Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |      
Autore: Mylark    01/07/2020    1 recensioni
[What if?] Ambientato dopo gli ultimi avvenimenti del manga, dopo la battaglia a Jaku e al covo del fronte di liberazione.
.
"Yamada portò al petto entrambi gli amici e rimase così per tempi interminabili. L’unico suono percepibile era quello dei loro singhiozzi, nient’altro contava. Un altro pezzo della loro anima era stato portato via dopo quella battaglia e ora non rimanevano che fantocci a vivere una vita incompleta."
.
Possibili spoiler!
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Himiko Toga, Nemuri Kayama, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A promise to keep 

 

 

 

Fu un attimo, Shigaraki ordinò la ritirata, e in pochi minuti il campo di battaglia rimase vuoto, a riempirlo solo gli eroi superstiti e i cadaveri di chi non ce l’aveva fatta, sia di una fazione che dell’altra. Era una scena raccapricciante a vedersi, in pochi erano scampati a quegli orrori. Tra i superstiti c’era una ragazza che però ancora non intendeva ritirarsi come da ordine, voleva ancora vendicare il suo amico, il suo unico amico. Il suo corpo esanime in quell’edificio l’aveva resa più folle di quanto già non fosse, e una furia omicida sembrava sovrastare tutto e tutti. Molti eroi erano caduti vittima dei suoi pugnali ma ce n’era una che non demordeva e ancora cercava di sconfiggerla. Toga si chiese perché non battesse in ritirata insieme agli altri eroi superstiti o per lo meno perché quelli feriti li vicino non venissero in soccorso dell’eroina. Era una società marcia, lo sapeva bene, tutti a riempirsi la bocca di vana gloria e ideali ma nel concreto erano pochi ad agire. Lei non ci avrebbe pensato un attimo a difendere un amico, e in qualche modo glielo stava dimostrando vendicandolo. 

<< Non riesci più a combattere hero?>>

<< vorrai scherzare ragazzina! Che insegnate sarei se mi facessi battere da una studentessa?>>

Midnight mascherava la paura con un ghigno spavaldo. Non aveva paura per se stessa, se era diventata un’eroina c’era un motivo, aveva paura perché poco distanti i suoi studenti stavano aiutando i feriti a raggiungere i soccorsi e non voleva che nessuno di loro cadesse vittima della ragazza. Oltretutto il suo quirk non aveva effetto su di lei quindi l’unica cosa che poteva fare era combattere con le sue sole forze. Non voleva demordere, non era il tipo, nessuna delle due lo era, Toga glielo avrebbe riconosciuto se non fosse stata fuori di se.
Lottarono per un tempo interminabile, pugnale contro frusta, Toga puntava su uno scontro ravvicinato, la velocità era il suo punto di forza e cercò più volte di prendere di sorpresa l’eroina ma quest’ultima riusciva a intercettare le sue azioni e a tenerla a distanza.
Poco dopo delle voci interruppero lo scontro, erano alcuni villains venuti a recuperare Toga.

<< che nessuno mi fermi oppure ucciderò anche voi!>>

<< Toga dobbiamo ritirarci, non possiamo tardare!>>

<< Sta zitto! devo vendicare Twice>>

In quel momento Toga si distrasse un attimo, il tempo di dar l’opportunità a Midnight di disarmarla e di avvolgerla nella frusta per bloccarla. Entrambe avevano il fiato corto ma Midnight continuò ad attaccare, non poteva permettersi una pausa in un momento così. Fu subito circondata dai villains rimasti. Con una mano stringeva il manico della frusta con cui teneva ferma Toga accanto a se, con l’altra tentò di servirsi di uno dei suoi ventagli per fermare gli altri. Non tutti sapevano che quei ventagli oltre a direzionare l’effetto del suo quirk nascondevano tra le piume delle lame. 

