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Autore: The Bride of Habaek    29/06/2020    0 recensioni
"In guerra mi facevano più impressione i vivi, che i morti. I morti mi sembravano dei recipienti usati e poi buttati via da qualcuno, li guardavo come se fossero bottiglie rotte. I vivi, invece, avevano questo terribile vuoto negli occhi: erano esseri umani che avevano guardato oltre la pazzia, e ora vivevano abbracciati alla morte."
- Nicolai Lilin -
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Dreamer

"Ci hanno promesso che i sogni possono diventare realtà, ma hanno dimenticato di dirci che anche gli incubi sono sogni."
- Oscar Wilde -


C'è un grande prato verde, popolato da fiori variopinti e da una fauna selvaggia. Riesco a riconoscerla in lontananza, è la mia Saigon ed insieme a me c'è Aaron. Siamo distesi sull'erba e dialoghiamo in flebili sussurri, il vento ci accarezza la pelle mentre il sole ci riscalda con i suoi luminosi raggi. Ad un certo punto vedo Aaron flettersi su di me posando le mani sugli spigoli del mio viso, chiudo gli occhi e accolgo le sue labbra come fossero una benedizione. Tutto il rumore intorno a noi sembra essersi dissolto in quell'istante di estrema bellezza, il mio cuore batte all'impazzata come se volesse uscirmi dal petto. E' un angolo di Paradiso quello in cui ci troviamo, riesco persino a scorgere la mia vecchia casa, più simile ad una capanna che ad una casa vera e propria. Improvvisamente sopraggiunge un temporale e corriamo al riparo sotto una palafitta costruita dai miei genitori quando ero solo una ragazzina. Aaron mi stringe a sé zuppo dalla testa ai piedi. Avverto la sua felicità, è di poche parole ma i suoi occhi lasciano poco spazio all'immaginazione e non sono in grado di mentire. Al rumore della pioggia si aggiunge quello di uno sparo non molto distante dalla nostra postazione. Aaron guizza in piedi intimandomi di non muovermi e di rimanere a terra. Lo imploro di non andare, di non lasciarmi sola dicendogli che uscire dal ripostiglio nel cuore di una tormenta sarebbe stato come avventurarsi nella giungla bendati, ma lui non mi da ascolto ed esce. Sul fare della sera imbraccia un fucile d'assalto e si avvia verso l'esterno, sotto una pioggia torrenziale. In quel preciso istante sono immobilizzata dalla paura ma trovo lo stesso la forza di reagire afferrandolo di spalle. Lui mi spinge via, dicendo che non sarebbe stata né la prima né l'ultima battaglia che avrebbe combattuto in solitario. Poco dopo venne un altro sparo. Il suo sangue sparso sulla terra paludosa, il suo corpo riverso in una pozza privo di vita come un manichino. Sono uscita anch'io dal rifugio, dopo qualche esitazione, nel disperato tentativo di rianimarlo ma... la pallottola gli ha perforato i polmoni privandolo dell'ossigeno necessario per respirare. Resto accanto a lui confondendo le lacrime con la pioggia, scivolano giù nel ruscello sotto i nostri piedi. Urlo straziata sperando che qualcuno mi senta.
Il mio Amore è andato perduto.
"Aaron! Aaron!!"
"Cosa c'è? Ti senti male?"
Sentendo la sua voce riesco a tornale alla realtà, al letto a castello, alla mia prima notte da recluta.
"Ho fatto un sogno terribile!"
"Me ne sono accorto, ti ho sentita urlare nel cuore della notte, credevo che..."
Lo abbraccio istintivamente senza lasciarlo finire e lui mi ricambia allo stesso modo.
"Sono così felice che tu sia qui."
"Te la sentiresti di raccontarmelo?"
"Si, certamente!"
Narro l'intera vicenda tralasciando il particolare del bacio, finirebbe col capire troppe cose che ancora non ho avuto il coraggio di dirgli.
"Era solo un incubo Kim, ciò non toglie che noi soldati rischiamo la pelle ogni santo giorno."
Afferma lui giocherellando con le sue piastrine.
"Se la cosa può rasserenarti, non ho alcuna intenzione di morire. Significherebbe lasciarti sola in questa tana di lupi."
Ironizza lui riferendosi alle nuove leve.
"Dici che potrebbero sbranarmi?"
Gli domando reggendo il gioco.
"Finché li comanderà il sottoscritto non credo che si azzarderanno. Sempre se non vogliono assaggiare il mio destro!"
Esclama sollevandosi le maniche per mostrarmi i suoi tricipiti.
"Faresti tutto questo per me?"
"In verità vorrei fare molto di più."
Afferma scendendo la scala a pioli per tornare sulla sua branda.
"Ad esempio?"
"Sai che non sono un uomo di molte parole... preferisco i gesti, le dimostrazioni."
"Ciò m'incuriosisce ancora di più."
"Lo scoprirai presto Kim. Ora torniamo a letto."
La luce nella stanza si spegne e tutto torna come prima.
Staremo insieme per sempre non è vero?


 
   
 
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