ora, rispetto al primo anno Kageyama aveva iniziato ad usare sempre di più il senso del tatto con la squadra. Gran parte di ciò era dovuto alla pura esposizione a persone come Hinata, Tanaka e Suga, ma un altro fattore era probabilmente il fatto che il re idiota fosse così affamato di tocco che sentiva il bisogno di compensare, ora che era in un ambiente sicuro per farlo.

 

Tsukishima era già stato il destinatario di alcune pacche sul sedere da parte Kageyama. Soprattutto dopo aver eseguito un buon blocco insieme. La pacca sul sedere era decisamente un tratto ereditato da Sugawara, dato che l'uomo era noto per strizzare, picchiettare, pizzicare e solleticare tutti i lati B dei suoi compagni di squadra.

 

Di solito andava bene. Ma con i ricordi dei termini affettuosi usati dai due, freschi nella mente di Tsukishima, e una quantità schiacciante di gelosia che scorreva nelle sue vene, era naturale che l'azione lo portasse ad andare un po'... fuori di testa.

 

Il sesto sarebbe dovuto essere un altro servizio flottante, ma questa volta Tsukishima era pronto. Riuscì a riceverlo, facendolo tornare indietro ad uno dei ragazzi fastidiosi del primo anno che perpetuò questo caos nel cuore di Tsukishima.

 

Il biondo corse in avanti, mentre la palla tornava al loro alzatore, e la chiamò.

 

Si era fatto strada e c'erano molti modi in cui avrebbe potuto segnare un punto. Era praticamente privo di muri, nessuno l'aveva ancora marcato, aveva un sacco di spazio disponibile per fare una falsa o altro.

 

Tuttavia non fu quello che fece. Il suo sguardo era puntato su Kageyama, che si spostava indietro per prepararsi a ricevere, e mirava proprio tra i suoi occhi.

 

Il suono della palla che colpiva la pelle era accompagnato da uno scricchiolio quasi assordante.

 

Kageyama cadde all'indietro con la forza della schiacciata, le mani che si avvicinavano al viso. In pochi secondi il gioco fu interrotto e tutti si affollarono intorno a lui.

 

Tsukishima si fece timidamente avanti, la gelosia lo abbandonò e fu invece sostituita dalla vergogna per la facilità con cui aveva perso la calma.

 

"Caspita Tsukishima, gli hai quasi staccato la testa!" Hinata strillò, cullando drammaticamente il re. Tsukishima digrignò i denti, in fiamme per l'imbarazzo di essere stato sgridato da qualcuno come Hinata.

 

"Scusa, Kageyama" riuscì ad esalare, inchinandosi per rispetto.

 

"Fanculo e prendimi una borsa del ghiaccio, idiota!" rispose Kageyama, per fortuna trattando Tsukishima come farebbe normalmente.

 

Non avendo bisogno di sentirselo dire due volte, il biondo si diresse verso la stanza del club dove avevano un piccolo congelatore pieno di sacchetti di ghiaccio per situazioni come questa.

 

Usò tutti i vantaggi delle sue lunghe gambe per tornare alla palestra a tempo di record, ma, prima che potesse rientrare, ebbe modo di constatare che Yamaguchi e Yachi lo stavano aspettando alla porta.

 

"Lo porterò a Kageyama!" dichiarò Yachi, la cui voce ovviamente cercava di sembrare positiva, ma falliva miseramente.

 

Uno sguardo al volto tempestoso di Tadashi enunciò a Tsukishima esattamente cosa stesse per succedere. Concesse la borsa del ghiaccio a Yachi, che lo guardò con compassione, confermando il fatto che gli stesse per arrivare una tirata d'orecchi.

 

"Nella stanza del club, ora!" scattò Yamaguchi, sorpassando Tsukishima.

 

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Stare con Yamaguchi non era mai stato strano. Il ragazzo era entrato nella sua vita senza sforzo, al biondo veniva naturale sentirsi a suo agio con lui. Tuttavia, stando da solo con Yamaguchi nella stanza del club, Tsukishima pensava che l'imbarazzo potesse minacciare di soffocarlo.

