.: LIKE
TOY SOLDIERS :.
Pairing: nessuno ( ma per chi ha un po’ di fantasia può
ben arrivare a significati intrinseci… )
Rating: PG-13
Disclaimer: Purtroppo
i personaggi di questa storia non sono miei, ma appartengono a J.K.Rowling.
Ogni riferimento a persone, cose, luoghi e situazioni realmente esistenti è
puramente casuale, anche se il titolo l’ho preso in prestito dalla canzone di
Eminem: mi sembrava molto adatto.
Note: È effettivamente venuta
un po’ cortina, ma è una fanfic venuta fuori così, un giorno, senza troppe
pretese… Ma non mi sembra venuta malissimo, che ne dite di lasciare un
commentino ino ino?! ^_-
Mi farebbe immensamente piacere. Danke! ^_^
Dedica: a Amy Lee degli
Evanescence (che io adoro ^_-) per
avermi ispirato questa storiella con le sue splendide canzoni e la sua
fantastica voce! A chiunque commenterà, ma anche solo leggerà questo frutto
della mia mente malata. Grazie davvero!
Usati.
Come oggetti.
Come bestie.
Come nullità.
Questo è ciò che siamo noi.
Esseri fatti di carne, ma che non sembrano neanche
umani, tale è la loro crudeltà.
Siamo soldati, troppo giovani per importare
qualcosa.
Costretti a essere ciò che non vogliamo.
Seguire il volere dei nostri padri, portare onore
al nome della nostra famiglia.
Viviamo per questo.
È questo che vogliamo? Lo immaginiamo così il
nostro futuro?
Non importa quello che pensiamo e vogliamo,
dobbiamo solo eseguire.
Siamo solo giovani soldati.
Siamo giocattoli nelle mani di un pazzo.
Siamo uomini fatti solo di ossa e carne.
Vuoti.
Senz’anima.
Quasi come condannati al Bacio dei Dementor.
Non abbiamo più identità.
Io, per esempio, sono uno come tanti altri.
La gerarchia è a mio favore, se così si può dire.
Non sono così indispensabile da dover essere sotto
il Suo diretto controllo, ma neanche inutile da poter essere ucciso.
E così passerò il resto della mia vita.
Ad uccidere persone innocenti.
Vedere il loro sangue scorrere.
Sapere di essere io la causa della loro sofferenza.
Ma ormai non sono più niente.
Sono vuoto, anche se vivo.
Ma che importa essere vivi se non si è niente?!
Cos’è la vita?
Qualunque cosa sia, la mia non è degna di essere
vissuta.
Se avessi potuto, mi sarei già lasciato tutto alle
spalle, ma è ben noto che il coraggio non è una delle mie qualità.
Il suicidio sarebbe stato perfetto.
Ma come avere il coraggio di buttarsi, dopo aver
visto l’altezza che ti separa dal terreno?
Come poter lacerare la tenera carne dei polsi se
non si vuole vedere il proprio sangue scorrere?
Tempo fa ho avuto la possibilità di non diventare
mai ciò che ora sono grazie a lui.
Ma, troppo abituato al dolore, non sapevo cosa
fosse la felicità, e non potevo combattere per una cosa che non conoscevo.
Combattere per cosa?
Per un sorriso sincero? Per provare emozioni? Per
sentirmi veramente “vivo”?
Tutto ciò mi sembrava altamente futile a quel
tempo.
Ora lo rimpiango più di ogni altra cosa, ma non
posso tornare indietro ormai.
Ho avuto la possibilità di seguire quegli smeraldi
che silenziosamente pregavano per la mia salvezza, ma non ho colto l’attimo.
Ed ora sono vuoto.
Solo un servo come tanti, al servizio di un pazzo
chiamato Lord Voldemort.
Solo un soldato giocattolo.
Una bambola in mano a quegli occhi spietati, rossi
come il sangue, come l’odio per la vita che scorre in quelle vene.
Lentamente stiamo tutti cadendo in battaglia, uno
dopo l’altro.
Ma anche se vinciamo queste battaglie in cui non
crediamo, dentro di noi sappiamo che in realtà non vinceremo mai.
Siamo morti dentro.
Ed anche io sono ormai insensibile a tutto.
Dentro di me, però, sento sempre un piccolo
qualcosa.
Una piccola chimera.
La speranza di essere salvato.
Una mera utopia.
E anche il dolore che prima sentivo dentro, si è
lentamente affievolito, fino a divenire nulla.
Sono troppo perso per essere salvato?
Forse no.
Ma il tatuaggio sul mio avambraccio mi designa come
bugiardo e assassino.
E per quando i miei occhi – anche se così
fottutamente uguali a quelli di mio padre – possano essere sinceri, io apparirò
sempre come tale.
Tutti vedranno in me la mia parte peggiore, quella
che ho dovuto creare.
Tutti mi guarderanno come se sapessero tutto della
mia vita. Il mio dolore, le mie paure, i miei sacrifici.
E io li manderò a fanculo, perché è quello che si
meritano.
Non possono giudicarmi.
Non proprio loro: arroganti, ipocriti doppiogiochisti
di merda.
Loro che si definiscono “buoni” per antonomasia.
Si sono mai preoccupati di noi, Slytherin figli di
Death Eater?!
Non mi sembra, hanno fatto come tutti gli altri.
Hanno giudicato dalle apparenze.
E solo con quegli smeraldi potevo sentirmi tranquillo
e al sicuro.
Coraggio, determinazione, ma anche sofferenza e
consapevolezza.
Tutto questo in quegli occhi maledettamente
espressivi.
E quando mi fissavano mi sembrava che mi leggessero
dentro, facendomi sentire la persona più speciale del mondo.
Non dovrei pensare a queste cose, e se non fossi
bravo a nascondere i miei pensieri, il Lord mi avrebbe già ucciso.
Ma è la verità, e non può essere diversamente.
E so che non può essere cambiata.
Solo combattendo in ciò in cui si crede si può
vincere.
Ma per ora – anche se non ho niente da perdere –
non ho niente e nessuno per cui combattere.
Neppure per quegli occhi.
È buffo pensare che ciò che più mi è rimasto
impresso nella mente non è la sua cicatrice per cui è tanto amato, e per cui
lui si odia, ma i suoi occhi, gli specchi della sua anima.
E vorrei combattere, anche solo per quegli occhi.
Ma in questo momento non mi basta.
Da solo non ce la farei mai.
E sono stanco.
Non posso far altro che restare qui, far finta di
essere un fidato servo, e aspettare.
Attendere che qualcuno – che quegli occhi – mi
salvino.
Fino ad allora, continuerò ad essere un soldato
giocattolo…
…The End…
Grazie per l’attenzione, e… alla prossima! ^_-
Se vorrete potrei anche scrivere un Harry PoV,
basta dirlo… e sperare che sia ispirata!
Scusate ancora per la cortezza del cap, ma è venuto
fuori così.
Baci
BloodyMoon