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Autore: Purrrfect    18/06/2020    1 recensioni
Sono passate alcune settimane da quando la battaglia contro Miracle Queen si è conclusa. Ladybug è la nuova guardiana della Miracle Box e, come se il peso di una simile responsabilità non bastasse, sembra che ci siano problemi anche con Chat Noir: è sempre taciturno, non fa battute, non cerca di irritare la sua collega chiamandola Insettina. Cosa c'è dietro questi silenzi? Le cose tra i due potranno mai tornare come prima?
Avvertenza: questa storia nasce da una role scritta a quattro mani, perciò alcuni capitoli saranno piuttosto brevi. Speriamo di divertirvi come ci siamo divertite noi.
Buona lettura!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a chi ci segue! Prima di iniziare, un piccolo avviso: dal momento che ieri non sono riuscita a inserire la parte, oggi ho pensato di farmi perdonare pubblicando qualcosina in più.
Buona lettura!

-Chiara-



 
[Chat Noir]

Col fiato sospeso, Chat Noir vede Ladybug avvicinarsi. Nel momento in cui gli prende le mani tra le proprie, lui smette di pensare. Tutta la sua attenzione si concentra su quel gesto e tutto il resto sparisce: gli sta tenendo le mani, gliele sta accarezzando. Se il risultato è quello che ha davanti agli occhi, dovrebbe farsi venire certi dubbi un po' più spesso.

Comincia a sentire un rumore in sottofondo, una specie di brontolio sordo o qualcosa di simile. Non riesce a capire cosa sia, ma il rumore aumenta di intensità nel momento in cui Ladybug gli sfiora una guancia con un bacio delicato e diventa quasi assordante quando lei lo chiama Gattino.

Rimane imbambolato per qualche istante e intanto realizza da dove venga quel suono: è la sua parte felina che si è messa a fare le fusa.
Imbarazzatissimo ritira le mani, ma subito dopo abbraccia di slancio Ladybug e la stringe a sè.

"Dunque siamo sempre tu e io contro il mondo, Insettina?" Le sussurra. Vorrebbe ricambiare quel bacio che lei gli ha dato, ma non deve esagerare.

"Posso invitarti a mangiare un gelato, per festeggiare?"

 
***

[Ladybug]

Chat Noir premia il suo gesto con delle tenerissime fusa e... un abbraccio. Dall'ultimo gesto di affetto da parte di Chat Noir, Ladybug ha contato i giorni sulle dita delle due mani: il primo si è limitata a credere che al suo collega fosse capitata una giornata no; al secondo, ha pensato che la battaglia contro l'Akumizzato fosse stata così estenuante, da non dare il tempo necessario ai due di scambiarsi nemmeno un semplice rituale come un "ben fatto"; al terzo giorno, i dubbi su cui aveva deciso di dimostrarsi disinteressata, avevano iniziato a perseguitarla, giorno e notte: quattro, cinque, sei, sette, otto, nove e dieci giorni, in cui tutto è rimasto fermo e congelato dall'istante in cui è diventata guardiana. Quasi due settimane di patimenti e, allo scoccare della mezzanotte, il primo gesto d'affetto.

Dovrà ringraziare Chat Noir per non averla costretta a mettersi a contare i giorni successivi mettendo a nudo le dita dei piedi, e si aggrappa a lui con un bisogno totalizzante e opprimente, le dita che, se potessero bucare la stoffa del costume di Chat Noir, scaverebbero nella carne.
Non può trattenere le lacrime.
Certo, non è sicuramente da Ladybug piangere, si rimproverebbe da sola se fosse a mente lucida, ma non lo è affatto, dunque si lascia trasportare dalle emozioni che il calore delle braccia di Chat Noir le dona.

"Dunque siamo sempre tu e io contro il mondo, Insettina?"

Lei annuisce, tirando sul col naso e strofinandosi senza vergogna sul petto del collega, che continua: "posso invitarti a mangiare un gelato, per festeggiare?"

Alza lo sguardo sul volto del compagno, illuminato dal chiarore della luna. Lo osserva incuriosita, rapita, estasiata dalla prospettiva tutta nuova che sperimenta per la prima volta.
I suoi occhi verdi come smeraldi, la pelle liscia e luminosa del viso, i capelli biondi e setosi... E poi, con rammarico, quasi come il ricordo avesse riaperto una profonda ferita, ricorda: Adrien.

