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Autore: Itachi95    27/06/2020    1 recensioni
Un ragazzo, segnato da una tragedia che gli ha lasciato una cicatrice indelebile, vive il presente carico di rabbia, odio e trepidazione per la vendetta che un giorno sa che compirà. La piccola e insignificante gilda in cui è entrato non è nient'altro che una copertura, un mezzo per raggiungere più velocemente il suo scopo. Ma un giorno un evento inaspettato sconvolge i suoi piani. I membri della gilda scomparsi sette anni prima riappaiono inaspettatamente. Riusciranno a eliminare l'odio e le tenebre dal cuore dell'ultimo arrivato e a mostrargli come dovrebbe essere veramente un membro di Fairy Tail? O saranno coinvolti nella sua vendetta e verranno travolti dalla sua furia.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mirajane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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ALLERTA SPOILER!!

Il seguente capitolo contiene spoiler per chi non ha ancora terminato il manga!

(per essere tranquillo, non si sa mai)







21. RITORNO
 
«Festeggiamo!!», gridò Natsu a squarciagola.
«Presto Mira portaci ancora da bere!», la esorò Macao agitando il boccale vuoto.
«Arriva subito», disse con un sorriso mentre caricava sul vassoio i boccali vuoti.
«Congratulazioni Lucy!».
«Grazie a tutti», disse la ragazza emozionata, nella baraonda generale.
Oggi è una giornata veramente speciale. Lucy ha appena ricevuto comunicazione che il suo romanzo “The adventure of Iris” ha vinto il premio Kemzaleon per la letteratura. Succede raramente che premi così prestigiosi vengano vinti dai novellini e inoltre qui a Fairy Tail ogni motivo è buono per festeggiare.
Mirajane si aggirava per i tavoli nel bel mezzo della confusione per servire i boccali.
La premiazione ci sarebbe stata fra tre settimane e Lucy aveva invitato tutti alla cerimonia, Mira sapeva che Fairy Tail si sarebbe senz’altro fatta notare.
«Mirajane perché hai servito da bere a tutti tranne che a me?!», la ammonì Makarov.
«Mi dispiace master ma sa cos’ha detto Polyushica, non può bere troppi alcolici».
«Ma lascia perdere quella là, due o tre bicchieri in più cosa vuoi che facciano!».
Champ.
«Ouch».
«Quella là?! E io che mi sono fatta in quattro per farti tornare ad uno stato quasi decente!».
Mirajane li lascio discutere mentre riprendeva il suo giro.
«Bene e ora per festeggiare Lucy la mia ultima canzone!», Gajeel saltò sul palco con la sua chitarra.
Si levò un coro di no per tutta la sala.
«Finitela!! Voi non capite niente di musica».
«Ne capisco abbastanza da sapere che non sai suonare né tanto meno cantare!», lo insultò Natsu, «perché non fai un favore a tutti e te la mangi quel…sbamm!», la chitarra lo colpì violentemente sul muso sbattendolo a terra.
«Non è mica fatta di metallo brutto rincoglionito!!».
«A chi hai dato del rincoglionito!!».
«Ora ti faccio vedere io!!».
Iniziarono subito ad azzuffarsi.
«Gray-sama Gray-sama!».
Vide Juvia che seguiva Gray.
«Cosa c’è ancora!».
«Per quanto a Juvia piaccia il corpo di Gray-sama non dovrebbe andare in giro a torso nudo», gli disse mentre li porgeva la maglia.
«Ma quando diamine è successo?! G-grazie Juvia».
«Di nulla, a Juvia piac…sbamm!!», una sedia le finì addosso facendola volare per terra.
«Juvia!!», si girò verso i due dragon slayer, «voi maledetti come avete potuto fare questo a Juvia!».
«Ehm, Gray, non dovresti darle una mano?», lo esortò Lisanna mentre lei e suo fratello cercavano di aiutare la ragazza a riprendersi, ma fu tutto inutile il mago del ghiaccio era già nella mischia.
«Perché deve andare a finire sempre così?», Macao era rassegnato.
«Sai come sono fatti i giovani, non capisco perché ti stupisci così tanto», gli disse Wakaba.
«Ehi perché non ci facciamo una bevuta!», arrivò Cana, sventolando una bottiglia di liquore.
«Dove l’hai preso quello?!».
«Era nella riserva personale del master e io crashh!», Cana girò lentamente la testa e vide che della bottiglia era rimasto solo il collo nella sua mano, abbassò lo sguardo e vide tutto il prezioso liquore che bagnava il pavimento.
«Aahhhh!!! Branco di idiotiii!!!», sfoderò le sue carte e le tirò a destra e a manca.
«Non aspettavo altro», disse Gajeel.
«Vi trasformerò in ghiaccioli!».
«Sono tutto un fuoco!».
«Ci sono anch’io!!», subentrò Elfman.
