Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: MissChiara    30/06/2020    0 recensioni
Questa raccolta partecipa alla challenge "Slot machine!" indetta da Juriaka sul forum di EFP ed è composta da storie che coprono vari generi e rating a seconda dei prompt forniti di volta in volta dalla challenge stessa.
Dal momento che ogni capitolo costituisce un racconto a sé stante, ho inserito le specifiche all'inizio di ognuno di loro.
Tutte le storie fanno parte dell'arco narrativo di Diamond is unbreakable. Per il resto, è difficile fare una presentazione soddisfacente di una raccolta che, a dire il vero, non so fin dove mi porterà. Posso solo dirvi che l'elemento comune sarà l'originalità dell'universo di Jojo, che spero di essere in grado di rendere degnamente.
Ultimo aggiornamento: cap. 4 - Se non adesso, quando?
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Josuke Higashikata, Koichi Hirose, Rohan Kishibe, Yukako Yamagishi
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL FRUTTO PROIBITO

 
Prompt 16: Yukako e Tonio restano bloccati in ascensore. Yukako è claustrofobica.
 
Genere: generale, slice of life
Tipo di coppia: nessuna, ma ho dovuto inserire un bacio perché se no non dormivo tranquilla!
Personaggi: Yukako Yamagishi, Tonio Trussardi
Note: Yukako non è claustrofobica, ma in questa storia doveva esserlo necessariamente a causa del prompt. Di conseguenza anche il suo comportamento è fuori dai canoni, per il fatto che Yukako deve agire coerentemente con la sua fobia. Ma in fondo Yukako è isterica e imprevedibile, quindi si tratterà veramente di OOC?
Avvertimenti: OOC
Rating: verde
 
 
 
