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Autore: NIHAL_JOHNSON    30/06/2020    3 recensioni
Lo schiaffeggiò con forza, “coraggio Fred, non puoi andartene, reagisci! Respira!”
Gli soffiò un’ultima volta di getto in bocca, a lungo, poi lo colpì sul petto con tutta la forza che aveva, esattamente sul cuore; che riprese a battere di colpo.
Fred sbarrò gli occhi e spalancò la bocca, annaspando in cerca di aria fresca e nuova.
Fece un verso strozzato e si piegò di lato tossicchiando, tra le braccia di George, che scoppiò a ridere e piangere per lo spavento e la gioia contemporaneamente; abbracciando il gemello con foga.
“Georgie…” bisbigliò senza forze, la voce rotta.
“Freddie, sei vivo, credevo di averti perso per sempre…”
Hermione si lasciò cadere all’indietro seduta, appoggiandosi sulle mani al pavimento, respirando affannosamente per il terrore, e la paura di perderlo. Si mise una mano sul cuore.
Fred si tirò appena su con la testa, tenendosi a George, che non lo mollava e guardò la ragazza impolverata e insanguinata accanto a lui, sorridente. Ce l’aveva fatta.
“Non vedevi l’ora di vedermi senza maglietta, eh Granger?” Domandò malizioso alzando le sopracciglia, non riuscendo a trattenersi, quando si vide mezzo spogliato. “Ammettilo, hai fatto tutto questo per vedermi nudo…”
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO 1- PROLOGO
 
 
 
 
 
