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Autore: sallythecountess    12/06/2020    1 recensioni
Superata la soglia dei famosi quaranta, un gruppo di amici storici si ritrova e finisce col confessarsi le paure, gli sbagli e i desideri. C'è chi ha deciso di crescere e mettere la testa a posto, chi invece è tornato ragazzino, chi aspetta un figlio da un uomo sconosciuto e poi ci sono loro: lo chef Dubois e la sua storica amata, che dopo un doloroso divorzio continuano ad amarsi ai lati opposti del globo, senza avere il coraggio di provare a recuperare il loro rapporto, fino ad un'estate speciale...
Ricordo a tutti che questa storia è il capitolo conclusivo della serie "La ragazza di Tokyo" e potete leggerla da sola, oppure iniziare a leggere qui la serie https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo: i cinesi
I pochi giorni di Alice a Nevers volarono letteralmente, e i nostri due poveri eroi non ebbero mai una notte da soli. Già perché finito il party notturno con Beatrice, Alice aveva provato a raggiungere Lor nella sua stanza per sedurlo, ma lui aveva pochissimo tempo e le aveva detto “non esiste in dieci minuti” sprecando l’ultima chance che il destino aveva voluto concedergli per quel periodo.
Poche ore dopo l’arrivo di Lor in ufficio, infatti, avevano scoperto che il povero Fred aveva il virus gastrointestinale, perciò Alice aveva passato giorno e notte con quel piccolo addosso in stile cucciolo di opossum, e quando sembrava finita, ovviamente, anche George e Sophie iniziarono a stare male, e per ultima anche la nostra povera Ai ebbe problemi di stomaco, quindi fu davvero un weekend d’inferno. Lor si comportò molto bene, durante la malattia dei bambini e ci fu anche un piccolo riavvicinamento con George, che chiese apertamente di stare in braccio al padre, facendo scoppiare di gioia il cuore dei genitori. Alice per la prima volta in cinque anni sentì finalmente di non dover fare tutto da sola e ne fu felicissima, anche perché dormirono insieme con i bambini e Lor passò il tempo a cercare di distrarre il bimbo malato di turno prima, e ad accarezzare Alice, dopo sussurrandole parole d’amore in francese. Quando si era sentita male, poi, le era stato accanto ignorando le proteste di lei che non voleva proprio farsi vedere in quello stato. Erano nella fase “fidanzatini” e non voleva rovinare tutto facendosi vedere mentre sta male, ma Lor le ricordò che aveva fatto molto di peggio in altre occasioni e lei annuì.
“…in salute o in malattia, abbiamo detto Alis…”
Le urlò da lontano, mentre la poverina dava di stomaco in un’altra stanza e lei rispose acida “non abbiamo mai detto nulla di tutto questo, e siamo divorziati…”
“Pazienza, ce lo diremo. Ci risposeremo…” rispose lui laconico, e lei uscì dal bagno stravolta, con i capelli disastrati e rispose solo “cosa?” facendolo ridere.
“Sì, sì, ci risposeremo. E lo faremo per bene questa volta, nel vigneto, con l’abito bianco, il prete e tutto il resto. E diremo i voti che dicono tutti perché voglio sentirmi dire ‘finchè morte non ci separi’ stavolta, dati i nostri storici trascorsi. E poi magari potremmo usare anche il nostro giuramento come promessa…” aggiunse lui, calmo e sicuro come non mai, lasciando Alice per un secondo interdetta. Lor pensò che forse non si sentiva ancora sicura, ed era legittimo, ma la verità era che Alice stava sentendosi ancora male, così tornò a rimettere e solo dopo un po’ rispose “scusa mi stai davvero parlando di matrimonio, mentre io vomito l’anima? Che romanticismo, proprio. Davvero non hai ancora imparato come si fanno queste cose?” e Lor rise soltanto, ma chiuse il discorso.
Il giorno dopo Alice fu di nuovo in piedi, ma ovviamente doveva partire, così salutò tutti con la promessa di rivedersi dopo dieci giorni e scappò in auto con Lor verso l’aeroporto.
 “Inizio a pensare di essere incredibilmente sfortunato, comunque…” le disse seccato in auto, facendola ridere in modo un po’ troppo forte.