<< in altre circostanze mi sarei sentita lusingata dalle vostre attenzioni, purtroppo non è questo il giorno. Che dite rimandiamo a un’altra volta? >>

<< ci hai provato, ma siamo in otto contro una, pensi ancora di potercela fare? >>

<< non demordete vedo.. bene.. mi piacciono i ragazzi testardi >> 

Midnight strappò un altro lembo della sua tuta e col ventaglio creò una corrente che raggiunse tutti i villains attorno a lei. Con le lame disarmò quelli che avevano tentato un attacco e poco a poco li vide cadere ai suoi piedi. Riprese un po’ di fiato per tornare ad occuparsi della ragazza ma questa vedendo la sua esitazione decise di attaccare. Mentre Midnight si occupava degli altri, Toga era riuscita a estrarre uno dei suoi pugnali nascosti e a recidere parte della frusta. Midnight non ci fece caso, fu quello il suo errore fatale. Toma impugnò saldamente l’arma e con un urlo lo conficcò nel ventre della donna cogliendola di sorpresa. Erano a un palmo di distanza, Toga fissava intensamente Midnight con un ghigno sul viso, voleva vedere la luce negli occhi della donna scomparire. Le iridi azzurre dell’eroina si strinsero istantaneamente mentre veniva attraversata dalla lama. Fissò la ragazza negli occhi ma non vide nulla se non la follia pura, poi pian piano iniziò a perdere forza e un rivolo di sangue le uscì dalle labbra carnose. Si aggrappò alla ragazza per non cadere, aveva ancora il pugnale nel ventre e la mano di Toga non sembrava voler allentare la stretta sul manico. Poi vide altre figure arrivare, altri villains, sapeva di non potercela fare ma sperava comunque di riuscire a tornare indietro per dire addio ai suoi amici, dopotutto… aveva fatto una promessa.

<< Toga è ora di andare, che ci fai ancora qui? >>

<< voglio vederla morire >>

Midnight sentiva le voci ovattate, anche la vista iniziava ad annebbiarsi. 

<< che c’è ? pensavi di morire subito senza soffrire? soffrirai per ore interminabili, la lama è avvelenata. Morirai prima per dissanguamento o per via del veleno? >>

Midnight non aveva le forze per rispondere. Altre voci si aggiunsero, ormai non capiva più se fossero amici o nemici. L’unica cosa che notò fu uno dei villains con un cappello a cilindro, lo aveva già visto.

<< Toga sono arrivati altri eroi, dobbiamo andare >>

<< non mi interessa, faranno la stessa fine di questa qui >>

<< non mi lasci altra scelta>> Mr. Compress racchiuse Toga in una biglia e la portò via con se battendo in ritirata.

Midnight cadde a terra agonizzante. Era supina e si trovò a guardare il cielo. Strano modo di morire pensò. Provò a osservare lo spettacolo che le si presentava davanti ma la troppa luce la indusse a chiudere gli occhi. Tempo dopo sentì delle braccia afferrarla ma non riuscì a capire chi fosse. Svenne poco dopo.




 

***

Quando riprese i sensi si trovò in mezzo a una folla, non capiva cosa stesse succedendo, vedeva solo facce sconvolte. Riconobbe qualche studente ma non riuscì a dire nulla.

***

Aprì gli occhi, era in un luogo chiuso, vedeva due persone che sembravano dottori armeggiare con vari oggetti in quello spazio ristretto. Provò a parlare ma una fitta glielo impedì. Crollò di nuovo.

***

Riprese conoscenza e vide una folla seguirla, ma lei non stava camminando. Le pareti scorrevano attorno, le faceva male la testa. Persone urlavano. Voleva che la smettessero, non poteva sopportare il troppo casino. Alzò un bracciò ma subito ricadde su di lei, e così anche la sua lucidità.

***



 

Midnight si svegliò in una stanza bianca, una flebo al braccio e tanta confusione nella testa. Poco dopo ricordò cos’era successo, per lo meno la parte dell’attacco. Sentiva altre urla, ma non capiva cosa stesse accadendo, poi una porta si aprì e dei medici si avventarono su di lei per riscontrare le sue condizioni.

