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Autore: Djmathew    19/06/2020    1 recensioni
< Matte, qual è il film della Disney che ti è piaciuto di più? > chiede Tommy, il mio migliore amico < Zootropolis, credo, cioè sono tutti belli però secondo me quello è il migliore > dai che forse riesco a batterlo per la prima volta a Magic < Davvero? Anche secondo me, è un universo ben strutturato > e mi ha fato fuori tutte le creature, che palle < Pensa come sarebbe se tutto a un tratto venissi trasportato lì > tanto mi batte anche stavolta < Secondo te come reagiranno nel vedere un mammifero mai visto prima? Diventerai subito oggetto di tutti i giornali e ti cattureranno per studiarti, non sarebbe così tanto figo > forse ha ragione < Dai mi arrendo, PlayStation? >
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi.

Dove sono? È un altro incubo? Mi fa male la testa.

Fiera.

È seduta davanti a me, guardando il fuori dal finestrino mentre si tamburella sulle gambe. Perché non ricordo niente? 

Siamo seduti su quelli che sembrano i sedili di un treno, anche se il vagone sembra essere disegnato per avere più posti in piedi piuttosto che quelli a sedere, dai finestrini non si vede niente tranne qualche luce che passa ogni tanto. Siamo in un treno della metropolitana. 

Che ci faccio qui? 

Non ricordo niente, ero nella stanza di Fiera, si è manifestato un nuovo potere e fine. Fine. Fine. Non ricordo niente. Perché non ricordo niente? Però, nonostante la situazione, non sento il bisogno di avere paura. Guardo Fiera: è tranquilla, felice, niente fa pensare di essere in pericolo. L'Esterno ha fatto qualcosa? 

Dovremmo essere al sicuro, non devo agitarmi. Chiederò delle spiegazioni all'Esterno, anche se non credo mi possa, o voglia, dare un qualche tipo di risposta.

<< Siamo in arrivo a: "Downtown" >> la voce sintetizzata conferma la mia teoria della metropolitana << È la nostra >> Fiera. Sei all'inizio dell'appuntamento con Fiera. Non sta succedendo niente di grave. Seguila. Seguila verso la porta del vagone, seguila verso l'uscita della stazione. 

<< Tutto bene? >> siamo in un ristorante, abbiamo appena finito di ordinare il pranzo e la cameriera si allontana dal nostro tavolo. È successo di nuovo, e di nuovo non mi ricordo niente.

Se è già ora di pranzo vuol dire che sono passate diverse ore da quando eravamo sul treno. Calma. Di nuovo non sento pericolo quindi devo stare calmo << Si, tranquilla >> NO, NON VA UN CAZZO BENE. Mi sono perso più di due ore di vita. È stato l'Esterno, ne sono più che sicuro. Hai appena detto che stai bene quindi continua il discorso << È solo che... >> dai, qual è la scusa che hai sempre usato? << Ultimamente sto dormendo poco e non ci sto con la testa >> dai, ha sempre funzionato, funzionerà anche adesso << Oh... >> e infatti << E cos'è che non ti fa riposare? >> ha peggiorato la situazione. 

Niente. Non mi viene nessuna risposta in mente. Cosa le dico? Cosa le dico?

Tutto si ferma, i colori spariscono, qualcuno ha fermato il tempo, pure Fiera è immobile, non sono stato io. 

<< Calmo >> sento la voce dell'Esterno << Voglio solo aiutarti a capire >> non lo vedo, lo sento e basta << Ti chiedo solo di fidarti di me un ultima volta >> "solo", mi ha chiesto "solo" della fiducia. Non rispondere, non dire niente, non fiatare non pensare... 

<< Finora sei rimasto calmo, nonostante tutto ciò che hai passato, non mollare >> ma proprio tu devi dirmelo? Non devo mollare ma finora il danno maggiore me l'hai fatto te. 

<< Ora devi andare avanti >> è tornato a dire frasi generiche sul destino e sul cammino << Quando ti farà la domanda, dovrai ricordarle che ti stava ringraziando >> e io ovviamente devo seguire le istruzioni, ma che situazione fantastica. Ma poi perché ti fai sentire all'improvviso, mi dai delle istruzioni e te ne vai? Chi ti credi di essere? Mica sei Dio... Oh, giusto.