“…è solo essere genitori Lor, te lo avevo detto. Lo so che tu hai letteralmente vissuto in ufficio negli ultimi cinque anni, ma te lo ricorderai com’era con Bibina, no? Quando eravamo terrorizzati ogni volta che le saliva la febbre e siamo andati al pronto soccorso per una puntura di zanzara? E con Sof? Ecco, ora moltiplicalo per quattro e capirai: ce n’è sempre una, ed è sempre più complicata da gestire delle precedenti. E’ come una specie di videogame fatto da un pazzo sadico e non puoi neanche uscirne. Quindi, in poche parole, scordati di fare sesso una notte intera.”
“Oh vedremo…”
Rispose molto determinato, e con uno strano sorriso in volto e Alice fraintese. Pensò fosse un tentativo di seduzione, così si tolse la cintura e provò ad avvicinarsi a lui mentre era alla guida, massaggiandogli la spalla e tastandogli il braccio. Lor la voleva da impazzire, e l’aveva desiderata per un sacco di tempo, ma non voleva che succedesse in modo squallido. Lo aveva accusato di essere poco romantico, così gliel’avrebbe fatta vedere.
 “no, no non ci provare neanche”ringhiò, lasciandola molto perplessa.
“Alis noi non avremmo avuto una prima volta perfetta da fidanzati, perché quando io volevo farlo, e avevo fatto in modo che fosse tutto estremamente favoloso, ti sei presentata con due tizi, e neanche da sposati perché non sapevamo che ci stavamo sposando, ma diamine non rovinerò questa chance di avere un’altra prima volta…”
Le disse, con molta dolcezza, ma lei ridendo sussurrò “Lo…il vigneto? La tua camera? Dov’era tutto questo romanticismo allora?”
Lo stava provocando, con molta dolcezza, e Lor sussurrò nello stesso modo “ma plumette, hai fatto tu la prima mossa, io volevo solo parlare, ma tu non riesci a resistermi a quanto pare…” prendendosi un buffetto sulla spalla. Erano felici comunque, malgrado avessero passato il weekend a sfebbrare i ragazzini e mantenergli la fronte.
  “…sarà dolce la nostra prima volta, ed anche romantica, te lo garantisco. Quelle successive meno, perché dovrò sfogare anni di lussuria arretrata, ma…”
Entrambi risero per quella frase, ma Alice era davvero molto colpita, e quando lui aggiunse “…sono cinque anni che ti sogno, ma plume. Cinque anni che sogno di toccarti, di prenderti e di stare con te, e non voglio sciupare tutto in dieci minuti, neanche fossimo scimmie!” lo baciò forte, ma era giunto il momento di salutarsi. Così gli sussurrò solo “mi mancherai…” lasciandolo a sistemare le cose.
Passò la domenica ad organizzare il viaggio, recuperare uno skipper e un piccolo equipaggio e poi andò ad annunciare a Dug e Mat la sua decisione, rendendoli estremamente perplessi.
“Vendiamo, quindi? Ti sei convinto?” chiese Matias confuso, perché Lor si era sempre fermamente opposto alla vendita della società, quindi non capiva quel cambiamento, ma Dug provò a fargli capire che entrambi odiavano la società di vini da sempre e Mat non potè far altro che annuire.
“Ci teniamo parte del vigneto e questa grossa azienda cinese è disposta a tenere tutti i dipendenti, e a liberarci dai debiti. Vogliono solo il nome, quello gli interessa e direi che non potremmo essere più fortunati… ” spiegò Lor a malincuore, perché sapeva che suo nonno avrebbe odiato quella soluzione, ma non aveva altra scelta: lui non voleva quella vita e l’aveva fatta solo per i suoi figli, per dargli un futuro migliore, ma potevano davvero avere un futuro migliore crescendo praticamente senza padre?
Doveva dirlo a Vivienne, però, per correttezza  e poi anche agli altri dipendenti e quello gli pesava davvero tanto. Si era battuto molto per farli tenere tutti e per lasciare tutti nella posizione in cui erano, e come ultimo gesto dettato dal senso di colpa aveva deciso di promuovere la sua ex, ma comunque non sarebbe stato facile dirglielo.
