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Autore: Dreamer In Love    16/06/2020    1 recensioni
| Missing Moment | Manga | Cap. 121 | Spoiler! |
Il mio debutto su questo fandom per un manga che è diventato un'ossessione.
" - Facciamo ancora una partita? -, gli chiese.
Norman si limitò ad annuire, incrociando le gambe e posizionandosi meglio di fronte al suo avversario. Ordinarono con mosse veloci le pedine, pescandole tra i residui di carte, caramelle e patatine abbandonati per terra; con un gesto della mano, il biondo invitò Ray a iniziare per primo.
Dopo essersi grattato per qualche secondo il mento, il ragazzo mosse il cavallo
- Avventato. -, commentò laconico. - Non è da te. -
Ray ghignò.
- Le cose sono cambiate dai tempi di Grace Field . -"
Buona lettura
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma, Norman, Ray
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Gioco a tre
 
La testa di Emma ciondolò leggermente e le palpebre calarono pesanti sulle iridi verdi. La frase venne interrotta nel suo climax e il collo crollò all'indietro, adagiandosi sul bordo del materasso.
Norman e Ray, seduti accanto a lei sul pavimento, si scambiarono uno sguardo attonito: non si aspettavano che si addormentasse così all'improvviso. Poi, scoppiarono a ridere.
- Non cambierà mai. -, commentò il biondo con un sorriso dolce.
- Se c'è una cosa in cui Emma è migliore di noi, è la sua abilità nello spegnere il cervello. Che testona.  -, borbottò Ray, mentre si allungava per afferrare la coperta ai piedi del letto.
La sistemò con delicatezza sulle spalle della ragazza e la rimboccò in modo che fosse ben al caldo.
L’amico fissava il procedimento con una nota attenta negli occhi blu.
- Dovremmo metterla a dormire. -, suggerì alla fine. – Prenderà freddo. -
Ray lo guardò con la coda dell’occhio.
- Non preoccuparti. Ha una salute di ferro. E poi, nemmeno un raffreddore riuscirebbe a obbligarla a letto, nonostante avrebbe davvero bisogno di un po’ di riposo. -, gli rispose, senza mancare un tono di monito a Emma che, comunque, non poteva sentirlo.
Norman notò che quella ramanzina aveva con sé una vena di dolcezza. Il moro, infatti, finito di coprirla, si soffermò a contemplare il suo lavoro e, scorto un ciuffo arancio fuori posto, lo sistemò dietro l’unico orecchio di Emma con una carezza gentile.  
Si ritrovò a distogliere lo sguardo, imbarazzato.
- È stato un lungo viaggio. -, iniziò, costatando come le fughe del pavimento sembrassero in quel momento molto interessanti. – Forse è meglio che vada. Anche tu sarai stanco. -
- Posso resistere ancora un po'. –
Alzò lo sguardo e trovò Ray che gli sorrideva furbo con la scacchiera bianca e nera tra le mani.  
- Facciamo ancora una partita? -, gli chiese.
Norman si limitò ad annuire, incrociando le gambe e posizionandosi meglio di fronte al suo avversario. Ordinarono con mosse veloci le pedine, pescandole tra i residui di carte, caramelle e patatine abbandonati per terra; con un gesto della mano, il biondo invitò Ray a iniziare per primo.
Dopo essersi grattato per qualche secondo il mento, il ragazzo mosse il cavallo.
L’amico assunse un’espressione stupita.
- Avventato. -, commentò laconico. - Non è da te. -
Ray ghignò.
- Le cose sono cambiate dai tempi di Grace Field . -
- Lo vedo. -, rispose sbrigativo Norman facendo la sua mossa.
Il moro andò subito al contrattacco.
- Anche se ammetto che mi hai proprio fregato con il tuo piano di fuga. Sei stato davvero geniale. -
Il biondino si fermò con la pedina della torre a mezz’aria. Fissò serio il compagno. Ritirò il braccio e si mise a giocare con la sagoma tra le dita. Sul viso gli comparve un’espressione accondiscendente che Ray conosceva bene: Norman stava architettando qualcosa e quella consapevolezza lo innervosì. Rizzò le spalle, attento e pronto ad ogni eventualità.
- Credimi, non è andato proprio tutto come avevo previsto, ma nel complesso mi posso dire soddisfatto. -
- Che intendi? –
Norman -tirò le labbra in un sorriso sornione.
- Prima di tutto, Emma non doveva perdere l’orecchio. -
Il moro sbuffò.
- Emma è una variabile imprevedibile. Sei giustificato. -
- Eppure anche tu sei riuscito a stupirmi. -
- Mi sarò fatto condizionare troppo da quell’idiota. -
A quelle parole, gli occhi di entrambi andarono a cercare il viso addormentato e rilassato della giovane.
- Non si tratta solo di questo. -
Il tono di Norman era stato leggero, quasi noncurante, ma per Ray era l’ennesimo campanello d'allarme. Tornò sull’amico e trovò le iridi blu che lo fissavano con estrema attenzione.