 
"Non posso, Chat Noir", sussurra. Si stacca da lui e abbandona la posizione sulle punte. "Scusa, non so nemmeno perché ti ho chiesto di venire qui."

***
[Chat Noir]

Chat Noir sente Ladybug scivolare via dal suo abbraccio, ma non fa niente per trattenerla. È stato bellissimo tenerla stretta e ancora più bello e sorprendente è stato accorgersi che lei ha ricambiato il gesto, anche se è durato troppo poco.
Il ragazzo ricorda a se stesso, per l'ennesima volta, di non avere fretta, di essere paziente. Quello che è appena successo potrebbe essere un piccolo progresso e deve accontentarsi: non è certo il momento per pensare a se stesso, visto che lei sembra così angosciata.
Le sorride con dolcezza mentre le asciuga una lacrima.

"Non importa, Insettina. Sono contento che tu mi abbia chiesto di venire: parlare con te mi ha tolto un peso che mi portavo addosso da settimane". Si accorge che le sta ancora accarezzando la guancia, anche se non ci sono altre lacrime da asciugare, perciò smette prima che sia lei a ritrarsi.

"Temo di non essere stato molto d'aiuto, per te, negli ultimi tempi. Immagino che essere la nuova guardiana sia impegnativo e sono pronto a darti tutto l'appoggio che ti servirà. Come sempre. Basta chiedere"

È difficile salutarla, ma probabilmente è la cosa più giusta da fare. Forse, ora che si sono chiariti, è meglio lasciarla a riflettere sulle sue parole. C'è stato un tempo in cui il fatto che Ladybug avesse dei segreti per lui l'aveva fatto dubitare. Ora è diverso. Deve darle il tempo che le serve senza farle pressioni.
Le rivolge un inchino teatrale, le prende la mano e se la porta alle labbra.

"Sembri stanca, Milady, perchè non vai a riposarti? Riprenderemo questo discorso quando ne avrai voglia"

Le sfiora la mano con un bacio e ne approfitta per respirare il suo profumo. Poi fa un balzo indietro e la saluta di nuovo, ammiccando.

"Sogni d'oro, Insettina! Mi manchi già"

Salta su un tetto vicino, agguanta il bastone e lo fa roteare sopra la testa, allontanandosi ancora di più. Non si sta dirigendo verso casa (non è particolarmente ansioso di andare a rinchiudersi nella sua gabbia dorata), non ha nemmeno una meta precisa. Non gli va di stare da solo, ma dove trovare un po' di compagnia? Forse dovrà accontentarsi di quella di Plagg, ma è probabile che il suo kwami, dopo la serata movimentata voglia solo mangiare e mettersi a dormire. Come sempre, del resto. Sta già per arrendersi e tornare a casa, quando si rende conto di dove si è fermato: è il tetto dove aveva preparato la cena a sorpresa per Ladybug, quella a cui lei non si era presentata.
Sorride, ricordando l'entusiasmo di Marinette davanti allo spettacolo delle candele accese e dei petali di rosa sparsi ovunque, quando l'aveva portata lì per risollevarle il morale. Chissà, forse era stato proprio quel gesto a farla innamorare di lui. Si sente ancora un po' in colpa per averla respinta, ma lei si era fatta da parte di buon grado e questo gli fa pensare che, se c'è in tutta Parigi una persona che possa farlo sentire meglio, è proprio lei.
Forse è ancora sveglia.
Decide di fare un tentativo: se troverà la luce della sua camera accesa, proverà a bussare alla sua finestra, altrimenti pazienza.

La prospettiva di passare un po' di tempo con Marinette fa accelerare il battito del suo cuore, ma forse è solo la preoccupazione di disturbarla o il pensiero di sorprenderla con già addosso il pigiama... beh, l'ha già vista in pigiama, e quella volta sì che era stato imbarazzante! O forse è la paura che non voglia parlare nemmeno con lui, visto che con Adrien non ha più parlato dalla fine della scuola.

"D'altra parte adesso ha Luka, perchè dovrebbe cercare la compagnia di qualcun altro?"


Mormora tra sè, senza fare caso al piccolo dolore che la riflessione gli procura. Accantona ogni pensiero e spicca un salto in direzione del tetto della pasticceria.
   
 
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