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Autore: Brume    03/07/2020    1 recensioni
Laurent Reve Grandier Jarjayes arriva in Normandia una sera di giugno.Dovrebbe fermarsi un paio di mesi, ma finirà per viverci.Devastato dal dolore, inizia a scrivere un diario, testimone di un viaggio fatto di ricordi, pensieri, sogni; vi riporterà i suoi pensieri, i suoi sogni, i ricordi e piccoli segreti -che non conosceva e man mano scopre- che lo aiuteranno a ricostruire la storia della sua famiglia ed a crescere, arrivando oltre a ciò che aveva immaginato.
NB I disegni sono realizzati da me con tecnica mista, acquarello , matita, china
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Oscar e Andrè'
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Attenzione: potrebbe contenere SPOILER

 

 

 

 

Hai visto, Andrè? Te lo avevo detto: Reve ha un carattere forte e combattivo, riuscirà ad uscire anche da questo impasse” disse una Oscar poco più che trentenne, osservando il marito seduto all' ombra del grande albero, più o meno dove erano sepolti i loro resti.

Non avevo dubbi, Oscar, del resto ha i nostri caratteri, come non aspettarsi un simile vulcano?”.

Rise, Andrè, gettando indietro la testa ed i suoi capelli lunghi, corvini, senza la minima traccia di un filo d' argento. Oscar sorrise e si girò verso la figlia:

Rose Marie era lontana, passeggiava sulla sabbia della spiaggia giocando con pesciolini colorati che si avvicinavano a riva.

 

In quell' universo alternativo, in un momento assolutamente privo di tempo, dolori, Oscar e Andrè guardavano dentro l' anima di quel loro frutto, intensamente voluto, ed erano immersi nelle loro elucubrazioni.

Certo che per un momento ho avuto paura che ci raggiungesse; è perennemente sul filo di un equilibrio precario, oltre il quale c'è l' abisso e ci sono scelte dalle quali non potrà tornare indietro” disse Andrè, facendo rinvenire Oscar, avvicinandosi a sua moglie e conducendola verso la spiaggia.

cosa intendi, Andrè?” chiese , guardandolo negli occhi

Credo che stia combattendo contro sè stesso. Lui sogna un mondo nuovo, pulito, libero dal dolore... in cui il dialogo ed il confronto sono alla base di qualsiasi cosa e relazione... un mondo in cui tutti siamo uguali e possiamo essere educati dalla cultura ed alla gentilezza...tuttavia ora si sta rendendo conto che , purtroppo, il mondo è anche fatto di gente che non si fa problemi ad ammazzarti pur di avere potere” rispose, pensando a ciò che era accaduto al ragazzo.

Oscar rimase in silenzio , osservando le onde del mare, lontane, e sua figlia che ora saltava in mezzo ad esse.

Hai confermato perfettamente il mio pensiero, Andrè...” rispose, sospirando “dovremo fare qualcosa per lui, ma non possiamo....”.

In silenzio, i due raggiunsero la riva.

I capelli dorati di Oscar ondeggiarono leggermente alla brezza, così come le sue vesti leggere che coprivano a malapena le sue forme; ad Andrè parve una dea dalla pelle di alabastro, e si fermò sognante, in adorazione. Lei sorrise, nel momento in cui si girò e lo vide, innamorato, allungare la mano per sfiorare le sue spalle nude.

ricordi, amore mio, quei giorni prima della battaglia, sulla strada di ritorno da Parigi?” sussurrò Andrè all' orecchio della donna

Come potrei dimenticarla, Andrè...”rispose, chiudendo gli occhi.

Quanto tempo abbiamo perso...ma poi ci è stato donato ben altro....” disse lui.

perchè te ne esci con questi discorsi, Andrè? Vorresti tornare indietro?” chiese lei, sorridendo.

No, mia cara: sono felice, qui, senza patemi, dolori e paure. Ma non nego, a volte cerco di immaginare come sarebbe stata la nostra vista se le cose fossero andate in un' altro modo. Avermo potuto dare un destino diverso anche a Reve” rispose lui.

Amore, il destino è scritto e lo hai constatato anche tu: sarebbe comunque finita così. Io sono felice del tempo che abbiamo passato insieme, in vita. E lo sono anche qui, nella morte. “ rispose lei “...ora, però, dobbiamo pensare a nostro figlio.”

ma non possiamo interferire...lo sai...” disse Andrè, triste

no, ma possiamo entrare nei suoi sogni” disse Oscar.

Il tempo, anche in quella dimensione senza tempo, stava cambiando. Iniziò a salire un vento forte, che sollevò le anime di Andrè ed Oscar , portandole dal figlio.

