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Autore: Dragon mother    27/06/2020    2 recensioni
Il Natale, per Isabella è il periodo più magico dell'anno e questo in particolare, le lascerà un regalo inaspettato. Dal prologo -..per chi, per un motivo o un altro, è costretto a vivere per strada.
Ma si sa che l’amore e la magia che avvolgono questo giorno, possono rendere possibile ogni storia.
E questa è la nostra storia.-
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, James | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buon sabato ragazze e scusate il ritardo.. speravo di fare prima ma non ce l’ho fatta.
Vi lascio subito alla lettura e vi auguro una buona serata.
Un bacio
 
 
 
 
Bella
 
Siamo fuori già da un po’ ed il nostro pupazzo è quasi terminato.
“Dobbiamo fargli il sorriso e il naso e magari mettergli anche una sciarpa, che dici Edward?” gli chiedo mentre lui sta posizionando due noci al posto degli occhi.
“Sì, mettiamogli anche la sciarpa, c’è freddino oggi” mi risponde soffocando una risata.
Sorrido anch’io.
Mi piace quando è così rilassato e sembra anche più sereno rispetto a ieri.
Non voglio peccare di presunzione ma credo che tutto sia dovuto al mio invito e se penso che questo prima o poi finirà, mi si stringe il cuore.
 
Una palla di neve mi colpisce in pieno, ridestandomi dai miei tristi pensieri.
Un Edward divertito che si tiene la pancia dalle risate mi lascia senza parole: ma è lo stesso ragazzo che ho conosciuto per strada?
Mi ripulisco dalla neve rimasta sul giaccone e afferro un po’ di neve facendone a mia volta una palla.
 
Se vuole la guerra allora l’avrà.
 
Lancio la prima palla con scarso successo perché lui la scansa senza fatica.
“La tua mira fa un po’ schifo” comincia a dirmi.
In effetti non sono mai stata brava negli sport e neanche in uno così banale.
“Non la scamperai in eterno” borbotto cercando di fargli paura.
 
Gesto inutile.
 
Raccoglie altra neve e me la tira, evitandomi per un pelo.
“Ora sei tu ad avere una pessima mira” lo canzono io.
Non faccio in tempo a preparare il contrattacco che una palla enorme mi colpisce sulla schiena, facendomi quasi cadere con la faccia nella neve.
Ok, adesso si fa sul serio, penso.
Mi volto a guardarlo e lo trovo che ride felice.
Mascalzone, adesso me la paghi.
Mi avvicino a lui, battagliera, facendolo arretrare fino al punto giusto e poi mi fermo.
“Che c’è Bella, non vuoi più prenderti la rivincita?” mi chiede non capendo perché me ne sto lì a fissarlo senza fare niente.
“Oh no, tutt’altro, ci sei proprio sotto alla mia rivincita” detto questo, do un calcio all’albero e mi sposto in fretta, lasciandolo lì a riempirsi di neve che cade giù inesorabile..
Ora sono io a ridere a crepapelle anche se le mie risate durano poco: Edward, ripulito dalla neve, sta ora venendo verso di me come un predatore punta la sua preda.
“Oh no, no, no” borbotto cercando di scappare.
Affondo nella neve e ben presto i miei sforzi risultano completamente vani: mi afferra e senza che nessuno dei due se ne accorga, cadiamo in quella neve fresca.
Sento un po’ di freddo ma ciò che sento maggiormente è il corpo di Edward che preme lieve sul mio.
Il suo viso ad un palmo di naso, i suoi occhi così vicini, quelle sue labbra rosse per il freddo.
Non abbiamo parole, solo sguardi che parlano una lingua tutta loro.
Una situazione strana, inverosimile, in cui mai mi è capitato di trovarmi soprattutto perché quelle due gemme azzurre continuano a vagare dai miei occhi alle mie labbra, come a chiedere il permesso per qualcosa.
Ma ciò non accade, le sue labbra fredde si posano semplicemente sulle mie, accarezzandole e sembra che dentro di me una tempesta si stia agitando.
Non esiste più niente, tutto attorno svanisce e anche se il mio stupore è alle stelle, non mi sottraggo a ciò che sto provando.
Lento si stacca da me e come scottato da quello che è appena successo si alza in piedi dandomi le spalle.
Inizia a farfugliare qualcosa e poi mi allunga un braccio per aiutarmi ad alzarmi.
Lo afferro, pronta anche a chiedergli motivo di quel suo cambiamento così repentino, ma lui mi precede.
“Dovremmo rientrare, siamo fuori da un po’ e non vorrei che tu ti sentissi male” mi dice dirigendosi verso la porta.
Lo lascio fare, per ora, convinta di ritornare sul discorso.
 
