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Autore: padme83    20/06/2020    8 recensioni
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum.

*
[Raccolta di flash e one-shot, omogenea ma non troppo - benché i baci, in qualche modo, c'entrino sempre. Arco temporale variabile, con una predilezione per il periodo a Godric's Hollow; alcuni capitoli partecipano a challenge o a eventi/attività di gruppi fb; POV alternati, si comincia con Gellert]
*
"La pioggia cade, cade, sottile, non si ferma e vi sommerge, vi travolge, vi protegge, testimone fidata e discreta del vostro amore. Sussurra favole di innamorati, prima di voi, fra le stesse lenzuola umide e vestiti sfatti dimenticati in un angolo. Racconta di notti insonni, di gemiti soffocati con furia tra i denti, di amanti felici e pazzi come voi, legati come voi, disperati come voi.
Ma nessuno è come voi."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lemon, Missing Moments, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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Tu mi fai sentire come se
ci fosse un posto per me.
(Cassandra Clare – Città di Ossa)
 
 
 
 
 
~ Parsifal ~
 
 
 
 
 
 
I, I know, how I feel when
I’m around you.
 I don’t know,
how I feel when
I’m around you,
around you.
 
 
 
 
 
 
 
È steso al tuo fianco, coperto soltanto da un leggero lenzuolo di lino, il bel volto rischiarato da un globo di luce che volteggia placido sopra il letto. Tiene il mento racchiuso in un palmo e gli occhi fissi sui caratteri runici di una pergamena antica, dalla filigrana consunta, quasi impalpabile. Da giorni ormai le gesta di Arthur Pendragon e dei suoi Cavalieri vi levano il sonno: in quell’epoca d’oro di miti e leggende potrebbe celarsi la chiave per dare infine una svolta alle vostre ricerche. Un eroe in particolare ha suscitato in voi un brivido di febbrile eccitazione, e non solo perché Albus porta con fierezza il suo nome. Parsifal ha partecipato alla Cerca del Graal, e durante il suo lungo peregrinare si è imbattuto in luoghi ricolmi di meraviglie e misteri: su tutti, spicca il racconto di un castello nascosto nel folto della foresta, all’interno del quale sarebbero custoditi tesori d’inestimabile valore – lance dalla punta insanguinata, coppe dai poteri miracolosi, pietre in grado di resuscitare i defunti[1].
Siete sulla strada giusta, ne sei convinto.
Il riverbero di uno spicchio di luna, appena visibile oltre i battenti spalancati della finestra, tinge di madreperla il cielo notturno d’inizio agosto. Una brezza vivace ghermisce le tende, sollevandone i lembi sottili, e la stanza già trabocca del profumo lussureggiante della lavanda, della frutta matura e dell’erba tagliata di fresco.
Perfetto. È tutto perfetto.
Eppure.
Albus è sul punto di crollare – è stanco, troppo stanco, terribilmente stanco.
Malgrado non ne faccia alcun cenno, sono le ombre scure intorno alle palpebre, l’epidermide pallida e tirata a parlare – a urlare – per lui.
Vorresti aiutarlo, davvero. Alleggerire (eliminare?), in qualche modo, il peso ingiusto e soffocante che gli grava sulle spalle.
E da quando Gellert Grindelwald si preoccupa tanto di qualcuno che non sia se stesso?
Una vocetta maligna s’insinua strisciando fra i tuoi pensieri. Ti affretti a zittirla, infastidito: da tempo non le dai credito – dal momento in cui, in un luminoso mattino d’estate, Albus è entrato nella tua vita, sconvolgendola.
Perché di lui ti preoccupi – moltissimo, per lui stai in ansia – costantemente.
Non riesci a farne a meno – forse non vuoi –, senti il suo dolore (e la gioia e il piacere e tutto) come fosse il tuo.
Albus è stato la tua prima volta anche in questo e, nel profondo dell’animo, cominci a intuire, a capire: lui è il primo e sarà l’ultimo – l’unico.
Scosti di colpo le lenzuola, scoprendo per intero il suo corpo nudo e rilassato. Ti avvicini e inizi a solleticargli piano le vertebre, una ad una, con lievi pizzichi; Albus sussulta – sogghigni: lo hai colto di sorpresa, ed è raro che capiti –, contrae i muscoli sotto il tocco impertinente delle tue dita – ma ancora non si muove, si ostina a leggere e pare intenzionato a non distogliere l’attenzione dal rotolo aperto davanti a lui. Hai stuzzicato il suo interesse, però. Lo percepisci dal fremito che gli increspa la pelle calda e liscia, invitante e irresistibile. D’improvviso ti alzi e sali a cavalcioni sulla sua schiena, sovrastandolo; per un istante ti immobilizzi e trattieni il fiato, rapito – perso –, ammiri la sua bellezza, l’armonia creata dalla linea che unisce il fine cesello del collo alle scapole eleganti e ai fianchi stretti, affilati, persino ruvidi mentre sfregano contro l’incavo bollente delle tue cosce. Ti distendi, totalmente, lo avvolgi e lo rivesti – di te, di voi –, aderisci a lui in ogni parte, in ogni curva e asperità, angolo e anfratto. Opposti e complementari – nella carne nella mente nel cuore – sempre.
Gli circondi il busto con le braccia e anneghi nell’onda fulva dei suoi capelli; sebbene la notte sia al suo culmine Albus diffonde intorno a sé un’aura vivida, splendente – l’essenza stessa del Sole. Ti chini e gli catturi il lobo dell’orecchio tra i denti, lo tormenti a piccoli morsi, lo vezzeggi e lo succhi, per minuti che appaiono eterni, fino a che non avverti un gemito roco montare dal basso e forzargli la gola.
Così non vale.
Io non sono leale.
Pieghi le gambe e ti sposti quel poco che basta a permettergli di girarsi sotto di te senza scivolare via dalla tua stretta. Appoggi i gomiti ai lati della sua testa, ti premi su di lui e lo trattieni, il respiro fuso al suo, gli sguardi allacciati, disarmati, immersi l’uno nell’altro. Le sue iridi sono gocce d’acqua celeste, punteggiate da uno sfolgorio di stelle danzanti che cancella dal suo viso le ultime tracce di tensione, di turbamento, d’insofferenza.
Finalmente.
Gli baci la fronte, gli zigomi alti, le guance, i contorni umidi della bocca; aneli le sue labbra – le brami, le pretendi –, tuttavia ti neghi e aspetti, aspetti – deve cedere, vibrare come la corda tesa di un’arpa, implorarti di continuare. Deve sciogliersi, abbandonarsi e dimenticare.
Ti prego, bredhu, ti prego…
Allunghi la mano e lo tocchi, lentamente, là dove sai di provocargli i sospiri più intensi, di strappargli le suppliche più dolci e disperate.
Eccomi, Parsifal. Dimmi quello che vuoi. Lasciati andare, non avere paura. Ci sono io a prenderti.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Gellert?
Uhm?
Parsifal alla fine non trova il Graal.
Ah no?
No. Si ferma prima.
E perché mai?
Per... amore. Incontra una fanciulla bellissima e decide di rinunciare alla Cerca e di restare con lei.
Che assurdità.
Sì, in effetti lo è.
Per noi non sarà così.
Tu credi?
Naturalmente. Noi non ci fermeremo, per nessun motivo.
Sono d’accordo.
Certo che lo sei.
Noi siamo insieme.
Esatto, mio blu. Noi siamo insieme e non ci fermeremo.
 
