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Autore: cassiana    21/06/2020    13 recensioni
Brenda ragazza brillante e un poco goffa deve per forza andare a quella premiazione a York. Ce la porterà un amico del fratello. Quel che Brenda non immagina è che Malcom sia così tremendamente sexy e sfrontato.
Se quel giorno non ci fosse stato uno sciopero dei treni forse non avrebbero mai incrociato i propri destini. Ma la vita come una strada ha bivi, incroci e biforcazioni anche molto distanti tra loro. Chissà se Brenda e Malcom torneranno a camminare insieme.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Jones ovvero Londoners '80'
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PER ARRIVARE AL TUO SORRISO


VI. Everybody's working for the weekend Everybody wants a little romance
Loverboy - Working for the Weekend

 
- Che profumino meraviglioso! Mi sa che tua mamma ha fatto l'arrosto!

Brenda e Becky scesero le scale del seminterrato dove abitavano i Jones. Come si aprì la porta, Becky porse una bottiglia di vino alla padrona di casa:
 
- Un omaggio da Parigi!
- Oh, vino francese! Ma non dovevi cara, su venite dentro!

Brenda era sempre felice di tornare a casa dei genitori, lì a Islington. Angel poi era una zona ancora molto tranquilla con i suoi bei viali alberati, gli edifici a 4 piani di mattoncini con le porte colorate, la grande chiesa di San Peter che era in fondo alla strada. Infatti lei e suo fratello prendevano sempre in giro suo padre: Peter che abita vicino a San Peter. Andava a scuola a piedi con Becky e al pomeriggio passavano sempre al Tesco a due isolati da casa per comprare i giornali da ragazzine o dolciumi o i primi trucchi. La casa era ancora come l'aveva lasciata, una sorta di capsula del tempo ferma agli anni '60 con poche concessioni alla modernità. Un barboncino color miele corse a farle le feste:
 
- Pongo, vieni qua fatti accarezzare, vecchietto mio!

Si chinò ad accarezzare il cagnolino che sculettava e mugolava felice. Dal salotto provenivano delle voci maschili.
 
- Richie è già arrivato, è di là con papà.

Il salotto era dominato da un grande televisore moderno telefunken acceso sulla BBC, come sempre, davanti a cui era disposto un divano a tre posti di velluto senape, come le tende. Kathie Jones amava il giallo e pensava che illuminasse la stanza, dato che era situata a piano terra. La carta da parati era a piccolissimi disegni geometrici di un giallo pallido e s'intonava col tappeto che copriva buona parte del pavimento. La libreria ricolma di vecchi volumi in brossura, due poltrone anch'esse tappezzate con un motivo fiorato sul giallo e un mobile bar completavano l'arredamento. Nell'altro braccio del salone a elle trovava posto una grande tavola imbandita per l'occasione. Su una delle poltrone imbottite sedeva un uomo che cercava di leggere il giornale con aria sconsolata, mentre un giovane lo arringava commentando le notizie provenienti dalla televisione.
 
- Papà!

Peter Jones si alzò contento di interrompere le chiacchiere del figlio maggiore per andare a salutare la figlia e la sua amica che esclamò pungente:
 
- Vedo che ti abbiamo salvato da Richard!

Al che Peter ridacchiò e osservò la ragazza ammirato del suo abbigliamento curato: una gonna nera e una camicetta di satin fucsia e galante si complimentò:
 
- Sono colpito: tutta questa eleganza per il nostro semplice pranzetto in famiglia!
- Ma no, che eleganza: è solo una gonna e una camicetta.

si schernì Becky compiaciuta del complimento.
 
- Non lo sai, papà? Lei è così: sempre perfetta!
- Si, è arrivata Mary Poppins.

Interloquì Richard dal fondo del salone, appollaiato sul bracciolo di una poltrona, mentre si faceva leccare le dita da Pongo.
 
- Vedo che tu sei sciatto come al solito, invece.

In effetti Richard indossava dei vecchi jeans sdruciti, scarponcini gialli, una maglietta verde con la scritta Greenpeace e una camicia aperta a quadri bianchi e neri. Assomigliava alla sorella: aveva gli stessi capelli neri ondulati che portava lunghi e occhi verdi, ma il viso era decisamente più virile, il mento velato da una leggera barba di due giorni.
 
- Richie, scendi da quel bracciolo che lo sfondi! Brenda vieni ad aiutarmi in cucina?

la richiamò la madre. La cucina, contrariamente a quello che ci si sarebbe aspettato, era stata completamente rinnovata: al posto dei vecchi mobili in formica ora era tutta acciaio e gli elettrodomestici erano di ultima generazione. D'altra parte era sempre stata la stanza preferita della madre, che adorava cucinare. Si era inventata una mini attività di catering di pasticceria quando i ragazzi erano andati via di casa e aveva dovuto modernizzarsi.
 
