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Autore: NPC_Stories    15/06/2020    1 recensioni
Seguito diretto di "Ricostruire un ponte", Johel e Daren back in action dopo dieci anni di separazione e... è come se non fosse cambiato nulla? No, questo è un po' troppo da sperare. Daren è comunque un tocco più pessimista, un tocco più morto, ma Johel è deciso a recuperare la loro amicizia e quale modo migliore di una bella avventura scavezzacollo? D'altra parte, quando hai un compagno di viaggio che non può né provare paura né morire, è un po' difficile convincerlo che non è lì per farti da babysitter.
Avventura! Luoghi esotici! Un mago idiota! Una nuova avventura del nostro Sidekick preferito, narrata dalla sua voce con ancor meno serietà del solito.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1372 DR: Brace Yourself


Missione 1: How To Party, ovvero Reclutare Lo Spirito Agrifoglio.

Avevamo vissuto molte avventure insieme ai bei vecchi tempi, quindi se ora gli avessi proposto una nuova fantastica missione di salvataggio in un luogo splendidamente pericoloso, non avrebbe potuto rispondermi altro che...
“No.”
“Come, no?”
No è una parola autoesplicativa.”
“Ma soltanto no? Perché no?”
“Perché è divertente dirti di no.”
“Ma dai Daren... una gita nel deserto!”
“Sabbia, terra brulla e sassi. Che panorama.”
“Ci sono delle oasi... dai!”
“Oasi sotto il controllo degli Zhentarim.” Obiettò, riferendosi alla malvagia organizzazione criminale che controllava la via del commercio attraverso il deserto dell'Anauroch e ad ovest nella Valle Grigia, fin quasi a Secomber.
“E tu non li sopporti, a ragion veduta, quindi non pensi che picchiare qualche Zhentarim sarebbe un gradevole bonus di questa missione?”
Lo vidi tentennare. Oh, sì. Ero sulla strada giusta.
“Se volessi andare a picchiare qualche Zhentarim lo farei, ma tu mi saresti di peso in un deserto, con la tua stupida necessità di nutrirti e dormire regolarmente.”
“Comprerò un anello del sostentamento. Tua nipote gestisce un negozio di oggetti magici al paese. Così non dovrò mangiare e dormirò solo due ore a notte.”
Odio l’ottimismo con cui controbatti a ogni mia obiezione.”
“Quindi vieni con me?”
“No. Perché dovrei viaggiare con una persona così odiosamente ottimista?”
“Parliamo della missione. Sono miei amici, hanno bisogno di aiuto...”
“Parlami di questi tuoi amici.”
Sorrisi. Forse era un segno di apertura, da parte sua. Decisi di interpretarlo in questo modo.
“Sono persone coraggiose e mosse da buone intenzioni. Si sono trovati invischiati nella guerra degli orchi, nell'Amn, ma anziché cercare la fama personale hanno scortato gli abitanti di un villaggio attraverso una catena di montagne infestate da goblin e altri mostri...”
Daren cominciò a mostrare segni di interesse. “Oh. Non sembrano i soliti avventurieri perdigiorno... vai avanti.”
“Quando li ho incontrati cercavano di migliorare le loro abilità combattive per poter essere più utili a quella gente. Hanno preso la mia stessa nave verso nord, perché a sud si erano trovati intrappolati fra l'esercito degli orchi e la pericolosa foresta Wealdath. Ma quando erano nella foresta, sono stati loro a trovare il cucciolo di gnoll in un campo abbandonato, e anziché ucciderlo hanno cercato di renderlo più civilizzato. Sono persone con idee interessanti. Soprattutto la ragazza, Lilhara.”
Daren mi rivolse un sorriso sghembo.
“Lei ti piace.”
Risposi con una scrollata di spalle.
“Mi conosci. Tutte le donne mi piacciono.”
“E gli altri?” Mi invitò a continuare.
“Felix è un guerriero. Mi pare di aver capito che venga dal nord, ma è un mezzelfo e come molti mezzelfi cerca il suo posto nel mondo. La donna che chiamano Tas invece è... una strana creatura del nuovo continente occidentale, sembra una gatta in forma umana.”
Il sorriso di Daren si fece più ampio.
“Anche lei ti piace? Le vuoi fare i grattini?”
Cercai di allungargli una sberla dietro la testa, ma si spostò in tempo.
“Se mai mi troverò nudo davanti a lei, sarà perché mi avrà rubato i vestiti di dosso senza che io me ne accorga. Temo che sarebbe capace di farlo!”
Daren ridacchiò. “Ah, una persona con poco rispetto per la proprietà privata. Una volta ero possessivo con le mie cose, insomma, quando non decidevo io di donarle a qualcun altro. Ma la mia ultima morte mi ha insegnato il non-attaccamento. Uhm, almeno in parte.”
“La tua spada bastarda però te la sei ripresa.” Notai, indicando con un gesto del capo la voluminosa arma che teneva sempre allacciata alla schiena.
“Io e Gonorrea siamo una cosa sola.” Obiettò, stringendo con fare protettivo la cinghia che gli assicurava il fodero alla schiena. “Nessuno deve toccare la mia spada se non vuole essere usato come fodero! La tua amica gatta farà meglio ad esserne avvertita.”
Questa minaccia mi strappò una risata.
“C'è anche un elfo con loro. Un elfo druido delle isole Moonshae. Non puoi lasciare un elfo in difficoltà, soprattutto se ha un buon cuore.”
“Seh. Immagino che tu abbia ragione.” Mugugnò.
“E poi, sai, loro alla Quercia Benedetta piacevano.”
Questo lo prese in contropiede, per un momento mi sembrò di cogliere una strana ombra di tristezza nei suoi occhi. Quando parlò, potevo sentire dal suo tono che si era chiuso in sé stesso.
“La Quercia contiene i resti di un’anima giovane, ottimista e aperta verso il mondo. Non è assolutamente un giudice attendibile.”
Giovane e ottimista? Pensai, sopprimendo un brivido. Se da giovane eri 'ottimista', che razza di idea del mondo hai ora?
“Non lo pensi veramente...” buttai lì.
Mi guardò in tralice, ma dopo qualche momento di silenzio mi premiò con uno dei suoi ghigni da mascalzone. “Dico mai quello che penso veramente?”
“Quindi, partiamo?” M'illuminai, ormai convinto di aver vinto quella battaglia verbale.
“Quando mai ti ho dato l’impressione che non saremmo partiti?”


