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Autore: MusicAddicted    02/07/2020    16 recensioni
AKA Le Avventure di JJ&KK!
Killgrave si incammina sul lungo e tortuoso sentiero della redenzione, tra uno scivolone e l’altro.
Jessica cerca di mantenerlo sulla retta via, tra un battibecco e l’altro.
Se volete farvi strada fra quintalate di fluff, situazioni tragicomiche e una spruzzata di romanticismo, siete i benvenuti ;)
Teoricamente sarebbe il sequel della miniserie ‘Stupid Christmas Time!’ … ma se volete la reader’s digest version: Kevin sta cercando di rigare dritto. Per lei. Sempre per lei.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave, Malcolm Ducasse, Trish Walker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AKA ‘I’m not buying it!’ ‘But you’re drinking it!’
 



Alla fine lo ha fatto.
Jessica ha cominciato a testare la capacità di sopportazione di Kevin, in modo graduale.
Lui stesso le ha ripetuto più volte che deve fare come se fosse a casa sua e che ha libertà assoluta.

Dapprima si è allontanata interi pomeriggi, per lavorare ai casi con Malcolm oppure per qualche chiacchiera con Trish… o entrambe le cose, visto che sua sorella sembra vivere in pianta stabile nell’appartamento del suo ex vicino ormai.


E ogni volta che rincasava Kevin l’ha accolta con un sorriso, mai un gesto di stizza, mai una minaccia imposta al suo staff, mai una parola di troppo.

Poi Jessica ha cominciato ad uscire per conto suo la sera e a questo punto Kevin è sembrato già meno ben disposto, ma ha comunque fatto del suo meglio per non farlo vedere.

 

La prima sera ha provato a fidarsi completamente e infatti lei si è assentata giusto il tempo di un drink o due, facendo ritorno nel giro di quaranta minuti.

La seconda sera la sua assenza si è prolungata un po’ di più, ma la guardia che Killgrave ha spedito a controllarla lei l’ha notata prima di subito, senza però dargli un motivo per intervenire.

È solo alla terza sera che Jessica decide di metterlo davvero, ma davvero alla prova, spingendosi oltre il limite, cominciando a dar volutamente spettacolo di sé, in quel pub poco raccomandabile.

Non passa molto tempo prima che le guardie - stavolta il persuasore ne ha mandate due a tenerla d’occhio - riferiscano per telefono al loro  capo che cosa sta accadendo, tanto che quest’ultimo decide che deve intervenire di persona.

 

Arriva giusto in tempo per vedere Jessica decisamente sbronza, innalzare quello che potrebbe benissimo essere il ventesimo bicchiere della serata, mentre intavola una conversazione biascicante con tutti i ragazzi accalcati al bancone.
 

“Ragazziiii, qquesshhto lo offro iiioo, peeeerò brindate con meee: alla mia shituazione del cazzooo!” urla lei scolandosi il bicchiere, tutto in una volta.
 

- Simpatica e carina come il tuo solito, Jess! - alza gli occhi Killgrave, prima di intervenire e farsi largo tra la folla.

“Okay, Signorinella, direi che per stasera ci siamo devastati a sufficienza!” esordisce, parandosi davanti a lei.

Non ha perso tempo a ‘rendersi presentabile’ come direbbe lui, rimanendo coi vestiti che indossava in casa e un lungo cappotto marroncino a coprirlo.
Lei non può avere voce in capitolo, dall’alto della sua modesta felpa grigia, col cappuccio tirato sopra la testa a coprirla.

“Tu chee caazzo ci faai qui? Io vooglio restare un altro po’, mi son fatta deglii amici.” gesticola lei in malo modo, indicando buona parte del bancone.

“Heey!” urla un po’ sorpresa, ma assai poco sgomenta, quando lui la solleva da sotto le braccia dallo sgabello dov’era seduta e se la carica poco elegantemente su una spalla, come un sacco di patate.

“Ti ho detto che la serata finisce qui!” si impunta lui, forte del fatto che lei sia troppo fuori fase per ricorrere ai suoi poteri, che si rivelano essere qualche calcio e pugno dati con molta poca convinzione.


Kevin sta per raggiungere l’uscita, quando due ragazzi alticci, probabilmente fra quelli che erano al bancone, lo avvicinano.
 