 
Hermione, svelta, scattante, i capelli legati in una coda bassa scompigliata, il volto sporco di fuliggine, un taglio sul labbro; la giacca di jeans sopra alla felpa rosa scuro, l’aria sicura, si muoveva nel mezzo della battaglia.
Era appena tornata dalla Camera dei Segreti con Ron, si erano baciati, era stato un momento d’impeto.
Si erano rivelati il loro amore che nascondevano da tanto tempo, ma il bacio non era stato come Hermione se lo aspettava: travolgente, da mozzare il fiato, far tremare le gambe e la testa, passionale. No, niente di tutto questo.
Era stato casto, Ron era stato delicato, premuroso si può dire, e questo aveva suscitato in Hermione solo fastidio.
Si sentiva in colpa per quel pensiero, ma non poteva farci nulla.
Avrebbe voluto che l’afferrasse, che con quel bacio le facesse capire quanto l’aveva desiderata per anni; avrebbe voluto sentire le budella contorcersi e toccare il cielo con un dito, superando i chilometri che li separavano dall’aria aperta. Invece non aveva sentito nulla di tutto ciò.
Ma non c’era tempo per pensarci ora, la battaglia non era finita.
Si fece strada tra la folla del piano terra, alla ricerca di Harry. Ron si allontanò appena, e lei rimase indietro, nel grande atrio.
Schivò un incantesimo di un Mangiamorte, “Stupeficium!” Gridò pronta e lo Schiantò con violenza contro il muro.
Si voltò di scatto quando udì delle voci molto famigliari dietro di lei: Fred, George e Percy stavano combattendo coraggiosamente, contro altri tre Mangiamorte che gli davano parecchio filo da torcere.
Uno dei due gemelli, da lontano non li distingueva bene, ne Schiantò uno alle sue spalle, con un colpo secco, ruotando il braccio dietro di lui. Il Mangiamorte strisciò sul pavimento e si scontrò con la schiena sul muro dietro di loro.
Alzò la testa e vide che il soffitto tremava pericolosamente, pieno di crepe e buchi. Sorrise malvagio, la bocca piena di sangue e alzò la bacchetta in aria, sopra la sua testa, puntata al soffitto pericolante.
Hermione seguì il suo sguardo e capì quello che voleva fare. George e Percy erano spostati, ma Fred era esattamente sotto quel pezzo di muro che si stava crepando sopra di lui.
“Fred attento!” Gridò, ma lui non la sentì, preso com’era a combattere e rispondere agli attacchi, così lei si gettò nella sua direzione senza paura.
“Hai davvero fatto una battuta, Perce... l'ultima che ti avevo sentito fare era...”
“BOMBARDA!”
L'aria esplose. 
Il soffitto crollò in un secondo, ma Hermione era già accanto a Fred, lo spintonò via con tutta la forza che aveva, dandogli una possente spallata.
Caddero di lato insieme, furono ugualmente colpiti dalla frana, ma non centrati in pieno.
“Fred No!” Gridò la voce di George.
Ad Hermione cadde un frammento appuntito sulla schiena, e la sentì bruciare terribilmente, strizzò gli occhi, cercando di ignorare il dolore. Sentì il sangue scorrere sotto la maglia, ma non ci fece caso, si rialzò dalle macerie, che avevano alzato un grande polverone bianco.
Tossì un paio di volte e raggiunse Fred a terra, privo di sensi. Era stato sotterrato dalle macerie, ma non era stato preso in testa per fortuna, aveva solo una grande ferita sulla fronte e la guancia, che gli attraversava il volto insanguinato. Ma era schiacciato da un grosso masso sul petto e l’addome.
George era accanto a lui, sotto shock, e cercava di spostare il masso senza successo. Hermione corse in suo aiuto, e insieme a Percy lo spostarono di lato con un verso di sforzo.
Le macerie rotolarono via, e Fred fu libero; ma era immobile, gli occhi chiusi, pallido. Il petto non si muoveva.
George iniziò a piangere, scuotendolo. “Fred? Freddie? Mi senti? Sono George, svegliati…”
Gli fece un incantesimo di guarigione, ma era troppo sconvolto, scoppiò in lacrime. Hermione scosse la testa con decisione, scacciando via la paura, e decise di agire.
Si inginocchiò accanto al volto di Fred e prese il volto straziato di George tra le piccole mani, costringendolo a guardarla negli occhi.
“George, ascoltami. Devi aiutarmi. Forse possiamo salvarlo.”
George la guardò sconvolto, senza sapere cosa fare.
“Aprigli la casacca.” Ordinò la ragazza svelta, non c’era un attimo da perdere.
George obbedì e con un colpo secco strappò il tessuto della casacca verde di Fred, insieme alla camicia che portava sotto.
Rimase a petto nudo, Hermione cercò di ignorare la ferita che si intravedeva e sorgeva e sgorgava appena sotto il busto. Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro.
“Tienigli la testa così, ecco bravo così.” Si gettò su di lui, chiudendogli il naso, e ispirando aria nella sua bocca semi aperta, poi si tirò su e premette con forza sul suo cuore, le mani congiunte.
“Che fai?”
“Una mossa di rianimazione babbana… coraggio Fred coraggio…” fece la ragazza, ripetendo la stessa azione. Contò a mente i secondi che andavano lasciati passare tra una manovra e l’altra, come aveva imparato.
“Fred,” sussurrò George senza forze, gli occhi lucidi, “svegliati, ti prego.” Guardò ancora Hermione che non demordeva, né rallentava, sicura, svelta, e precisa.
L’ammirò come mai prima aveva ammirato qualcuno, vedendo come si concentrava e cercava di fare tutto per salvare il suo gemello, la sua metà.
