Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: LetyJR    13/08/2009    2 recensioni
Una mattina come tante, al cafè "Occhi di Gatto".. o forse no? Tre diaboliche menti (più il quarto che viene tirato in mezzo, poverino) stanno organizzando una sorpresa per il ninja più musone della terra.. riusciranno i nostri eroi a uscire indenni dall'ardua impresa? Perchè, dopotutto, siamo una famiglia, no?!? [ambientato durante la permanenza del gruppo a Oto]
Genere: Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Mirandina che ha finito la mat

L'ALMANACCO DEL GIORNO di *Giovedì 13 Agosto 2009*

 

Nella giornata di oggi si festeggiano i seguenti santi:

-          Santa Yuko, patrona e protettrice delle coppiette yaoi, delle macchinazioni, degli entomologi e dei viaggiatori (soprattutto quelli dediti ai trasferimenti interdimensionali).

 

Continua la raccolta delle firme per la santificazione del giovane Shaoran. Le due autrici hanno provato ad organizzare un banchetto atto allo scopo durante la loro partecipazione al Riminicomics, ma Watanuki si è rifiutato di preparare gli stuzzichini da offrire e il Comune non ha rilasciato gli appositi permessi.

Che ci volete fare, anche questo è Hitzusen...

 

Oggi il sole sorgerà quando Domeki riuscirà ad articolare tre parole di fila.

Tramonterà quando Himawari smetterà di fangirlare (per farla breve, preparatevi a una notte e a un giorno della durata di sei mesi, come al polo).

La luna sorgerà il più tardi possibile, almeno le due autrici riusciranno a vedere una di quelle dannate stelle che tecnicamente dovrebbero cadere in questo periodo... se poi la stella cadente è come Kuro-shine, tanto meglio!

(Le due autrici, in ginocchio e a mani giunte, implorano: Wren, aggiorna, per piacere!!! ç_ç )

 

Note e disclaimer:

- il copyright sul santo del giorno appartiene a Covianna (che abbracciamo e ringraziamo per la collaborazione ^_^ )

- Kuro-shine, preso direttamente dalla fanfiction "Starry Christmas", appartiene a Wren.

 

 

 


 

 

Goodmorning, Kuro-papi!

 

 

CAPITOLO 4

“Allora, questa colazione?”

La domanda brusca di Kurogane risuonò nella stanza fattasi improvvisamente silenziosa, con l’unico sottofondo della pioggia che ancora cadeva.

Fu solo per un istante, ma in quell’istante sembrò quasi che il mondo si fermasse. Poi Fay riuscì a riprendersi, rimettendosi la solita maschera (e sperando con tutto se stesso di riuscire, almeno per un po’, ad indossarla alla perfezione).

“Te la porto subito, Kuro-pin! Cosa vuoi mangiare? ” domandò con un largo sorriso, piroettando fino al tavolo dove si era accomodato il ninja e sporgendosi in avanti verso di lui, le mani puntate sul piano di legno.

Kurogane, che aveva seguito con apparente indifferenza l'alternarsi di emozioni sul volto del biondo mentre questi si avvicinava, inarcò leggermente un sopracciglio quando lo vide appoggiarsi al tavolo. Il suo occhio allenato aveva subito notato la difficoltà che il mago aveva nel muoversi, ma decise di continuare a far finta di nulla.

“Qualcosa di meno dolce delle schifezze che mi propini di solito andrà bene” gli rispose, brusco come sempre. Eppure per qualche assurdo motivo non era riuscito a terminare la frase con il solito insulto.

Il fatto è che c'era qualcosa che gli rimescolava dentro. Preoccupazione, forse? Senso di colpa? Una sottile vena di inquietudine, data dalla consapevolezza che l'idiota stava probabilmente sottovalutando un problema fisico che proprio lui gli aveva causato? Kurogane non riusciva a capire, quindi decise temporaneamente di lasciar perdere, mettendo in un angolino tutti i pensieri strani che gli giravano per la testa.