Tonio era decisamente troppo distante per intervenire, quando la vide inciampare. Una mela rotolatagli via dalla sporta della spesa, una piccola distrazione da parte della ragazza e… oplà, Yukako era caduta a terra. Malamente, per quel poco che Tonio ne capiva di storte.
La prima cosa che gli venne in mente fu che se solo avesse avuto a portata di mano un frutto di cherimoya, magari macinato, avrebbe potuto mescolarlo con l’acqua della fontanella lì vicino e, grazie a Pearl Jam, preparare sul posto un unguento miracoloso per dare sollievo a quel tipo di distorsione; ma siccome non era così semplice trovare lì per lì un cherimoya, a meno di abitare  sulle Ande, lo chef optò per un aiuto più concreto e corse verso la ragazza per prestarle soccorso.
«Dio mio, scusami! È colpa mia! La borsa era troppo piena e mi è scivolata!» esclamò preoccupato.
«No, si figuri signor Trussardi, sono io che avevo la testa fra le nuvole…»
«Ti fa molto male?» chiese l’uomo, guardando con preoccupazione la caviglia della ragazza che cominciava già a gonfiarsi.
«Cosa? No, non mi sono fatta nien… AHIA!»
«Come pensavo, ti sei presa una bella storta.»
«Questa non ci voleva! Devo andare a trovare mia nonna. Abita proprio in quell’edificio là, mancava così poco!»
«Intanto togliamoci da qui. Ce la fai ad alzarti?»
Yukako ci provò, ma un’altra fitta alla caviglia la fece ripiombare a terra troncando a metà un’esclamazione ben poco femminile.
«Mi sa di no…»
«Vieni, ti aiuto io.»
E così dicendo Tonio la prese in braccio, sollevandola senza apparente sforzo, se non che… Yukako cominciò a strillare come un’aquila di rimetterla giù. Lo chef, sorpreso dalla reazione e imbarazzato dalle occhiatacce che gli stavano rivolgendo i passanti, mollò immediatamente la presa con il braccio con cui la stava reggendo sotto le ginocchia e i piedi della ragazza sbatterono pesantemente sul marciapiede, strappandole un altro gridolino.
«Ehm… volevo solo aiutarti… vedi che non ce la fai da sola?»
«Mi scusi, mi scusi! Mi è venuto d’istinto.» ribattè lei. «Se Koichi venisse a sapere che un altro uomo mi ha preso in braccio, potrebbe fraintendere!»
Dopo un momento di riflessione, Yukako sospirò.
«Va bene, mi dia una mano, non posso rimanere qui tutto il giorno.»
Tonio l’aiutò nuovamente ad alzarsi, ma questa volta le passò un braccio attorno alla vita per sorreggerla, prendendo la borsa della spesa con l’altra mano, mentre la ragazza gli si aggrappò alle spalle. Lo chef notò che Yukako aveva un’espressione insofferente sul volto ed evitava di guardarlo, sbuffando seccata di tanto in tanto.
«Cosa c’è? Il dolore è troppo forte?»
«No, finché non appoggio il piede non lo sento.»
«E allora perché quella faccia?»
«Devo fare finta che ci sia costretta, altrimenti Koichi non so come la prenderebbe se vedesse che la sto abbracciando!»
Tonio non sapeva se scoppiare a ridere o sentirsi offeso. Praticamente, la ragazzina lo stava trattando alla stregua di un molestatore! Ma siccome non era tipo da arrabbiarsi, salvo quando qualcuno entrava nella sua cucina senza le dovute precauzioni, preferì la prima alternativa e scosse la testa divertito, mentre le labbra gli si incurvavano in un sorriso scoprendo parte del biancore dei denti.
«È quel palazzo con il portone rosso, vero?» chiese, tanto per cambiare discorso.
«Sì, esatto. Mia nonna ha sicuramente del ghiaccio e qualcosa per le contusioni. Mi basta che mi accompagni fin lì.»
Così, un po’ camminando un po’ saltellando, riuscirono ad arrivare all’edificio in cui viveva la nonna di Yukako.
«Bene, sei a posto. Ora non dovrebbero esserci più problemi. Vedrai che con il ghiaccio ti sentirai  meglio.» disse Tonio una volta giunti davanti all’ascensore, sorridendo per incoraggiarla.
Yukako però non parve affatto sollevata. Anzi, Tonio notò che aveva cominciato a tremare leggermente e sembrava agitata per qualche ragione che non riusciva a capire.
«A dire il vero un problema c’è eccome, e bello grosso.» rispose infatti Yukako. «È per questo che prima ho detto che questa non ci voleva! Vede… io soffro di claustrofobia, quando vengo a trovare mia nonna non prendo mai e poi mai l’ascensore.»
Tonio, che non desiderava altro che proseguire per la sua strada e terminare di fare la spesa entro l’orario di riapertura della trattoria, realizzò che quella disgraziata di una mela che aveva avuto la pessima idea di rotolare fuori dalla sporta nel momento meno opportuno gli sarebbe costata più del previsto. Però non poteva certo andarsene come se niente fosse, era chiaro che Yukako avesse bisogno di aiuto. In fondo era colpa sua se si trovava in quella situazione, non sarebbe stato gentile abbandonarla lì ad arrangiarsi da sola.
«Posso provare a portarti in braccio fino all’appartamento di tua nonna… se ritieni che Koichi non se la prenderà.»
Naturalmente l’ultima frase era stata pronunciata tanto per sdrammatizzare un po’, ma Yukako non parve cogliere l’ironia.
«No, credo che possa andar bene, qui non ci vedrà nessuno.» rispose seria.
Tonio sentì di nuovo il bisogno di ridere ma si trattenne; non sapeva come l’avrebbe presa l’altra, che sembrava avere molto a cuore l'opinione del suo amato.
«Benissimo, fino a che piano ti porto?»
«Al ventesimo.» rispose la ragazza senza battere ciglio.
Tonio realizzò di essere stato un po’ troppo precipitoso. Va bene essere cavaliere, ma qui si stava esagerando. A meno che…
«È una battuta, vero?»
«No, affatto.»
Ecco, appunto. Senza dubbio Yukako aveva un bel caratterino! Tuttavia era fuor di dubbio che occorresse trovare un’altra soluzione, era abbastanza certo che non sarebbe riuscito a trasportare una ragazza alta quasi quanto lui per venti piani senza stramazzare a terra... o senza impiegarci tutto il pomeriggio a forza di soste a metà strada.
«Senti, sono desolato ma dobbiamo trovare un altro modo.»
«Perché?» chiese lei con candore.
«Perché… perché potremmo scivolare e peggiorare la situazione.»
«D’accordo. Allora cosa proponi?»
«Dobbiamo prendere l’ascensore. Non ci metterà molto, e non sarai da sola, verrò anch’io.»
«No, questo non è proprio possibile.» tagliò corto lei. «Non ha idea di come potrei reagire. Nemmeno io so cosa potrebbe capitare se andassi nel panico.»
«Io invece credo che andrà tutto bene. Chiuderai gli occhi e ti terrò la mano, non vedrai nulla, non ti accorgerai nemmeno di essere al chiuso. E potrai perfino raccontare a Koichi di essere riuscita a prendere l’ascensore.»
Quest’ultima ragione parve motivare maggiormente Yukako, che alla fine si lasciò convincere. Tonio dentro di sé tirò un sospiro di sollievo e premette il bottone di chiamata; presto avrebbe potuto tornare a dedicarsi alla spesa.