- Ti sei innamorato di lei. -
Ray aveva visto le labbra di Norman muoversi, aveva sentito la sua voce, ne era certo, ma il significato di quelle parole era così assurdo che faticò a credere che fosse stato lui a dirle. Infatti, sgranò gli occhi, basito.
- Di cosa stai parlando? -
Il biondino sorrise sottile e appoggiò il viso al palmo della mano.
- Pensi che rivelarti della mia cotta per Emma fosse solo una chiacchiera tra amici? -
Il moro era ancor più confuso e Norman approfittò di quel silenzio per spiegarsi meglio.
- Non fraintendere: tu sei davvero il mio migliore amico e sono davvero innamorato di Emma. Nonostante il tempo trascorso e l’incertezza del fatto che foste sopravvissuti, la mia speranza era di ricongiungermi con voi e che lei ricambiasse i miei sentimenti. -
Il tono saccente del biondino ebbe il potere di irritare Ray che sospettava di aver già capito dove l’altro voleva andare a parare. Come aveva fatto a non pensarci prima? Certo, non poteva sospettare quali fossero le vere intenzioni di Norman ma, se ne avesse avuta conferma, sarebbe stato l’ennesimo colpo basso gli tirava.
- Che cosa stai cercando di dirmi? -
Norman fece saltare la torre tra le mani.
- All’epoca pensavo davvero di riuscire a fuggire con voi e ho colto l’occasione anche per spianarmi la strada. Avevo ben capito che il tuo unico interesse era che Emma ed io sopravvivessimo, anche a costo di sacrificarti. Non davi significato alla tua vita, anche se sapevi che avremmo sofferto molto della tua perdita: tu non ti sei mai sentito parte della nostra famiglia, non ti sei mai sentito all’altezza. Il fardello della verità che ti portavi sulle spalle era un macigno troppo grande da condividere. Non ti ha mai permesso di goderti appieno la tua infanzia. Emma ed io, al contrario, eravamo felici della vita a Grace Field. -
Un sospiro.
- Ti sono davvero grato per quello che hai fatto per noi, di averci protetto per dodici anni da quest’orribile mondo di demoni. Ti chiedo anche scusa per aver approfittato della tua debolezza. Perché mentre tu pensavi a come fuggire da Grace Field, io mi preoccupavo di conquistare il cuore di Emma; e mi accorsi presto che il mio unico possibile rivale eri tu. -
- Norman. -, tentò di interromperlo Ray sempre più sconvolto.
Stavano sul serio parlando di questioni amorose quando sarebbero potuti morire in un qualsiasi istante divorati da qualche demone?
Lui lo fermò con un gesto di stizza e continuò.
- Emma ha sempre avuto un debole per te e ne ero geloso: pensarvi, poi, mentre giocavate insieme quando io ero costretto a letto per colpa della mia salute cagionevole…
Quel giorno, rivelarti dei miei sentimenti, ti avrebbe convinto ad aiutarci nella realizzazione del piano ma ti avrebbe anche messo nella condizione di tifare per me e aiutarmi.
Quando mi resi conto che era necessario il mio sacrificio, mi pentii di aver permesso a un mio capriccio di condizionarti. Non deve essere stato semplice convivere con il mio fantasma. -
- Che stronzo. -, se ne uscì con fare poco elegante Ray e con la voglia irrefrenabile di dare un altro schiaffo – il secondo in quella giornata - al suo migliore amico.
Si sentiva sconfitto: non bastava Grace Field tra le vittorie di Norman?
Norman rise roco. Appoggiò, poi, la pedina sulla scacchiera e sorrise storto al moro.
- Scacco. -, dichiarò fiero.
L’altro ragazzo contrasse la mascella e strinse i pugni in uno scatto nervoso: forse si sarebbe davvero concesso di nuovo la soddisfazione di colpirlo.
- Lasciami almeno questa vittoria. -, continuò il biondino fissando sornione Ray.
Ray non era sicuro se si riferisse agli scacchi o alla guerra immaginaria che aveva cominciato a dodici anni contro di lui per conquistare una ragazzina, oltretutto abbastanza scema puntualizzò la sua mente scaltra. Decise che in ogni caso voleva vendicarsi. Studiò attentamente la scacchiera.
- Scommetto che hai capito da poco ciò che provi per lei. -
La voce sottile e melliflua di Norman s’insinuò fastidiosa tra i suoi ragionamenti; Ray sapeva che lo stava facendo di proposito nel tentativo di distrarlo.
- Dopo aver fatto i conti con la mia morte, ti sei reso conto che l’unica persona in grado di onorare la mia memoria eri tu e che eri in debito con me per essermi sacrificato al posto tuo. Hai allora deciso di proteggere Emma a tutti i costi e accompagnarla nella sua battaglia per costruire un futuro migliore. Avete affrontato molte difficoltà insieme e il vostro legame è diventato sempre più forte. Di nuovo, mi ritrovo a invidiarti. -
- La smetti di analizzarmi? -, cercò di fermarlo il moro che cominciava a essere davvero irritato da tutto quel discorso.