«Ma tu che c’entri fratello?!», chiese Lisanna.
«Un vero uomo non si tira indietro di fronte ad una manifestazione di forza!».
Entrambi si erano dimenticati della povera Juvia che giaceva ancora sul pavimento semi-svenuta.  
In pochi minuti una classica festa in stile Fairy tail si era trasformata in una gigantesca rissa in stile Fairy Tail, qua e là volavano sedie e tavoli, pezzi di ferro e palle di fuoco.
«Adesso bastaaa!!!!».
In un attimo tutti si bloccarono, guardando la ragazza che lì guardava infuriata, sembrava avesse due fiamme al posto degli occhi.
Erza era imbestialita.
Tutti si riportarono subito sull’attenti.
«Natsu, Gray per quanto tempo ancora vi comporterete da bambini, sempre a bisticciare per delle questioni senza senso! Elfman devi sempre finirci in mezzo anche se non c’entri nulla! Quando imparerai a lasciar correre. In quanto a te Gajeel pensavo che adesso che stai con Levy avessi messo la testa a posto ma a quanto pare basta che lei non sia nei paraggi che torni ad essere il teppista di sempre», si guardò intorno.
«A proposito dov’è Levy perché non è qui a tenerti sotto controllo».
«Oggi non si sentiva molto bene ed ha preferito rimanere a casa».
Mirajane sorrise.
“Il tempo passa ma non cambia niente, tutti sono rimasti gli stessi, questo mi rende felice, è bello sapere che certe cose rimangono le stesse”.
Quella giornata festosa e spensierata però non poteva non fargli pensare a Krono.
Ormai erano passati circa due anni da quando al termine della battaglia con Tartaros era partito per il suo viaggio, tra tutti i membri della gilda lui era l’unico che l’anno prima non era tornato per la guerra con l’impero Alvarez.
Mirajane si era chiesta spesso cosa stesse facendo Krono e se stesse bene.
“Ci rincontreremo? …Se sarete fortunati no”.
Le sue parole continuavano a ronzargli nella testa.
«Andiamo Erza credo che possa bastare, dopotutto è una giornata di festa», le parole del master la distrassero dai suoi pensieri.
«Non ancora master, devono imparare la lezione, questa è la giornata di Lucy, non voglio che questi bruti la rovinino ulteriormente».
«Sono d’accordo», rispose la bionda.
I quattro sfortunati erano stati legati insieme ed erano appesi al soffitto a penzolare.
«Ah maledetta Titania», disse Gajeel a denti stretti mentre gli altri tre piagnucolavano.
Mirajane tornò al bancone sospirando.
«Oggi sei strana Mira, sicura di sentirti bene?».
Alzò lo sguardo e vide Wendy seduta lì vicino che la fissava.
«Si, grazie. Sono solo sovrappensiero non preoccuparti».
«Se non stai bene faresti meglio ad andare a riposarti piuttosto che continuare a servire questi casinisti», intervenne Charle.
«Non preoccuparti sto bene».
Mirajane si guardò intorno, tutte quelle persone felici e spensierate che si divertivano. Adesso non c’era più motivo di stare in pena o preoccuparsi. Zeref e Acnologia non c’erano più, il mondo era salvo, avrebbero potuto vivere in pace.
Dovunque Krono si trovasse poteva solo sperare che stesse bene.
«Mirajane un altro giro!!».
«Arrivo!!».
Ma mentre stava versando da bere un brivido gli corse su per la schiena.
Sbammm!!!
Alzò lo sguardo verso l’ingresso e vide le due ante della porta, volare, per qualche metro dentro la grande sala, scardinate completamente.
Osservò stupita l’individuo entrare a grandi falcate, vide delle lunghe ciocche di capelli nere ondeggiare, appoggiò la sacca che portava in spalla per terra e alzò il braccio in segno di saluto.
Tutta la gilda si era ammutolita mentre osservava quell’individuo.
«Ehiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!», le sue grida rimbombarono per tutta l’ampia sala.
A Mira parve anche, per un istante, che i bicchieri che aveva a portata di mano vibrassero.
Un ampio sorriso apparve sul viso della ragazza.
“Parli del diavolo”.
«Sono tornato!!!! Banda di babbioni!!!».
Si portò il braccio davanti al corpo e fece un leggero inchino.
«Eccomi di ritorno dai confini dell’inferno!!».
«Krono?!, fece stupito il master.
«Bellissime fanciulle perché non vi mettete in fila e venite a darmi un bel bacio di bentornato?!!».
Mirajane lo squadrò attentamente.