<< Signorina mi sente? riesce a dirmi cos’è successo? come si sente? >>

Uno di loro le stava controllando le pupille con una luce mentre altri stavano tagliando via parte del suo costume. Poi uscirono e altre urla riempirono il silenzio. La porta si spalancò di nuovo e vide  molte più persone di prima irrompere in quella piccola stanza. Vide Mic correrle incontro e Aizawa zoppicare verso di lei, un piede era piuttosto malconcio ma lui non vi fece caso. Anche alcuni studenti entrarono, riconobbe i volti di quelli che aveva visto prima.

<< professoressa Midnight  sta bene ? >> a parlare era stato il ragazzo che aveva portato con se in prima linea. Come si chiamava? non riusciva a ricordarlo in quel momento, ma era felice di vederlo sano e salvo. Cosa ci facevano i suoi studenti li? cosa ci facevano tutti quanti li? 

<< perché siete qui? >>

<< Kayama volevamo vedere come stavi, te la sei vista brutta >>

Mic le accarezzò la testa ma lei trovò quell’atteggiamento troppo strano. 

<< sto bene tranquilli. voi state bene?>> cercò di non far capire quanto in realtà stesse male, l’addome le bruciava e le gambe quasi non si muovevano più.

I ragazzi annuirono silenziosamente, qualcuno aveva un volto funereo e qualcuno era sull’orlo del pianto. Stava per chiedere come fosse arrivata li ma qualcuno la precedette

<< Yaoyorozu ti ha trovata sul campo di battaglia e Kirishima ti ha riportata indietro>>   si girò verso i ragazzi in questione cercando di scorgerli in mezzo a quella folla e quando li vide notò che avevano entrambi le lacrime agli occhi, l’uno con i pugni serrati e l’altra con le mani a coprire la bocca, probabilmente per reprimere un singhiozzo. 

<< grazie ragazzi, diventerete degli ottimi eroi >> a quelle parole Yaoyorozu scoppiò a piangere. Per non farsi vedere e ricomporsi uscì dalla stanza seguita da qualcuno che tentò di aiutarla. 

<< andrà tutto bene Kayama, vedrai che starai meglio >>

<< non mentire Mic, nasconderle la verità non farà altro che peggiorare le cose >>

<< perché non parli tu allora? sei stato in silenzio da quando siamo entrati mentre prima non facevi altro che urlare >>

Aizawa stava per rispondergli ma Midnight lo anticipò 

<< sto morendo vero? L’avevo già capito.. >> 

<< non devi darti per vinta >> disse Mic continuando la recita

<< non prendiamoci in giro Yamada. Quanto mi rimane? >>

<< un paio d’ore se sei fortunata >> disse lui tristemente

<< c’è un’ultima opzione >> disse Aizawa appoggiato alla finestra

<< ne abbiamo già parlato Aizawa, non possiamo >>

<< è l’unica soluzione >> disse tornando ad urlare.

<< smettetela di litigare voi due, che vi è successo? non litigate mai! e così fate una pessima figura davanti ai vostri studenti>> si girò poi verso di loro e dolcemente chiese se potevano lasciarli soli. 

Poco dopo entrò nella stanza un dottore con Eri che non capiva cosa stesse succedendo, la lasciò ed uscì. Midnight si girò fulminea verso Aizawa e quest’ultimo la ignorò avanzando verso la bambina. Si reggeva a stento in piedi, il dolore era forte ma in quel momento non poteva permettersi di pensare ad altro.

<< Eri sai perché ti ho fatto portare qui? >> la bambina negò con la testa

<< vorrei chiederti di salvare Nemuri, te la senti di farlo?>> la bambina guardò preoccupata la donna seduta sul lettino e un moto di terrore la travolse. 

<< Eri, tu sei l’unica in grado di salvarla, ho bisogno che tu lo faccia >> continuò Aizawa.

