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Autore: ladypink88    26/06/2020    7 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Una debole luce penetrava dalla fessura della tapparella e Laura aprii gli occhi : per un istante si chiese dove si trovasse e aveva dei ricordi molto confusi . Si stropicciò gli occhi, si stiracchiò e immediatamente rammentò quello che era successo il giorno prima. Si guardò intorno alla ricerca di Manuel e lo trovò che dormiva profondamente nel lettino affianco al suo.

Lo osservò mentre dormiva: sembrava veramente un bimbo indifeso. Invece fino a poche ore prima aveva tirato fuori un carattere che mai si sarebbe aspettata da lui. Questo lo aveva reso ancora più affascinante ai suoi occhi.

Fece per alzarsi ma nell’alzare la coperta si rese conto che indossava solo le sue mutandine e che la sua camicetta era del tutto slacciata!

Vergogna. Imbarazzo. Eccitazione.

Si rimise nel letto, e d’impulso si coprii. Non riusciva a ricordare bene gli ultimi dettagli della serata. O meglio, loro si erano…

Sì! Si erano baciati e anche appassionatamente. Laura sentii come un brivido pervaderle il corpo. Cercò di ricostruire la scena : lui l’aveva appoggiata con delicatezza sul letto, la stava baciando delicatamente e poi… il nulla.
Lei non si ricordava più nulla. Accidenti! L’unica cosa che sapeva è che doveva aver dormito e senza aver preso le “maledette” con sé. Questo era veramente strano. Erano secoli che  riusciva a dormire senza le sue goccie e invece aveva riposato anche profondamente. Si sentiva riposata e piena di energia.

Guardò l’orologio e vide che erano le 6.30. Il suo sguardo andò verso Manuel e a quella sveglia che stava per suonare. La fermò. Non voleva svegliare il biondino. A dire la verità lei odiava buttare giù dal letto le persone a meno che non ci fosse una ragione più che valida. E l’istinto le diceva che lui si era addormentato da poco.

Si vestì, preparò il suo zainetto, si sistemò i capelli con la spazzola e con il correttore e il lucidabbra cercò di rendere il suo aspetto il più presentabile possibile.
Guardò l’ora del check-out : bisognava lasciare la stanza entro mezzogiorno. Fantastico!  Probabilmente senza la sveglia Manuel si sarebbe svegliato più o meno per quell’ora. Ma poco male, le avrebbe passato lei gli appunti delle lezioni del mattino, glielo doveva.

Si fermò un attimo a pensare a cosa esattamente volesse dire quello che aveva appena pensato : insomma, era tutto successo così rapidamente e  lei non aveva neanche avuto il tempo di fare mente locale. L’unica cosa di cui era certa però è che si sentiva immensamente felice, ed il motivo era chiaro : lui era venuto a cercarla, lui le voleva bene e di questo ne era certa.

Si muoveva per la stanza con estremo silenzio perché non voleva assolutamente svegliarlo: prese dallo zainetto il suo quadernino. Strappò una pagina facendo attenzione a non fare troppo rumore e scrisse un messaggio “ Grazie di cuore di tutto. Ti lascio dormire in pace. Stasera passo da te a portarti gli appunti della giornata dormiglione! A più tardi. Laura”. Piegò in due il messaggio in modo che fosse ben visibile, lo appoggiò sul comodino accanto al letto del ragazzo e se ne andò chiudendo la porta dietro di sè facendo attenzione a non sbatterla.
                                                                                                                                                                             *****************

Laura guardò la porta dell’hotel che aveva appena richiuso dove Manuel stava ancora dormendo immemore, ignaro del fatto che la ragazza avesse spento la sveglia che lui aveva puntato. Diede uno sguardo alla porta e disse “ Fai bei sogni adorabile dormiglione!” e se ne andò spedita verso l’uscita dell’hotel.

Nell’uscire guardò verso la reception per vedere se c’era la ragazza che la sera prima era stata parecchio sgarbata con loro e che Manuel con un certo stile era riuscito a rimettere al suo posto ! Certo che il suo Manuel quando voleva ce l’aveva il carattere!