I pantaloni di pelle nera che indossava avevano delle larghe strisce bianche ai lati esterni delle cosce ed indossava degli alti stivali neri che gli arrivavano quasi fino alle ginocchia per il resto i suoi vestiti erano gli stessi del passato: la solita cintura col teschio, la giacca lunga con le maniche fatte su fin quasi ai gomiti, la piastrina messa in bella mostra sul petto. Aveva però cambiato pettinatura, non teneva più i capelli legati in una coda alta, era tornato a portarli come aveva fatto per lungo tempo, sciolti. Aveva fatto una modifica però, la frangia era stata accorciata, ora arrivava a coprirgli appena le sopracciglia con qualche ciocca che si estendeva appena oltre, inoltre l’aveva anche sfoltita. Così non doveva più spostarsela ogni volta e inoltre i suoi occhi e tutto il viso erano più in risalto.  
Alla fine, non era cambiato poi molto eppure, sembrava completamente diverso.
«Ma davvero!! Congratulazioni Lucy!!», le saltò addosso abbracciandola forte.
«G-grazie, Krono», gli rispose imbarazzata.
«Lasciati dare un bel bacio di congratulazioni», si fece sotto per baciarla.
«Ghaaa!!», la ragazza cercò di allontanare il suo viso dalle labbra del corvino ma la sua stretta le impediva di allontanarsi troppo.
«Su su non fare la ti…crashh!!», una bottiglia vuota gli esplose sulla testa andando in frantumi, facendogli mollare la presa e mandandolo a terra.
«Aio… uffa Cana, ma ti sembra il modo?!», disse mentre si rialzava massaggiandosi la testa.
«Guarda che non sono stata mica io», rispose la mora, «ma lei».
Krono guardò nella direzione indicata dal dito della ragazza e vide un’altra bellissima ragazza. Stava camminando verso di lui con i pugni chiusi, la sua armatura sferragliava ad ogni passo, lo sguardo minaccioso, negli occhi aveva delle fiamme rosse come i suoi capelli ed emanava un’aura nera.
«Gulp».
Il ragazzo deglutì ma cercò comunque di non perdere il suo buon’umore.
«Ciao bellissima come staaaaaaai».
Erza lo aveva afferrato per la maglia per portarselo più vicino.
«Si può sapere dove eri finito?», gli disse a denti stretti.
«Ero in viaggio. Dovevo allenarmi e raccogliere informazioni per affrontare il demone più forte che sia mai comparso su questa terra… ti dispiace lasciarmi, per favore», le disse con voce intimorita e piagnucolante.
«Su coraggio Erza lascialo», fece Makarov.
La rossa fece quanto richiesto.
«Ehilà master!! Vedo che non te la passi molto bene. Per caso ti resta poco da vivere».
«Ehi!», fecero molti dei presenti in coro mentre Erza stava nuovamente per colpire il corvino ma fu fermata da un gesto della mano del master.
«Sono solo gli acciacchi dell’età, inoltre nella guerra contro l’impero di Alvarez me la sono vista veramente brutta. È un vero miracolo che sia ancora vivo».
«Ah già! Ho letto di quella guerra sui giornali. Un intero impero vasto e potente come Alvarez sconfitto da un regno piccolo e debole come Fiore. Ha fatto molto scalpore questa notizia, è giunta pure a me nonostante mi trovassi dall’altra parte del continente».
«Proprio di questo volevo parlarti», fece Erza ma Krono si allontanò subito ignorandola completamente.
«Wao! Lisanna hai cambiato acconciatura, stai divinamente!».
«Gli ho solo fatti crescere un po’».
«Krono!!», Natsu arrivò sparato piazzandosi di fronte al devil slayer.
«Quando sono entrato eri legato, come hai fatto a liberarti?», chiese sorpreso.
«Combattiamo! Scommetto che in questi due anni sei diventato molto più forte mostrami i tuoi progressi».
«Ma tu sei proprio fissato con i combattimenti. Ma ora non ne ho voglia e poi non ci sarebbe partita, tra me e te c’è un abisso», e detto questo lo superò non fare arrogante.
«Cosa?! Ma come osi! Non hai neppure visto di cosa sono capace!».
«Non sarei così sicuro della tua superiorità verso Natsu, Krono».
«Oh mia bellissima Lucy credo che il tuo giudizio sia un po’ di parte, non credi».
«Guarda che Natsu è colui che ha sconfitto Acnologia», sottolineò Laxus.
Krono spalancò la bocca per lo stupore e si girò guardando scioccato il rosato.
«Hai davvero sconfitto Acnologia tutto da solo?!».
«Non proprio, ho ricevuto il potere di tutti i dragon slayer e fondendoli al mio sono riuscito ad ottenere una forza eccezionale», disse col petto gonfio e un sorriso d’orgoglio.
«Ma comunque hai combattuto contro un drago».
«Non proprio», fece Lucy.
«In seguito a determinate situazioni che si sono verificate durante la battaglia la parte drago di Acnologia e la sua parte umana sono state separate. Mentre Natsu e gli altri dragon slayer combattevano contro la parte umana, noi abbiamo usato un potentissimo Fairy Sphere alimentato da tutte le persone del regno per bloccare il drago impedendoli ogni movimento».