Eri iniziò a tremare e arretrò di qualche passo. Nemuri non ci vide più dalla rabbia e lo fermò.

<< Aizawa adesso basta! la stai spaventando >>

<< non capisci che senza di lei morirai? >> Midnight lo ignorò e si rivolse ad Eri

<< Eri te la senti di venire un attimo qui? >> la bambina annuì e le andò vicino. Midnight la prese in braccio e la fece sedere di fianco a lei sul lettino. Fece una gran fatica e una fitta la bloccò per qualche secondo sotto gli occhi preoccupati dei presenti. Una volta ripresasi iniziò ad accarezzare i capelli della bambina stando attenta a non toccarle il piccolo corno sulla fronte. 

<< Aizawa ti ha spaventata? non devi ascoltare le sue parole, quello che ha detto non è necessario >> la bambina la guardò preoccupata 

<< io ho solo bisogno di dormire per un po’ di tempo, poi tornerò in forma come prima >> 

<< dici sul serio? >>

<< certo che dico sul serio, se fossi in fin di vita potrei fare questo? >>

La strinse forte tra le sue braccia e le diede un bacio sulla guancia. Cercò di trattenere il dolore nel farlo, non voleva che Eri si spaventasse.  La bambina si illuminò mentre Nemuri le sorrideva incoraggiante.

<< perché adesso non vai a prendere un gelato con Yamada ? Non vorrai star qui ad annoiarti tutto il tempo vero ? e poi, prima mi rimetto a dormire prima tornerò da te >> le disse facendole un buffetto sulla guancia.

La bambina si fece convincere e prendendo per mano Mic uscì dalla stanza. Prima di uscire però si rivolse un’ultima volta alla donna 

<< Nemuri ci rivedremo vero? >> 

<< certo piccola! ti prometto che staremo di nuovo insieme >>  La bambina uscì felice dalla stanza.

Nemuri appena si richiuse la porta sussurrò un flebile ‘ti voglio bene’ e lasciò che lacrime silenziose si infrangessero sul suo viso.  Aizawa nel frattempo era rimasto col capo chino e i pugni stretti ma quando vide la donna piangere le si avvicinò subito. Quando si sedette accanto a lei prese fiato per parlarle ma lei lo bloccò subito con uno schiaffo in pieno viso. Non importava se stesse morendo, la forza di quel gesto era sempre la stessa. 

<< sei impazzito Shota ? Chiamare qui la piccola Eri e farle usare il suo quirk? >> 

<< era l’unica soluzione per salvarti >>

<< non hai pensato a lei? quante ne ha passate? tu lo sai bene quindi perché esporla a questo rischio? >> Nemuri ancora piangeva, sapeva il perché Aizawa avesse fatto quel gesto ma doveva fargli capire che era sbagliato, persino se si trattava di salvare lei.
Aizawa rimase con il volto girato nella direzione in cui era stato accompagnato dalla mano di lei, non riusciva a guardarla in faccia, sapeva di aver sbagliato, sapeva che non era giusto imporre tutto ciò a Eri soprattutto dato il fatto che ancora non sapeva controllare il suo quirk  ma per lei e Yamada lo avrebbe rifatto. 

<< Shota non è giusto esporre a un così grande rischio una bambina, nemmeno per le più gentili intenzioni >>

Carezzò il suo volto nel punto in cui lo aveva schiaffeggiato e lo costrinse a guardarla negli occhi
<< grazie >> gli sussurrò.

