Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Cida    30/06/2020    15 recensioni
Regole vecchie di secoli ed una studiata crudele vendetta riusciranno ad impedire a due spiriti affini di incontrasi, imparare a conoscersi e, perché no, ad amarsi?
Nota *Non tiene conto degli avvenimenti di Frozen 2*
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il Ciclo delle Stagioni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 9

Capitolo 9

Autunno – Minuetto


    Un colpo di bastone andò a schiantarsi contro ad un finto uomo di legno e paglia.
Perché doveva essere così complicato?
*Boom*, altro colpo.
Perché la sua testa doveva essere così vuota?
*Boom*.
Perché non riusciva a ricordare?
*Boom*.
L’aveva capito da un po’ che la regina sapeva più di quanto volesse fargli credere ma perché non gli dava modo di parlarle?
*Boom*, *boom*.
Perché doveva essere così incredibilmente, maledettamente testarda?
*Boom*, *boom*, *boom*.
«Ehi, ehi…» lo interruppe una voce alle sue spalle «Oserei dire che quel fantoccio è morto e stramorto»
Jackson riprese fiato, il sudore ad imperlargli il viso, il torace e le braccia «Principe Kristoff… scusate se mi sono permesso di venire qui ma avevo decisamente bisogno di sfogarmi»
«Questo lo vedo» disse lui, trattenendo a stento una risata «Ma temo non basti per sconfiggere i vostri fantasmi dai capelli biondi»
Se possibile, le guance dell’altro uomo s’imporporarono ancora di più, solo che questa volta poco aveva a che fare con la fatica dell’allenamento «E’ così evidente?»
«Temo proprio di sì…» gli confermò quello, a braccia conserte.
«Ma perché non mi dà modo di parlarle? Avrei così tante cose da chiederle, capisco che lei sa delle cose…»
«Quando vuole, Elsa sa farla davvero bene la regina dei ghiacci, no?» cercò di sdrammatizzare il biondo ma Jackson non sorrise.
«Forse non sono abbastanza importante» concluse, riferito al suo rango sociale.
«Forse lo siete troppo…» sussurò il tagliatore di ghiaccio a denti stretti.
L’ex spirito dell’Inverno, però, riuscì ad udirlo vagamente «Che avete detto?»
«Aspetta… che?» trasecolò Kristoff «Io? Non ho detto niente di niente» cercò di riparare alla sua lingua lunga «Però non pensate che sia una questione di ceto, se c’è una famiglia in cui non conta nulla, è proprio questa. Prendete me, ad esempio, non sono di nobili origini, penso l’abbiate capito da solo. Sono un tagliatore di ghiaccio, cresciuto dai troll per di più… Ciò non ha impedito ad Anna di prendermi come marito»
«Mmm…» acconsentì l’altro anche se quella rassicurazione non risolveva, di certo, il suo problema «Piuttosto…» continuò, riportando lo sguardo su di lui «Che cosa ci fate qui?» gli chiese, sinceramente curioso di averlo trovato nella gendarmeria ad un orario così inusuale come la sera tarda.
Il principe tirò un sospiro di sollievo, per il suo cambio di argomento «Sto aspettando degli amici, se volete unirvi, ho la soluzione perfetta per liberarvi la testa dai vostri pensieri»
«In che modo?»
«Aspettate e vedrete»