«…come ho detto prima tra me e te c’è un abisso non vale la pena affrontarti».
A questo punto Natsu si infuriò: «ma hai sentito quello che ti abbiamo appena detto!?».
«Distintamente. Sei riuscito a sconfiggere Acnologia, ma non era completo, era diviso, inoltre non hai combattuto contro il drago ma contro la sua parte più debole, quella umana mentre il drago era tenuto bloccato da un intero regno, ammesso che non abbiate anche usato la forza degli abitanti del continente e per giunta non l’hai sconfitto con le tue sole forze ma hai preso potere da altri sei dragon slayer. Ho dimenticato qualcosa?».
Natsu non ribatté, era stato completamente azzittito.
«Comunque, hai salvato migliaia di vite. Ottimo lavoro».
«Grazie», gli rispose sorridendogli, un sorriso tirato però.
«Tuttavia mi resti comunque inferiore sotto una moltitudine di aspetti, inclusa l’insopportabilità», fece in tono ironico e si allontanò.
«Cosa!? Prova a farti sotto, ti faccio vedere io chi è inferiore a chi!!», Natsu fece per andargli addosso ma fu bloccato da Lucy e Lisanna che cercarono di calmarlo.
Mira vide un sorriso di divertimento stamparsi sul volto di Krono.
«Ora Krono mi devi ascoltare» Erza gli si parò davanti un’altra volta ma lui la evitò subito ignorandola un’altra volta.
«Wendy!».
«Ciao Krono, come sta…», ma la ragazza non riuscì a finire la frase che il corvino gli era già saltato addosso abbracciandola forte e iniziando a strofinare il suo viso sulla sua testa.
«Ma sei sempre più carina, così piccolina e piucciosa, fortunatamente non sei cambiata di una virgola».
«Lo so non sono cambiata molto», disse sconsolata mentre in volto era rossa come un peperone.
«Lascia stare Wendy!», gli gridò Charle che per cercare di separarli si era pure trasformata nella sua versione umana.
«Non ci posso credere!! Ti sai trasformare! Fatti abbracciare pure tu!».
«Non ti avvicinare!!».
Claaang!
Ma tra i due si conficcò un enorme spadone piovuto dall’alto.
Mirajane percepì nell’aria un istinto omicida talmente forte che le venne la pelle d’oca.
«Ora basta!».
Erza gli si parò davanti più minacciosa che mai.
«Dai Erza certamente dovrai dirgli delle cose importanti, ma puoi aspettare qualche minuto, stava solo salutando persone che non vedeva da due anni», cercò di calmarla.
«Sta zitta Mira. Tu lo difendi sempre ma questo pervertito da quando ha messo piede qua dentro non ha fatto altro che molestare le ragazze e sfottere. Per non parlare del fatto che ha rotto le porte d’ingresso. E per di più continua a ignorarmi!».
«Se paragonato ai danni che fate voi di solito durante i vostri battibecchi è niente».
Swiisss.
Un fendente di spada gli passò sopra la testa e lui si paralizzò nel vedere due suoi capelli volargli davanti.
Deglutì, poi fece un bel respiro e sorrise.
«Allora bellissima Erza, di cosa volevi parlarmi?».
«Hai proprio un bel coraggio a ripresentarti qui dopo due anni come se nulla fosse».
«Perché scusa?».
«Forse tu non lo sai ma l’anno scorso abbiamo combattuto un feroce e dura guerra contro l’impero Alvarez.
«Veramente l’ho saputo, non mi hai ascoltato prima?».
«È stata una guerra violenta e faticosa, contro un nemico più forte e più numeroso di noi, nonostante abbiamo ricevuto l’aiuto delle altre gilde abbiamo dovuto contrastare il mago nero Zeref che voleva impadronirsi del Fairy Heart e anche Acnologia, il drago nero dell’apocalisse che voleva distruggere ogni cosa».
«Caspita», disse strabuzzando gli occhi.
«In quanto membro della gilda saresti dovuto tornare per darci man forte invece che startene in giro a bighellonare!».
«Bighellonare?!», a quelle parole anche Krono si scaldò.
«Che ne sai tu di quello che ho fatto negli ultimi due anni? Ho viaggiato in lungo e in largo per tutto il continente per preparami a fronteggiare un avversario che probabilmente non ha niente da invidiare ad Acnologia. Che ne potevo sapere che voi qui stavate affrontando una guerra? E anche se l’avessi saputo non sarei riuscito a tornare in tempo!».
Mirajane osservava Krono. Nonostante fosse stato provocato da Erza non aveva reagito come avrebbe fatto in passato, cioè abbassando la voce e diventando aggressivo e maleducato. Aveva alzato la voce ma stava tenendo un tono abbastanza ilare, quasi scherzoso, come se si volesse divertire a dibattere con la rossa.
