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Autore: sfiorarsi    23/06/2020    6 recensioni
«Avanti, scegline uno» la incoraggiò, prendendola in braccio, facendo attenzione a non bruciarla con la fiamma della candela.
Sullo scaffale illuminato, Lucy poté leggere decine e decine di titoli accattivanti: Il fauno Locus e la mappa segreta, Come preparare un tè con foglie magiche, La storia dello scoglio parlante, e così via. Ce n’era uno, in particolare, che attirò l’attenzione della bambina, che si intitolava Favole di Narnia, Volume I. Dall’alba dei tempi alla storia contemporanea. Lucy lo prese tra le mani e, anche se all’apparenza sembrava piuttosto pesante, sembrava di tenere fra le mani una piuma.
«Scelgo questo» disse al fratello, che la mise a terra.
«Ogni sera, Lu» cominciò lui «leggeremo una di queste favole insieme, così ti aiuteranno a dormire e, nel frattempo, placheranno un po’ della tua curiosità» proseguì e, dopo aver letto il titolo del libro, lo restituì alla sorella «e poi, chissà, potremmo proseguire noi e scriverne un secondo, o addirittura un terzo volume!» esclamò.
Genere: Avventura, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucy Pevensie, Peter Pevensie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Favole di Narnia, Volume I

 

Disclaimer: I personaggi descritti nella raccolta non sono frutto della mia invenzione, ma appartengono a C.S. Lewis, che ne detiene i pieni diritti. La storia viene ideata, scritta e pubblica senza alcuno scopo di lucro.

 

