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Autore: mar_seas    29/06/2020    1 recensioni
Pensieri e ricordi di Hermione, contrastata fra due grandi emozioni, e, come se non bastasse, un evento inaspettato la stupirà particolarmente.
È la prima volta che pubblico una mia storia, spero la possiate apprezzare :D
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao a tutti! Inizio col dire che è la prima volta che pubblico qua su efpfanfic, quindi ho preferito iniziare con una one shot. Spero abbiate tempo e voglia di recensire questa storia, mi dareste un grande aiuto! <3
I personaggi e i luoghi della storia sono stati creati da J.K.Rowling, gli eventi sono gli stessi dell’originale, a parte quelli inventati da me.

 

Quei giorni erano stati troppo stressanti per lei, abituata alla sua routine letteralmente priva di problemi nel campo dell’amore. Ma quella che stava vivendo non era proprio la sua giornata “tipo”. Si stava infatti dirigendo a passi svelti verso la biblioteca per distrarsi fino all’ora di cena. Chiunque avrebbe pensato che la sua tristezza fosse dovuta al fatto che il suo migliore amico e Lavanda Brown si erano messi insieme; tutti credevano che Hermione si fosse innamorata di Ron, ma solo lei sapeva che da più di un mese le cose erano cambiate. Tutto era iniziato una fresca mattina di novembre, mentre si stava svolgendo la lezione di pozioni; la piuma nuova di Hermione si muoveva velocemente sulla pergamena, lasciando dietro di se strisce nere d’inchiostro. Si sentiva osservata, ma non poteva permettersi di girarsi a guardare, non quando il professore era davanti a lei e la guardava con l’espressione severa di sempre. Le incuteva un certo timore, anche se da 6 anni era abituata a vederlo in qualunque momento con lo stesso sguardo. Ma lo gli occhi posati su di lei la metteva a disagio, quindi decise di approfittare di un momento in cui Piton era girato verso la dispensa per guardare verso i banchi dietro di lei. Guardò prima dalla parte dei Grifondoro, ma nessuno la stava fissando. Pensò che nessun Serpeverde avrebbe avuto motivo di guardarla, ma decise di girarsi lo stesso verso di loro e si stupì tanto che per poco non fece cadere il calamaio, che però barcollò facendo un po’ di rumore, richiamando l’attenzione del professore. Tornò a scrivere i suoi appunti, ma la testa era decisamente da un’altra parte. Non poteva credere a ciò che aveva visto, che quegli occhi congelati potessero mai posarsi su di lei. 

***

Ancora pensava a quel giorno, ma si era convinta che si fosse girato solo perché l’aveva vista muoversi

Ma allora perché nessun altro ti stava guardando?

Non sapeva dare risposta alle domande che le occupavano la mente, ma sapeva bene che quel giorno era stato fatale: la sera prima di addormentarsi e la mattina all’alba, pensava sempre alla stessa persona, che in 1 secondo aveva scacciato Ron e aveva preso il suo posto: Draco Malfoy. E, come se non bastasse, piano piano aveva trovato un piccolo spazio nella sua mente e si era insediato lì. 

Mi sa che quello spazio non è poi così piccolo…

Le scappò una risata, questa volta doveva dar ragione alla sua maledetta coscienza. Era presente durante tutto l’arco della giornata, 24 ore su 24, e occupava buona parte dei suoi sogni. Oh, i sogni! Addormentarsi dopo le lunghe giornate era molto piacevole, ma Hermione avrebbe preferito vedere cose diverse: prima sognava sempre di stare con Ron, fare un pic-nic in un prato insieme a Grattastinchi che si lasciava accarezzare come una dolce palla di pelo, oppure di andare la mattina al Ministero della Magia insieme a lui, salutarsi alle 8 e riabbracciarsi qualche ora dopo, per pranzare insieme. Solo pensare che le immagini create durante il sonno erano cambiate così tanto la sconvolgeva. Ogni notte era accompagnata da un sogno erotico, lei con Malfoy…. Oh, cosa cavolo le stava succedendo?! 
Era proprio per quello che stava andando verso la biblioteca: da sempre si distraeva insieme ai libri, trasportata dalle correnti di pagine e divertita dal labirinto di scaffali che occupava 4/5 della grande stanza: nella parte restante c’erano dei tavolini per leggere. Non avrebbe mai pensato di poter pensare a qualcosa all’interno delle pareti massicce che non fossero i libri, ma quel giorno, già incasinato, trovò una lettera fra le pagine di “Hogwarts, a history”:
 