“Eddai Fred, respira cazzo! Respira!” Soffiò ancora aria nella sua bocca, poi riprese fiato e premette con violenza sul suo petto, sbattendo quasi i pugni. Le venne da piangere, non stava funzionando.
Le lacrime iniziarono a scorrerle sul viso, ma lei non si fermava. Osservava il suo volto immobile, gli occhi chiusi, e si rese conto di quanto fosse bello anche così, indifeso per la prima volta in vita sua. Di come lo era sempre stato, da togliere il fiato.
I capelli rossi lunghi che ricadevano in ciocche ribelli sulla fronte e il collo, gli occhi verdi brillanti, la bocca sempre increspata in quel sorriso sghembo e malandrino. Le lentiggini sul naso, le fossette sulle guance ora pallide da far paura; il suo corpo scattante, asciutto, ben definito. E poi il suo meraviglioso sorriso, da fari girare la testa, come infatti accadeva a metà corpo studentesco femminile di Hogwarts, se non di più.
Nonostante li trovasse entrambi fastidiosi, irritanti, troppo provocanti e maliziosi, amava la loro gioia, generosità infinita, e bravura nel far ridere in ogni momento possibile.
E nel vederlo così, immobile, silenzioso, rilassato, ma senza vita, rimpianse tutte le volte che lo aveva rimproverato per i suoi scherzi o una sua battuta maliziosa.
Si scoprì a rivolerlo indietro, a continuare a vivere, scherzare, ridere con George.
No.
Non sarebbe morto. Non lo avrebbe permesso.
Lo schiaffeggiò con forza, “coraggio Fred, non puoi andartene, reagisci! Respira!”
Gli soffiò un’ultima volta di getto in bocca, a lungo, poi lo colpì sul petto con tutta la forza che aveva, esattamente sul cuore; che riprese a battere di colpo.
Fred sbarrò gli occhi e spalancò la bocca, annaspando in cerca di aria fresca e nuova.
Fece un verso strozzato e si piegò di lato tossicchiando, tra le braccia di George, che scoppiò a ridere e piangere per lo spavento e la gioia contemporaneamente; abbracciando il gemello con foga.
“Georgie…” bisbigliò senza forze, la voce rotta.
“Freddie, sei vivo, credevo di averti perso per sempre…”
Hermione si lasciò cadere all’indietro seduta, appoggiandosi sulle mani al pavimento, respirando affannosamente per il terrore, e la paura di perderlo. Si mise una mano sul cuore.
Fred si tirò appena su con la testa, tenendosi a George, che non lo mollava e guardò la ragazza impolverata e insanguinata accanto a lui, sorridente. Ce l’aveva fatta.
“Non vedevi l’ora di vedermi senza maglietta, eh Granger?” Domandò malizioso alzando le sopracciglia, non riuscendo a trattenersi, quando si vide mezzo spogliato. “Ammettilo, hai fatto tutto questo per vedermi nudo…” azzardò beffardo, strizzandole l’occhio, Hermione suo malgrado scoppiò a ridere, come Fred, che però si bloccò improvvisamente, tenendosi la ferita dell’addome, con un verso di dolore.
Hermione sbuffò non sapendo se essere preoccupata o divertita, tutti e due probabilmente, “sei stato punito per la tua sfacciataggine…” commentò acida, ma si avvicinò a lui, “una cena sarebbe d’obbligo,” scherzò baciandogli la fronte.
Fred a quel contatto si animò di una luce nuova, mai provata. Il suo corpo fu scosso da brividi di piacere, e fu inondato da una sensazione nuova sconosciuta, che non riuscì a identificare, come un grande calore dentro di lui.
George premette con forza la sua giacca arrotolata sulla ferita. Ne aveva una anche alla gamba e sul viso, sporco di sangue che gocciolava.
Tossì ancora, aprendosi in una smorfia di puro dolore, George lo tranquillizzò, ma Fred non demorse.
“Vuoi uscire a cena con me?” Chiese Fred sorpreso, schiudendo poi le labbra in un sorriso furbo, seguendo con lo sguardo la ragazza che si alzava in piedi, recuperando la sua bacchetta, sotto lo sguardo divertito di George.
Hermione stava per rispondere qualcosa, ma un Mangiamorte dietro di lei si avvicinò pericolosamente.
“Hermione!” Gridarono Fred e George per avvertirla.
La ragazza prontamente si voltò di scatto, “Protego!” E la maledizione si bloccò fermata dallo scudo. Hermione mosse la bacchetta e con un incantesimo non verbale Schiantò il Mangiamorte.
Fred alzò le sopracciglia colpito, era così bella, fiera, e senza paura. L’ammirò con tutto sé stesso.
Era sempre stata così bella Hermione? Ma certo che si…
Hermione sentì chiamarsi da lontano, era Ron, aveva trovato Harry. La ragazza sorrise per un’ultima volta ai gemelli, “portatelo in Sala Comune,” disse rivolta a George e Percy, “lo curerà Madama Chips come si deve.”
E se ne andò a grandi passi verso Ron.
“Facciamo sabato sera allora?” Le gridò dietro Fred, voltando la testa, ancora steso a terra; il tono sarebbe dovuto uscire fuori scherzoso, ammiccante, invece risultò serio e speranzoso.
Lei si voltò a guardarlo divertita, e sorrise scuotendo la testa, “non ci contare.”
Fred imprecò a bassa voce per quello scivolone, non era da lui, e con rammarico la guardò gettarsi nelle braccia di Ron, e correre via.
Fred nel fare quel movimento, aveva ruotato troppo il busto e aveva avvertito un’altra fitta attraversargli l’addome e il petto.
Si rigirò a pancia in su affaticato, con un verso strozzato, gli occhi chiusi e prese un profondo respiro.
“Calmati Dongiovanni,” lo schernì George, che ancora gli teneva la testa sulle gambe, “pensiamo a curarti prima di pensare all’amore.”
“Amore?” Sbuffò Fred dolorante, “ma figurati, per quello scricciolo so tutto io? Le piacerebbe…” Fece ironico.