- Aiutami a tagliare il pane, ti va?

Quando esordiva così Brenda sapeva che la madre aveva qualcosa in mente, si accinse a eseguire il compito che le era stato richiesto. Per un momento rimasero in silenzio.
 
- Ieri ti ho sentita un po' pensierosa al telefono.

Esordì Kathie riempiendo una ciotola di spessa salsa d'arrosto.
 
- Sono solo stanca mamma.
- Credi che non sappia quando ti frulla in testa qualcosa? Devo preoccuparmi? Pongo
esci fuori di qui, su!
- Ma no, si tratta solo di lavoro.

Di nascosto Brenda elargì un bocconcino di carne al cagnolino. La madre fece finta di non accorgersene.
 
- Ci sono problemi?
- No, no. E' che sto scrivendo un pezzo nuovo e mi sta prendendo più energie di quello che pensassi.
- Non c'entra un uomo per caso?

La ragazza sollevò gli occhi al cielo, la madre aveva l'innato dono di andare a capire subito quale fosse il punto. Sorrise e rispose enigmatica:
 
- Potrebbe esserci.

La madre smise per un momento di girare le verdure guardandola dubbiosa: la figlia non era stata fortunata in amore.
 
- Mamma non preoccuparti, va tutto bene. Cioè almeno credo.

Brenda corrugò la fronte, ma non poteva fare a meno di nascondere il sorrisino che aleggiava sulle labbra da qualche giorno, da quando Malcom le aveva chiesto di cenare insieme.
 
- E questo dovrebbe tranquillizzarmi?
- Mamma è solo una cena, di lavoro tra l'altro.

Dopo tutte le elucubrazioni cervellotiche che si era fatta nelle passate settimane, da quando aveva incontrato Malcom, non voleva più avere ansie al riguardo. Aveva già fatto troppi casini a forza di rimuginare e incertezze. Era solo una cena. Sarebbe partita da lì. La mamma sembrò rassicurata o forse era troppo concentrata sull'arrosto, per cui Brenda approfittò per scivolare via dalla cucina. Posò il cestino del pane in tavola proprio mentre Richard esclamava:
 
- ...il 40% delle piogge acide! Ecco perché il nucleare è pericoloso e ora? Eleggono Gorbaciov come presidente supremo dei soviet, cioè proprio colui che si è macchiato del più grande insabbiamento dell'era moderna!
- Ti prego Bibi, salvaci dalla logorrea di tuo fratello!

Brenda scoppiò a ridere, mentre il padre scuoteva la testa rassegnato.
 
- Non ti disturbare, me ne vado a fuori a fumare!

Dopo qualche minuto Becky raggiunse Richard nel minuscolo cortile, poco più che un passaggio piastrellato sovrastato da un muro sul quale la signora Jones aveva fatto crescere una siepe di pitosforo che con i suoi fiorellini bianchi ingentiliva l'ambiente. Richard, la sigaretta in bocca, una gamba piegata sotto di sé, era appoggiato alla parete.
 
- Il grande ambientalista che si brucia i polmoni con quelle schifezze.

Esclamò Becky appoggiandosi a sua volta accanto allo stipite della portafinestra a braccia conserte di fronte a lui. Aveva lasciato gli occhiali di là e sbottonato il secondo bottone della camicetta.
 
- Bisogna scegliersi le proprie battaglie, Mary Poppins.

Richard socchiuse gli occhi per il fumo della sigaretta e si allontanò dal muro. Becky rispose sprezzante:
 
- Le multinazionali che tanto disprezzi ringraziano.

Ma Richard le mostrò la sigaretta rollata a mano e lei allargò gli occhi facendolo scoppiare a ridere:
 
- Rimettiti gli occhiali e sta tranquilla: è solo tabacco autoprodotto da alcuni indios del bacino dell'Orinoco. Ti sembra che fumerei una canna a casa dei miei?
- Come se non fosse mai successo...
- Ah e tu lo ricordi bene!

Spense la cicca strofinandola sul muro e la mise in tasca. Le si avvicinò ulteriormente, quasi intrappolandola.
 
- O hai un debole per Mr Jones o ti sei messa tutta in ghingheri per me, dì la verità.
- Certo, lui è senza dubbio migliore del figlio.

Richard abbassò la voce guardandola rapace:
 
- Mi piace questo stile da segretaria porca.
- Non sono una segretaria.
- Ah allora...