 
Ti aspetto nella stanza delle necessità,
alle 20:00.
Sii puntuale.
anonimo

 
Rimase colpita e leggermente offesa: come si permetteva qualcuno a dubitare della sua puntualità? E poi chi era ad aver scritto la lettera? Pensò che fosse per qualcun altro, che lei aveva sbagliato a leggerla, così la ripose velocemente nel libro, ma si trovò a dover ammettere di aver commesso un errore: sul retro della busta erano state scritte le lettere che componevano il suo nome, con una certa grazia. Non conosceva nessuno che avesse una calligrafia così elegante. Ne rimase piacevolmente sorpresa e si decise ad andare alla stanza delle necessità all’orario stabilito.
Cenò velocemente, perché, anche se erano solo le 19.00, aveva paura di fare tardi, soprattutto per una questione di orgoglio, perché nessuno si poteva permettere di dire che lei non era puntuale: si sarebbe trovata davanti alla porta nascosta all’ora esatta, ne un minuto in più, ne un minuto in meno. E così fu, alle 20.00 era alla fine delle scale che portavano al 7º piano, ma non riuscì a fare un passo in più perché rimase sconvolta: una figura alta e snella era appoggiata alla parete, con un’aria annoiata, mentre creava dei piccoli ghirigori colorati con la bacchetta. Si nascose dietro la colonna, respirò piano per calmarsi e per acciuffare al volo il suo cervello che era scappato per qualche secondo: per affrontarlo doveva riacquisire la sua solita lucidità. Passò un minuto, che a lei sembrò un’eternità, poi si decise ad andare da lui.

Dovevi tornare indietro, perché stai andando da lui?!

“Sono una Grifondoro, noi affrontiamo il pericolo, non siamo vigliacchi” pensò in risposta.

Dannato orgoglio grifondoro!

Sentì di aver vinto la battaglia contro la sua coscienza, il che le diede coraggio per affrontare il ragazzo che era sempre più vicino. Lui non si era accorto della sua presenza, così rimase sorpreso di vederla.

“Hey, come va?” Il tono non era di disprezzo, il che spiazzò Hermione, ma non si scompose e rispose come al solito.
“Tutto bene…perché me lo chiedi?” 
“So che non ti saresti aspettata di trovarmi qui, ma ho bisogno di ripetizioni” Non la degnava di uno sguardo, continuava a osservare le curve della sua bacchetta.
“Potevi chiederlo a chiunque, anche se non ne hai bisogno. Sei abbastanza bravo in tutte le materie, c’è da dire però che non lo sei quanto me” Sentiva di dovergli ricordare che lì lei era quella intelligente e che se voleva ripetizioni, cosa a cui non credeva molto, non doveva disturbarla e doveva seguire i suoi comandi.
“Si, ma proprio perché tu sei la più brava ho chiesto a te. Andiamo dentro, potrebbero vederci e non voglio che pensino che sto con una mezzosangue o robe del genere” disse aprendo la porta che aveva fatto comparire precedentemente. Ma all’occhio attento di Hermione non sfuggì lo sguardo dell’altro, non che fosse diverso, ma aveva come l’impressione che le sue pupille si fossero dilatate. Non era una persona paranoica, quindi entrò nella stanza seguita dal ragazzo senza badare a quel dettaglio e iniziò a ripassare con lui trasfigurazione.

***


La parte sottolineata (“Hogwarts, a history”) è il titolo inglese di “Storia di Hogwarts”.
Per chi non lo sapesse, quando si osserva o si pensa alla persona che ci piace le pupille si dilatano leggermente.
 
  
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