“E tu chi saresti? Suo padre, che decide che è arrivato il coprifuoco?’’ lo apostrofa il primo, un trentenne dai capelli lunghi e ricci.
 

 “Già, lasciala qui, ci divertiamo un po’ con lei e poi te la riportiamo sana e salva, paparino premuroso!” dà man forte all'amico il secondo, un coetaneo, biondo coi capelli a spazzola.

“Meeeettimi sshubito gi..” protesta nuovamente Jessica, ma alla fine crolla addormentata sulla sua spalla.

 

Killgrave scruta a fondo i due ragazzi che lo hanno importunato, offeso e hanno mancato di rispetto sia a lui, sia a Jessica.

Uno sguardo maniacale e un sorriso sadico gli si dipingono sul volto, tanto da fare gelare il sangue nelle vene dei due malcapitati, che lo osservano sbiancati.

 

- La mia Principessa è momentaneamente fuori gioco e, ironia della sorte, ci si è messa da sola, - ridacchia lui, continuando a guardarli, spostando lo sguardo da uno all’altro. - Potrei fare qualsiasi cosa, potrei farli uccidere a vicenda a mani nude, potrei dir loro di gettarsi sotto a un treno, potrei spedirli in bagno a ficcare la testa sotto l’acqua scrosciante del lavabo finché non affogano. Potrei. Jessica non lo verrebbe mai a sapere. - fa le sue considerazioni, profondamente tentato di lasciarsi avvolgere da quella sensazione inebriante di avere il controllo assoluto su tutto, che tanto lo intossica, e sprigionare quel potere distruttivo che lo fa sentire come un dio.


I due ragazzi hanno sempre più la sensazione che stia per capitare loro qualcosa di orribile, ma si sentono come paralizzati da quella paura.

 

- Ma ho promesso.- si ravvede all’ultimo secondo il bell’Inglese.

Killgrave chiude gli occhi, prendendo un lungo respiro, prima di riaprirli ed emettere il suo potenzialmente fatale verdetto.


“Tornatevene subito a casa.”

Quattro parole, sufficienti per far sì che i due ragazzi escano coi drink ancora in mano, nemmeno pagati, attirando così su di sé le ire del cassiere che li rincorre sbraitando.

- Se sono fortunato, almeno qualcuno li picchierà! - si accontenta, uscendo e andando verso la macchina, dove l’autista lo aspetta.

 

Quando arrivano a destinazione, è Kevin a occuparsi personalmente di Jessica, a prelevarla dalla macchina, stavolta reggendola fra le sue braccia fino a raggiungere la stanza della ragazza.
La mette a letto, le rimbocca le coperte e l’unico lusso che si concede è quello di posarle un bacio sulla fronte, prima di uscire, spegnere la luce e chiudere la porta.

 

- Quello che è successo stasera con Jessica al locale non deve più ripetersi, io devo fare qualcosa!-

 

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“... e quando mi sono svegliata stamattina, lui se ne era già andato, da chissà quando!” finisce di raccontare ogni cosa Jessica a Trish e Malcolm, il pomeriggio seguente.

I due sono grati al tempismo della ragazza, perché se solo si fosse presentata mezz’ora prima li avrebbe trovati piuttosto indaffarati e molto, molto poco vestiti.

 

“Beh, Jess, come sei libera di uscire tu, a maggior ragione lo può fare lui…sì, okay, non sarà avvenuto nei metodi più ortodossi, ma è il proprietario di quella villa e può fare come gli pare...” cerca di farla ragionare Malcolm.
 

“Non sarai ancora gelosa, vero?” indaga la speaker.

“Eri gelosa di Killgrave?!” sussulta Malcolm esterrefatto.

 

“La gelosia stavolta non c’entra nulla…” agita una mano Jessica, come infastidita, ma questo fa sottintendere che effettivamente gelosa lo fosse.
 

Nessuno dei suoi due amici è così impavido da farglielo notare e preferiscono lasciarla proseguire.

“Sta combinando qualcosa, qualcosa di losco, alle mie spalle.” esterna i suoi dubbi la mora, prima di riprendere a lavorare all’ultimo caso.

 

- Dovrei cominciare a far fare qualcosa anche a lui, per tenerlo più impegnato e sotto la mia supervisione, ma non è il momento di pensarci!-
 

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Quando finisce il suo lavoro di ricerca per aprirsi una pista, fuori il sole è già tramontato.