Adesso era contro di lei che si protese lievemente mettendogli una mano sul petto:
 
- Bah, più passano gli anni e più ti trovo sgradevole.
- E tu mi sei mancata da morire, strega.

La baciò sul collo e lei lo lasciò fare, la schiacciò contro il muro mentre s'impadroniva prepotente delle sue labbra. Sapeva di tabacco, ma Becky lo ignorò anzi rispose al bacio con altrettanta ferocia. Le sue mani le accarezzavano i fianchi e lei gli si premette contro circondandogli il collo con le braccia, affondandogli le mani nei capelli. Lui le strofinò la barba contro il collo, le leccò la mandibola e lei gli morse un lobo a malapena consapevole di dove fossero:
 
- Rick, Rick non qui...ci vedono!
- Vieni.

La prese per mano e la spinse nella lavanderia attigua. Con un piede chiuse la porta, c'era solo una finestra a bocca di lupo che lasciava entrare un po' di luce nell'ambiente altrimenti in penombra. La premette di nuovo con foga contro la lavatrice e tornarono a baciarsi con passione, respirando uno sulla bocca dell'altro. Lei gli tolse la camicia e lui le sbottonò la camicetta affondando il viso contro i seni velati dal reggiseno di pizzo.
 
- Rick, siamo a casa dei tuoi, santo cielo!

Lui sollevò appena la testa, le accarezzò con il pollice un capezzolo eretto facendola rabbrividire. Aveva un sorriso da lupo famelico mentre sussurrava roco:
 
- Me ne fotto, è troppo che aspettiamo.

Tornò a baciarla ferocemente e le sollevò la gonna. Lei ansimando si strusciò contro la sua erezione facendolo gemere. Gli mise le mani sotto la maglietta, voleva sentire più pelle, più lui. Premette le labbra contro il collo, mentre lui le infilò una mano nelle mutandine:
 
- Sei già pronta, per me.
- Ti detesto da morire Rick...

Lui continuò ad accarezzarla con due dita, più veloce :
 
- Anche io ti voglio. Finito questo stupido pranzo ti trascino a casa e scopiamo fino a domani.

Becky gemeva contro le sue dita aggrappandosi a lui, senza avere più la cognizione del tempo. Sentiva solo il suo piacere, il suo odore, la sua voce roca che le sussurrava sconcezze:
 
- Godi, tesoro, godi per me.

Con un lungo gemito strozzato Becky venne, la testa premuta contro la spalla di Richard, le unghie affondate nella schiena. Poi rimase un po' così, appoggiata contro di lui, ansante. Sentiva il cuore dell'uomo battere forte contro il suo orecchio. Richard tolse le dita da sotto la gonna e lei si tirò su, senza guardarlo.
 
- Non fare cose disgustose!

Gli intimò, ma lui sorrise premendosi una mano sul cavallo dei pantaloni:
 
- Mi hai quasi fatto venire nei jeans come un cazzo di adolescente... solo tu ci riesci. Vieni qui che sei un disastro.

L'attirò di nuovo a sé per darle un bacio tenero e le carezzò i capelli. Le tremavano le mani mentre si riabbottonava la camicetta, lui scosse la sua che era volata sull'asciugatrice e se l'infilò al rovescio. Becky scoppiò a ridere, quasi tentata di lasciarlo uscire così. Richard cambiò verso all'indumento facendole una linguaccia. Si controllarono a vicenda che i segni di quello che avevano fatto non fossero troppo evidenti e si scambiarono un altro bacio dolce. Becky sorrise:
 
- Mi sa che ti ho lasciato qualche bel graffio...te li meriti tutti!

Richard le accarezzò teneramente una guancia con il dorso della mano.
 
- Mi piace: vuol dire che sono solo tuo.

Le rubò un altro bacio veloce e fece capolino con la testa fuori dalla lavanderia:
 
- Ok via libera!

Le fece un occhiolino e scivolò via.
Brenda era in cucina intenta ad aprire il vino, quando Richard la raggiunse e le tolse la bottiglia di mano:

 
- Vino francese eh? Non poteva che portarlo Becky.

Commentò con tono sprezzante.
 
- Mi dici perché ce l'hai tanto con lei?
- Perché il suo stile di vita è contrario ad ogni mio qualsiasi ideale, guarda per chi lavora per esempio.
- La detestavi già da prima...Che hai fatto al collo?

Richard fece spallucce e si coprì con la mano il segno rosso.
 
- Sarà stato un insetto. Dai, dammi il bicchiere: assaggiamo questa prelibatezza.

C'era una vassoio di yorkshire pudding e Brenda ne prese uno e ne diede metà al fratello che lo intinse nel denso sugo dell'arrosto.
 