Le porte dell’ascensore si aprirono. Yukako chiuse gli occhi e lo chef la guidò all’interno, premendo poi il bottone del ventesimo piano. Quando l’ascensore si mosse la ragazza sobbalzò, ma si impose di tenere gli occhi chiusi e di respirare regolarmente. Tonio avvertì la stretta sulle sue mani farsi più forte e notò le palpebre strizzate di Yukako, che evidentemente ce la stava mettendo tutta per non farsi prendere dal panico.
Guardò l’indicatore dei piani: bene, erano quasi a metà strada e stava andando tutto liscio!
Nemmeno il tempo di pensarlo che l’ascensore diede un forte scossone, per poi bloccarsi tra il decimo e l’undicesimo piano.
Yukako spalancò gli occhi e, trovandosi chiusa in quello spazio ristretto, questa volta non riuscì a fermare l’ansia. Si buttò addosso a Tonio nascondendo il viso contro il suo petto ed emettendo gemiti inconsulti.
«Non è nulla, si è solo fermato, vedrai che ora riparte. Basta ripremere il bottone.» disse nell’intento di tranquillizzarla, imprecando contemporaneamente dentro di sé. Quel dannato ascensore aveva scelto di fermarsi proprio nel momento sbagliato!
Provò a raggiungere la pulsantiera, ma non riuscì ad arrivarci perché Yukako lo teneva bloccato contro la parete opposta con una forza sorprendente.
«Yukako, devo premere il bottone, dovresti spostarti un po’.» provò a dire.
«NOOO! Non mi lasci qui!» strillò lei, abbarbicandoglisi ancora di più addosso.
«Lasciar…ehm…no, mi bastano venti centimetri, non vado da nessuna parte…»
Tonio provò a spostarsi, ma la ragazza lo tenne fermo sul posto e non riuscì ad avanzare nemmeno di un centimetro.
«Ok, proviamo così, allora. Fai un passo indietro, io ti seguo, così riesco ad arrivarci.»
Tonio riuscì finalmente a raggiungere la pulsantiera e provò a ripremere il bottone del ventesimo piano, ma il tentativo purtroppo si dimostrò vano, così come per tutti gli altri bottoni. L’ascensore sembrava essersi guastato definitivamente. Non gli rimaneva che premere il bottone di emergenza, e per fortuna dopo pochissimo tempo una voce rispose all’interfono chiedendo loro quale fosse il problema.
«Siamo rimasti bloccati al decimo piano, non riusciamo a far ripartire l’ascensore. Potreste mandare al più presto un tecnico?»
«In effetti quell’ascensore mi risulta scollegato dalla centralina. Provvedo immediatamente ad avvisare un tecnico,» rispose la voce, «ma ci vorrà un po’ di tempo. Nei week-end, quello di turno più vicino a voi arriva dalla città di S, a circa un’ora di macchina.»
«Sta scherzando?!» ruggì Yukako con una curiosa voce tra l’ira e la disperazione.
«Ehm… purtroppo sono le regole, signorina. Nel frattempo, niente paura! L’ascensore non è a tenuta stagna e c’è ricambio d’aria. Buona giornata!»
A quelle parole Tonio sudò freddo, già presagendo cosa sarebbe successo. Yukako infatti non prese bene la prospettiva di passare almeno un’ora in quella scatola di metallo e diede in escandescenze peggio di prima, con l’aggravante che ora al panico si era aggiunta una furia preoccupante e la ragazza prese a imprecare a voce alta battendo con i pugni sulle pareti. Mentre Tonio cercava disperatamente di trovare una soluzione per arginare la situazione la luce saltò, lasciando i due nel buio più completo.
Yukako si zittì all’istante, ma il silenzio durò poco perché dopo appena pochi secondi cominciò a chiamare aiuto urlando a gran voce.  Fu in quel momento che Tonio si sentì afferrare saldamente da qualcosa che non erano le braccia della ragazza. I suoi occhi non si erano ancora abituati all’oscurità, ma anche in quella situazione poteva capire di cosa si trattasse: erano capelli, che, simili a cavi d’acciaio, lo stavano stringendo in una morsa ferrea bloccandogli le braccia e le gambe. Yukako, a causa del panico, aveva scatenato Love Deluxe e lo stava lentamente stritolando come un serpente boa, e Pearl Jam era troppo debole per contrastarlo.
Tonio gridò di dolore ma, oltre a non essere di nessun aiuto per far tornare Yukako in sé, ebbe come conseguenza che quella massa infinita di capelli gli penetrò perfino in bocca rischiando di soffocarlo. Lo chef tirò giù mentalmente tutti i santi del paradiso, compreso San Gennaro della sua amata Napoli: non poteva crederci, stava rischiando seriamente di essere ucciso e tutto era partito da una stupida mela!
L’unica speranza era di riuscire a raggiungere la scatolina di metallo che teneva nella tasca dei pantaloni, e le caramelle calmanti preparate con Pearl Jam che vi erano contenute. In quel momento non poteva usare le mani, però il suo stand, proprio perché era così piccolo, sarebbe riuscito a intrufolarsi tra i capelli e a infilarsi nella tasca per fare il suo dovere.
E infatti, poco dopo Tonio avvertì che uno dei piccadilly che formavano Pearl Jam stava trasportando una delle preziose caramelle. Lo guidò fino alla bocca di Yukako e riuscì a infilargliela tra le labbra, ma scoprì che la ragazza aveva i denti serrati e non c’era verso di fargliela mangiare.
Tonio, allo stremo delle forze, decise di giocare il tutto per tutto e si gettò verso di lei.
«Non ti preoccupare, Koichi non lo saprà mai.» le disse subito prima di posarle le labbra sulle sue e spingerle con la lingua la caramella in bocca, facendogliela inghiottire.
Appena pochi secondi e Yukako si accasciò sul pavimento, mentre Love Deluxe, dopo un ultimo scossone che sbalzò Tonio contro la parete, si ritirò, permettendo finalmente all’uomo di ossigenare i polmoni.
Paradossalmente, la spinta rimise in moto l’ascensore, che arrivò al ventesimo piano senza ulteriori intoppi.
Lo chef si massaggiò le braccia intorpidite, e dopo essersi accertato di essere ancora tutto intero sollevò la ragazza addormentata e la trasportò fino alla porta dell’appartamento della nonna di Yukako. Suonò il campanello e quando l’anziana signora gli aprì le spiegò brevemente la situazione lasciando la ragazza alle sue cure. Poi recuperò la sporta della spesa, si sistemò il cappello da cuoco, dal quale si separava raramente, e se ne andò senza attendere che Yukako si riprendesse; considerando il suo temperamento, era più prudente non essere presente quando si sarebbe risvegliata e si fosse ricordata che era stata baciata.
Scese usando le scale e, una volta in strada, si avviò verso il negozio del suo verduriere preferito: doveva ancora comprare un chilo di friarielli prima di tornare alla trattoria e cominciare finalmente a cucinare per il menù della sera.
 