    «Come?» sbottò, non appena capì cosa l’altro gli stesse proponendo «Dovrei battermi con voi?»
«Esatto, a mani nude» gli spiegò Kristoff, rimasto anche lui con i soli calzoni addosso «I colpi accettati sono solo al torace e alla schiena: niente viso, niente gambe e, ovviamente, niente parti basse»
Poco dopo la loro discussione, infatti, un discreto numero di guardie e uomini del villaggio avevano cominciato a riempire la sala: il loro allegro vociare, qualche boccale di birra, avevano reso l’atmosfera subito accogliente ma, ben presto, erano cominciati gli scontri.
«Perché fate questo?» volle sapere Jackson, confuso.
«Per divertirci» chiarì il biondo «E stare pronti nel caso in cui qualcuno minacciasse il nostro regno»
«Divertirvi…» ripeté l’altro, però le botte volavano per davvero «Perché i colpi solo sul busto?»
«Perché le nostre mogli non devono scoprirci» proruppe in una risata un uomo lì a fianco.
«Altrimenti poi ci ridurrebbero peggio» si unì un altro, facendo scaturire un nuovo coro di risa.
«Allora?» lo incitò nuovamente Kristoff.
Jackson guardò il fisico possente del tagliatore di ghiaccio davanti a lui e lo confrontò con il proprio: poteva batterlo in velocità, su questo ne era sicuro, ma avrebbe potuto fare qualcosa contro a quei bicipiti? Sperò di sì «D’accordo»
«Ottimo» si rallegrò l’altro, con un sorriso di soddisfazione che lo fece rabbrividire. Perché aveva la netta sensazione che fosse davvero felice di suonargliene un po’?
Il loro incontro iniziò: si studiarono per un attimo, fra le urla di incitamento degli altri uomini lì attorno, poi il principe andò all’attacco. Jackson non si era sbagliato, era nettamente più agile dell’altro, riuscì a schivare i primi assalti con facilità e a portare a segno un paio di colpi ma il primo pugno che il biondo gli rifilò nel costato gli spezzò il fiato. Riprese posizione con fatica, benissimo, voleva giocare duro? D’accordo, al diavolo il fatto che fosse un principe.
Kristoff percepì immediatamente il cambio di determinazione del suo avversario e fece altrettanto. Era maledettamente veloce e, sebbene a forza fisica gli fosse inferiore, sapeva esattamente dove andare a colpire per fare male. Una poderosa manata di taglio sul rene lo fece grugnire di dolore ma l’altro era stanco, complice anche l’allenamento a cui si era sottoposto poco prima, e ritirò il braccio con un secondo di troppo: lo arpionò e in un attimo lo strinse in una morsa brutale, rigirandosi su se stesso lo sollevò in aria e, senza troppi complimenti, lo schiantò con la schiena a terra.
Jackson avvertì l’aria abbandonargli i polmoni di colpo, si girò fra lamenti e colpi di tosse «Basta per favore, mi arrendo»
Uno scroscio di applausi accompagnò il finire del loro combattimento, fra i fischi e le urla in onore del vincitore.
Il principe diede una mano al suo avversario e lo aiutò a rimettersi in piedi «Ti sei battuto bene»
«Ah, beh, grazie…» gli disse l’altro con una smorfia di dolore.
Smorfia che fu particolarmente apprezzata dal tagliatore di ghiaccio: così imparava ad essere fra le grazie della sua bambina.

Blue Snowflake Free Clipart

 