Una volta in casa, ci asciughiamo e ci cambiamo d’abito, per ritrovarci poi in sala, seduti uno di fronte all’altro.
Non perdo tempo e chiedo una spiegazione al suo comportamento.
“Credo dovremmo parlare di quello che è successo fuori, perché te ne sei andato così?”
Ha lo sguardo basso e non accenna a rispondere.
Si è forse pentito?
Crede di aver fatto qualcosa di sbagliato?
Io non sono arrabbiata o dispiaciuta per quel bacio, forse dovrebbe saperlo.
“Senti Edward io non..”
“Non avrei dovuto permettermi, non so cosa mi è preso, ti prego di perdonarmi. Ho anche pensato che è meglio io me ne vada oggi stesso, non voglio crearti problemi” mi dice sempre guardando in basso.
Ma che diavolo sta farneticando?
“Non mi crei nessun problema Edward, di questo puoi star tranquillo e non hai bisogno di essere perdonato. Se non avessi voluto ti avrei fermato ma non l’ho fatto e comunque non credo ci sia il bisogno di andare via oggi”
Alle mie parole alza lo sguardo e quegli occhi mi trapassano come una lama.
“E invece sì, non avrei dovuto abusare della tua cordialità e disponibilità. Non doveva accadere e basta”
Mi sembra di avere a che fare con Jacob quando si intestardisce su di una cosa.
E quindi mi comporto come faccio con lui, alzando un po’ la voce.
“Dunque, puoi fidarti di me quando ti dico che non hai fatto niente di male, non è accaduto niente di male e non è necessario che ora tu ti senta così perché io non ti ho fermato e in fondo non mi è dispiaciuto”
Sussurro le ultime parole, mentre lui mi osserva e ne assimila il significato.
“Quindi è tutto a posto?” mi domanda ancora dubbioso.
“Certo, è tutto a posto”
Lo raggiungo, sedendomi accanto a lui e gli accarezzo una guancia.
“Voglio comunque chiederti scusa Bella, non so cosa mi è preso, ti giuro che non succederà più. Non voglio pensi che io sia un poco di buono, un approfittatore”
“Questo non potrei mai pensarlo, Edward” dico sorridendogli.
 
Dopo quel momento di tensione e imbarazzo, entrambi cerchiamo un modo per ritornare al clima di qualche ora precedente.
Lui mi stupisce, facendomi una proposta che non mi sarei mai aspettata..
“Ti va se ti faccio un ritratto? Mi bastano un foglio ed una matita”
“Oh sì, ok.. aspetta, te li prendo subito”.
 
