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Autore: Brume    30/06/2020    1 recensioni
Laurent Reve Grandier Jarjayes arriva in Normandia una sera di giugno.Dovrebbe fermarsi un paio di mesi, ma finirà per viverci.Devastato dal dolore, inizia a scrivere un diario, testimone di un viaggio fatto di ricordi, pensieri, sogni; vi riporterà i suoi pensieri, i suoi sogni, i ricordi e piccoli segreti -che non conosceva e man mano scopre- che lo aiuteranno a ricostruire la storia della sua famiglia ed a crescere, arrivando oltre a ciò che aveva immaginato.
NB I disegni sono realizzati da me con tecnica mista, acquarello , matita, china
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Oscar e Andrè'
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18 gennaio 1821

 

Mia cara sposa, finalmente ho trovato il modo per farti ricevere questa mia: sono stato molto impegnato con i miei mercati e credo che mi fermerò qui ad Auxerre ancora per qualche tempo, perchè le entrate sono buone. Sono arrivato qui dopo aver fatto un buon viaggio , e ho trovato subito il mio vecchio amico dell' hotellerie che mi riservato una stanza per il tempo che vorrò fermarmi; il cibo è buono e la stanza è pulita, con tutto ciò che mi serve.

Mi manchi molto, mi manca tutto di te; non vedo l' ora di riabbracciarti così come non vedo

l' ora di ritrovarci insieme ai nostri fratelli ...a proposito, hai avuto loro notizie? Qui non ho ancora ricevuto nulla e tantomeno saputo qualcosa del loro viaggio forzato.

...e mio suocero, è ancora a Parigi?Spero stia bene.

Quando avrò finito i miei mercati, deciderò cosa fare, se arrivare in Svizzera o tornare da te. Credo la seconda, ovviamente!

 

A proposito, credo di avere capito chi mi ha portato sfortuna; si tratta di VLE .

Appena capirò qualcosa di più, ti racconterò.

 

Ti amo moltissimo, mia dolce sposa. Dai una carezza al pancione da parte mia.

 

Tuo, Laurent”

 

 

Reve scrisse la lettera di fretta, seduto al tavolo della sala da pranzo durante una pausa in quella lunga giornata; davanti a lui vi era Daniel, un mercante di Arras che presto avrebbe fatto ritorno nella regione del Pas de Calais .Aspettava il foglio da consegnare a Madame Fois.

“grazie, Daniel” disse Reve, dandogli una moneta per il disturbo.

“Lascia stare, Laurent “ rispose l' uomo tornadogli l' obolo “per me non è un problema, torno comunque a casa”. Il suo sguardo era serio.

 

Laurent... Reve aveva deciso di farsi chiamare così, con il suo primo nome, per evitare problemi; anche a quel ragazzotto si era presentato con il nome di Laurent Saunier, la copertura che usava da ormai un paio di mesi.

 

“Grazie, davvero! Fai buon viaggio” rispose Reve, stringendogli forte la mano e alzandosi per andare in camera a darsi una rinfrescata.

“arrivedervi, Signori” disse il mercante, salutando i presenti e prendendo l' uscita.

Reve lo osservò partire: quanto avrebbe voluto andare con lui, anche nascosto in una botte di birra per tutto il viaggio...ma era troppo presto, troppo rischioso. Avrebbe aspettato la risposta di sua moglie – era sicuro avrebbe decifrato quella strana lettera in poco tempo – e poi avrebbe deciso.

“ Monsieur Sauver, se non vi dispiace tornerei in camera” disse Reve, più per cortesia che per chiedere il permesso.

“Vai pure, ragazzo; ricordati di scendere verso le cinque, chè devo mandarti a fare alcune commissioni” rispose, senza distogliere lo sguardo dal conto che stava preparando.

Reve salì le scale e tornò nella sua stanza, stanco ma finalmente felice di poter allungare le gambe su un letto;la mattina aveva trottato abbastanza, e le scarpe gli facevano male.

Entrato in camera, si preparò subito un bagno, mettendo l' acqua del secchio a bollire nel paiolo, sul fuoco; poi si tolse quelle maledette scarpe, lanciandole, e si buttò sul letto.

Fuori la giornata proseguiva uguale agli altri giorni: gente che andava e veniva , pellegrini, visitatori; lo strillone con i giornali e le tate a spasso con infanti e bambinetti. Lui era li da due mesi, e la vita era sempre la stessa.

 

Due lunghi mesi...una eternità, mi pare.” pensò “ però sono stato fortunato, fino ad ora...Sauver è un brav'uomo, dovrò ricordarmi di lui” .

