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Autore: f9v5    27/06/2020    0 recensioni
[Joint Training Battle Arc; Spoiler per chi non legge il manga] [Classe 1-A vs 1-B... probably] [Raiting alzato ad arancione perchè vi saranno scene un pò pesanti ad un certo punto]
Allora, diciamo che questa saga del manga è quella che più mi ha lasciato l'amaro in bocca, per varie ragioni. Ho deciso quindi di provare a riscriverla a modo mio, non so cosa ne uscirà fuori, possiamo definirlo un esperimento.
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Le due classi passarono alcuni secondi a lanciarsi intensi sguardi, sembrava che le schermaglie pre-lotta avessero avuto inizio.
Izuku francamente non sentiva i calori della fantomatica rivalità, ma passò un considerevole lasso di tempo a studiare attentamente tutti loro.
Genere: Azione, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Se avessero chiesto agli studenti del dipartimento di supporto chi reputavano il più eccentrico tra di loro, chi fosse lo studente che più fosse facile riconoscere, il nome che sarebbe uscito fuori sarebbe stato sembra ombra di dubbio quello di Mei Hatsume.
Quella ragazza era praticamente impossibile che passasse inosservata, tanto per il magnetismo che le sue forme generavano negli sguardi maschili (girava da qualche tempo la voce che Midoriya Izuku del dipartimento di eroismo le avesse viste da molto vicino, e subito in tanti a etichettarlo come “bastardo fortunato”), tanto per la folle maniacalità con cui lavorava alle sue invenzioni, giudicate una più assurda dell’altra.
Il risultato più tipico, un buon 90% delle volte, era una sonora esplosione con conseguenti minacce del professor PowerLoader di espellerla per sempre dal laboratorio.
Minacce che il Pro Hero non mise mai in atto, specie dopo che gli studenti furono trasferiti nei dormitori, forse per la consapevolezza che, in barba al bando, lei avrebbe comunque trovato il modo di intrufolarsi lì dentro e tornare a smanettare con cacciaviti e chiavi inglesi.
Lei era fatta così, sembrava che fosse venuta al mondo per quello, costruire nuovi gadget, uno più sorprendente e sofisticato dell’altro, cercava qualunque cosa o chiunque potesse stuzzicare il suo interesse al fine di mettersi costantemente alla prova, per darsi nuovi traguardi da superare.
-Quindi sarai in grado di prepararmene un paio prima della prossima settimana?- le chiese il ragazzo dai capelli verdi porgendole il progetto che aveva espressamente richiesto alcuni giorni prima e arrivatogli solo ieri, era stata una fortuna che l’allenamento congiunto fosse stato posticipato, ora le tempistiche avrebbero dovuto essere favorevoli.
Izuku Midoriya rientrava tra le persone che avevano attirato il suo interesse, magari era timido, apparentemente insicuro, ma era ambizioso e c’è la metteva tutta per raggiungere i suoi obbiettivi, per questo gli piaceva.
-Stai tranquillo, Ten Milion. In una settimana ti faccio un intero arsenale se vuoi, altroché.-
Ultimamente era divenuto una presenza, se non fissa, comunque frequente lì al dipartimento di supporto, apparentemente era uno dei pochi che si avvicinava ad Hatsume senza paura di saltare in aria, il che faceva chiedere a tanti se non fosse un completo incosciente.
La verità era che Izuku ne aveva già ricevute tante, e ben peggiori, di esplosioni in faccia nella vita, quelle causate dalle macchine difettose di Mei a confronto erano piccole carezze fumose che lasciavano al massimo un senso di fastidio.
Era alquanto iperattiva, non si poteva negare, ma altrettanto si poteva dire della passione che metteva in ciò che faceva, nella determinazione a migliorarsi costantemente, Izuku si ritrovò a empatizzare subito con lei sotto quell’aspetto, forse era per questo che sentiva di potersi fidare ciecamente.
E lei d’altro canto non dubitava che lui avesse tutte le carte per divenire un grande Hero un giorno, ergo lei aveva solo da guadagnarci a renderlo il suo primo cliente, uno sponsor sicuro era sempre una buona cosa per farsi un nome tra le grandi aziende.
-Sai, qualche volta io e te dovremmo fare un bambino insieme!- aggiunse lei senza neanche pensarci.