In questo gli diede involontariamente una mano la principessa, che gli arrivò accanto proprio in quel momento con la polpetta bianca tra le braccia. Quando incrociò il suo sguardo severo, Sakura sorrise: sprizzava gioia da tutti i pori al vederlo seduto a tavola con loro. Ma anche lei, pur in tutto il suo candore, doveva essersi accorta che Fay non stava poi così bene, perché gli aveva lanciato discretamente un’occhiata dubbiosa, cercando quindi una conferma negli occhi di Shaoran.

Il ragazzino si stava in quel momento avvicinando agli altri tre, dopo aver finito di sistemare le ultime cose ed aver arrotolato e messo da parte il tappeto davanti alle scale (se proprio dovevano fare quel balletto, almeno voleva essere sicuro che Sakura-hime non rischiasse di farsi male scivolando o inciampando…).

Portando l'ultima sedia al tavolo aveva poi colto l'occhiata preoccupata della principessa, occhiata alla quale aveva potuto rispondere solo alzando le spalle e scuotendo leggermente il capo. Si rendeva conto anche lui che Fay-san non era in piena forma, ma non poteva fare altro che aiutarlo per quanto possibile senza che quest ultimo se ne rendesse conto.

“Ecco qua la colazione per il nostro Kuro-tan!” cinguettò il mago, avvicinandosi alla tavola apparecchiata con un vassoio stracarico. Vassoio che il ninja occhieggiò perplesso ma, stranamente, senza fiatare. “Hyuu! Stamattina, appositamente per Kuro-puu, la casa propone chiffon cake alle fragole, brioche al cioccolato, bomboloni alla crema e una moka intera di caffè nero bollente! Contento Kuro-myu?”

Fay concluse la sua presentazione con l’entusiasmo di un artista che illustri le meraviglie della sua ultima creazione. Sapeva perfettamente di essere fin troppo sopra le righe e di star spingendo la sua esuberanza a livelli esagerati, rischiando ancora di più di venir smascherato - visto e considerato che, dannazione, i bambini sapevano benissimo in che stato era la sua schiena. Eppure non riusciva a fermarsi. Inconsciamente era come se temesse che, tenendo un atteggiamento più dimesso, avrebbe finito con lo scoprirsi troppo rivelando a tutti ciò che invece doveva tassativamente rimanere nascosto.

“Hn.” mugugnò il ninja storcendo il naso. Il mago continuava a comportarsi da perfetto idiota, e quella ne era la dimostrazione più evidente. Non solo si forzava fisicamente, ma continuava a ostentare, nonostante tutto, il suo solito comportamento assurdo e apparentemente normale. Se non fosse già riuscito a leggere dietro a quella recita perpetua, Kurogane avrebbe reagito molto peggio alla vista del vassoio pieno di zuccheri…

Invece si limitò a guardare malissimo prima il mago, poi la torta, poi la brioche e i bomboloni. Arrivato alla moka fumante riuscì addirittura a rilassarsi leggermente, quasi rallegrandosi del fatto che almeno per il caffè avrebbe potuto tenere la quantità di zucchero a un livello umano…

Si stava decisamente rammollendo.

 

“Visto, piccolino? Sakura-chan è riuscita a farlo uscire!” disse Himawari, rivolgendosi con fare complice alla manju nera.

“Puuuu! È uscito, è uscito!” rispose cantilenando Mokona, saltellando sul posto. Ma, come la ragazzina con i codini, dentro di sé la palla di pelo non era convinta al 100% che tutto si fosse risolto. Anzi…

Anche Watanuki dal suo angolino se n'era accorto e, ancora un po' scocciato per essere stato zittito, commentò: “Bene, è uscito da quella stupida stanza, contente? Non che sia cambiato granché, eh. Cavolo, lo vedo pure io che è uscito di lì solo grazie all'intervento della ragazzina… È ancora arrabbiato e la situazione non si è certo sistemata”.

“Credevi davvero che si sarebbe sistemata?” si intromise inaspettatamente Domeki “Sei veramente un idiota”.

“Beh, forse se «qualcuno» non ci avesse messo il naso le cose sarebbero andate diversamente!” rispose lui, lanciando un'occhiata eloquente in direzione della Strega delle Dimensioni.