“A me sembra che sia stata lei a declinare il tuo di invito…” sottolineò George, felice di poter infastidire il gemello, nonostante avesse sfiorato la morte solo pochi secondi prima. Ma loro erano fatti così.
Fred si sentì pungere nell’orgoglio. “Impossibile, nessuno dice di no a Fred Weasley.”
George rise.
“Qualcuno ha una barella?” Domandò poi ad alta voce a chiunque in ascolto, per cambiare discorso. “No? Nessuno?”
George alzò lo sguardo al cielo, borbottando qualcosa di molto simile a: “a me quello però è sembrato un rifiuto bello e buono…” beccandosi un debole colpo sulla spalla dal basso da Fred, che sbuffò affranto, mentre qualcuno veniva in loro soccorso.
Un’altra fitta di dolore gli attraversò il corpo, soprattutto all’altezza di quella più profonda, su cui George ancora premeva il pezzo di stoffa strappato dalla sua casacca.
Vide tutto sfocato, la mente gli si annebbiò, e perse i sensi per il dolore. Il suo ultimo pensiero prima di svenire andò ad Hermione, a quella ragazzina di cui non aveva mai visto la vera bellezza, e che gli aveva appena salvato la vita.
 
 
 
 
 Nota dell'autrice: Ciao a tutti, non pensavate di rivedermi così presto eh? Ho fatto un piccolo esperimento stasera. Ieri ho finito di scrivere la mia prima fan fiction completa su Fred ed Hermione: "Lo scambio che li fece innamorare."
Mi sono innamorata dei personaggi e della storia che ho creato, e non appena ho finito, ne ho sentito già troppo la mancanza. E così ho iniziato a pensare ad una storia completamente nuova, sempre su di loro, ma ambientata dopo la Guerra. So che è presto, ma mi sono buttata a capofitto in questo nuovo progetto, scrivendo il prologo, per vedere come va. 
Ho molte idee carine e nuove in mente per i due, anche se sono un po' spaventata di poter essere ripetitiva, avendone appena finita una così lunga e intensa, con gli stessi personaggi. Nel caso chiedo perdono... ma non ho resistito. 
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate di questa mia pazzia. 
baci <3
   
 
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