 

Dopo essersi riposato un pò, Reve si preparò il bagno e si lavò, poi restò raccolto nei suoi pensieri per un pò; infine prese il suo diario ed aggiunse un' altra pagina alle molte che aveva scritto in questo periodo di stasi...era un modo per mantenere l' equilibrio mentale, che altrimenti lo avrebbe condotto a fare qualche pazzia.

 

Oggi ho avuto un colpo di fortuna: durante il pranzo, ho servito un cliente che ho poi saputo essere un mercante di Arras, Daniel Court; quindi, gli ho chiesto la cortesia di far avere una lettera alla mia amata Diane. Sembra un uomo a posto, ma sono stato comunque attento, e ho scritto in modo molto vago in una sorta di codice.

Il mio cuore è più leggero, ora; so che tra una settimana o poco più la mia amata riceverà la mia lettera,sempre che sia ancora da madame Fois e che stia bene...ma a queste eventualità non voglio pensarci, preferisco essere ottimista. Non vedo l' ora di ricevere una risposta, perchè stare qui senza fare nulla – per la causa, intendo- e soprattutto stare lontano da lei potrebbe condurmi alla pazzia.

Chissà come sta, e come sarà la sua pancia adesso...quanto vorrei essere li...invece sono fermo ad Auxerre, e davvero non so quando ripartirò. Per fortuna ho trovato una persona gentile ed amica, che mi ha offerto un lavoro e una copertura finchè vorrò: il padrone dell' hotellerie, il parente di Gilbert. Non ho mai lavorato così tanto in vita mia, ma non mi preoccupo e nemmeno mi lamento visto che tutto ciò mi permette di avere un tetto sulla testa e qualche moneta in tasca...non posso del resto andare nelle botteghe con le mie lettere di credito e farmi riconoscere.

Sono stanco e continuo a pensare a cosa ne è stato dei miei amici: nemmeno da loro ho più ricevuto notizie. François, Alexander, Louis, Victoria, Alain, Girodelle...chissà come stanno. Mi mancano. Spero non abbiano passato guai.

Mi mancate tanto.

Anche voi, mamma e papà, mi mancate tanto. Vi ho sempre nel cuore”.

 

L' uomo restò con la mano quasi sospesa sopra la tavola appoggiata sopra la tinozza, come se dovesse scrivere ancora chissà cosa; ma la stanchezza prese il sopravvento. Mise a posto la penna, spostò la tavola per uscire e prese un telo, asciugandosi e poi mettendosi seduto accanto al fuoco mentre il campanile vicino suonò le tre e mezzo.

Reve si addormentò e si svegliò solo quando Helene, una delle ragazze, bussò alla porta per dirgli che il capo lo cercava. Si rivesti alla svelta e scese le scale, pronto per un altro turno di lavoro.

Cacciò indietro le lacrime che improvvisamente facevano capolino nei suoi occhi smeraldini, si sistemò camicia e giacchino, e tornò al lavoro, con il sorriso stampato sul volto e il cuore sempre più a pezzi.

 

***

 

“Padre, ho avuto notizie di Reve” disse Diane, sventolando il biglietto sotto il suo naso.Era felice, finalmente il suo amore le aveva scritto, era sano e salvo.

Nella locanda non vi era nessuno, Madame Fois si era andata a stendere un attimo; Alain era arrivato quella mattina e si sarebbe fermato un paio di giorni.

“Forza piccola, dimmi un pò che dice” chiese il vecchio soldato, preparando una sedia per la figlia e facendole cenno di accomodarsi.

Diane si sedette vicino al padre, e gli diede il foglio; Alain diede una scorsa e lo richiuse. Un sorriso illuminava il volto.

“Sono felice che stia bene ....e spero che vada avanti così, perchè non credo tornerà a casa presto. Se la persona che lo vuole prendere è chi penso io, dovrai rassegnarti a non vederlo per anni” disse Alain, mesto.

“...padre...cosa ....che cosa dici?” disse Diane, con la voce spezzata e gli occhi pieni di pianto.

“ DIA....Caroline – questo era il nome che Diane aveva preso a copertura- il conte di Villèle è un uomo spregevole, ultraconservatore, un gran rompiscatole. Non è pericoloso ma può comunque farvi del male, anzi, farci del male. Crede che Luigi XVIII e la sua monarchia siano moderate e morbide, troppo liberali...non credo voglia togliere di mezzo il re ma tutti gli altri liberali, sicuramente, sì” disse d' un fiato.

Diane rimase senza parole.

“non vi è proprio modo di aggirare le cose e far tornare Reve, dunque?”

“no, mia cara bambina, non credo. Vallèle sta iniziando ora la sua scalata al potere e non credo si concluderà presto. “ rispose; e non aveva tutti i torti, visto che quell' uomo sarebbe rimasto al potere almeno per altri 7 anni.