“Stai forse alludendo a me, Watanuki?” domandò pigramente Yuko, posando il mento sul dorso della mano. Anche se ne avrebbe avuto motivo, non sembrava infastidita dall’insinuazione del ragazzo.

“Aaah, e me lo chiede pure?” sbraitò lui mettendosi le mani nei capelli. “Se non si fosse fatta sentire dal ninja, forse lui non si sarebbe arrabbiato tanto, no?!”

Il sorriso e la tranquillità con cui la donna rispose alla sfuriata del suo dipendente stupirono tutti, anche se i presenti ben conoscevano i suoi modi di fare. “Io ho semplicemente chiesto che mi venisse corrisposto il mio pagamento, come da accordi. E se pure Kurogane è insofferente alla mia presenza, Watanuki, ciò non ti giustifica nell’imputare a me la colpa del suo atteggiamento nei confronti di Fay. Ciò che è successo tra loro è stato voluto dall’Hitsuzen ed è esito inevitabile del desiderio che mi è stato chiesto di esaudire. Chi ha espresso quel desiderio è colui il quale deve farsi carico delle conseguenze che esso ha provocato e provocherà, io sono semplicemente un tramite.”

“Bah. Ma perché proprio QUEL pagamento, mi chiedo… Un giorno di questi mi piacerebbe sapere con che criterio decide cosa le deve esser dato per compensare i desideri che esaudisce, Yuko-san” ribatté Watanuki scuotendo la testa e tornando nel suo angolino, più pensieroso di prima.

Forse il ragazzo non si aspettava una risposta al suo mugugno, ma la Strega gliela volle ugualmente concedere. “Tutto ciò che io chiedo come compenso non dipende da me, ma dalla necessità. Il mio negozio è stato creato non solo per esaudire desideri contingenti, ma soprattutto in vista di un giorno che verrà. Ed è in funzione di quel giorno che io chiedo un determinato pagamento. Quando sarà il momento lo capirai anche tu, Watanuki.”

“Sì, ma…”

La debole protesta di Watanuki venne interrotta nuovamente dalla dolce Himawari.

“Ragazzi, fate silenzio! Stanno cominciando…”

 

Nel frattempo, a Oto, Kurogane stava ancora studiando il vassoio pieno di dolci che Fay aveva portato al tavolo.

Valutate attentamente le scelte, optò per la brioche al cioccolato (sperando che fosse fondente, e non al latte). Poi, senza dire una parola, si versò una tazzina di caffè e si mise a cercare qualcosa nel cassetto del tavolo. Dopo pochi istanti lo richiuse, l'ultimo numero del suo manga preferito fra le mani, e si mise a leggere sbocconcellando il dolce.

Vedendo il ninja trincerarsi dietro le pagine del volumetto Fay aprì la bocca per tentare di dire qualcosa, ma la solita battuta, che gli veniva spontanea in situazioni del genere, in quel momento proprio non ne voleva sapere di farsi trovare, persa chissà dove tra il dolore alla schiena e quello, molto più profondo, al centro del petto. Fu questione di mezzo secondo, ma poi il mago riuscì malamente a sorridere e a scambiare quello che voleva essere uno sguardo complice con Shaoran e Sakura, come a dire «Guardate papà che maleducato».

In realtà nessuno di loro tre sapeva bene come comportarsi… Kurogane stava facendo esattamente quel che faceva tutte le mattine, è vero, ma quella non era una mattina come tutte le altre! Avevano preparato una sorpresa per lui… e lui cosa faceva?

Mokona, invece, sapeva esattamente cosa doveva fare. Kuro-papi si era messo a leggere, e di solito quando leggeva non si riusciva a farlo smettere prima della fine del volume… questo avrebbe mandato all'aria il loro piano! Sakura ci teneva tanto, e anche Shaoran, e Fay era così triste per quello che era successo…

Doveva fermarlo, assolutamente. Non poteva permettere che i loro sforzi risultassero inutili!

Espressione determinata e musetto duro, la manju bianca saltò giù dalle braccia della principessa e rimbalzò sul tavolo, finendo proprio sulla pagina che Kurogane stava leggendo.