«Anche Gildarts era lontano eppure è riuscito a tornare in tempo e a unirsi alla battaglia nel momento cruciale, mi spieghi come ha fatto, se anche lui come te era in viaggio per il continente?».
Krono allargò le braccia sconcertato.
«E che lo chiedi a me?! Ma chiedilo a lui!».
Le sembrava quasi che stesse per scoppiare a ridere.
«Comunque mi dispiace per non essere riuscito a tornare prima, ma il mio viaggio era davvero molto importante. Quanti caduti ci sono stati?».
«Fortunatamente nessuno».
«Non intendo solo nella nostra gilda ma anche nelle altre».
«Nessuno».
«Mutilati?».
«Nessuno».
«Feriti molti gravi».
«Molti feriti lievi ma di gravi nessuno, nel giro di qualche giorno stavamo tutti bene».
«… gente che… hai sofferto di disturbi post-traumatici?».
«No», fece stupita della domanda.
«Qualche incubo ogni tanto?».
«……».
«Fammi capire bene!!».
Ora sembrava adirato, forse più incredulo che arrabbiato però.
«Avete combattuto una dura guerra contro un nemico, che come tu stessa hai detto, era più forte e numeroso di voi? In minoranza numerica. Dall’altro lato inoltre c’erano anche Zeref e Acnologia e non avete avuto la benché minima perdita?!!».
Nessuno rispose. Effettivamente non si erano mai fermati a pensare un singolo momento all’impresa che avevano compiuto. Si erano semplicemente goduti la gioia del momento.
«E hai anche il coraggio di darmi su perché non ho partecipato?!».
«Sei comunque un membro della gilda!», adesso Erza sembrava un po’ imbarazzata.
Krono scosse la testa.
«Senti, cambiamo discorso. Tu e Gerard come ve la passate?».
Mirajane sgranò gli occhi sorpresa sentendo quella domanda e anche per la naturalezza con cui era stata fatta, anche tutti quelli che erano lì si bloccarono nel sentirla.
Erza per un momento fu presa in contropiede, le sue guance si arrossarono lievemente e distolse lo sguardo da Krono.
«Ho letto, sempre sui giornali, che Crime Sorcière ha ottenuto il perdono. Ora Gerard è finalmente libero, non c’è più nulla che vi impedisca di mettevi insieme».
«È-è complicato».
«Oh cielo», Krono alzò gli occhi al cielo, «beh, ragazza mia, vedi di scomplicarlo. Da quel poco che mi sembra di aver capito quando ci ho parlato, è il classico tipo che passa la vita ad autocommiserarsi per gli errori che ha fatto».
“E quand’è che ci avrebbe parlato”?
«Un po’ come ero io qualche tempo fa».
«E a te che dovrebbe importare?».
«Sei sempre così rigida, se ti sciogliessi un po’ grazie ad un fidanzato per me sarebbe di sicuro meglio. Un bel po’ di sesso è quello che ci vuole, se non avete voglia di mettervi insieme va bene anche organizzarsi per una botta ogni tanto…».
Mirajane aveva spalancato la bocca. Non poteva credere a quello che Krono stava dicendo.
E a chi lo stava dicendo!!
«…non vorrai mica restare vergine a vita! Comunque, se ti serve qualcuno per fare pratica io sono a dispos…swissss».
Un rapido fendente orizzontale gli passò sul collo, lui fece appena in tempo a lanciarsi indietro e a buttarsi per terra. Iniziò subito a massaggiarsi il collo sopra il quale c’era una linea rosso sangue.
«Ma sei matta?! Un centimetro più in là e mi avresti reciso la giugulare!».
Erza se ne stava ferma immobile, con lo sguardo basso, una densa aura magica iniziò a fuoriuscire dal suo corpo insieme ad un’ondata di collera e furia omicida.
Tutta gilda era sprofondata in un silenzio tombale. Appena lei tirò su lo sguardo Krono schizzò in piedi pronto a scappare.
«Adesso ti ammazzo! Brutto bastardo!!», saltò in aria afferrando il gigantesco spadone, pronta a colpire senza pietà il povero Krono, che riuscì a schiavare il colpi dell’arma che si piantò nel pavimento rompendo varie assi, non si fermò, impugnò nuovamente la spada e iniziò a vibrare fendenti qua e là tentando di colpire Krono che riusciva schiavare per un pelo ogni colpo, nella baraonda generale che si era creata, dato che Erza non si curava minimamente delle altre persone nel cercare di colpire il suo bersaglio.
«Ma perché devi reagire in modo così brusco. Swiis swiss. Ho solo esposto un mio parere swiis, tra l’altro pienamente sensato direiiii, swiss. Cavoli quello era vicino».
