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Autore: ladypink88    21/06/2020    6 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Questo bacio era profondamente diverso dal primo che si erano scambiati solo due giorni prima. Quanto il primo sapeva di stupore ed innocenza, il secondo aveva il gusto della consapevolezza e dell’attrazione, una profonda e completa attrazione, che a timidi passi si stava trasformando in passione.
Manuel, vedendosi conto che la puffa non aveva alcuna intenzione di fuggire stacco per un momento le labbra dalla ragazza, e la guardò, per la prima volta con uno sguardo diverso. Laura dal canto suo, si agganciò al suo sguardo e lui prese coraggio e la baciò con più audacia: le loro lingue si incontrarono, si incrociarono e diedero inizio ad una fantastica danza, quella dell’amore.

La ragazza indossava una camicetta e Manuel iniziò, molto timidamente, quasi per chiederle il permesso , a sbottonare  i bottoni. Si avvicinò al suo orecchio e bisbigliò : “ Posso?” “Sì!” la risposta della fanciulla non si fece attendere. Aveva il cuore in gola, si sentiva eccitata e imbarazzata allo stesso tempo, non sapeva esattamente cosa stava per accadere, ma ciò di cui era sicura è che desiderava moltissimo quel rapporto con Manuel .
Con una delicatezza ed una dolcezza squisita, il giovane dopo essersi tolto il suo maglione, poco a poco iniziò a spogliare la ragazza, mentre sbottonava la sua candida camicia, poteva intravedere i suoi seni attraverso il reggiseno, e in quel momento si sentì ardere di desiderio e tuttavia voleva godersi quel momento e cercò di contenersi per quel che poteva. Iniziò a baciare i seni della ragazza, la quale si tolse totalmente la camicia, e per il piacere  che Manuel le procurava si ritrovò a fremere di piacere, lasciando che i capelli le cadessero all’indietro, e che il giovane potesse vedere il suo collo scoperto.

Neanche fosse un vampiro lui si avventò sul collo di lei, lasciandosi andare sempre di più alla lussuria e sentire i gemiti di lei lo facevano ardere ancora di più. Laura si sentiva inebriata dal piacere, l’unica cosa che desiderava era che lui andasse avanti. Ad un certo punto, quasi fosse una bimba , Manuel la sollevò tra le sue braccia e l’appoggiò sul letto, e le chiese “ Sei a tuo agio puffa? “ “ Lei fece cenno di sì col capo guardandolo con occhi languidi. Pensò che Manuel fosse un ragazzo bellissimo e non si era mai resa conto di quanto avesse desiderato così a lungo quel momento, ma aveva paura di qualcosa, c’era qualcosa dentro di lei che la bloccava e in quel momento non riusciva a focalizzarla.
Lui iniziò a baciarle il basso ventre, vedere quel pancino piatto e il suo corpo tonico lo lasciava senza fiato, tutto si immaginava ma mai avrebbe pensato che la puffa fosse così bella, molto di più di quanto si aspettasse.

Ad un certo punto però mentre andava un po’ più giù con i baci si rese conto di qualcosa che lo mandò in panico : gli occhi di Laura lacrimavano, silenziosamente e disperatamente. Si dimenticò del desiderio, si dimenticò del piacere, di tutto. Solo chiese “ Puffa che succede? Ho fatto qualcosa che non dovevo? “ “No Manu, perdonami, non è colpa tua, è solo che, la mia anima è sporca ed io non riesco ad andare oltre finchè è così”. Lui l’abbracciò stretta  a sè. E le disse solo “ io ti aiuterò e non ti sentirai più sporca, perché non lo sei!”. Lei ricambiò l’abbraccio e scoppiò a piangere, pianse lacrime amare che sapevano di oblio, di dimenticanza e di amarezza, lacrime che erano lì, sepolte, apparentemente dimenticate, ma che un ragazzo dagli occhi blu era riuscito a tirare fuori dal profondo della sua anima.
Laura pianse fino a che non si addormentò esausta. Il suo viso ora aveva un’espressione serafica di chi aveva finalmente trovato un momento di pace da un’agonia di cui Manuel aveva sempre percepito, ma mai capito la reale causa.