 
 
 
 
 
Il mio angolino
Trallallà!
Non avevo niente da dire, ma dovevo riempire questo spazio.
Pace e amore ^^
E non dimenticate di mangiare i broccoli!
 
LA MIA LISTA DEI PERSONAGGI (vedere primo capitolo per le specifiche della challenge)
  1. Rohan Kishibe
  2. Josuke Higashikata
  3. Yukako Yamagishi
  4. Koichi Hirose
  5. Jotaro Kujo
  6. Stray Cat
  7. Tonio Trussardi
  8. Okuyasu Nijimura
  9. Mikitaka Hazekura
  10. Reimi Sugimoto
 
Prompt originario del presente capitolo… e mie considerazioni in proposito
 
3 e 7 restano bloccati in ascensore. Uno dei due è claustrofobico. (Perché un claustrofobico dovrebbe prendere un ascensore? Nella mia testa l’ho giustificato dicendo che aveva preso una storta alla caviglia).
 
Io quando ho letto il prompt: “3 e 7. Fa che siano Josuke e Rohan, fa che siano Josuke e Rohan!” (Già mi immaginavo una scenetta consolatoria tutta fluff, condita da adeguata dose di battute al vetriolo da parte di Rohan indipendentemente dal ruolo ricoperto).
Leggo la lista: Yukako e Tonio.
EEEEEEEEH? E ora come faccio?! Come cavolo li faccio interagire, questi due?!
Sì, è stata dura, devo ammetterlo XD Ma indubbiamente divertente. Anch’io voglio una caramella da Tonio!
   
 
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