In qualunque altra situazione Izuku sarebbe diventato tutto rosso per poi svenire, qui divenne solo paonazzo, conosceva abbastanza la ragazza coi dread rosa da intendere il significato effettivo di quelle parole, ma ciò non avrebbe mai cancellato l’imbarazzo causato dalle potenziali orecchie che avrebbero potuto sentire (e fraintendere) quell’esternazione così diretta.
-Per carità, allora cercatevi una stanza.- aggiunse con sarcasmo la voce di un misterioso terzo incomodo.
Sulla porta era appoggiato un ragazzo dai capelli viola e dall’espressione scazzata che lo faceva somigliare terribilmente al professor Aizawa (Izuku si sentì quasi Todoroki quando pensò distrattamente se non fossero parenti).
-Shinso! N-non è come sembra, davvero!- si affrettò a giustificarsi Midoriya agitando freneticamente le mani in preda al rossore.
-Tranquillo Midoriya, scherzavo.- rispose subito lui con un sorrisetto.
Mei dal canto suo aveva la testa affondata nei progetti consegnatigli e non ci fece neanche caso.
-Come… come mai sei qui?-
Hitoshi raggiunse gli altri due al bancone di lavoro, quando la ragazza si accorse di lui le si illuminarono gli occhi.
-Ah, il signor “Insonnia”! Sarai qui per sapere come va la lavorazione, presumo.-
-Ho sentito storie di te che sei rimasta sveglia anche per un’intera settimana, sicura di potermi definire in quel modo?-
-Un piccolo prezzo da pagare per il progresso.- concluse fieramente lei, prima di rituffarsi nelle carte del suo prossimo impiego.
Shinso scrollò le spalle.
-Comunque, per rispondere anche alla domanda di Midoriya, sì, volevo controllare lo stato del mio ordine, come procede?-
-Le hai commissionato qualcosa?- gli chiese a quel punto Izuku incuriosito.
-Più che altro mi ci hanno indirizzato da questa stramboide. Ma sembra che ci sappia fare.-
-E che cosa le hai chiesto?-
Hitoshi gli rivolse un sorriso enigmatico e fece il gesto del diniego con un dito.
-Diciamo che è un segreto. Comunque, ho sentito dell’allenamento congiunto con la classe B e del suo rinvio. Pensi di riuscire a gestire dei quasi estranei al tuo dormitorio o ti farai prendere dall’emozione, Midoriya?- aggiunse con amichevole provocazione.
-A-andiamo, non sono più così negato nel socializzare.- il verde si grattò distrattamente la testa.
-Va bene così!- i due si voltarono verso Mei quando questa riprese parola.
-Per quanto riguarda te…- indicò Izuku -…ho capito il progetto, entro questa settimana saranno pronti, assicurato! Per te…- poi toccò a Shinso -…è quasi ultimato, entro domani sera al massimo.-
-Bene.- Hitoshi annuì soddisfatto.
Doveva ammetterlo, quando l’aveva conosciuta era stato un po' scettico, gli era sembrata un po' troppo eccentrica, oltretutto rimase scioccato anche lui quando gli presentò il suo progetto.
-E sia, facciamo questo bambino!- gli aveva detto, lasciandolo senza parole e con le guance tinte di un lieve rosa.
Solo dopo avrebbe compreso il particolare modo di rivolgersi alle sue creazioni di Hatsume, ragion per cui ormai non ci faceva più caso.
Il ragazzo dai capelli viola salutò con un veloce gesto della mano, venendo fermato da Midoriya prima di potersene andare.
-Ehi Shinso, so che non sarebbero affari miei, ma immagino che tu ti stia ancora allenando col professor Aizawa, sta andando bene?-
Sperava in una risposta positiva, Shinso aveva il potenziale per essere un grande Hero e se fosse riuscito a dimostrarlo avrebbe potuto prima o poi ottenere il meritato passaggio al dipartimento di eroismo.
-Diciamo che avrai modo di verificarlo. Vi saluto.- si congedò con queste parole.
Midoriya annuì determinato, anche lui avrebbe continuato a fare del suo meglio.
-Sai, voi due ci mettete davvero tanto impegno in ciò che fate.- si voltò verso Mei dopo averla sentita, le sorrise di rimando.
-Ti ringrazio, Hatsume, ma tu non sei da meno.-
-Oh, lo so benissimo. Dovremmo fare un bambino tutti e tre insieme, ne uscirebbe fuori una meraviglia.-
-TI PREGO SMETTILA!- urlò lui in preda al più completo imbarazzo.