Aizawa lasciò che qualche lacrima silenziosa gli scendesse sul viso, e prese tra le mani quelle di Nemuri 

<< non voglio perdere anche te >>

A Nemuri venne una fitta a quelle parole, il dolore provato per via del veleno che la stava corrodendo non era niente a confronto, questo era qualcosa di molto più profondo, qualcosa di non detto ma che aleggiava nell’aria da molto tempo. Quell’amicizia molto profonda che assumeva diverse sfumature e che la differenziava per certi aspetti da Yamada. Non voleva morire, chi lo avrebbe voluto? ma sapeva che era inevitabile e proprio perché non aveva più tempo doveva chiarire quelle cose che solitamente si lasciano in sospeso. Non era una persona da legami stabili, non lo era mai stata e probabilmente l’idea della noia le faceva più paura di qualsiasi altra cosa, per questo le sue relazioni non duravano mai troppo. Ma il rapporto che avevano lei, Shota e Yamada era qualcosa di diverso, andava ben oltre le normali convenzioni.
Aizawa ripetè sottovoce le parole di prima, probabilmente più a se stesso che alla donna davanti a lui. Lei non poteva rispondere, era ormai inevitabile quello che stava per accaderle e accettarlo era l’unica opzione per morire tranquilla.  Ricordò in quel momento un discorso che fecero loro due sul tetto della scuola, in un momento di pausa tra una lezione e l’altra. Non sapeva neanche come ci fossero finiti lì su, ne come fossero entrati in argomento ma lui le chiese come immaginava il suo futuro. Lei in verità non lo sapeva, era una cosa che la spaventava, non amava pianificare preferiva vivere il momento, ma se proprio doveva pensarci la stabilità di un affetto non le dispiaceva. Ne era terrorizzata, nessuno era mai stato abbastanza buono per lei da poter accoglierlo come compagno, tuttavia una persona c’era, non una a cui giurare amore eterno ma una che era felice di aver attorno anche quando la punzecchiava. Non poteva dirglielo, sarebbe stato troppo strano, quindi rispose solo che al futuro non pensava e che stava bene così. D’altro canto lui non rispose in maniera molto diversa, disse che si immaginava come in quel momento, solo e sereno. Aizawa non era stato sincero anche perché ciò che gli premeva di più era rimanere in compagnia di Nemuri e Yamada. 

<< Shota ricordi quella volta che mi chiedesti del mio futuro? >> Lui annuì silenziosamente 

<< ti dissi che non ero una persona che ci pensava e che non mi vedevo diversa da quanto non fossi già in quel momento… in parte era una bugia. In quel momento ci avevo pensato. >>

<< e cosa avevi pensato?>>

<< saresti stato tu il mio futuro, avrei scelto te>> 

Una fitta attraversò anche lui in quel momento e altre lacrime scivolarono giù. Le prese il volto fra le mani e avvicinandosi lentamente la baciò. Il bacio durò poco ma fu molto intenso. Esprimeva tutte le parole non dette in quegli ultimi anni. Non sapevano se quello fosse amore o solo qualcosa di più profondo rispetto a un’amicizia, ma in quel momento era la cosa più bella a cui aggrapparsi. Quando si staccarono Nemuri sorrise imbarazzata, quell’intimità era una cosa nuova per loro, tanto da far si che nessuno dei due alzasse lo sguardo verso l’altro. Poco dopo però tornarono a guardarsi intensamente, consapevoli del fatto che il tempo a loro disposizione stava svanendo. Rimasero così fino all’arrivo di Yamada che preoccupato li raggiunse poco dopo.

I due amici aiutarono Nemuri a sistemarsi meglio su quel letto d’ospedale, ormai dalla vita in giù era paralizzata e il freddo iniziava a farsi sentire. Lei li chiamò a se e li fece sedere accanto a lei. Chiese loro di abbracciarla e rimanere così fino alla fine.  Voleva mandarli via, sarebbe stata la cosa migliore da fare, loro non l’avrebbero vista morta e avrebbero sofferto di meno, ma per quanto ci provasse la paura e l’egoismo la spinsero a chiedere l’esatto opposto.  Più passavano i minuti e più la paura la attanagliava perciò per non pensarci cercò di sdrammatizzare la situazione. 