- Allora come ti va il lavoro?
- Stiamo conducendo una campagna contro lo sversamento del petrolio in mare da parte delle superpetroliere. Non hai idea del disastro che combinano: oceani inquinati per miglia, spiagge distrutte, intere colonie di uccelli ricoperti di petrolio che non riescono neanche a nutrirsi. Dobbiamo ripulirli uno ad uno.
- E' terribile, pensi che potresti venire a raccontare qualcosa in radio, come l'anno scorso?
- Certo! Come va a proposito?
- Bene. Sto lavorando a una storia nuova adesso.
- Il verme si è rifatto vivo?

Brenda scosse la testa, per fortuna l'ex marito aveva posto una specie di bando nei suoi confronti dal divorzio e conduceva la sua vita come se lei non fosse mai esistita, a parte versarle scrupolosamente quanto asetticamente gli alimenti ogni mese. In quel momento la mamma li raggiunse e agitando un mestolo li minacciò:
 
- Ah eccovi, fuori dalla mia cucina su. Andate a tavola che è tutto pronto!

Peter e Becky stavano chiacchierando dei tassi d'interessi della Banca Europea, i fratelli l'interruppero e si misero a tavola. Kathie si accinse a tagliare grosse fette di arrosto e quando Richard si riempì il piatto di verdure al forno, strinse le labbra dispiaciuta. Sperava sempre che il figlio si decidesse a tornare a mangiare la carne.
 
- Grazie Kathie, il tuo arrosto è sempre delizioso!

Becky era seduta proprio accanto a Richard e nel prendere il suo piatto lo fece passare apposta sotto il suo naso. Richard iniziò la sua solita predica sugli allevamenti industriali, sullo sfruttamento degli animali, su di quanto inquinamento causassero.
 
- Va bene, va bene. Kathie la prossima volta fagli un bel pesce a sto ragazzo!

Lo interruppe il padre. Richard scosse la testa e alzò gli occhi al cielo, mentre Becky mormorò a mezza bocca:
 
- Moooh...
- Attenta a fare la vacca.

Le rispose a denti stretti. Nessuno sembrava essersi accorto di quello scambio tranne Brenda, che scosse la testa.
 
- Allora Brenda, raccontaci un po' di questa nuova storia a cui stai lavorando.

Le chiese Peter e lei li ragguagliò dei dettagli. Parlò anche di Malcom in tono noncurante, sperava.
 
- Stai lavorando con Malina? Sai lo chiamavo così.
- E lui ti chiamava Dickie Richie!

Lo interruppe Brenda. Becky scoppiò a ridere, mentre Richard contorse le labbra in una smorfia.
 
- Vabbè, come sta adesso - tagliò corto - che combina?

Brenda gli raccontò di come si fossero incontrati e di tutto ciò che era accaduto tra loro, o meglio quasi tutto.
 
- Sai che era abbastanza preso da te?
- Non credo, altrimenti l'avrebbe cercata no?

Becky versò un po' di vino nel suo bicchiere e in quello di Brenda, saltando il bicchiere proteso di Richard.
 
- Ora te lo posso dire. Pochi mesi da che partisti, credo tre o quattro ebbe un infortunio in campo.
- Che tipo d'infortunio?

S'intromise il padre ringraziando con un cenno Becky mentre gli versava il vino.
 
- Credo un'entrata scorretta di un avversario sul pallone. In ogni modo si ruppe caviglia, tibia e perone. Mi chiese di non dirti niente perché voleva tornare in forma prima che tornassi tu. Ma non credo ci sia riuscito perché poi non si è fatto più sentire. Pensavo avesse perso interesse. Mi ero pure abbastanza incazzato con lui.
- Brenda c'era rimasta proprio male.
- Un pochino, poi mi sono buttata sull'università e non ci ho pensato più.
- Così dice lei.

Brenda diede all'amica un calcetto sotto al tavolo e Becky rispose con uno schiaffetto sulla mano.
 
- Non vi ho raccontato tutto. Qualche anno dopo, lo rincontrai. Vi ricordate quei palazzi dei docks che occupai con altri squatter? Uno di questi era usato come covo dai drogati. Lo rividi lì, messo malissimo, tossico fino al midollo. Tanto che ci misi un po' a riconoscerlo. Praticamente dai tempi dell'incidente era diventato dipendente dagli antidolorifici e di lì aveva fatto il salto all'eroina.
- Povero ragazzo.