“Sarà ora che rientri, domani andremo a cercare i nostri uomini.” decide lei, avviandosi.

Proprio quando è sulla porta si volta in direzione dei suoi due amici.

 

“Ah, per la cronaca, anche se sono meno presente, si dà il caso che questo sia ancora il mio cazzo di ufficio, non il vostro parco giochi del sesso!” li coglie in contropiede la detective, per poi uscire, sbattendo la porta. 


“Dannazione, lo sapevo che non dovevamo farci tentare da quel divano!” alza gli occhi Malcolm.
 

“Però è stato divertente!” ridacchia Trish, baciandolo.

Lei ha ancora addosso i segni di quella passione.

“Ma come avrà fatto a scoprirci?” si domanda la bionda.

 

Forse quei capelli scarmigliati e il succhiotto in prossimità della clavicola destra non sono sfuggiti alla brillante e perspicace detective.

“Magari l’astinenza le ha fatto sviluppare un sesto senso…” ipotizza il ragazzo.

“Perché? Tu credi che lei e Killgrave non…”

Malcolm nemmeno le fa finire la frase, scattando in piedi, allarmato.

“Oh, mio dio, Trish, mi stai dicendo che tu credi di sì?”

 

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Quando Jessica fa ritorno, togliendosi la giacca e gettandola nel primo posto che capita, rimanendo solo con una canotta grigia, trova Killgrave in salotto, intento ad aspettarla.

 

Al contrario di lei, lui è in un doppio petto color grigio ferro, con immancabili sfumature viola nella camicia blu che indossa sotto.

“Jessica, com’è andata la giornata, fatto buone indagini?” l’accoglie affabile.

 

“Potrei chiederti com’è andata la tua, sei sparito tutto il giorno!” replica lei, il tono d’accusa a stento nascosto nella sua voce.

“Ho i miei motivi, e la cosa non ti deve riguardare,” controbatte lui, alzandosi per andare verso la cucina.

Jessica pensa che la sia presa, anche perché non le è sfuggita la nota piccata nell’ultima risposta, ma poi lo vede tornare reggendo una bottiglia.

 

Whisky. Lei lo riconoscerebbe anche da lontano un chilometro.
 

“Diciamo che ieri non è stata fra le serate che più amo ricordare, perciò, perchè non si ripeta più, tieni.” le porge la bottiglia.

“Almeno non è un altro fottuto abito viola!” sbuffa lei, ma la tiene già ben stretta a sé.

“Quello rosso però ti è piaciuto!” puntualizza Kevin, divertito, soprattutto dall’espressione di lei, che non si azzarda a ribattere.


“Tranquilla, non ti chiedo affatto di bercela insieme, anche perché immagino tu possa accettare la compagnia del sottoscritto solo a piccole, piccolissime dosi,” sospira, andando verso le scale. “Buona serata, mia cara.” la sorprende lui con le sue parole, prima di ritirarsi nella propria stanza.

- In effetti, è vero, passiamo pochissimo tempo insieme… paradossalmente lo vedevo di più quando non convivevamo!- riflette lei, aprendo quella bottiglia.

Non prova nemmeno ad annusarla circospetta.

- Sono già qui, a casa sua. Che cazzo di senso avrebbe drogarmi?- pensa, tracannando un sorso, senza nemmeno prendersi la briga di recuperare un bicchiere.

 

- Hey, non è affatto male, decisamente meglio di quella merda che compro al discount!- osserva compiaciuta, continuando a bere.

Killgrave nel frattempo ha fatto il giro del piano di sopra, scendendo dall’altra rampa di scale, silenzioso come un gatto.

 

Dal muro dove si è appoggiato può riuscire a vederla, senza essere visto, restando in penombra.
La osserva bere.

E sogghigna fra sé e sé.

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“Allora, com’è andata?” domanda Jessica a Malcolm il pomeriggio seguente, quando si incontrano a metà strada.

“Ho più di dieci motivi per dubitare di quello che mi ha detto il tizio che ho interrogato.” espone la sua visione dei fatti il l’aitante AfroAmericano.

“Lo stesso io. Se lo seguiamo ci porterà dritti da quel dannato truccatore di appalti.” decide la detective.