I colori ritornano, il brusio degli altri tavoli riprende, tutto torna alla normalità, come se non fosse successo niente negli ultimi trenta secondi del MIO tempo. L'unica cosa che non è tornata come prima è Fiera. È ferma, immobile, ha gli occhi fissi su di me ma non mi sta guardando. Ha perso completamente l'attenzione su quello che stava facendo.

Schiocco le dita per farla tornare in se e ottengo l'effetto desiderato. Fiera sussulta e i suoi occhi quasi s'illuminano per la velocità del cambiamento. Fiera guarda prima me, poi la mia mano, poi di nuovo me << Oh, scusami >> un secondo sussulto più piccolo le fa tornare la presa sulla realtà << Cosa stavo dicendo? >> Mi sa che devo veramente fare ciò che mi ha detto l'Esterno << Mi stavi... >> Devo proprio? Non posso inventarmi qualcosa sul momento? Niente? << ... ringraziando per qualcosa, poi ti sei fermata >> che poi non è neanche una novità questa. Quante volte mi ha ringraziato finora? Tante, ecco quante. Ogni volta lei mi ringrazia ed ogni volta le rispondo che non è niente, che va tutto bene e che non deve sentirsi in debito.

Il suo viso si fa cupo, molto più cupo di quanto abbia mai visto << Volevo ringraziarti per avermi ospitato, pur non sapendo niente di me >> ah, ok, non è niente di diverso dal normale << Te l'ho già detto, non devi sentirti in debito con me >> poi non è vero che non so niente di te, mi hai praticamente raccontato la storia della tua vita, a partire da...

A partire da?

Da cosa?

Cosa so di lei?

Eravamo sul tetto di un condominio quando mi ha detto tutto. È successo dopo la mia visita al sindaco.

Cosa mi ha detto?

Non me lo ricordo.

Ehi non facciamo scherzi, cosa mi ha detto? Cosa so di lei?

Cosa mi ha detto?

Niente.

Non mi ha detto niente.

Non è successo niente su quel tetto.
Perché io ho questi ricordi?
Non sono veri questi ricordi.

È stato lui. È stato l'Esterno. Sono sicuro che sia stato lui. Ha manomesso i miei ricordi. È stato lui. È stato lui. È stato lui. È stato lui. 

Non è mai stato mio alleato. Non è mai stato mio amico. Io sono stato e sarò sempre alla sua mercé. Anche questo è un test? È qui che devo utilizzare il mio nuovo potere? 

È buio. Non vedo niente. Sento una sensazione morbida sulla testa, anche sulla schiena e sulle gambe. Sono sdraiato, sono su un materasso, ho la testa appoggiata al cuscino. 

Sono a letto, sono nel mio letto, nella mia camera. Perché sono nel mio letto cosa è successo è stato di nuovo l'esterno mi sono scordato tutto non ricordo niente di questa giornata. Io questa giornata non l'ho vissuta. Il mio appuntamento con Fiera, non è accaduto. Non è successo niente non è successo niente non è successo niente non è successo niente non mi ricordo niente non mi ricordo niente non mi ricordo niente. 

Aiuto. Mi serve aiuto. Fiera. Fiera. Mi serve lei. Devo andare da lei. 

Mi alzo dal letto, la luce da notte si accende seguendomi. È una mini-lampadina che mi fluttua accanto, non così forte da accecarmi, ne così debole da non farmi vedere niente. Man mano che mi avvicino alla porta verso il soggiorno sento delle voci che si fanno sempre più distinte. Sono Judy e Nick che parlano, No, ci sono altre due voci più piccole, sono bambini. La porta si apre, rivelando ciò che c'è dall'altra parte. 

Julia, Sam. Me ne sono scordato. Pure quello mi sono scordato. l'Esterno mi ha tolto il momento in cui siamo andati a prendere i due bambini. Mi ha tolto Julia. Fiera, devo andare da Fiera. 

<< Matte! >> Chi mi ha chiamato? Judy. Mi ha chiamato lei. Calmati. Si vede subito che non stai bene, calmati, non allarmare gli altri << Tutto bene? Hai una faccia che direbbe il contrario >> missione fallita. Mi avvicino a loro, tanto sono vicini alla porta della mia camera, e soprattutto dietro a loro c'è la stanza di Fiera << Niente di che, credo sia solo la stanchezza >> nessuno di loro ha una faccia preoccupata, neanche Judy, sono tutti sorridenti, erano nel bel mezzo di una conversazione amichevole, ho interrotto tutto << Sicuro? Quella che vedo io non è stanchezza >> non l'ho convinta, ma non posso dirle la verità, non posso mostrarmi debole davanti a quelli che devo proteggere. 