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La puffa dormiva profondamente abbracciata a Manuel nel suo lettino . Lui si staccò da lei e si assicurò che la ragazza stesse ancora dormendo e che non si fosse svegliata poco dopo il leggero distacco di lui.
Con estrema attenzione il biondino si allontanò dal lettino e si avviò verso il suo. Si sentiva stanco, tremendamente stanco. Era passato un solo semplice giorno, ma in poco più di dodici ore la sua vita era stata totalmente travolta : aveva un dubbio nella mente, un quesito atroce continuava a scalpitare in maniera assolutamente inquieta nella sua mente.

Ormai sapeva che quelle che Laura prendeva, quelle che nel suo diario chiamava “le maledette” dovevano essere un farmaco che l’aiutava a riposare, ma ciò che più lo spaventava non era l’addizione in sé : uscirne, con il giusto supporto ed il giusto approccio era possibile, ma ciò che più feriva Manuel era il non sapere perché Laura fosse entrata in questo trip senza apparente via di uscita.
Aveva bisogno di conferme, lo “doveva “ fare. E per la seconda volta, nel giro di poche fece qualcosa di cui si sapeva si sarebbe vergognato profondamente, ma non poteva fare altrimenti, era qualcosa che riteneva necessario, voleva almeno capire un piccolo pezzo di quel puzzle che a piccoli pezzi, troppo piccoli, prendevano forma nella sua mente.

Si ricordava perfettamente come erano fatte le gocce che prendeva sua madre, e mentre pensava a quei tremendi momenti della separazione di suo padre ed al difficile periodo che Anna aveva attraversato , Manuel agì d’impulso, per l’ennesima volta. Accese la torcia dell’ iphone per non svegliare la puffa e aprii il suo zaino. O meglio iniziò aprendo la tasca dell’East pack più esterna: a prima vista c’era solo un astuccio e delle banali cose da ragazza, come l’abbonamento , il burro cacao, e un piccolo astuccio non così in vista in un angolo. Lo toccò. E rabbrividì. Senza averle ancora viste, riconobbe la forma del farmaco che assumeva sua madre.

Aprire l’astuccio e ritrovarsi in mano con le maledette fu un attimo. Manuel lesse con attenzione il nome del farmaco “Xanax”. Lo strinse con forza tra le mani. Si ranicchiò su se stesso e pianse. Pianse lacrime amare, di delusione, di dolore, di dispiacere , di rammarico fino a che non le ebbe  esaurite tutte. Ora aveva  avuto la conferma che cercava : sia sua madre che la puffa avevano lo stesso problema, ossia una dipendenza da benzodiazepine.
Conosceva le conseguenze che una cosa del genere poteva portare e il solo pensiero che Laura fosse in una situazione del genere gli fece provare una rabbia incredibile,  una furia senza precedenti. Strinse “le maledette “ in mano con rabbia. Fosse stato per lui avrebbe scaraventato il flacone per terra e lo avrebbe distrutto in mille pezzi. Ma sapeva che non era il modo giusto di agire. Perciò rimise il flaconcino nell’astuccio, e richiuse lo zaino come se mai nessuno lo avesse violato.

Si mise nel suo lettino, guardò l’orologio che segnava quasi le 3 di notte : accidenti! Non avrebbe dormito quasi per nulla quella notte! Puntò la sveglia per le 6.30 e sperò di addormentarsi subito.
Era inquieto, profondamente inquieto. Diede un’occhiata alla sua puffa che dormiva ancora come un angioletto e il suo sguardo assunse un’espressione dolcissima “ Puffa mi devi scusare se mi sono fatto i fatti tuoi, spero che non mi odierai per questo in futuro, ma la tua anima non è sporca, farò il possibile per aiutarti, ma prima devo sapere”. Pensò al diario di Laura, e prese consapevolezza che quella era la chiave per aggiungere qualche pezzo di quell’intricato puzzle che stava prendendo posto nella sua mente.

Sempre con lo sguardo verso di lei alla fine Manuel cedette alla stanchezza e si addormentò : il suo sonno però non era tranquillo e profondo come quello di Laura, una lacrima solcava gli occhi del ragazzo nelle braccia di Morfeo che in un solo giorno aveva scoperto troppe cose dolorose.
E quante già ne aveva vissute nella sua giovane vita, ma almeno  quelle le conosceva. Ma almeno in quel caso conosceva il nemico. Ciò che più lo preoccupava era l’ignoto e il non sapere cosa tormentava la puffa. Insieme ce l’avrebbero fatta. Ne era sicuro.

   
 
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