La sera seguente, Peter aveva raggiunto la camera della sorella dopo aver compiuto i suoi ultimi doveri da Re. Spogliatosi degli abiti regali, il maggiore dei Pevensie sembrava un comune ragazzino, seduto sul bordo del letto di Lucy.
«Allora, Lu, sei pronta?» chiese Peter, guardando la sorella. Lei annuì con decisione, stringendosi nelle coperte e aspettando impazientemente che il maggiore aprisse il libro.
«Questa favola si intitola “Le talpe e il lampione”, e appartiene all’inizio dei tempi, quando Narnia non era che una terra nuova e le creature che l’abitavano erano gentili ed inconsapevoli» cominciò Peter, tenendo il volume in equilibrio sulle ginocchia. Come aveva detto Lucy, nonostante avesse l’aspetto di un tomo pesantissimo, il libro delle favole era leggero come una piuma.
«C’erano, un tempo all’inizio dei tempi, due talpe che abitavano i cunicoli al di sotto della terra di Narnia. Le lunghe gallerie sotterranee erano state scavate prima ancora che le talpe divenissero animali parlanti, quindi da Aslan in persona che, con il suo canto, aveva reso i ruscelli rigogliosi e gli alberi ricchi di frutti» il piccolo Re iniziò a leggere la favola, mentre Lucy, dolcemente, alzava una manina per porgli una domanda.
«Prima hai detto “gentili ed inconsapevoli”. Ora non lo sono più?» domandò, con l’innocenza di una bambina. Peter sorrise, posandole un bacio sui capelli.
«Ma certo che lo sono, Lucy. Ma la Strega Bianca, prima del nostro arrivo, ha seminato cattiveria e distruzione, e molte creature si sono schierate al suo fianco. Ve ne sono di gentili e d’animo buono, ma vi sono anche quelle crudeli, che hanno perso la speranza, il lume della ragione ma soprattutto la fede» spiegò il ragazzo e, vedendo la sorella annuire, proseguì nel racconto.
«Queste due talpe vivevano felici nelle gallerie, scavandone di nuove ogni giorno, così grandi e solide che, spesso e volentieri, venivano percorse anche dai nani per trasportare blocchi di marmo e pietre preziose. Un giorno, però, una delle due talpe, Fric, andò a sbattere la testa su un oggetto metallico sconosciuto, che di sicuro non poteva essere una pietra o un minerale. Incuriositi, Fric e Frac fecero capolino con le loro teste nel Mondo di Sopra, per scoprire che cosa Fric avesse colpito. Si resero conto, però, che i loro occhi non erano abituati alla luce avvolgente e calda del Sole, e questo non permise loro di distinguere l’oggetto metallico che ostruiva loro la strada. Così, Frac ritornò nella galleria e, fermato un Nano Rosso dall’aspetto robusto ma gentile, chiese lui se poteva aiutarli ad identificare quell’oggetto misterioso. Il nano, di nome Tegola, si mostrò cordiale e ben disposto: uscì dalle gallerie attraverso l’uscita scavata da Fric e Frac, ed identificò l’oggetto come “una grande asta metallica alla cui cima vi è una luce”, perché il termine “lampione” era noto sulla Terra, ma non a Narnia. Non vi era alcun bisogno di lampioni, lì, in quanto la luce donata da Aslan era più che sufficiente per illuminare perfino l’angolo più remoto del mondo» lesse Peter, fermandosi un istante per voltarsi verso Lucy e per lasciarle porre qualche domanda, se avesse voluto. La bambina, però, era così interessata alla storia che anche la sua infantile curiosità si era placata, e fece cenno al fratello maggiore di proseguire.
«Fric e Frac permisero a Tegola di tornare al lavoro, mentre loro decidevano sul da farsi. Distruggere l’asta metallica alla cui cima vi è una luce non era una scelta contemplata, perché se Aslan aveva messo in quel determinato luogo quell’oggetto, ve ne doveva essere necessariamente un motivo. L’alternativa era quella di scavare i cunicoli al fianco dell’oggetto metallico, e di mettere un cartello che ne segnalasse la presenza, per evitare che qualche altra creatura vi sbattesse la testa come aveva fatto Fric. Le due talpe proseguirono nei loro scavi, e così ancora per qualche giorno, finché a Frac venne un dubbio: Ma non credi che l’asta metallica si senta sola? I miei occhi non vedono bene, ma mi sembrava un oggetto molto alto e deve sentirsi abbandonato, in mezzo a tutti quei fiori con cui non può nemmeno parlare, disse Frac in un moto di gentilezza e compassione. Anche Fric era d’accordo, ma come rimediare? Trovare altre aste metalliche simili era difficile, perché non sapevano con precisione quanto fosse effettivamente alto il lampione. Non sembrava una cosa naturale, ecco. Così Frac ebbe un’idea: avrebbero piantato centinaia di alberi - le talpe di Narnia amavano fare le cose in grande - attorno all’asta di ferro, per impedirle di sentirsi sola, e per permetterle di scambiare qualche parola con i suoi simili, alti alti e lunghi lunghi» proseguì Peter, che si fermò un istante, perché Lucy aveva una domanda.
«Ma quel lampione non era lo stesso che era nato dalla lancia scagliata dalla Strega Bianca contro Aslan? Quella di cui Lui non ha percepito nemmeno la presenza, facendola rimbalzare lontano e trasformandola in lampione?»
«Sì, Lucy, è proprio quella. Chi ti ha raccontato di questa storia?» chiese Peter.
«Il signor Tumnus» rispose Lucy «ma forza, prosegui con la storia. È molto carina, e Fric e Frac sono davvero due talpe gentili» disse la fanciulla, e a sentire le sue parole dolci, il fratello sorrise, poi proseguì.