 

"L'hai fatto apposta" iniziò Tadashi, andando dritto al sodo. Tsukishima pensò di difendersi o mentire per un momento, ma poi decise di non farlo.

 

"Sì" confermò, anche se non ce n'era bisogno. "Mi dispiace di averlo fatto" Aggiunse provvisoriamente; era davvero dispiaciuto, ma non sapeva se Yamaguchi lo pensasse.

 

Yamaguchi sospirò bruscamente, massaggiandosi le tempie per la frustrazione. Era la prima volta in tutta la settimana che Tsukishima si trovava abbastanza vicino da poter guardare il ragazzo più piccolo come si deve. Sembrava stanco, gli si erano formate delle borse sotto gli occhi, al pari di quelle che aveva durante la settimana degli esami, quando rimaneva sveglio tutta la notte a studiare.

 

Tsukishima sentì una fossa nello stomaco quando comprese da dove probabilmente provenissero quelle borse. Era raro che Tsukishima avesse mai allontanato Yamaguchi. Ma era successo di tanto in tanto, e Tadashi gli aveva sempre dato il suo spazio, nonostante fosse chiaramente comunque preoccupato per lui. Tutta quell'ansia lo teneva sveglio la notte.

 

Non succedeva da anni, quindi Tsukishima aveva dimenticato l'impatto che, avesse su Yamaguchi. Aveva pensato che con la pallavolo che assumeva una maggiore rilevanza nella sua vita, Tadashi avrebbe avuto uno sfogo per quell'ansia repressa. Il suo stomaco si attorcigliò in noduli quando si rese conto che Tadashi era sempre lo stesso, si sentiva sempre allo stesso modo.

 

"Senti, so che a volte hai bisogno di spazio, e non ti piacciono gli impiccioni, ma quando altre persone si fanno male mi dispiace ma devo farlo", disse Tadashi, distruggendo Tsukishima con quanto dannatamente fosse compassionevole. "Cos'hai?" chiese infine, incrociando lo sguardo con quello del biondo per la prima volta da quando erano entrati nella stanza del club.

 

Tsukishima considerò per una frazione di secondo di mentirgli. Poteva inventare un numero infinito di scuse, poteva persino snobbarlo completamente.

 

Ma non voleva. Non voleva continuare a sentire tutta quella rabbia che vorticava dentro di lui, la gelosia che guidava i suoi pensieri in circoli ossessivi. Egli era una creatura che sopravviveva con la logica e la concretezza, vedere tutto sconvolto in tal modo era incredibilmente frustrante. I sentimenti erano disordinati, talvolta sensuali, e completamente imbarazzanti da ammettere, ma in tempi disperati Tsukishima poteva anche essere portato a parlarne. Quelli erano sicuramente tempi disperati.

 

"Sono geloso di Kageyama" iniziò Tsukishima, mantenendo la sua voce il più blanda possibile in modo che potesse avere un barlume di controllo. Tadashi sembrava sul punto di lanciarsi in un acceso discorso sul perché Tsukishima fosse altrettanto bravo e importante per la loro squadra come lo era il loro alzatore, ma Tsukishima alzò una mano per fermarlo.

 

"Non sono geloso delle sue abilità nella pallavolo. Sono geloso perché sta occupando tutto il tuo tempo e la tua attenzione" Tsukishima disse le parole come se fossero fatti e non come se fossero semplicemente una breve sintesi di un intenso giro sulle montagne russe delle emozioni che l'aveva coinvolto nelle ultime settimane.

 

Tadashi rimase immobile, gli occhi spalancati e la bocca aperta per lo shock. Evidentemente non aveva mai considerato se stesso come uno dei responsabili dell'umore di Tsukishima.

 

"Tsukki!" urlò Tadashi, cogliendo l'amico di sorpresa. I suoi occhi erano lucidi come se stesse trattenendo le lacrime e la sua bocca stava iniziando a piegarsi in un sorriso. "Tsukki, tu dovresti essere quello  intelligente" ridacchiò, avvicinandosi al suo amico.