Missione 2: How To Father, ovvero Seminare Jaylah

“So che avevo promesso di passare del tempo con te, piccola, ma ora una missione importante mi chiama a est, in un luogo arido e pericoloso, e si tratta di una missione urgente, per cui...”
“Te ne vai senza di me.” Concluse lei, mogia. Mi guardò con i suoi splendidi occhi tristi, verdi come i miei, dolci come quelli di sua madre. “Non puoi portarmi con te?”
“E’ una missione pericolosa, e tu sei una bambina.”
“Ho quindici anni! Tutti i miei coetanei sono già adulti, insomma, fanno lavori da adulti!”
“Ma loro sono umani.”
“Non ascolterò questa merda razzista, papà!” gridò all’improvviso.
Rimasi per un attimo interdetto. Poi, incapace di trattenermi, scoppiai a ridere.
“E io non ti ascolterò mentre cerchi di cambiare argomento per destabilizzarmi. Un’elfa di quindici anni è una bambina, e se non ti piace sentirlo puoi andare a letto senza cena.”
Mi voltò le spalle, borbottando che sono un padre inqualificabile e senza cuore. Mi tenne il broncio per qualche secondo, poi si voltò di nuovo verso di me. “Ma se morissi, in questa missione pericolosa?”
Mi toccai discretamente i gioielli di famiglia.
“Mia cara, tuo zio verrà con me. Sai che non permetterà mai che io muoia. Mi ucciderebbe, se ci provassi.”
“Eh... non ha senso.”
“No. Prenditi cura di Gimli mentre sono via.”
“Lo sta facendo già mio fratello Duvainion...”
“Duvainion è un ottimo ranger e conosce il bosco anche meglio di me, ma non conosce i cuori. Tu hai una predisposizione, come tua madre. Prenditi cura di Gimli, insegnagli a essere una creatura naturale e a vivere in armonia con la foresta. Nel frattempo, anche tu potrai imparare dall’esperienza di tuo fratello. Quando tornerò mi mostrerai i vostri progressi.”
“Avrei voluto che mi insegnassi tu a fare la ranger...”
“Ah, ma lo farò. Sarò di ritorno prima che il tuo cuore elfico si accorga dello scorrere del tempo.”
Jaylah mi strinse in un abbraccio. Avevo passato troppo poco tempo con lei nell’arco della sua breve vita, e nonostante le mie obiezioni, lo sapevo che non era più veramente una bambina. Era cresciuta con un’educazione troppo umana per esserlo. Sapevo anche che avrebbe sentito lo scorrere del tempo, ma non potevo evitarlo.



     

   
 
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