<< alla fine siamo davvero finiti a letto tutti e tre insieme >> i due sorrisero alla donna che sentì il loro abbraccio farsi ancora più energico 

<< certo, me lo aspettavo diversamente ad essere sincera, magari in circostanze un po’ più piccanti, ma anche così non è male >>

<< vorrai scherzare! >> Yamada si voltò verso di lei per capire quanto fosse seria ma lei scoppiò a ridere. Poi tornando seria iniziò quella serie di raccomandazioni che spesso le sentivano fare e che tra loro le aveva fatto guadagnare la nomea di madre della famiglia. D’altra parte Nemuri ci sapeva fare con ragazzi e bambini, a scuola i suoi studenti la adoravano e con i bambini tirava fuori il suo lato più tenero.

<< prendetevi cura del nostro gattino, so che lo farete ma è meglio specificare. Salutate tutti i miei studenti e soprattutto la piccola Eri. Aizawa scusati con lei, e chiedetele scusa da parte mia per la promessa che non potrò mantenere. E voi due… >> qualche lacrima scappò di nuovo << prendetevi cura l’uno dell’altro, non fatemi tornare a perseguitarvi per questo! >> I due non risposero, sapeva che stavano trattenendo le lacrime perciò strinse più forte le loro mani e disse 

<< hey tranquilli, voi siete con me, andrà tutto bene >>

Poco a poco Nemuri sentì il respiro farsi sempre più pesante, le braccia non rispondevano più, il tempo stava finendo.

<< sono felice che abbiate mantenuto la promessa… alla prossima avventura >> quasi lo sussurrò tanto poche erano le sue forze.

Pochi istanti dopo Nemuri li lasciò, con un sorriso lieve sul volto e una piccola lacrima sulla guancia. Ora era serena, non aveva più nulla di cui preoccuparsi se non del momento in cui si sarebbero ricongiunti.
Quando i due si resero conto che lei non c’era più crollarono nel pianto più disperato, quella era la seconda perdita più importante della loro vita.
Aizawa la scosse leggermente sperando che rinsavisse in qualche modo ma così non fu

<< avevi promesso anche tu, avevamo giurato tutti e tre. >> 

Yamada portò al petto entrambi gli amici e rimase così per tempi interminabili. L’unico suono percepibile era quello dei loro singhiozzi, nient’altro contava. Un altro pezzo della loro anima era stato portato via dopo quella battaglia e ora non rimanevano che fantocci a vivere una vita incompleta.

 

 

 

 

Il giorno prima

 

 

 

I tre amici si trovarono all’ingresso della scuola, aspettavano che tutti gli studenti e i docenti arrivassero per partire in missione. Mic e Eraserhead sarebbero andati all’ospedale della città di Jaku mentre Nemuri alla base della nuova organizzazione segreta dei villains. Sapevano che sarebbe stato pericoloso, quella missione era folle ma comunque indispensabile. Yamada ebbe un brutto presentimento e lo esternò subito. Aizawa cercò di non pensarci in vista di ciò che stava per accadere. Nemuri invece cercò di essere ottimista e disse

<< vedrete che andrà tutto bene, siamo o non siamo eroi ?>>

vedendo le loro facce poco convinte continuò 

<< facciamo un patto, giuriamo solennemente che finita la battaglia ci ritroveremo tutti insieme sani e salvi, va bene? >> i due titubanti annuirono e si porsero la mano, ora avevano una promessa da mantenere. Anche quando si separarono e la preoccupazione per le condizioni dell’altro si fece sentire, quell’obbiettivo restò fisso nelle loro menti e li spronò a non arrendersi.
Dopotutto avevano una promessa da mantenere e avrebbero fatto di tutto per non infrangerla.
Avevano una promessa da mantenere ma una dei tre non potè rispettarla.





 





Buonsalve! ho scritto questa what if di getto, i protagonisti sono sempre loro, i magnifici tre. Forse dovrei pensare di creare una raccolta.. vedremo. Spero che vi piaccia. Se avete voglia di farmi sapere come vi è sembrata, consigli o altro ancora, non esistate a recensire :)  
Ad ogni modo grazie per aver letto la storia.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Mylark