No, sul serio, qualcuno doveva convincerla ad usare un altro termine, non poteva rischiare l’infarto ogni volta.
 
 
 
C’era un’aria particolare quella sera al dormitorio A, qualcuno l’avrebbe paragonata a quella di un film western prima che i due cowboy cominciassero a svuotarsi addosso i caricatori.
Quando la parte della classe A che avrebbe temporaneamente sloggiato per spostarsi lasciò il dormitorio quel pomeriggio si poté assistere al tragicomico spettacolo delle amiche inseparabili Mina e Toru abbracciarsi tra le lacrime promettendosi di non rimpiazzarsi a vicenda con qualcuna delle altre; dal trasferimento ai dormitori in effetti era divenute ancora più unite, si poteva capire che separarsi così avesse avuto un certo effetto.
Bakugo si era limitato ad urlare -PER UNA SETTIMANA NON MI STARAI TRA I COGLIONI, DEKU!- andandosene senza salutare nessuno, Kirishima ci rimase sinceramente male.
Midoriya dal canto suo sospirò, si stava rendendo conto di desiderare sempre più di mettere distanza col biondo.
Iida e Yaoyorozu si promisero a vicenda di far rispettare l’ordine in assenza dell’altro, tenendo sempre fede ai rispettivi ruoli.
Il più grande rimpianto fu la partenza di Sato, che sarebbe temporaneamente andato al dormitorio B, un’intera settimana senza i suoi dolci fu ritenuta da chi sarebbe rimasto la peggiore delle punizioni.
E quando poi arrivarono i ragazzi della B si venne a creare quell’atmosfera.
Mai come in quel momento tutti e 20 i ragazzi si stavano rendendo conto della tragica verità, le interazioni tra loro erano state davvero così scarse che non nutrivano fiducia gli uni negli altri, più che altro perché non si conoscevano affatto, e quasi sicuramente nell’altro dormitorio stavano pensando lo stesso.
La U.A, da quel punto di vista, non aveva fatto esattamente un bel lavoro.
 
 
Itsuka Kendo si schiarì la gola e avanzò di qualche passo, in rappresentanza degli 8 studenti B che avevano “traslocato”.
In un certo senso poteva comprendere tanto il disagio dei suoi compagni di classe quanto quello dei loro “rivali” (una settimana senza Monoma quanto meno le avrebbe permesso di far crollare, sperabilmente, quell’assurdo concetto di rivalità tossica che lui si ostinava ad alimentare), ma era convinta fosse solo questione di rompere il proverbiale ghiaccio.
Ed era pur sempre lei la rappresentante della sua classe, era giusto che fosse la prima ad esporsi.
-Allora, forse sono un po' formale, ma ci tengo a ringraziarvi per l’ospitalità e mi auguro sinceramente che la settimana che trascorreremo con voi sarà all’insegna del rispetto e della collaborazione.- e fece un lieve inchino per sottolineare meglio il concetto.
Il suo omologo della A, Iida Tenya, avanzò a sua volta.
Itsuka normalmente non si lasciava intimorire dalla gente, ma non avrebbe negato che lo sguardo serio che brillava dietro quegli occhiali dalle lenti squadrate metteva un pochino di soggezione.
Finché il ragazzo non buttò all’aria quella tensione cominciando ad agitare le mani con movimenti meccanici.
-Sarà un vero piacere avervi qui, e anche noi ci auguriamo che il lasso di tempo che passeremo in reciproca compagnia si riveli fruttuoso per tutti.- gli occhi comicamente assottigliati dei compagni lasciavano intendere che fossero ormai abituati.
-Ci terrei anche ad aggiungere, se ovviamente sei d’accordo, Kendo, di riunirci per organizzare la tabella di marcia di questa settimana e l’assegnazione dei compiti così che ognuno possa ricoprire il proprio ruolo.-
Iida aveva preso sul serio più di chiunque altro la questione dei dormitori misti, alla fine era giunto alla conclusione che il modo più adatto per una convivenza pacifica fosse una semplice suddivisione concordata dei compiti.
Non che avesse sensazioni negative a proposito dei ragazzi della B, ma pensava che parlarne direttamente con loro fosse il modo migliore di far intendere l’assoluto desiderio di collaborazione della classe A.
Fortunatamente, sembrava che Kendo avesse fatto un ragionamento simile, visto che si dimostro subito disponibile alla collaborazione.