“Puuuuuu! Mokona, Sakura-chan, Shaoran-kun e Fay-san hanno una sorpresa per Kurogane-san! Quindi ora Kuro-papi chiude il libro e ascolta, puuuu!” gridò, saltellando più volte dal manga alla testa di Kurogane per sottolineare il più possibile il concetto.

Quando le sembrò di aver attirato sufficientemente l'attenzione del ninja, che con un sospiro decise di rinunciare alla lettura (ma non certo perché gli importasse della loro sorpresa, sia chiaro!), Mokona saltò giù dal tavolo e corse nell'altra stanza, non senza aver prima dato una veloce occhiata all'oggetto magico nascosto sulla mensola dietro Kurogane. La falsa statuetta a forma di farfalla avrebbe permesso alla Strega delle Dimensioni, e ai ragazzi che l'accompagnavano, di assistere allo spettacolo anche senza l'ausilio delle due manju! Soddisfatta e impaziente di cominciare, Mokona aumentò la velocità. Pochi istanti dopo si sentirono le prime note del pianoforte riempire l'aria.

L’iniziativa della polpettina bianca fu accolta con grande favore da Fay e dai due ragazzini: da soli proprio non avrebbero saputo come fare per sbloccare la situazione, e la piccola era l’unica che poteva permettersi di saltare in testa al ninja senza rischiare la pelle (se non altro perché, se l’avesse fatta fuori, poi Kurogane non avrebbe più avuto un mezzo per tornare a casa e la prospettiva non gli sarebbe piaciuta). Appena la manju si allontanò verso il pianoforte, bastò un’occhiata entusiasta di Sakura per radunare attorno a sé Shaoran e il mago e farli mettere in posizione.

Il ragazzino eseguì immediatamente, al grido mentale di «prima cominciamo, prima finiamo».
Certo la sua preoccupazione per l'incolumità della principessa era diminuita drasticamente quando aveva notato di sfuggita l'espressione di Fay-san mentre questi raggiungeva la propria postazione.
Vedeva chiaramente quanto il mago provasse dolore nel compiere anche i più semplici movimenti ed era triste per questo, ma al contempo ne ammirava la tenacia. Sperava tuttavia che questa volta il biondo si sarebbe trattenuto dall'esagerare… magari anche Sakura-hime avrebbe evitato di compiere azioni pericolose!
Si girò verso di lei, una nuova speranza a dargli forza, ma la sua si rivelò una mera illusione.
Vista la poca esuberanza di Fay-san, infatti, la principessa sembrava ben decisa a mettercela tutta per raddoppiare la propria.
Shaoran sospirò, sconfitto, mentre Mokona attaccava a cantare dando il via alla prima sequenza di passi.

 

Il balletto scivolò via senza particolari intoppi. Il biondo era un ballerino nato e, sebbene la sua esecuzione non fosse all’altezza di quella spumeggiante delle prove, osservarlo restava comunque un degno spettacolo, anche perché il suo sorriso luminoso restava sempre lo stesso.

Vedendo quel sorriso la principessa non poté fare a meno di impegnarsi per esserne all’altezza, e cercò di mettere in ognuno dei suoi movimenti tutta la gioia che provava nell’essere lì con loro per trasmetterla sia a Fay-san, per comunicargli la sua vicinanza, sia a Kurogane-san, perché in fondo stavano facendo tutto questo per lui, per farlo felice.

Dimentico per un attimo della colazione, Kurogane si accomodò meglio sulla sedia e incrociò le braccia, prestando attenzione ai movimenti degli altri tre. All'inizio aveva pensato di assistere all'esibizione solo per non dare pensieri alla principessina, ma sotto sotto anche il ninja era una persona curiosa.

In più quello strano balletto, benché arrangiato in poco tempo, si stava rivelando un interessante condensato di ritmo e coordinazione: tutte caratteristiche che una mentalità militare e pratica come la sua approvava (anche se quella «canzone» era altamente discutibile, diciamolo…)

Si grattò la testa e riprese in mano la tazzina, appuntandosi mentalmente l'idea di utilizzare la musica per i nuovi esercizi di Shaoran. Certo, il ragazzino non sembrava particolarmente esaltato dalla novità, e a quanto pare un po' si vergognava di alcune parti… ma questo Kurogane poteva capirlo (soprattutto dopo averlo visto appeso come un salame alla colonnina delle scale). Decise quindi che gliene avrebbe parlato, ma senza obbligarlo.