Il giorno dopo la chiamò da parte, e il cuore di Vivienne esplose per la gioia, sperando che fosse un tentativo di riavvicinamento, ma quando le disse “…venderemo tutto a breve, ma non temere, mi sono battuto per il tuo posto” la poverina morì di dolore, e finì letteralmente in lacrime sulla sedia davanti a Lor. Farfugliò frasi confuse, ma era evidente che il dolore fosse troppo forte, così le sussurrò “vai a casa, te lo meriti. Vai in ferie per questa settimana, così quando tornerai, non sarai costretta a vedermi e andrà tutto bene, Vivi…”
Lei non disse una parola, rimase a singhiozzare fino a quando Dug andò a chiamare Lor per la riunione e lui prima di uscire aggiunse “…sei una donna speciale, sarai felice, davvero. Addio” e lei crollò in un mare di lacrime e lo strinse forte, sussurrandogli solo “ma io ti amo, Lor, perché mi fai questo?”
Lor non rispose, le mise una mano sulla spalla e con un sorriso uscì. Odiava il senso di colpa, ma ormai aveva imparato a conviverci dopo due anni in cui era stato il padre che ha devastato la famiglia, e sapeva di star facendo la cosa giusta. L’annunciò di Lor, ovviamente non fu accolto bene dai dipendenti, anche perché i cinesi si erano dimostrati tanto interessati da proporgli di chiudere tutto in un mese.
Avrebbe dovuto star male per quel meeting, eppure sorrise soltanto uscendo, perché il pensiero andò al suo futuro. Finalmente sarebbe stato libero di tornare in cucina e con la sua famiglia. Si disse che se Alice voleva vivere a Tokyo, poteva provare ad aprire un piccolo posto lì e ricominciare a cucinare e sorrise ancora di più, immaginando Beatrice in cucina con lui. Sì, quello era il suo sogno, e gli scaldava il cuore quell’immagine. Decise di non dire subito ad Ai dell’azienda, perché voleva fosse una sorpresa e ovviamente ci riuscì.
Si rividero tutti in aeroporto una settimana dopo, e oltre ai nostri soliti protagonisti, erano ovviamente giunti anche i piccoli eredi Dubois, e c’era una piccola tragedia romantica in corso.
Capitolo: la ciurma dei Dubois
“Insomma io non vengo, ho detto no…”
Ringhiò apertamente una bellissima e formosissima rossa di diciotto anni, facendo letteralmente impazzire Dug. Era sempre così con lei: non faceva mai quello che le chiedevi. Era una specie di Alice, ma decisamente più capricciosa e volitiva e credetemi: questo significa davvero tanto.
 “E neanche io…” rispose la morettina accanto a lei, anche lei con fare inflessibile e Dug rivolgendosi al cielo ringhiò “ Signore un colpo in testa, adesso, ti prego. Così soffro meno…” facendo indispettire Mya, ma Lor capì che c’era qualcosa di strano, così con molta dolcezza sussurrò “Bella, tesoro, che cosa ti rende così nervosa?” ma lei lanciò un occhiata estremamente seccata verso un ragazzone di due metri che aveva la faccia da cane bastonato, e Lor capì e sorrise.
“…e io non vengo se Bella non viene…” aggiunse quello che per evidenti motivi chiameremo “piccolo Lo”, ma lei reagì malissimo a quella frase e in un baleno voltò le spalle a tutti e sbattè la porta, come faceva sempre. Vedete, quei due in realtà non avevano mai ammesso apertamente di stare insieme, Dug lo aveva saputo da Roy che li aveva beccati a sbaciucchiarsi, ma avevano sempre minimizzato dicendo che erano amici, anche se nessuno ci aveva creduto.
 A quel punto successe la tipica cosa che capita quando i genitori di un ragazzone alto due metri e suo zio, si rendono conto che Lo-Lo non è più il bambino con cui combattere per fargli mangiare le verdure ma un uomo. Lor sorrise mettendogli una mano sulla spalla sussurrò “buona scelta, soprattutto perché è anche più grande, ma anche lei è mia nipote, quindi non costringermi a prenderti a calci nel sedere, va bene? Non voglio vedere lacrime o cose simili…”
“Ah è più facile che tu veda piangere Lor…”
Ribattè suo fratello Morice, non a torto, e Lor ridendo scosse la testa e disse piano suo omonimo “sì, ma neanche così va bene. Ok, le Mac Neil sono un pubblico tosto e qualche volta bisogna scendere a compromessi, ma qualcuno deve fare l’uomo nelle relazioni, ed è meglio che sia il maschio a farlo…”
“Ma proprio tu parli?”urlò Mat ridacchiando e per un po’ Dug e Cristina non riuscirono a smettere di ridere, tormentandolo letteralmente con tutte le cose che aveva fatto.