-Concordo, Iida, è giusto che ognuno faccia la propria parte.-
Sbrigate le formalità i ragazzi nuovi andarono nelle rispettive stanze per sistemare i propri effetti personali, c’era ancora l’imbarazzo generale di avere dei nuovi coinquilini, ma sembrava si potesse risolvere in breve.
Izuku, dal canto suo, sorrise speranzoso.
“Sembra che non ci saranno problemi, dopo tutto.”
 
 
 
Momo aveva quel sospetto fin dall’inizio.
Era ormai da quella mattina che quel tarlo maligno si era insinuato nella sua testa e non l’aveva più lasciata.
“Ci sono davvero troppi elementi che non combaciano. Sembra tutto architettato di proposito.”
A distrarla dai suoi pensieri un lieve colpetto sulla spalla.
-Ehi, Yaomomo, tutto apposto?- notò in quel momento che si trattava di Jiro, appena accomodatasi accanto a lei su uno dei divanetti della sala comune del dormitorio B.
-Oh, sei tu Kyoka. Scusa, stavo riflettendo su alcune cose.-
Il trasferimento era avvenuto senza alcun intoppo.
I ragazzi della B si erano dimostrati subito disponibili e collaborativi, l’unica nota stonata fu Bakugo che coi suoi soliti modi “garbati” disse che sarebbe andato nella camera che si era scelto e che non voleva rotture.
Quel minuscolo intoppo a parte, le formalità furono sbrigate con educazione e lei e Honenuki, in un certo senso eletto portavoce della B in assenza di Kendo, andata temporaneamente al dormitorio A, avevano subito stabilito d’accordarsi sui compiti da assegnare ad ognuno per la settimana successiva, similmente a come era avvenuto all’altro dormitorio.
Ne aveva discusso con Iida, in effetti, prima.
La cena si era svolta con calma e in un silenzio che non mancò di celare una certa pesantezza nell’aria, c’era palesemente ancora diffidenza tra le due sezioni.
Monoma più di tutti non si era risparmiato sulle provocazioni per tutta la serata, tanto che Honenuki, temendo che avrebbe fatto scoppiare una rissa con un Bakugo sempre sul punto di esplodere di rabbia, ad un certo punto lo dovette trascinare via scusandosi per il disturbo e garantendo che avrebbe provato a parlargli.
Apprezzarono il suo tentativo, ma ormai ci avevano rinunciato tutti a vedere un Monoma mostrarsi collaborativo verso la sezione A.
Attualmente, alle 10 della sera, erano rimasti in pochi allo spazio comune, per la precisione, oltre loro due, vi erano Hagakure, Yanagi, Kodai e Tokoyami accomodati sul divano più grande a guardare la TV, seppur il ragazzo corvo si tenesse più distante, borbottando qualcosa sull’oscurità che a suo dire aleggiava sulla ragazza “spettro” della B, che sembrava particolarmente interessata al programma sui fantasmi in quel momento in onda, per quanto trasparisse dal suo sguardo.
La ragazza invisibile cercava di attaccare bottone con la mora in ogni modo, ma Yui rispondeva esclusivamente con mugugni a bassa voce.
Ad un certo punto Dark Shadow spuntò da Tokoyami e, mettendosi alle spalle proprio di Kodai, cominciò a inventare frasi di sana pianta imitando una voce femminile per fare lo spiritoso, col suo “proprietario” che dovette richiamarlo all’ordine intimandogli di non fare lo stupido.
Una scenetta divertente, avrebbero commentato le altre due ragazza della sezione A, quantomeno qualcuno stava già cercando di abbattere le barriere.
Dopo una piccola risata, la giovane rockettara tornò a concentrarsi sull’amica.
-Si tratta di qualcosa di cui vuoi parlare o preferisci che non mi impicci?-
Una delle qualità per cui Momo era convinta che l’amicizia tra lei e Kyoka fosse così salda a discapito del loro stile di vita così opposto era la capacità di questa di comprendere quanto si sentisse a disagio o insicura in certe situazioni.
La compagna non le aveva mai messo pressioni per confidarsi con lei, ogni volta era stata una libera scelta dettata puramente dalla sua fiducia.
Forse questo era uno di quei casi, anche perché, forse, avrebbe solo potuto trattarsi di una sua paranoia.
-Beh, è che ci sono alcuni elementi che non mi tornano in merito a questa storia dell’allenamento congiunto. Può anche essere che io mi stia solo facendo un film nella mia testa.- concluse con una risatina imbarazzata.