Ogni ulteriore analisi obiettiva delle sequenze, però, gli venne preclusa quando vide il visino sorridente di Sakura. Allegra ed entusiasta, la principessina si stava impegnando a fondo e al contempo si stava divertendo. Sì, erano un incredibile divertimento e un immenso affetto ciò che Kurogane lesse nel sorriso e negli occhi della ragazzina quando incrociò per un attimo il suo sguardo. Ci stava mettendo il cuore, senza alcun dubbio. Il ninja, senza volerlo, sorrise leggermente. Ah, possibile che un sorriso potesse condizionarlo a tal punto? Tomoyo-Hime, la piccola Sakura, Fay…

Si interruppe, quasi sputando il caffè ormai freddo che stava sorseggiando. Che accidenti c'entrava lo stupido mago, adesso?!

Come attratto da una calamita invisibile volse lo sguardo verso il biondo, che fino a pochi istanti prima aveva ostinatamente ignorato. In quel momento la sua parte prevedeva che arretrasse velocemente rispetto agli altri due e, se il mago avesse voluto seguire ciò che aveva fatto durante le prove, avrebbe dovuto salire con un solo balzo in piedi sul corrimano della scala. Pur rendendosi conto di star chiedendo davvero troppo al suo fisico, Fay provò ugualmente quel salto, ma evidentemente era arrivato al limite perché tutto ciò che ottenne fu una fitta lancinante che, dalla base della schiena, gli si propagò fino alla testa disegnandogli sul viso una smorfia dolorosa che non riuscì proprio a trattenere (fortuna che almeno non era nel campo visivo dei bambini!);  dovette quindi limitarsi a rimanere alla base della scala, cominciando a pensare ad una scusa da propinare a Shaoran e Sakura per spiegar loro perché non era salito in piedi sulla ringhiera come prima.

Kurogane strinse gli occhi, fissandolo attentamente. La smorfia che il biondo aveva appena lasciato scappare, assieme alla mancata salita sul corrimano (quell'idiozia non era parte della scenetta?), indicavano chiaramente che lo stupido mago stava di nuovo nascondendo la verità sulle sue condizioni. La schiena gli faceva male, e molto. Il ninja contrasse la mascella e appoggiò un po' troppo bruscamente la tazzina sul tavolo, ma poi riprese il controllo. Anche se moriva dalla voglia di cantargliene quattro, non intendeva interrompere l'esibizione per urlare dietro all'idiota. Ormai erano alla fine del balletto, notò collegando gli ultimi movimenti con le posizioni assurde in cui li aveva trovati al suo ingresso, tanto valeva farli finire… altrimenti la ragazzina si sarebbe rattristata, Shoaran sarebbe andato in panico e lui avrebbe dovuto render conto dell'inusuale preoccupazione nei confronti dell'altro. No, meglio lasciar perdere. Per il momento.

 

Arretrando per raggiungere la scala per l’ultima sequenza, Sakura notò immediatamente che Fay-san non era salito in piedi sulla ringhiera come durante le prove. Per un attimo ebbe paura che le condizioni del suo biondo amico si fossero improvvisamente aggravate, sebbene il suo sorriso non fosse mutato da prima… incerta, lanciò un’occhiata a Shaoran, ripromettendosi anche che, una volta finito il loro spettacolo avrebbe trovato un momento per parlare a quattr’occhi con Fay-san… e magari anche con Kurogane-san, perché la ragazzina sospettava seriamente che ciò che pensava e faceva il ninja influenzasse parecchio il mago… e viceversa, ovviamente…

Persa dietro i suoi pensieri, Sakura riuscì appena in tempo a concentrarsi per non far spezzare il suo sorriso e recuperare il tempo dei passi per la posa finale.