«Fric e Frac lavorarono di gran lena per procurarsi i germogli degli alberi. Chiesero aiuto a tutti i loro amici: ai Nani Rossi, ai conigli Tip e Tap, e a qualsiasi creatura attraversasse quei cunicoli. Spiegata loro la storia, gli animali furono felicissimi di collaborare, e procurarono alle due talpe centinaia di germogli, che poi aiutarono anche a piantare tutt’intorno al lampione. Lavorando giorno e notte, gli animali si accorsero che la luce in cima all’asta metallica non si spegneva mai, né aveva bisogno di essere ravvivata. Fu loro di grande aiuto perché, insieme alle stelle e alla Luna - più grandi e vicine delle nostre stelle e della nostra Luna -, illuminava l’ambiente circostante. Ancora più grate per quell’aiuto, le creature invocarono il Grande Leone, chiedendo cortesemente se potesse far crescere gli alberi in fretta, per evitare che l’asta metallica si sentisse ulteriormente sola nell’attesa che gli alberi crescessero. Poiché era una richiesta buona e mossa dal cuore, Aslan accontentò le creature. Fu uno spettacolo senza precedenti: alberi di ogni specie crescevano dalla terra, sviluppando radici, rami, foglie e frutti, mentre l’aria intorno si riempiva di un suono cristallino, di natura che cresceva, che prosperava. Tutti gli animali parlanti si unirono in un canto allegro e di gioia, meravigliati dallo spettacolo attorno a loro. Da quel momento in avanti, il lampione divenne il centro della vita comune delle creature di Narnia: fauni, centauri e driadi si riunivano attorno ad esso, per cantare, suonare e ballare, diffondendo in tutta Narnia una dolce melodia; nani e creature più piccoli vi si incontravano spesso, fino a renderlo un luogo di scambio per merci, materiali e pietre preziose; alcuni animali parlanti, così affezionati al lampione, vi si trasferirono accanto. Insomma, quella che all’inizio era solo un’asta metallica divenne il centro della socialità narniana, e fu anche la matrice da cui nacquero i boschi a nord di Narnia, dove oggi vive il signor Tumnus e dove noi siamo giunti tutti insieme per la prima volta» affermò Peter. Sembravano trascorsi secoli da quando avevano lasciato il loro mondo per vivere a Narnia, eppure non erano passate che poche settimane. La loro vita era drasticamente cambiata, ma Peter non l’avrebbe sostituita per nulla al mondo.
«Pensi che il signor Tumnus conosca questa storia? Pensi che possa raccontargliela? Magari saprà dirmi di più riguardo agli abitanti del lampione di un tempo» lo interruppe dai suoi pensieri Lucy.
«Sì, perché no? Potresti scoprire qualcosa! Ma presta ancora un po’ di attenzione, Lu. La storia è quasi finita» disse Peter, e cominciò a raccontare la fine di quella bizzarra favola.
«Il Grande Leone si rese conto che il lampione non avrebbe potuto chiamarsi ancora asta metallica. Così, in onore del Re Frank e della Regina Helen, scelse di chiamare l’oggetto lampione, allo stesso modo in cui era chiamato nel loro mondo. Rese la talpa Fric - la prima a scontrarvisi -, il nano Tegola - il primo a darle una definizione - e il coniglio Tip - il primo a portare un germoglio in suo onore - consapevoli del significato del termine lampione. Le tre creature corsero per tutta Narnia, facendo un gran trambusto - oh, ma non di quelli rumorosi spiacevoli, piuttosto un trambusto dolce e gentile - e spiegando ad ogni animale parlante, driade, fauno o centauro il significato di quella parola misteriosa. Fecero così tanto rumore che lo schiamazzo giunse fino al castello di Re Frank e della Regina Helen che, dal canto loro, conoscevano già la parola lampione. Incuriosita, la coppia reale si recò fino al lampione, e quasi piansero nel vederlo. A loro piaceva tanto la terra di Narnia, così come amavano tutte le sue creature, ma avere anche una parte dell’Inghilterra avrebbe permesso loro di non dimenticare il luogo da cui provenivano, che li aveva resi le persone che erano. Così, il lampione diventò il centro della vita di Narnia, e spesso il Re e la Regina vi si recavano per un picnic o per una festa organizzata da loro stessi, e le due talpe Fric e Frac ne divennero i custodi. Il lampione non si sentì mai più solo, e vissero tutti felici, contenti ed in compagnia» concluse Peter, chiudendo il volume e posandolo sul comodino di fianco al letto. Quando notò che Lucy non poneva domande, le lasciò il tempo per assimilare quanto appena udito. La fanciulla reagiva spesso così: nella sua mente lasciava che vorticassero mille pensieri, che la aiutassero a pieno a capire il tutto.
«Secondo te qual è la morale della favola, Lu?» le chiese lui, quando notò che la sorella lo stava guardando.
«Che essere da soli è molto brutto, ma che si può smettere di esserlo grazie all’aiuto degli amici» rispose lei, alzandosi dal letto e correndo verso la porta a piedi scalzi.
«Dove vai?» le domandò il fratello, confuso.
«Dal signor Tumnus, a chiedergli qualcosa di più. Dovrebbe essere ancora sveglio, sento ancora le note del suo flauto» disse lei di rimando, aprendo la porta e correndo per i corridoi a piedi nudi. Peter non la fermò - anzi, sorrise. Sorrise, perché a Narnia non doveva temere bombe, incursioni e attacchi nemici, e le sue sorelle e suo fratello potevano vivere al sicuro, gioiosi e in armonia. Spense la candela sul comodino, e lasciò la stanza con una piacevole sensazione di pace a lambirgli i fianchi sinuosi dell’anima.

N.d.A: ciao a tutti. Volevo ringraziarvi per la gentilezza con cui avete accolto il prologo di questa raccolta. Sono così felice che la mia storia vi sia piaciuta così tanto. Riguardo agli aggiornamenti, dovrebbero tenersi ogni due settimane circa, ma potrebbero variare di qualche giorno, in base alla dose di ispirazione che scorre nelle mie vene in quel momento. 
Sarei felice se lasciaste una recensione, positiva o negativa che sia, per farmi conoscere i vostri pensieri a riguardo. Grazie per la lettura, sfiorarsi.

  
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