Passiamo due ore così e il risultato è qualcosa di eccezionale.
Ogni minimo dettaglio del mio viso, dei miei capelli e la mia espressione è perfettamente disegnata su quel foglio.
“Oh Edward è meraviglioso, sei davvero bravissimo anche nei disegni a matita”
“Ad essere sincero devo confessarti che anche il soggetto aiuta molto, in queste cose” mi dice scrutandomi il viso.
Gli sorrido, un po’ in imbarazzo per quel suo complimento per niente velato.
“Ti ringrazio” sussurro cercando di dissimulare quella sensazione.
Sembra capire anche lui il mio imbarazzo e prende una mano tra le sue.
“Non volevo metterti a disagio, questa è semplicemente la verità ma se ciò è accaduto allora ti chiedo scusa. Non era mia intenzione” mi dice con un sorriso.
“Non preoccuparti, sei stato molto gentile e ti ringrazio. Ora che ne dici di fare qualcosa?”
“Certo, che vorresti fare? Tv, film mentre preparo qualcosa per pranzo, ormai è ora?”
“Potremmo parlare un po’ se ti va oppure..” non riesco a terminare la frase che il mio telefono inizia a squillare.
Guardo lo schermo dove compare il nome di Jane, la mia assistente a lavoro e dopo aver chiesto scusa ad Edward, rispondo”
“Ciao Jane, buon Natale come stai?” le chiedo gentile.
“Buongiorno signora Isabella e buon Natale anche a lei. Mi scuso se la disturbo proprio la mattina di Natale ma devo darle una brutta notizia: James ha avuto un incidente mentre era sulla pista da sci. E’ in ospedale e pare che si sia fratturato il polso destro e una gamba ma non è in pericolo di vita” mi comunica affranta.
“Oh povero James, chissà che dolore ma come è successo?” chiedo preoccupata.
“Pare che stesse affrontando un fuori pista e abbia perso il controllo, mi dispiace ma non so dirle altro, non mi hanno detto di più” borbotta affranta.
“Va bene Jane, grazie, lasciamo passare questi giorni di festa e quando torneremo a lavoro ci organizzeremo. Passerò in ospedale a trovarlo ma intanto se lo senti salutamelo. Ci sentiamo presto. Ciao.”
“Certo signora, non mancherò. Buona giornata”
Riaggancio e la mia espressione sulla mia faccia la dice tutta: abbiamo una campagna da portare a termine ed era James ad occuparsene, il migliore.. e adesso come faccio?
“Bella, tutto bene? Mi sembri un po’ pensierosa”
“Eh, ah sì scusa, è che è successo un guaio a lavoro. James, il nostro migliore modellista della mia azienda, purtroppo è caduto sulla neve e si è ferito. La sua assenza sarà un bel problema per me” borbotto preoccupata.
“Mi dispiace, posso fare qualcosa per aiutarti?”
“Ti ringrazio tanto ma in questo momento non è necessario occuparci di questo.. invece potremmo prepararci qualcosa da mangiare e poi penserò ad una soluzione per il mio problema”.
 
Pranziamo tranquilli, con le cose che ci ha lasciato Alice in frigorifero e parliamo un po’ del mio lavoro.
Gli spiego di cosa mi occupo e che fare la stilista di moda è sempre stato il mio sogno fin da bambina.
Si rivela preoccupato per il mio problema.
“Troverò una soluzione, la campagna era a metà ed era solo James ad occuparsene perché è il più bravo nel suo lavoro, preciso, attento ai dettagli e molto puntuale con i lavori. Non sarà facile per me trovare qualcuno che lo sostituisca e lui non tornerà di certo molto presto. So cosa significa fratturarsi un polso e non è stato per niente piacevole”
Alle mie parole un pensiero riaffiora dal profondo del mio cuore, quel giorno in cui mentre pattinavo in cortile, sono caduta e i mei genitori mi hanno portata di corsa al pronto soccorso.
La diagnosi: frattura del polso.
Come ogni volta affogo in quei ricordi, rivivendoli e una lacrima abbandona i miei occhi.
Solitamente non mi permetto di mostrare questo mio lato ma a volte mi è inevitabile.
Siamo ancora seduti a tavola quando lui si alza e si avvicina per abbracciarmi.
Resto immobile e assorbo ogni suo gesto: una sua mano mi accarezza la schiena mentre l’altra avvicina la mia testa al suo petto.
“So cosa stai provando Bella, l’ho capito dal momento in cui mi hai fatto quel discorso sul tenersi stretti i propri ricordi ma con me non ne hai bisogno, ti posso comprendere più di quanto tu non creda”.
Mi stringe in quell’ abbraccio e come non succedeva da tempo mi lascio andare a quella sensazione di pace e comprensione che mi mancava.
E ad un tratto, un’idea completamente estranea a tutta la situazione, appare nella mia mente.
Come ho fatto a non pensarci prima.
Sciolgo con dispiacere l’abbraccio, sperando che in futuro si riproponga e gli faccio la proposta.
“Edward, ti andrebbe di lavorare per me, nella mia azienda?”
   
 
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