Mormorò Kathie mentre ritirava i piatti e metteva la fruttiera in tavola. Richard continuò raccontando che aveva anche provato ad aiutarlo un po' ma come tutti i tossici era imprevedibile. Però di una cosa l'aveva implorato: di non rivelare mai alla sorella che fine avesse fatto. Si vergognava troppo e lei era l'unica cosa bella a cui poteva aggrapparsi e non voleva rovinarla con quello schifo. Brenda rimane molto colpita. Aveva fatto tanti di quei pensieri sul perchè Malcom non l'avesse più cercata, ma questo non l'aveva mai neanche sfiorata. Non aveva mai davvero pensato che potesse diventare un ricordo prezioso per qualcuno, un motivo per andare avanti. Si sentì improvvisamente in colpa, ok non poteva sapere quel che gli fosse accaduto, ma non gli aveva neanche mai dato il beneficio del dubbio. Mentre lui l'aveva voluta proteggere, a modo suo. Non che fosse riuscito a preservarla dalle cattiverie della vita, ma il pensiero era stato davvero dolce, così tipico di lui, ora che ci rifletteva.
 
- Così adesso mi dici che si è ripulito? - la riscosse Richard - Mi fa davvero piacere, era davvero un peccato che si fosse perduto così.
- Non solo, ma escono anche insieme.

Aggiunse Becky porgendogli uno spicchio di mela che lui morse direttamente dalla sua mano.
 
- Non usciamo insieme, stiamo solo lavorando a una cosa.
- Ma ti ha chiesto un appuntamento, no?
- E' una cena di lavoro, veramente.
- Si certo.

Becky fece l'occhiolino a Richard che riprese:
 
- Conosco Sullivan, è davvero un grande e se ci ha pensato lui sono sicuro che Malcom abbia recuperato nel migliore dei modi. Ma è un impulsivo e ha sempre sentito la necessità di dover dimostrare qualcosa. Perciò sta attenta, a volte sapeva essere un vero stronzo.
- Non è l'unico da queste parti.

Affermò Becky. Rick le soffiò un bacio irriverente e lei rispose con una smorfia. Brenda li osservò sospettosa con gli occhi socchiusi, guardando prima l'uno e poi l'altra: Becky sembrava un po' stropicciata, contrariamente al suo solito.
 
- Così domani gioca la sua squadra? Sono proprio curioso di vederlo in azione. Fammi organizzare un attimo le cose, ci andiamo tutti insieme! Vieni anche tu, Grimilde?
- Stronzo!

Soffiò al suo indirizzo Becky senza farsi sentire dai signori Jones.

    Il Park Millennium Arena, nonostante il nome altisonante, era un minuscolo stadio in miniatura dalle parti di Battersea ed era utilizzato come campo di calcio dai Clapham Cardinals. Brenda e il fratello si erano dati appuntamento direttamente lì di fronte e lei fu un po' sorpresa quando vide che si era aggiunta anche Becky. Aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di strano tra il fratello e l'amica e ora era più convinta che mai. Al suo sopracciglio alzato però Becky rispose:

 
- Beh, voglio vedere questo bel pezzo di manzo anche io, scusa!

E prendendola a braccetto seguirono Richard che intanto era andato avanti verso l'ingresso, mostrando i biglietti e borbottando qualcosa. C'erano solo due file di tribune e nessuna separazione tra campo e tifosi a parte una bassa recinzione. I loro posti erano in prima fila, un po' spostati sulla destra rispetto alla panchina dell'allenatore.
 
- Siamo stati fortunati, di qui vedremo benissimo! Allora i nostri sono i gialli, mentre i Cardinals sono i rossi.

Anche Brenda pensava che fossero stati fortunati, da quel posto aveva una buona visuale anche di Malcom. Lui si girò e appena li vide fece un sorriso enorme e li salutò. Becky che era alla sinistra di Brenda le diede di gomito:
 
- Adesso capisco tutto, e brava Bibi!

Richard dall'altra parte di Brenda non diede cenno di aver sentito, ma si rollò una sigaretta con gesti nervosi tanto che metà del tabacco gli cadde sui jeans. Ci fu un boato quando le due squadre entrarono in campo. Per i primi minuti non accadde praticamente nulla, le due squadre si stavano sostanzialmente studiando. C'era una certa tensione nell'aria. Al 15mo però i Cardinals cercarono lo specchio della porta con un destro da fuori area che però finì alto sulla traversa dopo una deviazione. Per una prima mezz'ora il gioco scivolò senza occasioni da goal.
 
- Fate attenzione a quel piccoletto, sulla sinistra. Vedete come gli costruiscono spesso la manovra per farlo verticalizzare?