Fermo il tempo. Mi teletrasporto davanti alla stanza di Fiera. Stai scappando, perché stai scappando? Devo andare da lei. Se non vuoi mostrarti debole davanti a loro, perché con Lei va bene? Non va bene, è solo che... Non lo so il perché. Voglio vederla. 

Forse sta dormendo. Attivo la Visione, lei è in piedi davanti alla porta, perché è lì? Anche lei stava per uscire? Mi faccio troppe domande. La porta non può aprirsi senza il tempo. Mi trasformo in un ombra e passo sotto.

Sono al sicuro. Sono da << Fiera >> lei mi sente e si allontana dalla porta << Oh, stavo per venire io da te >> lei è tranquilla, non è turbata da niente, non le sta accadendo niente << Perché? Hai bisogno di qualcosa? >> È calma, sta sorridendo, MI sta sorridendo << Niente in particolare, solo parlare un po', però, vedendoti mi sa che sei te ad aver bisogno di qualcosa >> ah giusto, me ne ero scordato, ironico << Io... - glielo dico? Andra tutto bene? - ho perso la memoria riguardo a quasi tutto ciò che è successo oggi >> gliel'ho detto.

La sua espressione cambia di colpo, me lo aspettavo. Però la sua sorpresa dura un'attimo, subito rimpiazzata da un altro sorriso. Un sorriso diverso, stavolta è il sorriso di chi ha davanti a sé un'occasione imperdibile << Capisco >> questo non me l'aspettavo << Vieni qui >> si siede sul suo letto e mi fa segno di sedersi accanto a lei.

Mi avvicino quando lei mi chiede << Cosa non ti ricordi più? >> mi siedo accanto a lei. Siamo molto vicini << Ho perso tutto, tranne il tuo ringraziamento >> Ho perso tutto, non so cosa abbiamo fatto, tutto il tempo insieme a lei, l'ho perso, doveva essere una giornata preziosa, l'ho persa, ho perso i miei ricordi con lei.

Un singhiozzo.

Non è di Fiera. È mio. Sto piangendo. Sto piangendo. Non devo piangere, perché sto piangendo? Non piangere. Non piangere.

<< Tranquillo >> Fiera mi abbraccia, tutto si ferma, lei mi stringe a sé. Stavolta sono io ad affondare nel suo petto.
<< Non devi preoccuparti, avrai molti altri giorni per farti dei ricordi mille volte migliori di quelli di oggi >> un altro singhiozzo, seguito da un altro, e un altro ancora << Shhh, tranquillo >> Fiera mi stringe di più e si sdraia sul letto, portandomi accanto a lei, siamo sdraiati sul fianco, uno davanti all'altra, ma così attaccati da sembrare un corpo solo.

Mi lascio andare, non trattengo più i singhiozzi, non cerco più di non piangere, il mio respiro si fa sempre più irregolare. Inspiro a scatti ed espiro emettendo dei lamenti, smorzati dal pigiama di Fiera. Lei mi accarezza, lentamente, dolcemente, mentre io mi sfogo << Ho perso tutto... >> dico pianissimo, non voglio neanche farmi sentire, è semplicemente ciò che penso << Ti riprenderai molto di più >> mi accarezza. 

I miei respiri si fanno più regolari, mi sto calmando, i lamenti cessano. Fiera allenta la presa ma io cerco di restare stretto a lei. Non voglio che finisca questa sensazione << Tranquillo, non ti lascio >> non mi importa, io non la lascio.

Cala il silenzio, prima dominato dal mio pianto. L'unica cosa che rimane è il mio respiro, ancora un po' pesante. Più mi calmo e più sento anche qualcos'altro. Il respiro di Fiera si fa distinto, non si sta appesantendo, sono io che lo sento sempre meglio. Con gli occhi chiusi posso solo sentirla e toccarla, ma ora mi basta questo. Voglio restare qui con lei che mi accarezza.