“Okay, capo, posso occuparmene io.” si offre il ragazzo e Jessica non obietta più di tanto, ha imparato a riconoscere di che pasta sia fatto.

Però obietta sul fatto che lui la stia fissando sconcertato.


“Che hai da guardarmi così?” si mette sulla difensiva lei.

“Niente è che… hai un aspetto più riposato, un colorito più sano, niente occhiaie…” osserva lui, come solo un aspirante detective può fare.

“In effetti sì, devo dire che stanotte ho dormito proprio bene e anche il fegato mi dà un po’ più di tregua…” riconosce la ragazza.

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Anche quella sera, tornando, Kevin le porta una bottiglia e così le altre sere a susseguirsi. Non solo whisky, a volte è scotch, altre vodka o un particolare tipo di birra.
Un drink più buono dell’altro.
E ogni volta Jessica apprezza sempre di più quei regali da parte sua.

 

Tanto che una sera, in un primo momento ha preso l’ennesima bottiglia donata dal lui, salendo in camera, ma poi ci ha ripensato.

- Almeno una ce la possiamo bere insieme, una serata con lui non mi ucciderà… - decide, avviandosi quatta, quatta verso le scale, scendendole in silenzio.

La verità è che lei gli vuole fare una sorpresa, ma si accorge che lui sta parlando con qualcuno al cellulare e sembra piuttosto assorto.

 

“Jessica non sospetta nulla, e deve continuare ad essere così. State facendo un’ottimo lavoro.” lo sente dire, restando ben nascosta.

- Altro che condividere con lui la bottiglia, gliela spaccherei in testa! Quel bastardo sta combinando qualcosa, qualcosa di grosso, devo saperne di più!- fa ritorno nella sua camera, infervorata dalla determinazione.

 

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“Ne sei sicura?” le chiede Trish il mattino seguente, dopo che Jessica è passata a trovarla alla redazione di ‘Trish Talk’ , attendendo che si prendesse una pausa.
 

“Sì, quello stronzo con me fa solo la recita, ma la verità è che è già tornato alle sue vecchie abitudini, ha soggiogato qualcuno perché lavori per lui, dio solo sa a cosa!”

“Non ti resta che scoprirlo,” la incita la sorella, per poi osservarla meglio. “Jess, ma le tue occhaie…”

 

“Sono scomparse? Ho un aspetto più sano? Dormo meglio? Mi sento in forma smagliante? Sì, cazzo, sì, va avanti da giorni, non lo so… probabilmente è quello che succede quando smetti di bere roba scadente e passi a quella di alta classe!” taglia corto lei. “Peggio per Killgrave, perchè mi avrà contro di lui al pieno delle mie capacità.” spergiura.

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E Jessica è di parola.

Torna alla villa in tarda mattinata, sollevata di vedere che Killgrave sia ancora a casa.


E quando, dopo pranzo, lui esce, Jessica è già sulle sue tracce, senza perdere di vista quella Jaguar blu dove lui è a bordo, saltando di tetto in tetto fino a vederla terminare la sua corsa.
 

Jessica non si sentiva così lucida e poco affaticata da anni ed è un gioco da ragazzi per lei saltar giù dal tetto dell’ennesimo edificio e atterrare in un vicolo adiacente a dove è ferma la vettura.

 

Senza farsi scoprire, segue Killgrave fino a quello che ha tutta l’aria di essere un laboratorio.

Un laboratorio lei può associarlo solo e soltanto a una cosa.

- Sta andando avanti con quei fottuti esperimenti, nonostante il padre defunto… dovrà aver trovato un altro scienziato brillante… ma per cosa? Che livelli vuole raggiungere? - si tormenta lei, mentre lo vede uscire pochi minuti dopo.

Potrebbe addentrarsi nel laboratorio per scoprire qualcosa di più, ma lei ha come la sensazione che lui si sia cautelato con qualche videocamera nascosta e qualcuno dei suoi scagnozzi a fare la guardia.

Meglio non rischiare e poi quel che ha visto è sufficiente.

 

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Jessica riesce a rientrare prima di lui e quando lui arriva è lei che si fa trovare in salotto, fingendo di sfogliare una rivista.

E lei non lo accoglie mai.