Richard tra un grido e l'altro stava spiegando alle ragazze la partita. Aveva quel tono da maestrino che Brenda trovava sempre estremamente irritante, ma Becky sembrava seguirlo attenta, più interessata a lui che alla partita in effetti. Brenda cercava di seguire, il calcio non era tra i suoi interessi primari, ma era fondamentale per Malcom e se voleva comprendere lui voleva anche capire quali fossero le regole di quel gioco che aveva tanto influenzato la sua vita, nel bene e nel male. Le due squadre stavano dando il massimo. A poco più della metà del primo tempo uno dei Cardinals particolarmente aggressivo fece una brutta entrata su Omar. I tifosi dei gialli fischiarono in disapprovazione e Malcom si sollevò dalla panchina a chiamare il fallo. Il direttore di gara decretò un calcio di rigore a favore degli Eagles. Con un destro potente Leo dagli undici metri trafisse il portiere avversario e portò in vantaggio i gialli. Dalla tifoseria degli Eagles si sollevò un boato di gioia, Becky e Richard che si erano ritrovati vicini, si abbracciarono. Dopo qualche minuto Nazim ci riprovò, tirò un calcio che però fu respinto da un palo e finì sui piedi di Tomas che invece di deviare in rete pasticciò col pallone e lo mandò fuori proprio mente l'arbitro fischiava la fine del primo tempo. I Cardinals erano sotto di un gol.
    Gli spettatori defluirono dalle tribune e Brenda si trovò sola: Richard era andato a cercare qualcosa da mangiare e anche Becky si era dileguata con la scusa di dover fare una non ben definita cosa per lavoro. Malcom e i suoi ragazzi erano spariti in spogliatoio. Non le dispiaceva però essere rimasta sola, anzi le piaceva osservare le persone intorno a lei: una mamma stava allattando un neonato, un'altra inseguiva il figlio piccolo cercando di soffiargli il naso e la fece ridere. Alcuni ragazzi stavano bevendo delle birre e fumavano parlando delle prestazioni delle due squadre

 
- Mi fa piacere che sia venuta alla partita. Sono riuscito a liberarmi solo adesso. Come sta andando?

Ramsay si era seduto accanto a lei, tirandosi un po' su le gambe dei jeans.
 
- Credo bene: stiamo 1 a 0. Ci fosse stato mio fratello ti avrebbe raccontato tutto per filo e per segno.
- Volevo ringraziare la tua amica. Mi ha chiamato ieri parlandomi dell'intenzione della sua società di sponsorizzare gli Effra Eagles. Sarà una sponsorizzazione a tempo per il momento, ma è comunque importante per noi avere la fiducia di grandi istituzioni. Oltre che per il discorso economico che ci aiuterà a tirare un po' il fiato.

Benda si guardò intorno, dispiaciuta che l'amica non ci fosse a prendersi i ringraziamenti.
 
- Sembra una persona molto dura ma è davvero generosa con le cause che le interessano.

Ramsay sorrise, si rilassò e chiuse gli occhi godendo di quel poco di calore che il sole riusciva ancora a dare in quella stagione. Brenda l'osservò: per essere un uomo anziano era estremamente vigoroso, gli occhi erano circondati da rughe dovute forse più dal molto ridere che dall'età.
 
- Malcom mi ha raccontato cosa è accaduto tra voi.
- Parla molto con te.

Ramsay aprì gli occhi:
 
- Ti da fastidio? E' un po' come se fossi il suo Maestro e lui il mio padawan.

Brenda aggrottò la fronte, aveva una vaga idea di ciò a cui si stava riferendo l'uomo, ma scosse la testa:
 
- No, è importante poter parlare con qualcuno che ti vuole bene e di cui puoi fidarti. A volte si può essere davvero soli in preda ai propri fantasmi.

Ramsay le prese una mano e l'accarezzò gentilmente, aveva la rara capacità di capire molto da poche parole, un vero pescatore di uomini.
 
- Malcom a volte può essere un impulsivo testone. Ma tiene veramente al suo lavoro e anche a te, credo.

Le strizzò l'occhio. Brenda sorrise e si tirò dietro l'orecchio una ciocca di capelli:
 
- Aveva ragione, non mi sono comportata bene con lui. Ma penso che ora siamo riusciti a sistemare le cose. Dovevamo solo parlarci, ma per me non è sempre facile. E lui è stato abbastanza misterioso al riguardo.
- Hai paura del suo passato?
- Ho paura del mio.

Brenda abbassò il capo e i capelli le scivolarono a coprirle il viso. Ramsay le si avvicinò un po' e le disse gentile:
 
- Il passato non è un luogo in cui si possa restare a lungo, non trovi? Perciò potete smettere di voltarvi indietro: non è lì che state andando.