 

Tsukishima osservò con confusione Tadashi soffocare un'altra risatina. Non si rendeva conto di quanto fosse serio?

 

"Sto facendo sul serio", gli disse Tsukishima, incrociando le braccia come un bambino petulante, il che fece solo ridere di più Tadashi. "Smetti di pensare che sia divertente" riprovò, ma sfortunatamente l'umorismo della situazione stava cominciando ad arrivare anche a lui, la maschera seria si rompeva mentre la risata di Tadashi lo contagiava.

 

"Tadashi, sono convinto che in realtà lui non abbia nulla in testa, è vergognoso che io sia geloso di lui" Tsukishima iniziò a scherzare, ma era anche una palese consapevolezza di quanto si stesse comportando in modo stupido. Tadashi cercò di contenere una risatina mentre si avvicinava a Tsukishima, afferrando il braccio del suo migliore amico per tenersi in piedi.

 

"Non rimarrò in fila dietro un cervello di zanzara per il tuo affetto" dichiarò Tsukishima, sentendosi sollevato ora che aveva fatto uscire tutto. Invece di ridere di più, Tadashi sembrò riprendersi alle parole. Cercare di capire cosa avesse detto di strano, Tsukishima si rese conto con orrore di aver detto affetto e non attenzione.

 

"Kei..." disse dolcemente Tadashi, alzando la mano per accarezzare il viso del biondo. Il cuore di Tsukishima batteva nel petto all'impazzata al contatto e all'uso del suo nome. Aveva detto a Tadashi di poterlo usare anni prima, quando quest'ultimo aveva smesso di essere Yamaguchi ed era diventato Tadashi. Tadashi aveva semplicemente riso e aveva continuato a chiamarlo Tsukki.

 

"Kei..." disse di nuovo, con l'altra mano protesa verso l'altro lato del viso di Tsukishima, costringendo il biondo ad incrociare il suo sguardo. I suoi occhi erano splendenti e luminosi, le borse quasi impercettibili, nascoste dalla gioia spontanea. Tsukishima si sentiva come gelatina al suo sguardo.

 

"Non devi stare in fila dietro a nessuno per il mio affetto" sussurrò Tadashi onestamente, facendo impennare il cuore di Tsukishima.

 

"Provalo" si ritrovò a sussurrare in risposta, sentendosi incoraggiato dalle parole di Tadashi.

 

Con un sorrisetto, Tadashi fece proprio questo, trascinando il viso di Tsukishima verso il basso fino a quando non fosse all'altezza perfetta per baciarlo.

 

Le loro labbra si incontrarono e fu incredibilmente esaltante. Tutte le emozioni che si erano accumulate nello stomaco di Tsukishima e che affliggevano la sua mente si attenuarono, mentre si lasciavano andare al loro primo bacio, alla fine trovando il ritmo perfetto, la perfetta scivolata di labbra serrate per suscitare emozioni nuove, molto più piacevoli.

 

Le braccia di Tsukishima circondarono la vita di Tadashi, e le mani di quest'ultimo passarono dal suo viso a precipitarsi sui suoi capelli.

 

Non sapeva per quanto tempo rimasero lì, coinvolti l'uno nell'altro, ma quando alla fine Tadashi si staccò, non sembrava abbastanza tempo per i gusti di Tsukishima.

 

"Sei ancora in guai seri per aver quasi causato una commozione cerebrale a Kageyama" mormorò Tadashi, incrociando lo sguardo con quello di Tsukishima. Un velo d'intesa li sfiorò, e con un solo respiro entrambi si piegarono in due per ridere dell'intera situazione.

 

"Mi dispiace" si scusò Tsukishima, allontanandosi da Tadashi, ma infilando una mano nella sua per compensare.

 

"No, non è vero" ridacchiò Tadashi, rafforzando la stretta delle loro mani intrecciate. Tsukishima sorrise in risposta, né confermando né negando la sua affermazione.








   
 
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