«Ti insegno io a rivolgerti ad una ragazza e a come trattarla, schifoso maschilista pervertito!!».
«E in cosa sarei maschilista, scusa?!».
«Silenzio!!».
Sbaaam! Crashhh! Claaaatt! Sbammmm!
«Ferma Erza stai distruggendo tutta la gilda!», le gridò Cana
«Si salvi chi può!».
«Erza è impazzita!».
Gridarono Macao e Wakaba mentre tentavano di non finire nella traiettoria dei colpi della ragazza imbestialita.
Mira guardava la scena divertita mentre accanto a lei Elfman si faceva passare le mani sulle guance con la bocca spalancata.
«È sempre lo stesso. Non riesce proprio a non farla incazzare».
«Non sono d’accordo fratello. Io credo invece che sia cambiato».
«Come puoi dire questo Mira?».
«In passato quando usava i suoi atteggiamenti provocatori era sempre molto serio, nelle sue parole era nascosta una vena di aggressività, più che scherzare sembrava volesse accusare gli altri e quando provocava Erza si faceva sempre colpire subito. Stavolta ha tenuto un atteggiamento scherzoso e di gioco per tutto il tempo, anche adesso mentre lo guardo schivare i colpi letali sorridendo sembra quasi che stia giocando e divertendosi».
«Certo che gli piace proprio giocare col fuoco».
«Si hai ragione», disse con una faccia sconsolata, allora decise di intervenire prima che qualcuno si facesse male e soprattutto per non rovinare ulteriormente la festa di Lucy, che in un angolo stava guardando la stessa Erza che qualche minuto prima aveva riportato la calma sedando una rissa fare confusione a sua volta, colpendo qua e là sedie, tavoli e muri. 
«Ehi Krono! Perché non ti scusi?! Non credi di aver esagerato, almeno per porre fine a questa baraonda!».
Krono si girò verso di lei e quando i loro sguardi si incrociarono si bloccò.
Un ampio sorriso apparve sul suo volto e alzò la mano per salutarla: «ciao bellissima Mirajane, è da molto che non ci si vede, come stai?».
Stava per rispondergli quando un’ombra lo oscurò.
Lui si girò per vedere e si ritrovò Erza in volo sopra di lui con una gigantesca mazza chiodata tra le mani.
Krono si grattò una guancia con un dito assumendo un’espressione pensierosa.
Snap.
Schioccò le dita.
«Mi ricordo di quella mazza chiodata e la stessa di quell…SBAAAAAAMMM!!!».
La mazza lo colpì così violentemente da farlo sbattere per terra e farlo sparire sotto di essa. L’impatto fu violentissimo: la mazza era tutta sporca di sangue, infatti appena Krono venne colpito uno spruzzo di sangue sporcò tutto il pavimento ma colpì anche i poveretti che erano lì vicino.
La povera Wendy che era la più vicina fu completamente investita dal getto.
Se ne rimase lì, immobile e paralizzata per lo shock, sbiancata in volto e sporca di sangue, con la bocca spalancata e gli occhi fissi nel punto in cui fino a qualche secondo prima c’era Krono, a tremare di paura.
Alcune ragazze della gilda urlarono.
«Erza ma per l’amor del cielo di rendi conto di cosa hai fatto?!!!», le urlo Makarov che per la disperazione stava tentando di strapparsi i capelli.
«Stia tranquillo master, mi sono trattenuta non l’ho ucciso. Un po’ di gesso, unita alle cure di Wendy e tra qualche settimana tornerà come nuovo, dopotutto ha buone capacità di recupero».
«Accidenti non ti sei proprio risparmiata, Titania», le disse Gildarts.
«Spero che stavolta abbia imparato la lezione, Erza appartiene alla categoria delle persone che non vanno fatte incazzare», disse Laxus mentre cercava di scorgere il corpo di Krono sotto la mazza.
«Voi due perché non siete intervenuti per fermala come avete fatto l’altra volta!!», gli gridò Makarov.
«Non ne avevo voglia e poi doveva imparare la lezione, non possiamo sempre salvargli la pelle».
«Sono d’accordo con Laxus, la gente deve prendersi la responsabilità delle proprie azioni», rispose Gildarts.
«Sono d’accordo pure io», disse Krono mentre passava tranquillamente davanti alla rossa e a loro tre, «quindi mi aspetto che sarà la qui presente Titania a pagare per i danni causati alla gilda.
Tutti i presenti si sorpresero. Krono comparso dal nulla camminava tranquillamente senza nemmeno un graffio addosso.
Mirajane guardò la mazza e non vi trovò sopra nemmeno la più piccola macchia di sangue, la stessa cosa per Wendy che nonostante non avesse sangue addosso era ancora in quello stato vegetativo, impietrita.
“Un illusione”?
Pensò sorpresa, era l’unica soluzione. 
Krono si avviò verso il bancone e si sedette ad uno degli sgabelli.