 Gli spalti si stavano riempiendo di nuovo, le squadre tornarono in campo e Richard e Becky si fecero vedere giusto in tempo per il fischio d'inizio, si presentarono a Ramsay e sedettero vicini, le mani intrecciate.
    La ripartenza fu molto più emozionante rispetto al primo tempo: prima Allen concluse con un traversone, al 65mo ci fu un'occasione per i Cardinals che però spedirono il pallone troppo alto. Entrambe le tifoserie incitavano i propri beniamini con calore. Brenda fu contagiata dall'atmosfera entusiasta della partita e si girò verso Becky per dirle qualcosa e notò che l'amica stava facendo un tiro di sigaretta direttamente dalla mano di Richard, aggrottò le sopracciglia, ma non aveva tempo per loro: era tutta concentrata sulla partita o meglio su Malcom. Riusciva a vederne solo la nuca, la schiena e il profilo ogni tanto, ma ogni volta che lui si girava e la notava, le sorrideva e le faceva l'occhiolino. Finalmente Nazim con un tiro a giro insaccò la palla all'incrocio dei pali portando la propria squadra in vantaggio di un altro gol. Il piccolo stadio esplose in un boato mentre i compagni di squadra lo abbracciarono in trionfo. Anche Malcom saltò gioioso per il risultato.
    Un minuto dopo i Cardinals ebbero la loro occasione di mandare la palla in rete, ma Omar riuscì a deviarla in corner. L'atmosfera in campo si stava deteriorando, piccole scorrettezze da entrambe le parti, Malcom urlava ai suoi di stare calmi e non perdere la testa. Vennero ammoniti sia un giocatore degli Eagles che uno dei Cardinals. Entrambe le squadre ormai innervosite persero diverse occasioni da gol. Tanto che poco prima della fine del secondo tempo ci fu un'incredibile carambola davanti alla porta degli Eagles: doppio palo e palla per fortuna allontanata da un Leo in ottima forma. Finalmente dopo qualche minuto l'arbitro fischiò la fine della partita: gli Eagles avevano vinto per due a zero.
    La partita era stata davvero avvincente, nel campo sportivo si respirava un'aria gioiosa, parecchia gente cominciò a defluire, intanto che commentava la partita e si complimentava con i giocatori e l'allenatore. Brenda, distratta da tutto quel movimento, si lasciò trasportare dalla fiumana di gente e si trovò separata da Becky e Richard. Venne sospinta verso un'uscita, ma si rese conto che non era quella principale. Il sole stava giocando con le nuvole e aveva preso a tirare un vento freddo. Si alzò il bavero della giacca e tirò su i capelli svolazzanti in una coda. Si fermò incerta mordicchiandosi il pollice guardandosi intorno: doveva ritrovare l'uscita principale. Forse avrebbe dovuto percorrere semplicemente il perimetro dell'arena. A un centinaio di metri di distanza c'era un piccolo edificio annesso, di cemento grigio e sporco. Si diresse da quella parte, magari avrebbe trovato qualcuno a cui poter chiedere informazioni. In pochi minuti raggiunse l'edificio e fece per mettere mano alla maniglia di una porta d'acciaio, quando questa si aprì facendole fare un salto all'indietro. Malcom sembrò sorpreso di vederla lì:

 
- E tu che ci fai qui?
- Veramente stavo cercando l'uscita.
- Ma stai già fuori.
- Spiritoso. Intendevo, l'uscita principale.
- Ah, e io che mi ero illuso stessi cercando me. Guarda che ti sei persa l'occasione di vedermi un'altra volta a petto nudo!

Le fece l'occhiolino.
 
- Non credere di essere uno spettacolo così irresistibile! - Brenda gli diede una leggera spinta divertita - No, veramente: non trovo più mio fratello e la mia amica.
- Magari sono andati a pomiciare da qualche parte.
- Non credo proprio, non si sopportano.

Malcom le lanciò un'occhiata scettica e un sorrisetto gli allungò le labbra:
 
- Ah, saresti sorpresa di sapere quante cose possono fare insieme due persone che non si sopportano. Senti, ti faccio passare di qua, anche se non potresti che sono gli spogliatoi maschili.

Brenda si ritrasse.
 
- Tranquilla, non c'è più nessuno!