Anche Shaoran notò lo strano comportamento del mago e scosse la testa, preoccupato, ma subito si riprese. Sakura-hime aveva visto che Fay-san non stava bene, a quanto pare però era decisa a far finta di nulla per portare a compimento la loro impresa senza ulteriori intoppi. Shaoran le regalò senza esser visto un'occhiata intenerita, orgoglioso della sua determinazione, e poi fece del suo meglio per supportarla sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi a trentadue denti da quel momento fino alla fine della canzone.

Notando che i ragazzini a fianco a lui continuavano a ballare tranquilli, Fay si rilassò impercettibilmente: per fortuna parevano non essersi accorti di nulla. Continuando a sorridere, cercò di inventarsi una posa carina per concludere il balletto mentre sentiva nell’altra stanza Mokona strimpellare note su note, probabilmente del tutto a casaccio, ma che nell’insieme facevano proprio un bell’effetto. Voltò appena gli occhi alla sua destra, notando Shaoran ben abbarbicato alla colonna d’angolo; poi li voltò a sinistra e vide la principessa graziosamente piazzata sul terzo gradino della scala… sì, erano proprio arrivati alla fine. Il suo sorriso si fece ancora un po’ più ampio mentre allargava le braccia, il destro più su e l’altro più giù, a seguire la diagonale della scalinata.

“Goodmorning Kuro-papi!” esclamò infine, mettendoci tutto l’entusiasmo che riuscì a raccogliere.

 

I ragazzi nel giardino dell'altra dimensione, che avevano seguito con il fiato sospeso l'intero spettacolino, si alzarono in piedi e iniziarono ad applaudire con entusiasmo. Himawari batteva le mani e sorrideva raggiante, orgogliosa dei suoi «alunni», e ogni tanto si asciugava una lacrimuccia.

Watanuki, vista la sua amata così allegra ed emozionata, non poteva fare diversamente che imitarla esultando come un bambino a Natale (ovviamente ricoprendo di complimenti la ragazza con i codini, a suo parere unica artefice di siffatta coreografia da Oscar).

Infastidito dall’esultanza rumorosa del ragazzo con gli occhiali, Domeki si tappò le orecchie, guardandolo malissimo. “Idiota, sei troppo casinista. Abbiamo capito che ti è piaciuto, ora sta zitto.”

“Ah, ma taci! Non sei proprio capace di apprezzare le cose belle, tu!” rispose il più giovane, agitandosi come suo solito.

Yuko, dal canto suo, applaudiva contenta. Apparentemente il pagamento era stato versato ed era soddisfacente, ma la Strega non aveva ancora chiesto a Mokona di interrompere il collegamento con Oto. Si limitava ad annuire ripetutamente, con una strana espressione sorridente, ma senza dire una parola.

“Puu! Sono stati proprio bravi, vero Yuko?” esclamò la manju nera, scolandosi l’ultimo goccio di una bottiglia di sakè alta il doppio di lei.

“Molto bravi, sì…” confermò la donna “Ma il bello inizia adesso, Mokona… aspetta e vedrai” concluse infine, sorridendo enigmatica. 

 

La polpetta di pelo bianca, contenta e soddisfatta per la buona riuscita del piano, raggiunse saltellando il resto della «famiglia». Arrivata nel salottino, vide che Shaoran e Sakura si erano avvicinati al tavolo e stavano in silenzio. La manju si mise quindi a fianco alla principessa, curiosa di capire cosa stesse succedendo.

Alla fine dell'esibizione Kurogane non aveva applaudito come i ragazzi nel giardino, ma ciò non stava a significare che non avesse gradito quel buongiorno diverso dal solito. Solo non era abituato a esprimersi con complimenti affettuosi o gesti troppo sentimentali…

Gli sguardi carichi di attesa dei due più piccoli, però, non gli lasciavano scelta. Probabilmente anche Fay aveva la stessa espressione carica di tensione, rifletté, ma in quel momento il ninja non sarebbe riuscito a distinguere se tale sentimento fosse reale o meno. Decise quindi di non farsi venire nemmeno il dubbio, ignorandolo completamente.