«Mirajane non è che potresti servirmi una delle tue buonissime e rinfrescanti birre?».
Lei guardo Erza, che veniva trattenuta a stento da Gajeel, Natsu, Gray e suo fratello, probabilmente su ordine del master, scalciare e lamentarsi.
«Certo», gli rispose con un sorriso a occhi chiusi.
Appena prese il boccale che gli era stato dato lo bevve tutto di un fiato.
«Aaaah! Mi ci voleva proprio».
«Senti ragazzo, di un po’, che trucco hai usato prima per scampare a quella mazzata tremenda?», gli chiese Wakaba.
«Ci hai sorpreso tutti, eravamo già pronti a portarti all’ospedale», disse Macao.
«Ho semplicemente usato un’illusione».
«Come quelle che usava Rio», intervenne il master che nel frattempo si era avvicinato.
«Nemmeno lontanamente così potente. In questi due anni ho viaggiato molto. Prima di morire Rio mi aveva detto dove si trovavano i villaggi degli altri devil slayer, così ho deciso di andarci per conoscere le persone che avevano allenato e conosciuto gli altri devil slayer. Fortunatamente Malphas non li aveva sterminati tutti, come invece ha fatto col mio villaggio».
«E perché mai?».
«Per sapere, avevo bisogno di conoscere il mio nemico e forse le informazioni e le leggende tramandate nelle varie famiglie di devil slayer negli anni potevano tornarmi utili».
«E questo cosa c’entra con l’apprendimento delle illusioni?».
«Dato che dovevo affrontare un nemico potente ho pensato che potesse tornarmi utile apprendere più tipi di tecniche possibili in modo che se mi fossi trovato in difficoltà avrei avuto più frecce al mio arco. Tuttavia, l’apprendimento delle illusioni è stato un mezzo fiasco. Nonostante tutto l’impegno che ci ho messo il mio livello è rimasto abbastanza basso, le mie illusioni non sono nemmeno paragonabili quelle che usava Rio».
Sospirò.
«A quanto pare non sono portato per le arti illusorie», disse con tono sconsolato.
«Ma che stai dicendo, sei riuscito ad ingannare tutta la gilda inclusa Erza», fece Macao.
«Il maestro che mi hai insegnato le arti illusorie mi ha detto che anche un’illusione piccola e debole può fare la differenza se usata nel momento giusto».
«Il solo motivo per cui sono riuscito ad ingannarvi è perché l’ho attivata all’ultimo istante, un secondo dopo e sarei stato colpito, un secondo prima e sarei stato scoperto. Inoltre, cose del genere riescono una sola volta in battaglia, avversari abili non si fanno ingannare due volte da illusioni di seconda mano».  
“A quanto pare ha vissuto molte esperienze negli ultimi due anni”.
Alzò lo sguardo e vide Erza seduta in disparte con un sacchetto di carta davanti alla bocca che si gonfiava e sgonfiava ad ogni suo respiro con Polyushica in piedi di fronte a lei che le diceva di continuare a respirare.
Davvero incredibile. Non aveva mai visto la grande Titania ridotta in quello stato, e tutto era avvenuto solo per scherzo.
«Allora bella Mirajane che mi racconti? Sei felice di vedermi? Ti sono mancato?».
«Mi hai fatto davvero stare in pensiero, Krono. Non ci hai mai fatto sapere nulla di te e non sapevamo se ti avremmo più rivisto».
«Effettivamente qualche cartolina ve l’avrei potuta spedire».
«Anche il master era preoccupato».
«Davvero?», disse voltandosi verso di lui.
«Sei pur sempre un membro di Fairy Tail, e a me sta a cuore l’incolumità di tutti».
«Grazie davvero master», fece con voce piagnucolante, «sono commosso».
«Sono contenta di vederti, mi sei mancato», gli rispose.
«Per me vale la stessa cosa, sei stupenda come sempre».
«Smettila di provarci con lei Krono, tanto è fuori dalla tua portata», gli si accostò Macao.
«E sarebbe alla tua? Vecchio».
«Ahahah! Lascia stare Macao, dai retta al ragazzo le giovani e belle fanciulle non perdono tempo con i vecchi come te», lo schernì Wakaba.
«Beh, di sicuro almeno io posso permettermi di perdere tempo con loro. Chi credi che caghi uno come te. Torna a farti consolare dai quella cozza di tua moglie!».
«Cosa hai detto!».
«Finitela voi due!», li ammoni Makarov.
«Pff…», Krono trattenne una risata.
«Non ce la fai proprio a non fare arrabbiare le persone».
«Veramente questa volta ho solo risposto ad una provocazione. Comunque parliamo di cose serie. Il tuo rapporto con Laxus come va?».
Crash.
Gli cadde un bicchiere che stava pulendo.