    Il giorno seguente, Anna aveva preso posto su una delle panche dei giardini del castello e alternava una lettura distratta col tenere d’occhio Freja, Olaf e Sven che giocavano lì accanto, per poi perdersi in elucubrazioni sul comportamento della sorella e ricominciare tutto da capo, non necessariamente nello stesso ordine.
Erano ormai molti giorni che Jackson era entrato a far parte della quotidianità del castello, si era rivelato un vero asso con i bambini, tant’è che lei era molto più tranquilla da quando nel consolidato trio della figlia era entrato a far parte anche lui, sebbene non gli impedisse totalmente di combinare guai, li incitava verso i meni pericolosi, assicurandogli comunque un gran spasso. Freja, dal canto suo, aveva decisamente preso la sua prima cotta per l’ex spirito… con immensa gioia di suo padre.
L’assoluta incognita era la maggiore: Elsa si ostinava a volerlo evitare il più possibile. D’accordo, lui non ricordava nulla del tempo passato con lei ma era impossibile non notare come la guardasse, ne era come calamitato: l’unica a far finta di non accorgersene era proprio la regina stessa. La minore sospettava che lei vedesse la propria magia come un ostacolo, ora che lui aveva perso la sua. Certo, se non gli dava neanche la possibilità di parlarle come avrebbero potuto risolvere la cosa?
Ed eccolo lì, uno dei due oggetti del suo pensiero: Jackson camminava, in maniera vagamente strana, per i viottoli del giardino. Vedendolo, la figlia scattò in piedi e, con gli occhi scintillanti di emozione, lo travolse senza ritegno.
L’uomo accolse l’uragano fra le sue braccia e la salutò, senza riuscire, però, a nascondere una smorfia di dolore sul volto che passò assolutamente inosservata alla piccola, troppo presa dalle mille idee che le frullavano in testa, ma decisamente non alla madre.
«State bene?» gli chiese, quindi, avvicinandosi.
«Sì» mentì spudoratamente l’altro, cercando di dissimulare malamente il dolore causato da una gomitata di Freja al costato, intenta a scendere per tornare dai suoi immancabili amici.
«Mmm…» lo scrutò Anna sospettosa, che giorno era quello? Capì «Non ci credo che l’abbia fatto!» sbottò irritata, gonfiando le guance «E voi siete stato così sciocco da accettare»
«Di che cosa state parlando?» fece il vago lui, non volendo tradirsi.
«Oh, smettetela con questa farsa» lo riprese la rossa «So benissimo che cosa è successo: vi siete battuti a quello stupido ritrovo»
«Non doveva essere un segreto?» chiese perplesso.
«Sistematicamente, una volta al mese i nostri uomini spariscono e tornano a casa malconci e doloranti. Pensate davvero che basti concentrare i lividi su una parte coperta del corpo per non farcene accorgere? Ci credete davvero così poco intelligenti?»
In effetti… tuttavia non disse niente, la principessa arrabbiata faceva più paura persino dei muscoli del marito.
Anna, dal canto suo, stava pensando a tutti i modi possibili per farla pagare a Kristoff: che fosse geloso era palese ma arrivare, addirittura, a quello era francamente un po’ troppo.
«Non mi ha costretto nessuno» si affrettò a dire l’altro, cercando di riparare ai guai in cui stava mettendo il principe «Direi che ho l’età giusta per prendere le mie decisioni da solo»
«Decisioni che non sembrano necessariamente intelligenti» disse lei, con il suo solito filo diretto, varcando un pelo di troppo quel sottile confine di formalità che continuavano a mantenere.
Di fatti, entrambi si bloccarono sorpresi, per poi scoppiare a ridere simultaneamente. Peccato che le risate fecero, nuovamente, contorcere Jackson dal dolore.
«Cielo… temo proprio dobbiate andare a mettere qualcosa di fresco su quelle contusioni» gli fece presente la principessa preoccupata.
«Fresco?» chiese lui non capendo.
«Sì, il ghiaccio ha un ottimo effetto benefico sulle botte, non lo sapete?»
«E dove posso trovarlo? E’ autunno ma non ancora così freddo da trovare del ghiaccio a quest’ora della giornata» continuò quello perplesso.
Anna s’illuminò, maliziosa «Oh, io un’idea ce l’avrei»

Blue Snowflake Free Clipart

 