“Jessica, ma che piacevole sorpres…”

 

“Zitto, meriteresti che ti iniettassi una dose di Sufentanil così grande da metterti KO fino al 2020!” lo aggredisce lei, solo verbalmente, per sua fortuna.

“Ma cos..?” la guarda confuso Kevin, ma lei non si fa incantare.

“Ho scoperto tutto!” viene subito al sodo lei, gettando la rivista dall’altra parte del divano e alzandosi.

 

La detective però non capisce perché lui ora più che preoccupato sembri… deluso?
 

“Uff, ma come hai fatto? Era praticamente identico…” borbotta.
 

“Di cosa stai parlando?” si acciglia lei

Tu di cosa stai parlando?” la scruta lui.

“Ti ho seguito, oggi, al laboratorio, quelle povere persone che hai schiavizzato!”

Lui a stento trattiene una risata.

 

“Ooh, schiavizzato? Ma davvero? Quegli scienziati li pago profumatamente ed è vero che stanno lavorando sodo, ma stavolta le pause fisiologiche ho imparato a concederle!” puntualizza, offeso.
 

“Davvero vorresti farmi credere che sei diventato un buon imprenditore, attento alla salute dei suoi dipendenti?” lo sbeffeggia lei, con tono sarcastico.
 

“Sei libera di andare a chiederlo a loro personalmente, cara la mia ficcanaso!” rimbrotta lui.

“Facile, dopo che tu avrai giocato a campo minato con le loro menti per farmi rispondere chissà cosa! No, caro il mio damerino, questa non me la bevo!”

“Ma la stai già bevendo!” si decide a rivelarle una volta per tutte lui. “Da ormai due settimane vai avanti a berla.”

 

Jessica cerca di rimettere insieme i pezzi, ma lui le facilita le cose.

“Tutti gli alcolici che ti ho portato… avevano lo stesso identico sapore, ti davano la stessa sensazione di stordimento, eppure… indovina un po’? Dentro non avevano nemmeno un goccio d’alcool!”

 

“Ma cosa? Ecco perché mi sentivo così bene…” comincia a capire lei, sentendo l’impellente bisogno di sedersi, prima che le gambe le cedano.
 

E anche lui la raggiunge subito sul divano, poco distante da lei.
 

“Quindi.. è a questo che stanno lavorando quegli scienziati?” chiede conferma lei.
 

“Sì e il prossimo passo era arrivare a replicare il vino da tavola… perché ci vai giù pesante anche con quello!” la fa sorridere lui. “Ma se non ti sta più bene, okay… torna pure ad avvelenarti!” alza le mani lui, scuotendo la testa. “Ora però te la faccio io una domanda, tu cosa pensavi che stessi facendo là dentro?” la mette alle strette.

Jessica vorrebbe sprofondare in una voragine, ma non le rimane che confessare.

“Io ero convinta stessi riprendendo gli esperimenti…” risponde, senza nemmeno guardarlo negli occhi.

 

Però lo fa quando Kevin scoppia a ridere.

“Gli esperimenti, Jess? Sul serio? Quei maledetti esperimenti dolorosi come l’Inferno? E perché mai dovrei farlo? Ho te, qui con me. Di tua spontanea volontà. Cosa potrei mai volere di più?” gongola il persuasore.

Jessica lo guarda scettica, con un’allusione più che evidente.

 

“Oh, ma quello chissà mai che arrivi col tempo.” ridacchia lui.

“Illuso!” lo sbeffeggia la detective.

“Preferisco definirmi un inguaribile ottimista!” controbatte lui.

“E comunque sono davvero molto colpita da quello che hai fatto.” riconosce lei. “Colpita e anche molto incazzata!” sbotta.

“Come, scusa? E perché?” si stranisce lui.

“E me lo chiedi anche? Non mi stai facendo assumere alcol da due settimane!” ringhia lei.

“Ma se nemmeno te ne eri accorta!” le rinfaccia lui, irritato.

 

“Ma lo so ora… e la cosa non mi sta affatto bene!” protesta lei, ma ha trovato pane per i suoi denti.

“Se io ho intrapreso il sentiero della redenzione, allora non lascerò tornare te su quello dell’autodistruzione!” si impunta Kevin.

“Il solito esagerato! Non è una cazzo di autodistruzione, io ho bisogno delle mie serate alcoliche. Almeno cinque a settimana!”