«Ma ti sembra il caso di fare certe domande?», gli rispose visibilmente imbarazzata.
«Che c’è? Volevo solo fare un po’ di conversazione».
«E perché mai proprio Laxus?», aveva una sensazione di calore sulle guance.
«Quando sono stato massacrato da Malphas mi sono risvegliato qui nell’infermeria e lì ti ho visto che vegliavi su di lui con affetto e anche con un po’ di dispiacere. È da quel momento che ho iniziato a pensare che ti piacesse».
«Ero solo preoccupata per lui, siamo compagni di gilda, ma dire che mi piaccia è un po’ esagerato, non credi», si affrettò a rispondere.
«Sarà. Però se veramente ti piace ti consiglio di fare tu la prima mossa, i maschi di questa gilda sono bravi a combattere ma per quanto riguarda le questioni sentimentali non sono molto svegli incluso lo sparafulmini».
«Sai che Gajeel si è dichiarato a Levy. Ora stanno insieme», disse tentando di cambiare discorso.
«Cooosaaaaaa?!!!».
«Si sono messi insieme poco dopo la fine della guerra».
Krono si voltò e si mise a cercare con lo sguardo il dragon slayer.
«Ma non mi dire! Era l’ultima cosa che avrei immaginato. L’ho ritenevo uno dei più imbranati e alla fine si è rivelato esser uno dei più svegli. Chi l’avrebbe mai detto che il Gajeel di cui ho sentito parlare per due anni si sarebbe dichiarato ad una ragazza?! Voglio andare subito a congratular…».
D’un tratto si bloccò. In un attimo il suo viso divenne pallido, come se avesse visto un fantasma.
«Ohi! Krono, tutto bene?».
«…s-s-si, si si tutto bene».
«Ehi!! Krono!», Natsu e Gray gli piombarono davanti.
«Non puoi trattare in quella maniera una ragazza come Erza e poi sperare di non avere delle conseguenza».
«Guardate che io stavo solo scherzando».
«Le hai mancato di rispetto», fece Gray.
«Per non parlare del fatto che lei ha dei problemi a parlare del suo rapporto con Gerard, non va bene scherzarci su. Vai subito a chiederle scusa», intervenne Lucy.
«Ma mi sono lasciato colpire con una mazzata per farmi perdonare».
«Ma se non ti ha nemmeno sfiorato! Chi ti credi di essere?!».
«Accidenti, non pensavo che la cosa avesse una gravità simile», si grattò il mento con l’indice, «devo cercare di non esagerare con gli scherzi, altrimenti finisco per offendere le persone. È da sempre un mio difetto, anche mia madre quando ero piccolo me lo ripeteva sempre».
Appoggiò schiena e gomiti sul bancone e gonfiò il petto.
«Comunque ogni tanto atteggiamenti del genere mi potrebbero essere permessi, dopotutto non sono solo il guerriero più forte della gilda ma anche di tutta Ishgar e forse tra i più forti di tutta Earthland».
Mirajane alzò gli occhi al cielo.
“Ecco che ricomincia con le sue solite sviolinate”.
«Che hai detto?!», Natsu andò su tutte le furie.
«Pensi davvero una cosa del genere?!», gli rispose Gray, anche lui infastidito da quell’affermazione.
Krono si alzò e fece qualche passo verso l’entrata della gilda. Era diverso, tutto d’un tratto era diventato serio.
«Non lo penso mica, ne sono convinto. Perché se non fosse almeno così, contro di lui non avrei la benché minima speranza».
Tu tum.
Ad un tratto avvertì una strana sensazione.
Una forte sensazione di disagio e di oppressione.
Tu thum, tu thum tu thum.
“Ma che succede”?
Appoggiò le mani sul bancone e iniziò a respirare a fatica, ad un tratto fu scossa da un forte brivido che la paralizzò.
Alzò lo sguardo e vide un grosso globo nero entrare dall’entrata.
Tutti si erano azzittiti.
 Il globo si posò a terra e si dissolse, rivelando l’essere che vi era dentro, che si alzò.
«Buongiorno a tutti», disse con voce calma e pacata.
Mirajane ansimava, il senso di oppressione era fortissimo, era come se tutta la malvagità della terra si fosse concentrata in quell’individuo.
Si presentava come un individuo alto i capelli mossi e biondi gli cadevano sulle spalle. Aveva un’eterocromia, un occhio era di un azzurro intenso, come il ghiaccio e l’altro era molto scuro, quasi nero. Indossava un vestito bianco: pantaloni, giacca e una cravatta che risaltava su una camicia nera.
Era sorridente e tranquillo eppure appariva spaventoso e dalle facce degli altri non era l’unica a provare quelle sensazioni.
«Krono chi è quello?», gli chiese Makarov.
Il corvino sospirò.
«Ve l’avevo detto che non sareste stati fortunati se ci saremmo rivisti».
 
   
 
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