Era però anche sicuro di aver trovato la chiave per batterlo.
- All’inizio avrai pensato che non potevi tradirmi, non dopo che ti avevo confessato i miei sentimenti. Poi, però, ti sei anche reso conto che io ero morto, non sarei stato d’intralcio, e che forse ti avrei dato la mia benedizione dall’aldilà. -
La risata amara di Ray taglio l’atmosfera pesante che era calata sulla stanza.
- Forse dovrei davvero farti tornare di nuovo un fantasma. -
Norman tirò le labbra.
- Mi sbaglio forse? -
Il moro sorrise all’amico e spostò la sua pedina sul tabellone.
- No, non ti sbagli, ma la parte della benedizione è un po’ eccessiva. -
- Ho voluto ricamare un po’ la situazione. -, ammise Norman, divertito e contento di scorgere, tra i lineamenti maturi del ragazzo che era diventato, il vecchio Ray.
- Scacco matto, comunque. -, lo informò, infatti, il moro con un’espressione vittoriosa dipinta sul volto.
Norman guardò confuso la scacchiera e studiò per un attimo la situazione. Poi, si strinse nelle spalle.
- Mi hai battuto. -, affermò atono.
- Ti sbagli. La partita è ancora aperta. -
Il biondino piegò di lato la testa, stranito.
- A cosa ti stai riferendo? -
- Hai dimenticato una questione fondamentale nella tua lezioncina. -, disse Ray con fare arrogante.
- Cioè? -
- La variabile imprevedibile. Sei sicuro che il gioco sia solo tra noi due? -
Entrambi andarono a posare gli occhi su Emma che si stava agitando nel sonno. Ray non dubitava si sarebbe svegliata a momenti. Diede una pacca sulla spalla magra del suo migliore amico e gli sorrise.
- Non spetta a noi decidere. –
- Quindi questo è un tabula rasa? -, convenne, infine, Norman con un ghigno malizioso sul volto.
L’altro annuì.
- Partiamo entrambi da zero, ora. Che vinca il migliore. –
Ray stese il braccio in cerca di una stretta di mano per sancire quel nuovo patto. Norman ricambiò ora sollevato. Espirò profondamente e sciolse le spalle.
- Un’ultima cosa: -, continuò invece l’amico. – niente più giochetti mentali. –
Mentre la risata allegra di Norman riempiva la stanza di una nuova serenità, Emma scattò seduta con gli occhi sbarrati e un cipiglio confuso.
- Che succede qui? -
 

Angolo dell'autrice!
Purtroppo, nonostante il titolo lo lasci pensare, non si tratta di una threesome, o meglio, non ancora. Ahahha, chiedo scusa se ne siete rimasti delusi. 
Ammetto che aspettavo di pubblicare qualsiasi cosa in attesa della fine del manga e che fine gente! Sono molto soddisfatta di questa opera che, davvero, mi sono divorata in pochi giorni e che mi ha fatto vivere uno stato di angoscia per l'uscita di ogni singolo capitolo. Se avete voglia di parlare e sfollare con qualcuno io sono a vostra disposizione. 
Ammetto che sono una fan della RayXEmma ma non disprezzo nemmeno EmmaXNorman. Ho tutte le mie teorie sul perchè sia più sensata la prima ma questa non è la sede: ci saranno altre mie creazioni ad allietarvi in questo senso se vorrete leggerle. 
Comunque, questa ff nasce come riflessione sugli avvenimenti di Grace Field e sulle parole di Norman a Ray. Ho sempre pensato che non fosse necessario per Norman specificare di essere innamorato di Emma, se non per spiegare la decisione di seguirla nella scelta di salvare tutti; e. comunque, non era necessario, davvero. E' stato un qualcosa che non è stato per nulla sviluppato nel corso del manga (e da una parte, forse, è meglio così). Sicuramente Norman è ancora innamorato di Emma (anche se anche qui forse avrei qualcosa da ridire) e ho provato a mettermi nei panni di Ray, poveretto: lui vuole solo salvare la sua family, e si ritrova a che fare con confessioni imbarazzanti. E se Norman avesse voluto manipolare la situazione: diciamocelo, sarebbe assolutamente nel suo personaggio. E se Ray nel corso degli anni (tra la fuga e il bunker) avesse cominciato a provare qualcosa? Il fantasma di Norma sarebbe stato davvero una presenza scomoda. 
Insomma, il resto è nel capitolo. Avrei ancora un sacco di cose da dirvi ma poi mi dilungo...  Fatemi sapere che ne pensate e se avete voglia lasciatemi una recensione. 
Addios, 

Dreamer In Love
 
  
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