 

“Due!” negozia lui.

“Tre!” rilancia lei.

 

“Solo a patto che una di questa tre serate la posso passare con te.” le dà scacco matto.

“Andata.” acconsente lei, stringendogli la mano per suggellare quel patto.

Non gli dirà mai di quella sera che voleva condividere con lui una delle bottiglie.

Lui fa per alzarsi dal divano e andarsene, del resto ancora lei non gli ha dato modo nemmeno di levarsi il cappotto.

Però Jessica sente il bisogno di dirgli ancora qualcosa e lo rimette a sedere, con un gesto fin troppo gentile per i suoi standard.

“Kevin, c’è una cosa che devi sapere. Quella sera, quando sei venuto a prendermi al locale… io ho solo fatto finta di addormentarmi.” gli rivela.

Lui la guarda sconvolto.

 

“Quando c’erano quegli idioti…”


“Sì, ho sentito tutto.” conferma lei. “Non c’era nessuno che ti sorvegliasse, avevi campo libero per fare qualsiasi cosa… o almeno te l’ho fatto credere.”
 

“Oh no, dopo quello che hanno detto su di te, Jessica, vedere che io non ho fatto nulla per punirli davvero, per difendere il tuo onore, chissà cos’avrai pensato…”

Jessica mette fine alle sue paranoie scivolando più vicina a lui, posando le mani sulle sue guance scolpite e dandogli un bacio piuttosto prolungato e approfondito.

 

“Non ci arrivi proprio eh?” sorride lei, a un centimetro dal suo viso. “Non aver provato a fare l’eroe in un modo che sarebbe stato totalmente sbagliato… questo ti ha reso davvero un eroe.” mormora lei, lasciandolo basito, prima di alzarsi, per andare verso le scale.

“Ah, Kevin…” si gira verso di lui un’ultima volta.
“Sì?” la guarda lui.

“Ogni tanto passa ancora a darmi il bacio della buonanotte,” ammicca lei, facendolo sorridere intenerito. “Ma nient’altro oltre a quello!” precisa, prima di salire.

 

Anche se sono bene o male le tre e mezza del pomeriggio, Kevin sente il bisogno di brindare, con alcol, alcol vero.


- Tanto io non ho quell’insulsa regola delle tre serate!-

TBC


C’è tanto da dire su questa one shot… a partire dal titolo, gli Inglesi non hanno la nostra stessa espressione ‘io non me la bevo’ per dire che non credono a qualcosa, loro dicono ‘io non me la compro!’ a spero di aver reso bene comunque il gioco di parole.

Doveva essere più corta e anche più comica di così, ma qualche settimana fa ho fatto uno di quei giochini stupidi su FB incentrato su cosa fa o non fa uno dei due in una coppia e c’era la domanda su chi va  a prendere l’altro quando è troppo sbronzo? E questo è il risultato, scusate ma non ho resistito, l’immagine di Killgrave che ‘salva’ Jessica stile ‘Guardia del corpo’ era troppo invitante <3
 

Vabbè che ho preso ispirazione per una shottina (prima o poi la vedrete) pure guardando un pacchetto di caramelle… sono senza speranza XD
 

L’immagine di Killy che guarda Jess mentre beve esiste davvero e la potete trovare fra quelle utilizzate per la cover.

C’è invece un’altra immagine dove lui ha effetivamente quel cappotto marroncino e lei la felpa grigia col cappuccio alzato… ma per quanti sforzi faccia non mi capacito da quale episodio sia tratto… urgerà un altro rewatch prima o poi ^^’


LOL si direbbe che a darci dentro qui siano solo Trish e Malcolm, eppure fidatevi se vi dico che ‘questi’ Jessica e Kevin sono più in avvicinamento di ‘quelli’ della serie rossa che trombano come ricci (passatemi il termine ^^’ ) … chissà mai che prima o poi non se la meritino anche loro un’alzatina del rating ;P

intanto spero che vi sia piaciuto e vi abbia anche un po’ divertito ^^ 

 

In effetti è caaanon che Killgrave non voglia che Jessica si devasti bevendo… mentre lei che lo chiama di continuo Kevin è un mio kink <3
 

alla prossima… se non mi spunta prima un’altra idea, teoricamente dovreste vedere la prima missione di Kevin… potete già cominciare a ridere!

   
 
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