Kurogane, indicando davanti a sé, aveva quindi fatto mettere in fila i due più giovani e ora camminava avanti e indietro, pensando al modo giusto per esprimere il proprio apprezzamento. Passata più volte in rassegna la «sua» truppa, cercando le parole e i gesti adatti, si fermò davanti alla principessa. Allungando una mano in maniera impacciata, gliela pose sul capo e le scompigliò i capelli.

“Sei stata brava, ragazzina. Affronta con uguale entusiasmo la vita di tutti i giorni e vedrai che arriverai lontano.” disse dopo un attimo di leggero imbarazzo, schiarendosi la voce.

Sakura annuì con fervore a quell’inaspettato complimento, arrossendo vistosamente. Poi alzò il viso e guardò dritto negli occhi il burbero spadaccino. “Ti prometto che farò del mio meglio, Kurogane-san… e grazie! Sono contenta che tu abbia apprezzato il nostro impegno!”

Preso alla sprovvista da quell'esplosione di entusiasmo, Kurogane fece un passo all'indietro. Però si riprese immediatamente, annuendo e sorridendole complice prima di passare al proprio allievo.

Una mano sulla spalla e un mezzo sogghigno d'intesa servirono perché Shaoran, che fino a quel momento era rimasto in piedi a fissarsi la punta delle scarpe, alzasse lo sguardo a incontrare quello del suo maestro.

“Vedo che sei migliorato nella coordinazione. Devi lavorare ancora un po' sull'equilibrio, ma sei sulla buona strada. Continua così.”

Anche Shaoran arrossì, orgoglioso. Un complimento da parte di Kurogane-san valeva tutte le varie figure da pesce lesso che era riuscito a rimediare dall'inizio di quell'assurda giornata!

Mentre il ninja distribuiva quei suoi rarissimi elogi ai ragazzini (che se li erano meritati tutti, peraltro!), Fay li osservava stando un passo indietro. Lui non era stato chiamato ad avvicinarsi al tavolo, anzi. A dirla tutta, Kuro-pon aveva proprio fatto finta di non vederlo – e questo un po’ al mago era dispiaciuto, ma in fondo non se l’era nemmeno presa: sapeva benissimo di meritarsi la rabbia di Kuro-rin… Quindi era rimasto silenzioso e sorridente spettatore del consolidarsi di quel suo sogno di «famiglia felice», e poco gli importava se lui non era incluso, purché gli altri fossero contenti (doveva assolutamente convincersi che fosse così, altrimenti non sarebbe più riuscito ad andare avanti).

 

Dopo aver finito di complimentarsi con i ragazzini, che alla fine avevano deciso di andare a festeggiare con un'abbonante colazione nella cucina a fianco, Kurogane era tornato al suo posto, pronto a riprendere la lettura da dove l'aveva interrotta. Nel brevissimo tragitto tra la scala e il tavolo non era riuscito a lanciare neanche uno sguardo allo stupido mago. In cuor suo era ancora arrabbiato, ed era certo che se gli avesse rivolto la parola questi avrebbe sicuramente trovato un aggancio per una delle sue innumerevoli idiozie. A quel punto il ninja non sarebbe riuscito a trattenersi e lo avrebbe prima insultato, poi rincorso armi in pugno come era già successo ogni volta da quando si erano conosciuti.
Non che gli dispiacesse, eh. Ma Kurogane era stufo di giocare. Se voleva cavare qualcosa da quella testa bacata si rendeva conto di dover cambiare metodo.
Sempre ignorandolo, quindi, si limitò a finire la brioche e ad allungare un braccio con la tazzina vuota perché il mago la riempisse con altro caffè caldo.

Da che avevano finito il balletto, Fay non aveva smesso un attimo il suo sorriso e quando i ragazzi si erano allontanati per andare a fare finalmente colazione li aveva accompagnati con un materno “Andate pure, bambini, qui ci penso io a sistemare”.

Ed effettivamente era ciò che il mago aveva in mente di fare (tutto pur di non incrociare nemmeno di sfuggita lo sguardo di Kuro-ku), per poi andarsene da qualche parte a riposare un po' ed essere in forma per poter riprendere la recita all'ora di pranzo e in seguito il pomeriggio, quando avrebbe aperto il locale.