-Di che si tratta esattamente?- le chiese l’amica con un lieve sorriso, ora non poteva negare di essere incuriosita.
Conoscendo Momo e la sua intelligenza, era sicuramente un ragionamento tanto contorto che lei non ci sarebbe mai potuta arrivare da sola.-
-Jiro… ho il sospetto che l’allenamento sia già iniziato e non c’è n’è siamo resi conto.-
La ragazza dal caschetto viola sgranò gli occhi stupita.
-Cosa… cosa vorresti dire?-
 
 
 
Izuku Midoriya stava rientrando dal suo consueto allenamento serale.
“Dunque, il quirk di Yanagi le permette di controllare mentalmente gli oggetti, Monoma può copiare temporaneamente il quirk di chi tocca, Shoda può ricreare un impatto al doppio della potenza, il quirk di Kodai attualmente non ho idea di quale sia, quindi, a meno che non riesca a scoprirlo prima in qualche modo, sarà la grande incognita a cui dovrò prestare maggior attenzione.”
Il ragazzo stava scribacchiando alcune annotazioni sul suo notebook in merito a coloro che sarebbero stati i suoi prossimi avversari.
Non era affatto semplice, c’erano tanti elementi da considerare: la possibile arena di combattimento, come i quirk dei suoi avversari potessero adattarsi all’ambiente, come quelli dei suoi compagni potessero farlo, eventuali restrizioni che la scuola avrebbe potuto imporre, c’era davvero molto che poteva influire sul metodo di approccio ed era perciò importante variare più opzioni.
Immerso nelle sue riflessioni, il giovane raggiunse al secondo piano la zona di snodo che portava alle stanze degli studenti, aveva il sincero bisogno di farsi una doccia veloce e una dormita, se voleva riuscire a svegliarsi presto per gli allenamenti mattutini non poteva certo andare a letto tardi.
Fu lì che notò, appoggiato al muro, un pupazzo rappresentante un dinosauro, un T-Rex per la precisione.
Lo guardò confuso, prima di inginocchiarglisi davanti e dargli un’attenta occhiata.
L’unica opzione che gli venne in mente fu che qualcuno lo avesse perso, o al massimo che fosse stato dimenticato lì.
E poi il pupazzo cominciò a fluttuare in aria; il notebook cadde di mano a Izuku, che fissò il pezzo di stoffa ad occhi sgranati come piatti.
Le sue pupille, ridotte a due comici puntini, seguivano spasmodicamente il giocattolo mentre questi cominciò a volteggiargli intorno con movimenti lenti e ondulati.
-Oh santo cielo…-
Izuku si alzò lentamente.
-…non riesco a crederci…-
Riprese il suo notebook molto lentamente senza mai distogliere lo sguardo dal fenomeno.
E poi cominciarono a brillargli gli occhi.
-… potrei essere di fronte al primo caso di quirk che si manifesta in un oggetto.- pronunciò in preda alla pura estasi.
Come un razzo, cominciò ad appuntare teorie ed ipotesi; un oggetto con un quirk, il primo caso di cosa inanimata che mostra poteri, era potenzialmente un punto di svolta per la società, chissà quante implicazioni o future nuove evoluzioni poteva nascondere quell’evento.
“Devo andare a dirlo subito ad All Might!”-
E poi sentì il suono di una risata sguaiata dietro al muro che portava alla sezione femminile.
-AHAHAH, porca miseria, non era esattamente questa la reazione che volevo, ma non mi lamento.-
Tenendosi la pancia con le mani per le risa, Setsuna Tokage sbucò fuori dal suo nascondiglio.
-Tokage?!-
-In carne ed ossa… e francamente speravo di spaventarti. Si sapeva che fossi un fissato dei quirk, ma non immaginavo fino a questo punto.- continuò lei ridacchiando.
Quando finalmente la ragazza si calmò e si asciugò una lacrima scaturita dal troppo ridere, attirò a sé il pupazzo.
-Non è andata come speravamo Jimmy.- disse lei, prendendo il peluche sotto braccio e, sfilando la zip sulla schiena di questi, ne fece uscire una mano fluttuante che si riattaccò all’arto superiore destro.
-Puoi staccarti le mani?-
-Molto di più di questo, magari te ne parlerò qualche volta.- notò che il ragazzo aveva già cominciato a scrivere come un forsennato.
