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Autore: suni    13/08/2009    10 recensioni
“Dai, teme, come mi sta?” continua ad abbaiare Naruto agitandosi davanti allo specchio.
Non fa nemmeno caso al fatto che il genio giri ostentatamente il viso dal lato opposto né che emetta un sospiro un po’ più rumoroso, ma continua a scalmanarsi raggiante davanti allo specchio, baloccandosi con quel ridicolo cappello che ha sulla testa e che dondola da un lato all’altro.

Ancora legata a Konoha, mattina e blabla.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Konoha, mattina'
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Altre cinquecento inutili parole collegate a Konoha, mattina e via di seguito. A voi di capire cosa e quando, ma non dovrebbe essere difficile.

A presto.

suni

 

Orgoglio

 

 

“…Insomma, come mi sta?”

Sasuke sussulta di soprassalto, tanto quella domanda giunge inaspettata, e solleva la testa dal cuscino di scatto gettando a Naruto una blanda occhiata perplessa. Dopo gli strepiti e i festeggiamenti della sera precedente, e il focoso ritorno a casa che li ha visti cominciare a svestirsi già per strada, nel rione deserto del clan Uchiha, sono crollati addormentati come sacchi di patate. E ora, appena sveglio e ancora parzialmente intontito, ecco il dobe fargli quella ridicola domanda osservandosi nello specchio con quella faccia da gradasso.

Sbuffa silenzioso e riappoggia delicatamente giù la testa, quasi non l’avesse sentito.

“Dai, teme, come mi sta?” continua ad abbaiare Naruto agitandosi davanti allo specchio.

Non fa nemmeno caso al fatto che il genio giri ostentatamente il viso dal lato opposto né che emetta un sospiro un po’ più rumoroso, ma continua a scalmanarsi raggiante davanti allo specchio, baloccandosi con quel ridicolo cappello che ha sulla testa e che dondola da un lato all’altro. Non smette di toccarlo e cambiargli posizione – un po’ più inclinato, un po’ meno schiacciato, sulle ventitre – rischiando di farlo cadere di continuo e ridacchiando esaltato: gli piace, e ritiene sia giusto. Se l’è meritato, perché ha salvato Konoha, perché è forte, e anche perché ha reso Sasuke alla nazione del Fuoco. Soprattutto per questo, dal suo punto di vista.

“Allora? Come sta?”

Sasuke si rizza a sedere di slancio, con un movimento violento e improvviso, e girandosi Naruto vede la piega minacciosa delle sue sopracciglia, la linea sottile della labbra assottigliate con fastidio. Ma non fa nemmeno in tempo a reagire: la fronte di Sasuke si distende e tra le labbra sfiata un sospiro rassegnato come un sibilo.

Perché Naruto ha gli occhi così azzurri, oggi, e così luminosi, che incazzarsi è faccenda complicata. Sulla faccia ha stampato un sorriso d’una lucentezza e un’intensità abbacinanti, un sorriso assoluto da bambino che ha ricevuto il più bello dei regali. Sasuke ha visto quel sorriso una sola altra volta, parecchi anni fa, seduto su un letto dell’ospedale di Konoha quando i suoi occhi sono tornati a vedere, dopo l’operazione della hime. Ha salutato Naruto – era la prima volta che lo salutava veramente, da quand’era tornato suo malgrado al villaggio – e lui ha riso piano, con quello stesso scintillio della persona.

Allora sbuffa rumorosamente, squadrandolo con fare superiore e condiscendente dall’alto in basso. E il sorriso di Naruto si fa ancor più smagliante sotto quel dannato cappello, non pare nemmeno umano e riempie tutto la stanza, tutto lo spazio, anche dentro, s’incastra nella gola.

Naruto lo vede arricciare il naso e si sistema un’altra volta, solenne, il jingasa sul capo. Nel nero delle iridi di Sasuke brilla qualcosa, allora, non è soltanto quella sua ilarità discreta e silenziosa perché c’è anche dell’altro, che quasi fa male allo stomaco, qualcosa come orgoglio.

E le labbra del genio si piegano nel suo inconfondibile, minimo e divino sorriso.

“Molto bene, Hokagesama.”

E lo stomaco di Naruto esplode d’estasi, mentre scoppia a ridere.

 

 

 

 

_________________________

 

 

Il jingasa, forse, è il cappello che ha in testa Sarutobi, come gli altri kage. Ne approfitto per ringraziare Lady of Evil Nanto che si è prestata a reperire quest’informazione.

 

   
 
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