Sospirò quindi di sollievo tra sé e sé quando vide il ninja risedersi al suo posto e cacciare di nuovo la testa nelle pagine del suo adorato manga. Quando però lui allungò imperiosamente la mano con la tazza vuota, come a chiedere senza parlare che Fay gliela riempisse di nuovo, il mago rimase un attimo incerto - va bene, Kuro-chii era arrabbiato di brutto con lui, ma non era mai arrivato a comportamenti di quel genere. Il suo sempiterno sorriso gli vacillò per un attimo sulle labbra, ma poi il biondino versò il caffè all'altro in silenzio e subito dopo, senza aggiungere altro, si defilò.


Oh, finalmente un po' di pace, pensò lo spadaccino senza alzare gli occhi dalla pagina.

Peccato che l'improvviso atterraggio della manju bianca, fastidiosissimo replay di quanto avvenuto poco prima, gli fece cadere il manga nel piatto del dolce. Ringhiando, Kurogane prese l'animaletto per le orecchie, portandoselo ad altezza occhi.
“Si può sapere cosa accidenti vuoi?”
“Puuuu! Anche Mokona è stata brava! Anche Mokona vuole i complimenti di Kuro-papi!” esclamò la piccolina, iniziando a dondolare a mezz'aria.
“Bah! Sì, hai suonato bene, contenta?”
“Puuu!!! Mokona è contenta che Kuro-papi abbia apprezzato una delle 108 tecniche segrete di Mokona!” rispose lei, liberandosi e spostandosi più indietro sul tavolo.
Kurogane riprese il volumetto e ricominciò a leggere, ma non sapeva che l'esserino magico non aveva affatto finito. Presa una rincorsa, Mokona riatterrò per l'ennesima volta sulla pagina aperta del manga.
Il ninja fece per urlarle contro di nuovo, ma l'espressione seria della piccola interruppe sul nascere il suo sfogo.
“Mokona però non capisce una cosa” sussurrò la polpetta di pelo. “Mokona non capisce perché Kuro-papi non ha fatto i complimenti a Fay-san...”

Kurogane, che si era accorto della fuga del mago appena questi aveva lasciato la stanza, non si aspettava una domanda del genere. Sospirò, passandosi una mano sul viso, in apparenza scocciato ma in realtà contento che ognuno dei componenti di quella strana «famiglia» a suo modo si preoccupasse per gli altri.

Nel salottino erano rimasti solo loro due, quindi Kurogane considerò che forse, una volta tanto senza testimoni, si poteva permettere di trattare la polpetta di pelo come un membro della famiglia (come questa effettivamente meritava) senza dover poi trovare giustificazioni agli occhi degli altri.

Chiuso il manga e spostati piatto e tazzina, Kurogane prese con entrambe le mani la bestiolina e la posò sul tavolo davanti a sé. Poi, mentre la piccola lo guardava perplessa per il suo comportamento così insolito, incrociò le braccia sul tavolo e ci si appoggiò con il mento in modo poterla guardare dritta negli occhi.

“Vedi polpetta, so che probabilmente è una cosa difficile da capire, ma… se non gli ho fatto i complimenti e mi sono comportato in quel modo ho i miei motivi. Però tu non ti preoccupare, ok? Lascia fare a me, sono sicuro che andrà tutto bene” le spiegò sottovoce. “Su, raggiungi i ragazzini in cucina e fai colazione. Ah, comunque… questa conversazione tra noi due non è mai accaduta, intesi?” concluse, spingendola poco alla volta verso l'orlo del tavolo per convincerla a scendere.

Mokona saltò giù e si voltò verso di lui, lo sguardo ancora confuso ma meno triste di prima. Annuì più volte, poi sorridendo trotterellò verso la cucina.

Rimasto solo, Kurogane tirò un sospiro di sollievo. Qualcosa dentro di lui gli diceva che poteva fidarsi della discrezione della manju bianca. Per fortuna. Aveva pur sempre la sua reputazione di papà burbero e severo da difendere, lui! E ora il «papà» aveva un paio di paroline da dire alla «mamma»…

Si alzò nuovamente dal tavolo, deciso a trovare il mago.

  
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