“Zio Lo, davvero, un minimo di dignità…”
Gli disse Morice disgustato quasi, sentendo di come Lor l’aveva letteralmente tormentata per tornare insieme quando era incinta e della scenata che aveva fatto quando Alice era in ospedale a partorire Beatrice, ma Lor ridendo rispose “sì, sì, aspetta di presentarmi la tua fidanzatina, eh. Ti tormenterò, te lo giuro. E giuro che farò anche il discorso del tuo matrimonio…”
Si tormentarono per un po’, ma per una volta Beatrice si sentì davvero felice. Adorava quei cugini grandi così fighi, anche se la intimorivano a morte, perché lei non si sentiva minimamente come loro, ed era davvero felice di poter passare del tempo tutti insieme. E poi Bella tornò, e con il suo solito fare scocciato chiese “…e si possono portare degli amici in questa vacanza forzata?”
Quella domanda fece letteralmente impallidire il piccolo Lor, che aveva capito subito perché lo aveva chiesto e gli era venuta voglia di vomitare, ma suo zio si strinse nelle spalle e rispose solo “Maggiorenni?”e lei annuì.
“Se badano a se stessi e soprattutto non importunano Beatrice, sì. Ma niente sesso, niente alcol, arresti, feste o droga. Non si vomita sulla barca e ancora una volta: niente sesso e se qualcuno guarda Beatrice è morto”ribattè Lor serio, ma Dug gli sussurrò “se queste regole valgono per noi mi sparo…” facendolo solo ridere.
“Che palle” rispose Bella molto scocciata e Dug rifece la scenetta in cui parlava con Dio, seccandola ancora di più.
“Comunque adesso ho la scusa perfetta per dire ad Ai che dorme con me, quindi grazie Bella” concluse Lor cortese, e lei rispose solo “se vabbè…che schifo” e se ne andò, facendo un cenno del capo al piccolo Lor che la seguì scodinzolando, ignorando totalmente la frase “non provate a chiudere la porta” urlata da suo padre.
“Ci stiamo per imbarcare in un viaggio con duecento ragazzini con gli ormoni a palla?” chiese Cristina ridacchiando, una volta rimasti sola con Mat in giardino. Avevano passato una bella serata e stavano avvicinandosi sempre di più, in un modo che terrorizzava entrambi.
 “sì, più Mya, Bella, Morice, il mio Lor e Beatrice…”rispose Mat ridacchiando con un fare molto affascinante, ma Cristina non capì, perché era molto distratta.
Matias si era allentato il nodo della cravatta e aveva i capelli un po’ in disordine e quegli occhi verdi così belli la guardavano in modo tanto dolce da farla quasi arrossire. Da un po’ di tempo aveva iniziato a vedere Mat in modo totalmente diverso rispetto a prima, e più di una volta si era trovata a fissarlo pensando solo “come diavolo ho fatto a non accorgermene prima?”.
I due fratelli ovviamente si somigliavano, ma solo in parte, e invecchiando si erano accentuate le differenze, ma la cosa che piaceva da morire a Cristina era la dolcezza che lui emanava, sempre. Aveva un tono di voce molto dolce, ed era estremamente gentile con tutti, e le dava tante piccole attenzioni, anche se erano a malapena amici. Poi, oggettivamente, era un bell’uomo: molto alto e meno atletico del fratello, ma con labbra carnose, occhi verdi e lunghissime ciglia molto folte. Non era il classico tipo che ti avrebbe sedotto con uno sguardo, come suo fratello, ma ciò che piaceva a Cristina era che Mat era il classico ragazzo d’oro su cui sai di poter sempre contare.