-Sarebbe fortissimo.- mormorò lui, sembrava quirk molto interessante e già non vedeva l’ora di saperne di più.
Lei inclinò leggermente il peso sul lato sinistro e si mise una mano sul fianco, quel tipo era particolare come sembrava.
-Se devo essere sincera, la tua reazione finora è stata la più assurda quanto la meno esagerata.-
Lui si riscosse dai suoi pensieri solo per arrossire al pensiero di essere da solo con una ragazza e di aver probabilmente anche fatto la figura dello sciocco.
-C-cioè, hai… hai fatto questo s-scherzo anche ad altri?-
-Eh già, ogni volta una reazione diversa, ma sempre dettata dalla paura. Mi son fatta delle risate.-
A quel punto lei gli rivolse un sorrisetto che mise in mostra i suoi denti seghettati.
“Chissà se è un effetto del suo quirk?”
-Sei un tipo interessante.-
-I-Io?! Non… n-non credo sia il… termine giusto… per definirmi. N-non sono n-nulla di che.-
Lei, per tutta si risposta, si avvicinò tenendo la mano libera sotto il mento, come se avesse voluto analizzarlo.
Dire che lui era rosso come un pomodoro era un eufemismo.
-L’elemento che a inizio anno era senza discussione il più scarso della classe A e che adesso, dopo solo sei mesi, se la gioca per il titolo di più forte della sezione. Se questo per te non è interessante allora avrai vissuto avventure a dir poco eccitanti… oppure ti valuti poco.- concluse lei alzando un sopracciglio e accentuando il suo sorrisetto.
Midoriya deglutì nervosamente, non solo perché era paurosamente vicina, ma anche perché sembrava aver già capito della sua scarsa autostima.
A quel punto Setsuna si distanziò, alzò la mano sinistra e scrollò le spalle.
-Beh, rimango della mia opinione. Ora non so te, ma io e Jimmy andremo volentieri a farci una dormita. Buona notte a te, tipo “poco interessante”.- si congedò lei prima di lasciarlo solo, in imbarazzo e confuso.
-Ma che è successo?- si chiese infine un Izuku stralunato.
Aveva già il sospetto che le interazioni con quella ragazza non si sarebbero interrotte a quella sera.
Ma sarebbero state tutte così… “particolari”?
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Francamente, tra le tante cose che rimpiango di My Hero Academia in merito a possibili rapporti tra i personaggi una di questa e per Shinso e Hatsume. Ma solo io adoro questi due insieme? Intendo però come amici, non come coppia, oltretutto con Izuku formerebbero un trio fantastico secondo me (chissà che non mi tenga questo desiderio per il futuro), quindi ho deciso di dedicare un cameo alla nostra studentessa del dipartimento di supporto preferita, vi dico già subito che ne avrà almeno un altro in seguito. E ho inserito anche Shinso che, come nella saga originale, avrà il suo ruolo in questa storia, anche se ho deciso di renderlo molto più… ambiguo, diciamo.
Per i prossimi capitoli mi dedicherò al periodo di convivenza dei ragazzi, cercherò di inventarmi attività che potranno fare nel corso di questa convivenza così da sviluppare rapporti o approfondirne altri che nel manga già ci sono, comunque, spero di riuscire a fare bene.
Se avete suggerimenti, qualche tipo di attività, gioco o follia che vi piacerebbe vedere fare ai ragazzi, o personaggi che magari vi piacerebbe veder interagire non fatevi problemi a parlarmene (meglio se tramite messaggi privato, sia perché non voglio ottenere recensioni a sbafo, che non sarebbero meritate, tanto per lasciare la sorpresa agli altri lettori qualora volessi adattare i vostri suggerimenti).
E nell’ultima scena abbiamo il primo “incontro ufficiale” tra Izuku e Setsuna; scusate, ma adoro questi due nel vero e proprio senso di ship (probabilmente è divenuta la mia ship preferita tra quelle riguardanti Izuku… e non si sono mai neanche parlati nel manga, e mai succederà, mi pare ovvio, ma il bello delle fanfiction è appunto anche questo), quindi aspettatevi altri momenti tra loro nel corso della storia. Il nome del pupazzo di Setsuna, Jimmy, è una “citazione”, possiamo definirla così, alla pagina Nonciclopedia del film Jurassic Park, dove il Tirannosauro viene ribattezzato Jimmy il T-Rex.
Ok, per adesso, direi di non aver altro da dire, un caloroso saluto a tutti.

 
  
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