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Autore: Matagot    24/06/2020    0 recensioni
Gotta stay high all my life
To forget I'm missin' you
George, un anno dopo la morte di Fred.
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Oh oh
 
Lo sguardo di George Weasley non lasciava presagire niente di buono, ma in ogni caso qualcosa di molto divertente e lascivo. Aveva gli occhi annebbiati e la palpebra calante nonostante fosse solo mezzanotte e la festa sulla spiaggia fosse ancora nel pieno del proprio svolgimento. Il falò attorno a cui si erano raccolti tutti quei giovani gli illuminava il sorriso sghembo e le lentiggini, facendolo apparire il ragazzo gioviale e energico di sempre, quello che da almeno un anno non era.  George reggeva in mano un tumbler pieno di liquido smeraldino fumante, che sembrava rimescolarsi in autonomia. Se lo portò alle labbra e tracannò una corposa sorsata.
 
Oh oh
 
Qualcuno dei ragazzi seduti intorno al fuoco iniziò a strimpellare una chitarra e subito varie voci intonarono una di quelle canzoni che sa di un’estate leggera, conosciuta da tutti, rallegrando e riscaldando l’aria già tiepida. George si guardò intorno con aria ebete, quasi ridacchiando. Mosse qualche malfermo passo per avvicinarsi ad un tronco usato come panchina, ma ciò tradì quanto già fosse alterato nelle percezioni e nei movimenti. Quasi caracollò a mezzo metro dalla sua meta, ma riuscì ad aggrapparsi maldestramente ad un braccio che lo sostenne.
 
Stayin' in my play pretend
Where the fun ain't got no end

 
“Georgie, stai attento. Forse è meglio se questo lo prendo io, o ti materializzerai da qualche parte in Egitto invece che a casa tua.”
Qualcuno gli levò dalle mani il bicchiere e George tentò un’espressione corrucciata, che si rivelò solo ridicola, facendo ridere la ragazza di fronte a lui. Quel rumore sembrò spazzare via il fastidio per essersi visto sottratto il cocktail, come se fosse stata una formula magica. George Weasley sorrise beato, il suono delle risate lo faceva sempre stare più tranquillo, erano un porto sicuro, qualcosa che conosceva bene e che rientrava nella sua safe zone.
“Ciao Angie, molto divertente questa festa no? Dovrebbero farla più spesso.”
La sua ex compagna di squadra di Grifondoro annuì con un sorriso bonario, lo prese a braccetto per aiutarlo a prendere posto vicino al focolare e, nonostante qualche difficoltà a gestire l’equilibrio instabile del ragazzo, riuscirono a sedersi senza fare troppi danni.

Oh
 
“Che ne dici se adesso bevi un po’ di acqua e andiamo a casa?”
George sentiva la testa pesante, non riusciva a mettere particolarmente a fuoco la situazione e iniziava a percepire un principio di bruciore di stomaco, eppure con un risolino fece cenno di diniego con la testa, per poi fare una pernacchia alla sua amica.
“No cara, Lee ha detto che mi avrebbe procurato della polvere di coda di armadillo biforcuto argentino, dicono che quella roba sia da sballo! E non voglio andare a casa, sono tutti qui, non mi chiuderò là da solo!”
Lei scosse la testa con dolce disapprovazione, come se si trovasse davanti ad un bambino che le chiede l’ennesima porzione di dolce.
 
Can’t go home alone again
Need someone to numb the pain

 
“Non ti preoccupare, sto io con te.”
George Weasley la guardò un attimo in tralice, come folgorato da ciò che Angelina Johnson gli aveva appena detto. Lei sfruttò questa temporanea assenza di repliche da parte del ragazzo per afferrarlo e materializzarlo congiuntamente sul pianerottolo di casa sua. George non si oppose, si aggrappò al braccio della ragazza come se ne valesse la sua vita e la seguì. Quando comparvero appena fuori dal negozio Tiri Vispi Weasley, sopra cui vi era il suo appartamento, emise il suono strozzato tipico di chi combatte un conato di vomito, lottando contro il suo corpo per mantenere all’interno tutto ciò che aveva bevuto. Angelina si fece consegnare le chiavi e lo condusse, sempre con una gentilezza che lasciava George Weasley senza parole, verso il bagno.
“Vado a prendere una brocca d’acqua, torno subito.”
 
You're gone and I gotta stay
High all the time
To keep you off my mind

 
George sentì tutto girare, stava per vomitare. Si aggrappò con forza ai lati del lavabo per mantenersi in piedi e stabile, alzò lo sguardo sullo specchio e sbiancò. Aveva un aspetto terribile, ne era perfettamente conscio, eppure non fu quello a sconvolgerlo.
“Fred!”
Si guardava allo specchio con occhi vuoti e l’espressione straziata. Evidentemente l’alcol lo aveva stordito abbastanza da non notare che al riflesso nello specchio mancava un orecchio.
“Fa tutto schifo da quando non ci sei, tutto. Mi sembra di vivere la vita di qualcun altro.”
La sua voce era rotta dal magone che gli stringeva la gola, talmente grande che George credette di soffocare da lì a breve.
 “Non dirmi così. Il problema è che l’unico modo che ho per ridere o per non pensare a te è bere sempre, in continuazione. Ok, a volte anche drogarmi, lo so che non ti piace.”
Nel pronunciare le ultime parole, distolse lo sguardò dallo specchio, sicuro così di evitare lo sguardo accusatore del suo gemello.
 
Gotta stay high all my life
To forget I'm missin' you

 
George si accasciò a terra, come un palloncino che lentamente si sgonfia. Iniziò a singhiozzare forte, esprimendo il dolore che da più di un anno tentava invano di reprimere, un dolore che in tanti dicevano di provare, ma che nessuno poteva sentire quanto lo sentiva lui nel pensare al suo gemello, era qualcosa che gli faceva fisicamente male, partiva dalle sue viscere fino a fargli scoppiare la testa.
Angelina lo trovò così, in una posa scomposta sul freddo pavimento del bagno, scosso da singulti violenti e con le guance scavate dalle lacrime. La brocca piena di acqua fresca le sfuggì di mano, frantumandosi al contatto con il pavimento, ma lei parve non badarci. Si sedette sul pavimento, mettendosi alle spalle di George. Gli mise le mani sotto le ascelle per issarlo un po’ su, poggiando la schiena del ragazzo sopra al suo petto, per poi stringerlo in un avvolgente abbraccio, per quelle che sarebbero state lunghe ore.

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Ciao a tutti!
Come si capirà dal titolo e dalle citazioni, la song-fic è totalmente ispirata a Habits (Stay High) - Tove Lo, che ho avuto mdo di ascoltare attentamente ieri (la versione originale, non le varie versioni remixate, anche se le trovo tutte molto carine). Ho sempre pensato che si sia sempre dato troppo poco spazio al dolore che George può avere provato nel vedere il gemello assassinato, spero di avergli reso giustizia.

 
   
 
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