 
 
 
 
 
 
 
“L'incantata età straniera di lei
non è gloria o vento ma dolce realtà.
Dentro l'erba alta al fiume
le tue armi al sole e alla rugiada
hai regalato ormai,
sacro non diventerai.
Qui si ferma il tuo cammino.
 



 
 
 
{Words Count: 908}
 
 
 
 
[1] sul fatto che la saga di HP sia una rielaborazione (assai originale, nessuno lo mette in dubbio) dell’epica arturiana direi che siamo tutti quanti d’accordo. La stessa ricerca dei Doni – progettata da Silente e Grindelwald ma messa effettivamente in pratica soltanto da Harry – richiama esplicitamente la celeberrima Graal Quest. Secondo la tradizione soltanto i puri di cuore possono avvicinarsi, vedere e toccare la Sacra Coppa: gli unici, tra i Cavalieri della Tavola Rotonda, a possedere tale requisito sono soltanto due, Galahad (figlio di Lancillotto) e, appunto, Parsifal (Percival o Peredur in gallese). Le versioni della vicenda sono ovviamente molte e stratificate, ma tutte sembrano più o meno concordare sul fatto che, in qualche modo, entrambi alla fine entrino in contatto con questo oggetto mistico che ancora oggi infiamma l’immaginazione di tanta gente. Tuttavia, per mantenere il parallelismo con la storia di Albus – il quale, pur venendo in possesso in tempi diversi di tutti e tre i Doni non diventerà mai “Padrone della Morte”* (sarà Harry, l’eroe dal cuore puro, a diventarlo) – ho seguito l’interpretazione suggerita dall’opera che accompagna il capitolo, Parsifal, dei Pooh (capolavoro indiscusso datato 1973). In questo caso l’eroe rinuncia alla Cerca, fermandosi per amore di una fanciulla. Anche Albus rinuncia alla ricerca dei Doni (così come Gellert, dopo aver trovato la Bacchetta di Sambuco): se l’abbia fatto o meno per amore, beh, a voi l’ardua sentenza.
La lancia dalla punta insanguinata è la celebre Lancia di Longino, che trafisse il costato di Cristo sulla Croce.
* anche in questo caso i riferimenti si sprecano: nella sua accezione più comune il Graal è la Coppa da cui Gesù bevve il vino durante l’Ultima Cena e in cui venne raccolto il sangue della ferita al costato. Con il suo sacrificio Cristo sconfigge la morte e, nell’Eucarestia, attraverso il suo corpo e il suo sangue, rende partecipe l’anima degli uomini di questa immortalità, liberandola dal peccato (per chi ci crede, ovviamente). Per estensione, chi beve dalla Coppa che ha contenuto il suo sangue diventa a sua volta immortale (nel senso cristiano del termine, ovvero accogliendo la morte confidando nella salvezza dell’anima).
Naturalmente la questione è molto più complessa di così ma, per ragioni che credo possiate comprendere, qui ho dovuto semplificare, riducendo tutto quanto all’osso. Però non è colpa mia se Albus ha 4 f****tissimi nomi e ognuno di essi è legato a una leggenda o a un mito. Il collegamento con Parsifal era troppo evidente e ghiotto per non farci almeno un accenno. Prima o poi sarà la volta di Wulfric-Beowulf (ci sto lavorando).
Questa parte comunque è stata ispirata da un post che mi è ricapitato sotto gli occhi ieri: se vi va, lo trovate sulla mia pagina fb (il link è nella bio, cliccate su Lost Fantasy ^^)


 
 

 
 
 
 
 
Nota:

Buon pomeriggio e (di nuovo) buon sabato a tutt*!
 
Non ho altro da aggiungere, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere, se vi va (e perdonatemi per lo sproloquio di cui sopra) ^^
 
Soundtrack: Roulette, System of a Down; Parsifal, Pooh.
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.  
 
 Grazie naturalmente a chi lo ha già fatto <3
 
A presto!
 
Un abbraccio e un bacio :*
 
 
 
padme
   
 
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