    Elsa si avviò verso l’infermeria del castello, Anna le aveva detto che c’era bisogno del suo intervento per alleviare il dolore all’ennesima vittima di Kristoff e del suo circolo segreto: era decisamente tentata di proibire quegli incontri… ma come farlo, visto che ufficialmente non esistevano? Sorrise dell’ingenuità del cognato e della maggior parte degli uomini di Arendelle, apprestandosi ad entrare nella stanza adibita ai ricoveri. Non appena scorse chi fosse ad aspettarla all’interno, però, si bloccò.
«Poi mia sorella si chiede come mai cerchi sempre di ucciderla» bisbigliò a denti stretti, provò a far finta di nulla e tirare dritta ma un “Vostrà maestà”, pronunciato in richiamo, vaporizzò ogni suo piano di fuga, l’aveva già sentita. Perciò, preso un grosso respiro, fu costretta ad entrare.
«Che cos’avete combinato?» gli chiese, avvicinandosi.
Lui sorrise «Temo di aver pagato qualche scotto in sospeso con vostro cognato» le spiegò, ormai capito che il famoso segreto non era mai stato tale «Anche se, ovviamente, non ricordo quale»
Elsa sorrise a sua volta «Non c’è bisogno che ricordiate… chi adora la vostra compagnia?» gli suggerì, vedendolo comprendere continuò «Credo proprio siate oggetto di un bel po’ di gelosia paterna»
«Penso di capire» si trovò d’accordo l’altro «Probabilmente proverei la stessa cosa se fossi suo padre, Freja è una bimba adorabile e passare del tempo con lei e i suoi amici è molto divertente»
«Probabilmente perché fra bambini vi intendete alla perfezione…» celiò lei, incapace di trattenersi.
«Uh, senti, senti…» stette al gioco lui, assumendo quell’espressione irriverente che spesso sfoggiava quando era uno spirito «Mi state dando dell’immaturo per caso?» le chiese sarcastico «Lo trovo quanto mai curioso, considerando come vi state comportando in questi giorni»
Lei assottigliò gli occhi, colpita e affondata, ma anziché rispondere mosse rapida un dito e lo puntò con una certa forza contro il suo costato: quello ovviamente si zittì, ritirandosi con dolore «Perché lo avete fatto?»
«Stavo solo controllando la situazione» mentì spudoratamente l’altra «Volete che vi aiuti o no?»
«Certo» le disse a denti stretti e, con un po’ di fatica, si tolse la camica che portava «Ecco qua»
La regina portò l’attenzione sul suo torace, cercando di concentrarsi sui lividi violacei che gli coloravano la pelle, imponendosi di non pensare a quell’unica notte che avevano passato insieme e alle sensazioni che quel corpo aveva acceso nel suo. Si ritrovò arrossita, senza nemmeno rendersene conto.
«Che c’è? Non avete mai visto un uomo mezzo nudo?» si vendicò Jackson, notando il suo palese imbarazzo.
«Voi siete tremendamente irritante…» sibilò Elsa, cercando di ricomporsi. Gli si avvicinò ulteriormente e poggiò, questa volta con delicatezza, il palmo sulla prima delle sue contusioni: a differenza di quella notte, la pelle sotto alla sua mano era bollente. Lo avvertì fremere per un attimo e confuse la sua reazione per timore «Ora userò il mio potere su di voi, pensate di poter resistere o scapperete urlando?»
L’espressione di lui si addolcì «Non scapperò»
L’altra non disse niente e cominciò a donare sollievo al suo paziente.
Jackson dal canto suo, cercò di seguire le sue azioni con lo sguardo, voleva dimostrarle di non avere paura e di essere sinceramente affascinato dalle sue capacità. Aveva intuito che il giudizio degli altri in merito alla sua magia fosse un argomento che le stesse particolarmente a cuore… sì, ma il giudizio di tutti gli altri o solo il suo? Si ritrovò a chiedersi, portando l’attenzione sul suo volto concentrato e bellissimo. Una leggera pelle d’oca gli si disegnò sull’epidermide, sicuro che non fosse solo a causa del refrigerio, chiuse gli occhi e cercò di pensare solo al senso di benessere che quel fresco procurava alle sue lesioni, senza indugiare su quelle mani che lo stavano toccando. Perché aveva quella netta sensazione che lo avessero già fatto altre volte?
Avvertito il suo smettere di fissarla, questa volta fu il turno della regina di alzare lo sguardo su di lui: lo vide con le palpebre abbassate, tranquillo, affidatosi alle sue cure senza riserve. Era davvero il solito Jack di sempre: allegro, irriverente, divertente e irritante assieme.
«Ho finito» lo avvisò «Meglio non continuare oltre, non vorrei rischiare di congelarvi»
Gli occhi di lui si riaprirono e il loro colore nocciola gli sbatté in faccia nuovamente tutti i suoi timori: lui non aveva più la magia, non l’avrebbe potuta comprendere come prima mai più.
«Grazie» le disse l’uomo, sollevato, il dolore anestetizzato dal freddo.
«Cercate di non fare sforzi per qualche giorno, d’accordo?» gli suggerì, per poi girarsi e dirigersi verso la porta.
«Non andate via, per favore… restate ancora un po’ con me» sentire praticamente le stesse parole usate da se stessa, quella volta che era stato lui a tentare di allontarla, la fecero fermare.
«Aiutatemi» la implorò l’altro, alzandosi «Aiutatemi a capire, lo so che voi sapete cosa ho dimenticato. Per favore, vi ho fatto qualcosa di male? Perché avete sempre quell’espressione triste quando mi guardate?»
«Non mi avete fatto nulla di male»
«Allora cosa?» continuò lui, stufo di quell’oblio in cui navigava. Le prese una mano e la guardò negli occhi «Perché mi siete così familiare nonostante siate una regina e io un signor nessuno? Perché sento questo incessante bisogno di starvi vicino? Cosa ci legava?»
Elsa abbassò un attimo lo sguardo verso le loro mani unite, poi lo rialzò sul suo viso «Tutto…» confessò, anch’essa satura di quella situazione d’impasse «Ma ora non lo so più: siete lo stesso di sempre e al tempo stesso non lo siete più…» continuò, sfiorando con la punta delle dita i suoi capelli castani.
Jackson sospirò a quel tocco, frustrato «Come faccio a capire chi fossi se non me ne date la possibilità?»
Quando la fronte di lui si posò sulla sua, fu scossa da un brivido tale che riuscì per un soffio a controllare i suoi poteri impedendogli, di fatto, di congelarlo lì davanti a lei. L’istinto la stava praticamente implorando di alzare quella testa cocciuta e di cancellare, in un bacio, quella minima distanza che ancora li separava. La regina di Arendelle, però, era davvero brava a seppellire le sue emozioni sotto ad una coltre di gelo, d'altra parte lo faceva da tutta la vita. Fu per questo che, invece, disse: «Il fatto è che, per me, è troppo doloroso starvi accanto mentre cercate di scoprirlo» e, interrompendo ogni contatto, se ne andò.