Si fermò improvvisamente. E disse ad alta voce “ Il mio Manuel? Laura tu devi aver preso qualche botta in testa stanotte, altro che!” e si mise a ridere da sola. Guardò l’orologio. Erano le 7.05. Il treno che andava a Milano Cadorna non sarebbe partito prima di una mezzora. Fece il biglietto in anticipo e ne approfittò per prendere la sua colazione preferita : cappuccino e cornetto con crema. Era felice ed era in vena di viziarsi un po’.
Divorò letteralmente la colazione, timbrò il biglietto e salii sul treno per Milano con destinazione : Università Cattolica. Aveva perso un giorno e mezzo di lezione e non era proprio da lei. Ma ora si sentiva in gran forma e avrebbe recuperato il tempo perduto.

Il treno delle 7.30 mattino non si fermava in tutte le stazioni così come quello che aveva preso il giorno prima, e il paesaggio cambiò molto velocemente : il suo prezioso lago lasciò ben presto spazio a paesaggi cittadini composti da noiosi palazzi di cemento. E questo voleva dire ritorno alla normalità.

Quest’ultima parola le fece venire in mente qual’era la ragione per cui fosse andata a Laveno. Riprese in mano i fogli che stava studiando il giorno prima al giardino le Torrazze e ricominciò a leggere esattamente dal punto in cui era rimasta. Non aveva assolutamente tempo da perdere. Doveva avere più elementi a disposizione possibili per capire il problema in cui si era cacciata e chiedere aiuto.
Sì! Questa volta avrebbe chiesto aiuto!E non avrebbe escluso Manuel, in qualche modo sarebbe riuscita a dirgli la verità, o almeno, quello che lei ricordava, perché in realtà aveva dei forti punti di black-out. Forse Roby le avrebbe potuto dare qualche suggerimento. L’unica cosa di cui era sicura era una: da sola non ce l’avrebbe fatta e per una volta si era decisa a chiedere una mano alle persone che più amava.

Il viaggio si rivelò molto più veloce del previsto e senza rendersene conto in men che non si dica la stazione di Milano Cadorna veniva annunciata. Laura scese velocemente dal treno e si avviò verso l’università: una dura giornata di lezioni l’aspettava e lei avrebbe dovuto prendere appunti per due.
A questo pensiero sorrise tra sè e sè ed accellerò il passo.

                                                                                                                                                                              ***********************

 
Era seduta nel suo solito posto nell’aula 110 per la consueta lezione di Economia Politica del giovedì mattina. Il suo aspetto era impeccabile  come sempre : make up perfetto senza la minima sbavatura anche di prima mattina, capelli raccolti in un’ordinata coda di cavallo, leggins neri , stivaletti con il tacco e camicia aderente grigio perla.

Serena da questo punto di vista rasentava quasi la perfezione : sempre curatissima, mai un capello fuori posto, sempre gentile con i compagni di corso, sempre disponibile e sapeva che “ovviamente” nessuno dei ragazzi della facoltà avrebbe mai declinato un suo invito.
Era perfettamente consapevole della sua bellezza ed avvenenza, e il rifiuto che quell’insulso biondino le aveva somministrato lei non l’aveva certo dimenticato. Lo avrebbe obbligato a chiederle scusa e gli avrebbe fatto capire che lei non era un involucro senza contenuto. Teneva d’occhio l’entrata per vedere se la sua preda si sarebbe presentata a lezione questa mattina.

Probabilmente si era pentito di come l’avesse trattata in pubblico e si vergognava a farsi vedere di nuovo di fronte a lei ,o almeno questo era quello che alla bella Serena piaceva pensare, ma dentro di sé sapeva perfettamente che la realtà era diversa. E fu precisamente in quel momento che vide entrare lei, quell’insulsa mocciosa! I suoi commenti su di lei avevano scatenato le ire di Manuel, e lui se ne era andato lasciandola sola!Gliel’avrebbe fatta pagare e come!
Osservò con attenzione la sciatta ragazzina e vide come sorrideva. Ebbene quel sorriso incrementò la sua rabbia e la sua voglia di vendicarsi. Entrambi si sarebbero resi conto di cosa significava fare un torto a lei, a Serena Vanotti, la nipote del rettore!
 
 
 

   
 
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