<< Quindi... >> A rompere il silenzio sono di nuovo io << Oggi, che cosa abbiamo fatto? >> Fiera smette di accarezzarmi, per poi riprendere dopo qualche momento << Ecco... >> Svariate immagini mi passano per la testa, tutte confuse.

<< Per andare in città abbiamo preso la metropolitana, la stazione della periferia era vuota come il treno, ma più ci siamo avvicinati, e più gente è arrivata >> ora in testa ho una sola immagine vivida. Sono sul vagone del treno, e guardo fuori dal finestrino anche se non si vede nulla. Sto riacquistando i ricordi? No, questo me lo ricordavo già. 

<< Quando siamo arrivati, la folla era grandissima, non mi piace essere in mezzo a così tanta gente >> sono appena uscito dal vagone del treno, e vero, la folla è tanta << Stavo per andare nel panico, ma te ne sei accorto subito >> mi volto e guardo il ragazzo accanto a me, lo riconosco subito, quello sono io. Questi non sono i miei ricordi, sono i ricordi di Fiera, perché riesco a vederli?

Apro gli occhi. Torna il buio. Le uniche cose che sento sono le carezze di Fiera e il suo pigiama inumidito dalle mie lacrime. Richiudo gli occhi << Poi? Che è successo? >> Torno nella stazione del treno << Quando ti sei accorto che non stavo bene, hai fermato il tempo >> i colori se ne vanno, solo le forme rimangono, non mi ci abituerò mai. Sento qualcuno prendermi la mano.

<< Mentre tutti erano fermi io non provavo nessuna paura, mi hai preso la mano e mi hai portato fuori dalla stazione, cercando un posto isolato >> "va meglio?" Chiede la mia voce 
<< Abbiamo capito che  il centro città non faceva per noi e ci siamo allontanati nelle parti esterne di Downtown, dove ci sono dei parchi molto belli >> una quantità assurda di verde investe i miei occhi, sopra ci sono le fronde degli alberi e sotto un prato d'erba. Pure il sentiero è verde per non rovinare il panorama colorato << Abbiamo fatto una lunga passeggiata, esplorando un parco grosso quanto un bosco intero, ci siamo stati qualche ora e poi siamo andati a mangiare in un bar lì vicino >> il nuovo paesaggio mi è familiare, solo che dall'altra parte del tavolo ci sono io.

<< Stavo per mettere su una scena tragica, ringraziandoti per l'ennesima volta, ma tu mi hai calmato subito >> gli altri ospiti ai tavoli mi guardano, hanno visto la faccia triste, ma non hanno visto chi c'è dall'altra parte << Non riesco a capire come, ma nessuno sembra notarti, sei quasi invisibile agli altri >>

Apro di nuovo gli occhi, non so perché l'ho fatto. Subito li richiudo << Dopo aver mangiato siamo andati a prendere il piccolo Sam, il posto era isolato ma aveva un giardino molto grande >> il posto dove Sam era stato preso in custodia era sicuramente una villa in passato, anche se la poca manutenzione la fa assomigliare ad una ambientazione da horror << Il posto era gestito da alcuni preti, erano molto amichevoli e non c'è stato nessun problema >> all'entrata si presentano due orsi polari, entrambi in tenuta religiosa, da dentro si sentono le risate degli altri bambini.

<< Quando siamo andati da Julia, Sam era felicissimo... >> Siamo davanti all'ospedale. Sam mi da la zampa ed entriamo tutti e tre. Julia è già praticamente all'entrata. E ci saluta con la mano, o meglio, saluta Sam e Matteo. Loro due contraccambiano il saluto e ci avviciniamo alla bambina. L'unico che sembra triste è Matteo, guarda il bancone principale della reception, è triste.

Apro gli occhi. I ricordi si sono interrotti, anche le carezze. Fiera si è addormentata. 

Amy.

Non l'ho salvata, ho fallito. 

Non pensarci, non pensarci. Pensa a Fiera. Sei tra le sue braccia, pensa a lei.


Dormi.

 
 
 
   
N.D.A.

È passato un po' di tempo, giusto?
Questa volta non ho giustificazioni, mi sono solo bloccato.
Però spero di poter riprendere con gli aggiornamenti.
Un saluto a Plando, che spero legga questo capitolo anche dopo tutto questo tempo.

Alla prossima, spero.
   
 
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