Grazie per aver letto anche questo nuovo capitolo.
Il prossimo sarà ufficialmente l'ultimo ç_ç
Prima di parlare dei nostri amori - sì, lo so che non sembra da quanto li faccio soffrire ma, credetemi, li amo davvero tantissimo - vorrei spendere due parole su Anna e Kristoff: ma quanto sono tenerelli nei panni di love experts?
Il primo è un puttino dell’amore tutto bicipiti e manate – prima regola del Kristoff’s Club non parlare del Kristoff’s Club – la seconda è, come al solito, geniale XD
Freja è, invece, ufficialmente entrata a gamba tesa nella Jack's side. E come darle torto?
Ma veniamo ad Elsa e alla sua testa di marmo - quanto le piace crogiolarsi nelle sue paturnie a questa benedetta ragazza - io credo che, per come ce l'hanno presentata, per lei non sia affatto semplice approcciarsi all'amore romantico e, diciamocelo, i poteri di Jack sono una comfort zone troppo allettante - soprattutto perché qui ancora non sa da dove provengano i suoi - e per me è quasi un peccato che i suoi sentimenti possano essere legati a questo fattore ed è proprio per questo che, per come li vedo io assieme, è necessario che lei capisca di amarlo anche senza. Solo così potrà effettivamente lasciarsi andare.
Non ci resta che vedere se lo farà oppure no ;)
Da qui il titolo "Minuetto", una danza francese che si fa a piccoli passi... quelli che la regina sta facendo verso il nuovo (?) Jackson.

Come sempre grazie per il sostegno che mi date.
Ci rivediamo sul finale
Cida

  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Cida