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Autore: Ladybug87    27/06/2020    12 recensioni
La notte di Saint Antoine, il momento in cui Oscar si rende conto di provare qualcosa per André e lo va a cercare dopo il linciaggio, quando il conte di Fersen si è già portato dietro tutto il popolo inferocito.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Lasciatemi andare, il mio André è in pericolo..."
"Il vostro André?"
Ripete come un'eco fastidiosa la voce attonita del conte di Fersen.
"Sì, il mio André. Lo devo salvare, lui non è nobile. Non ha colpe...come noi...Fersen..."
Ho gli occhi sbarrati, sento il sangue scendere lento sul cuoio capelluto, probabilmente ho una spalla lussata, sono piena di tagli e lividi, ma nulla voglio lasciare di intentato per salvare lui. Il mio André.
La memoria fa brutti scherzi: mi sovvengono alla mente tanti piccoli episodi vissuti con lui.
André che mangia una mela, André che mi passa la pistola dopo averla caricata, André che si batte come un leone in uno dei nostri innumerevoli duelli.
Tutte cose normali, quotidiane, che però, adesso, acquistano una grande importanza ai miei occhi, per il semplice fatto che sono state compiute da lui, André.
Non so per quale motivo il cuore mi è balzato nel petto, so solo che adesso lo devo salvare a costo della mia vita.
Sto per lanciarmi di nuovo tra la folla, con il preciso intento di distrarre i più accaniti che stanno preparando un patibolo di fortuna per André, quando mi rendo conto che Fersen ha avuto la mia stessa idea.
Sta aizzando la folla perché i più facinorosi lascino perdere André e corrano dietro a lui.
Il trucco riesce perfettamente.
I capi dei ribelli avranno sicuramente pensato di quale ghiotta occasione avrebbero avuto adesso a disposizione: catturare e impiccare in maniera sommaria l'amante dell'austriaca.
Peccato per loro che lui sia a cavallo e che due piazze più in là abbia i suoi Dragoni Svedesi ad aspettarlo.
A me non è che importi molto, l'essenziale è che abbia distolto l'attenzione da André.

Barcollando rientro nella piazza teatro degli scontri.
È deserta
C'è solo una brutta copia di un essere umano, un burattino a cui hanno tagliato i fili: André.
È accasciato a terra, la testa reclinata in avanti, le mani legate dietro alla schiena.
Mi pizzicano gli occhi, ho un tremendo bisogno di piangere ma sto trattenendo le lacrime perché André non mi deve veder piangere.
Cado in ginocchio davanti a lui.
Sul suo petto vedo dondolare una corda, il cappio era già stato stretto intorno al collo.
Emetto un singhiozzo, non posso, non voglio più trattenere le lacrime.
Scendono copiose e inarrestabili mentre gli sfilo delicatamente il cappio dal collo.
"André..." sussurro.
"O...Oscar...sei arrivata...mi hai salvato..."
"Oh, André...io..."
Non so proprio cosa dire, così lo abbraccio, lo stringo forte a me, le lacrime continuano a scendere.
Mentre lo abbraccio raggiungo i suoi polsi e cerco di slegare le corde: mi faccio male alle dita, alle unghie ma non mollerò finché lui non sarà libero.
Finalmente le corde cedono e lui ha i polsi liberi.
Sciolgo il mio abbraccio.
Siamo una di fronte all'altro.
"Oscar ".
Stavolta mi abbraccia lui.
Io mi lascio avvolgere dalle sue calde braccia.
In questo abbraccio mi sento felice.
Sento in lontananza lo scalpiccìo dei cavalli dei Dragoni Svedesi, capitanati da Fersen, che ci vengono a portare a casa.
Ma io mi sento già a casa, per adesso non mi muovo da questo abbraccio.
Resto stretta al mio André.
   
 
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