Lo seguì per il corridoio cercando di camminare il più veloce possibile, per paura di incontrare qualcuno. Malcom era ancora pieno di adrenalina per la partita e aveva una gran voglia di sospingerla da qualche parte e baciarla fino a restare senza fiato: la trovava irresistibile con quel suo mix di petulanza e timidezza. Si limitò ad intrecciare le dita alle sue e a guidarla nell'edificio. Brenda si sentiva perduta e non solo perché aveva perso del tutto il senso dell'orientamento: da sola, in un luogo sconosciuto, con l'unica persona al mondo capace di farle battere il cuore. Fu colta da un'emozione struggente: il calore di quella mano decisa sulla sua le stava dando un conforto come non aveva provato da molto tempo e in un attimo sentì scivolare via da se ogni incertezza. Malcom percepì la sua fiducia, anche se solo per quel piccolo momento, Brenda si era completamente fidata e affidata a lui e questo gli allargò il petto in una felicità compiaciuta.
Fin troppo presto arrivarono all'uscita, in quei pochi metri insieme sembravano aver percorso i dieci anni che li avevano separati ritrovando quella loro antica appena nata complicità. Malcom aprì la porta per lei:

 
- Madame...

Quando emersero dall’edificio e si ritrovarono con tutti gli altri vennero apostrofati da Richard:
 
- Ma dove eravate finiti?
- Ho recuperato tua sorella che si era persa in zona off limits.
- Si, lei ha la capacità di mettersi sempre nelle situazioni più imbarazzanti.
- Scusate? Io sono qui, eh!

Scoppiarono a ridere. Era una vera rimpatriata tra vecchi amici, i due ragazzi si scambiarono scherzi e battute. C’era nei loro occhi una diffidenza antica e la consapevolezza nuova di cose vissute sulla propria pelle, ma lasciarono che quella fosse solo un’occasione per due giovani uomini di scambiarsi pacche sulle spalle e nomignoli idioti. Becky prese in disparte Brenda e le sussurrò:
 
- Ma dov’eri sparita? Mi stavo preoccupando e invece eccoti spuntare col tuo bel ragazzo. Brava Bibi!  
- Veramente sei tu che sei stata vaga tutto il giorno. Poi dovrai spiegarmi un po’ di cosette!

Mentre tutti chiacchieravano Malcom aveva casualmente cinto col braccio le spalle di Brenda e l’aveva stretta lievemente a se. Lei lo lasciò fare, il calore che emanava era troppo piacevole: per un bel po’ di tempo si era tenuta lontana dagli uomini e a ogni contatto fisico si irrigidiva. Aveva sempre paura, che si sentissero troppo le ossa, che si percepissero le cicatrici, anche se il suo corpo era tornato in piena salute. Con Malcom non provò nessun timore: tutto era stato così naturale che le sembrò semplicemente giusto, era come se finalmente avesse trovato il suo posto.
 
- Allora che vuoi fare? Devo accompagnare Crudelia da qualche parte per lavoro, ma prima ti porto a casa. Se vuoi.

Malcom le disse che doveva portare i ragazzi al centro e fare il punto con loro. Si avvicinò chinando la testa per darle almeno un bacio sulla guancia.
 
- Allora, ti muovi o no?

Brenda distratta dal fratello voltò il capo e le loro labbra si toccarono. Per un microsecondo entrambi furono presi di sorpresa, poi Malcom premette le labbra su quelle di Brenda in un lieve bacio appena accennato. Sorrise e la lasciò andare lentamente, facendole l’occhiolino. Richard diede un colpo di clacson e Brenda dovette infilarsi veloce in macchina, sul sedile posteriore. Malcom si chinò sul suo finestrino:
 
- Non dimenticarti della nostra cena. Ciao!

Brenda riuscì solo ad annuire frastornata. Non sapeva nemmeno se quello fosse stato un vero bacio, talmente era stato veloce. Si toccò le labbra con un dito e sentì uno stupido sorriso farsi largo sul volto. Becky si girò e le fece il segno di vittoria:
 
- Hey, Malcom ha baciato tua sorella!
- Che devo fare: mi devo complimentare o lo devo picchiare?
- Non era un bacio, ci siamo solo scontrati!
- Malcom e Brenda si sono baciati, Malcom e Brenda si sono baciati!

canticchiarono in coro Richard e Becky sghignazzando.
 
- Idioti? Pensate a voi che mi sembrate tanto strani...che vi piglia sto periodo?
- Non cambiare discorso Bibi!

In macchina, durante tutto il percorso fino a casa, si respirò un'atmosfera elettrica: Becky e Richard non facevano che scambiarsi occhiate dallo specchietto retrovisore, Brenda si distraeva facile e si toccava le labbra sorridendo tra se. Quando il fratello la scaricò davanti casa sentì l’amica ridere e non poteva giurarci, ma le sembrava di aver visto la mano di Richard scivolare sulla sua coscia. Scosse la testa perplessa  e entrò in casa.

 


 
   
 
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