“Andiamo guardati intorno Cris…”
 Aggiunse lui con un sorriso dolcissimo e uno sguardo incredibilmente languido “…Dug vive su Tinder ormai e fa sesso con qualunque forma di vita accetti le sue avances, Lor e Ai…sono Lor e Ai, niente da aggiungere e…”
S’interruppe allora, perché non volle ammettere apertamente che stava succedendo qualcosa anche tra loro, ma Cristina avvicinandosi molto alle sua labbra sussurrò “e…cosa?”facendogli venire i brividi.
 Mat non aveva molta esperienza in fatto di donne, purtroppo. Non aveva avuto una fidanzatina al liceo, perché la ragazza di cui si era innamorato non considerava neanche la sua esistenza, e la sua unica ragazza era stata Ava, che aveva sposato dopo pochissimo. E poi c’era Jasmine, con cui non era mai realmente successo nulla, ma che lo aveva spinto comunque a chiedere il divorzio, perché gli aveva fatto capire che il suo matrimonio era finito. Vedete Jasmine era una delle fornitrici della società, e loro due avevano finito col passare sempre più tempo insieme e Mat se ne era innamorato perdutamente, ma lei non ricambiava il suo amore e questo lo aveva ferito.
Era confuso quella sera, aveva bevuto anche un po’ troppo, ma la dolcezza di Cristina lo affascinava sempre di più e quasi arrossì sotto al suo sguardo languido, sussurrando “…e neanche noi siamo buoni esempi da seguire, ammettilo” facendole venire i brividi.
“Insomma dovremmo essere noi gli adulti, ma davvero ci sentiamo più maturi di loro? Siamo tutti divorziati in questa casa, e abbiamo fatto duemila casini a testa.” Concluse Mat cercando di farla sorridere, ma Cristina fece una cosa inaspettata: gli mise una mano sulla guancia e molto dolcemente sussurrò “siamo umani, Matias. Vogliamo sentimenti forti, vogliamo innamorarci e finiamo per fare degli errori, proprio perché forse proviamo cose troppo intense, ma questo non ci rende immaturi, solo fragili”.
Mat, allora, con il cuore in gola mise la sua mano destra sulla guancia di lei e pensò solo “adesso, devi baciarla adesso idiota!” ma Cristina sussurrò piano “… e anche onesti, perché chiudere una relazione nel momento giusto e beccarsi tutte le conseguenze significa anche essere sinceri, ma Matias: l’amore perfetto non esiste. A volte si fa centro al primo colpo, altre volte è necessario un lungo giro tortuoso prima di trovare la persona per noi, ma non è detto che se abbiamo incontrato persone sbagliate fino ad ora, sarà sempre così. Magari è già tutto diverso…” si avvicinarono molto in quel momento e Cristina strofinò il naso contro il suo con molta dolcezza.  
“Magari…” sussurrò lui, ad un millimetro dalle sue labbra. Era spaventato a morte, ed aveva persino le guance completamente rosse, ma gli sembrava che lei volesse davvero quello che voleva lui. Esitò per qualche secondo, terrorizzato all’idea di rovinare tutto anche con lei, ma fu Cristina a baciarlo e per un attimo si sentirono totalmente sottosopra. Eppure, malgrado la timidezza, Matias continuò a baciarla per un po’, accarezzandole i capelli e il viso e Cristina morì letteralmente per le sue labbra e per quel suo modo così sensuale di baciarla, e lo abbracciò con tutte le sue forze, tenendogli la testa per fargli capire che non voleva sciogliersi da quel bacio.
“Vedi che siamo molto più incasinati noi?”
Sussurrò Mat un po’ in imbarazzo, ma anche felice, accarezzandole la guancia, ma lei sussurrò “…ed è solo l’inizio…” ricominciando a baciarlo con passione. 

Nota:
Ciao a tutti, allora vi ho postato ancora due capitoli, spero non vi dispiaccia! Ho mille domande, ovviamente, ma la più importante è: che ve ne pare di questo finale tra Mat e Cristina? State cambiando un po' idea sul fratellino nerd? E che ne pensate del fatto che Lor abbandoni la società per tornare in cucina? E per ultimo: che ne pensate di questo nuovo rapporto tra Ai e Lor? E della sua scelta di risposarla e di voler rendere speciale la loro prima volta? Fatemi sapere, vi aspetto!
   
 
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