 

Diane e Alain rimasero in silenzio, pensierosi e tristi.

“...e di Alexander , Maximilian, insomma...di tutti gli altri hai saputo qualcosa?” chiese la donna. Aveva paura a fare questa domanda, ma doveva sapere la verità.

Alain prese una lunga pausa,e senza sollevare la testa, rispose, con un filo di voce:

“Jerome mi ha riferito che Alexander è morto, lo hanno preso a botte finchè non ha esalato l' anima. Suo fratello è stato reso libero a patto di non tornare più sul suolo francese. François e Victoria sono a Rouen e si stanno preparando per tornare in Svizzera insieme a Bernard e Rosalie. Siamo tutti in pericolo, chi più chi meno.”

Diane pianse calde lacrime: il suo uomo lontano, Alexander morto, gli altri presto in una sorta di esilio volontario...cosa poteva fare?

Alain prese un sorso i birra; poi, messo il mantello, uscì all' esterno per una passeggiata. La figlia lo seguì.

“cosa dovrei fare, padre, considerando che tra pochi mesi darò alla luce un bambino?” chiese.

Vi era sempre stata molta confidenza tra i due; lui aveva cresciuta la figlia da solo, dopo che la moglie lo abbandonò, molti anni prima.

Camminarono lungo il sentiero che portava a palazzo, con Xavi che faceva avanti e indietro correndo dietro a piccoli animali; camminarono in silenzio finchè Alain trovò una piccola panca sulla quale sedersi. Curvo, con le mani sul pomello del bastone da viaggio a sostenere la testa , guardava lontano.

 

Certo sono passati un pò di anni, ma le cose che abbiamo fatto qualcosa hanno mosso.,.. Andrè, Oscar, abbiamo lasciato una bella eredità ai nosri figli, ma soprattutto dovremmo gioire perchè abbiamo passato loro l' amore per la libertà e la giustizia. I nostri figli ora combattono per i loro figli e per noi: non è bellissimo?

Dobbiamo esserne fieri.....pensò Alain.

 

“Papà...cosa devo fare?” chiese Diane, supplicandolo.

“Diane, bambina mia...devi fare ciò che ti dice il cuore. Sei una donna forte, hai un bel cervello. Segui il tuo istinto, fai attenzione al figlio che hai in grembo...scegli quello che è meglio per voi. Stai attenta, però, non è una passeggiata e dovremmo organizzarci al meglio” rispose Alain.

Diane fu sollevata, e felice.

“Domani o dopo, se Daniel Court passerà di qua, consegnerò una lettera per Reve....” disse Diane.

Alain fissò la figlia; poi si alzò e ricominciò a camminare, con accanto Xavi.

A braccetto con la donna, proseguirono ben oltre il cancello della tenuta di Reve, andando verso il ruscello.

“Bambina, questo Daniel è un uomo fidato?” chiese, mentre passeggiavano

“Credo di si, padre. Per quanto lo conosca, si. Madame Fois dice che è un tipo strano, ma sa tenere la bocca chiusa...non vuole guai, ed è onesto”.

“Siamo fortunati, allora” rispose il vecchio.

Diane lo fissò.

“Prepara i bagagli, Diane. Presto andremo ad Auxerre.” disse Alain, sorridendo.

 

 

***

 

“Siete dei folli” disse Madame Fois, quando Diane le parlò del piano “

“ Sophie, non ho molta scelta. O rimango qui ad aspettare non so nemmeno io cosa, chi e per quanto tempo oppure parto. Dai, non è un brutto piano. Ci sarà mio padre con me” disse Diane parlando con la padrona.

“ Non è che mi consoli molto, saperlo” disse Madame osservando Alain” però meglio che niente. E quando vorresti partire?

“appena Daniel Court sarà pronto. Ancora dobbiamo parlargli” rispose Diane, prendendo le birre e portadole ai tre fratelli Bonnèt, intenti a giocare a carte.

“ Come farai con quel pancione? Mancano pochi mesi...forse due...cosa farai se ti succede qualcosa per strada?” chiese la padrona , preoccupata.

“ ci penseremo. Parlerò con Daniel e vedremo. E' una occasione che non voglio sprecare” rispose

Madame Fois restò in silenzio.

“Porta queste al tavolo con quei tre ragazzi... poi, potrai ritirarti.” disse ad un certo punto Sophie Fois “ avrai molte cose da preparare, devi tenerti pronta in qualsiasi momento”

Diane sorrise, gli occhi le brillarono.

Reve, amore mio, presto sarò da te”.

La sera era scesa ad Arras.

   
 
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