 

 

 

Reve stava dormendo profondamente, dopo quella giornata piena di sorprese in cui Diane si era palesata davanti ai suoi occhi. Era stata una giornata intensa, colma di abbracci, baci, e anche di parole. Quelle dovute a Sauner, per esempio, che venne messo al corrente non solo della identità di Reve, ma anche del suo lavoro e del suo ruolo; quelle dovute a Daniel , quelle dedicate agli amici morti ed infine, quelle che si scambiarono i due innamorati, sul letto disfatto dall' amore.

Le emozioni, la gioa, la tristezza , la rabbia erano entrate in un immenso calderone lasciando le anime dei presenti cambiate, come nuove, come se per tutti dovesse partire qualcosa di nuovo, forse anche una nuova vita, un nuovo modo di pensare e fare.

Era stanco, Reve, e lo erano anche sua moglie e suo padre: dopo avere festeggiato, si erano rintanati nelle stanze; non avrebbe lavorato, l' uomo, per quel giorno.

In quel sonno profondo, Reve si trovò immerso ancora in quella strana dimensione dove sua madre e suo padre lo attendevano, tenendosi per mano. Una distesa immesa , violacea, si apriva e li circondava; un immenso oceano di lavanda.

 

bentornato, Reve” disse Oscar “non avere paura, avvicinati”

madre...padre...vi ho chiamati, implorati a lungo...dove ci troviamo?” rispose Reve. Non aveva paura, ma era ovviamente stranito da questi sogni così veri, così strani.Ma rivedere i suoi genitori lo riempiva di gioia.

Siamo in Provenza. Un luogo che io e tuo padre avremmo voluto tanto visistare, ma non ci siamo mai riusciti. Ti piace?” rispose Oscar, prendendo per le mani il figlio.

Si, moltissimo...c'è pace, qui” rispose Reve; riusciva persino a sentire il profumo dei fiori, e questo lo tranquillizzò.

La pace è ciò di cui tu hai bisogno, amore mio; ti aspetteranno tempi duri, cambiamenti....no, non succederà nulla a Diane, o alla tua prole” rispose Andrè ancitipando la domanda, con la sua voce dolce.

mi avete chiamato a voi per questo?” chiese Reve

Ti abbiamo chiamato a noi per stare con te, e per rispondere alle domande che ci sono nella tua testa” disse Oscar.

 

Reve rimase in silenzio; fece alcuni passi verso il campo di lavanda, ne raccolse alcuni steli, li portò al viso. Rimase estasiato dal profumo, ancora una volta.

Non so come andare avanti” iniziò Reve “ sono ad una svolta della mia vita, ho paura, ma voglio andare avanti. Sono sconvolto, però, perchè per la prima volta ho pensato di uccidere un uomo. Non è il mio modo di fare, di vedere il mondo.” Le sue parole uscivano come un fiume in piena dopo giorni di piogge, travolgendo tutto ciò che stava intorno; per attimi interminabili egli diede forma a tutto ciò che c'era nell sua mente e nel suo cuore.

Andre ed Oscar si guardarono, poi si allontanarono e andarono a sedersi sotto un alberello, solitario, accanto a quella strada sterrata. Li raggiunse.

Dopo un attimo, il padre lo guardò.

Reve, penso di avere capito il tuo dilemma....e ti dico questo: nemmeno a noi è mai piaciuto impugnare le armi. Ma siamo nati e cresciuti a metà di un secolo in cui la spada ti veniva messa accanto, nella culla. Non ho, anzi non abbiamo – nè io nè tua madre – ucciso persone senza che ci fosse un motivo, ma le nostre lame sono affondate sempre nella carne di chi ci aveva o ci stava facendo del male. Non è una giustificazione: è un pensiero per farti capire che la decisione è personale, difficile, e spetta solo a te, in base a ciò che pensi e vivi. Sappi che però ogni tua azione avrà delle conseguenze.”

Tuo padre ha ragione, Reve. Io ho maneggiato spade da quando ero bambina, mio padre prima di me, e via dicendo. Ma non è facile. Anche quando sei nel giusto, ti trovi a chiederti se quello che hai fatto è bene o male. E' un prezzo da pagare.” dise Oscar.

Come vorrei che tutto fosse più semplice” disse Reve, passandosi una mano tra i capelli “ il mio istinto, ora, sarebbe quello di vendicarmi, di cambiare le cose, di dare una nuova impronta alla mia vita ed a ciò che voglio fare”. I suoi occhi guardavano lontano, verso nuvole nere dalle quale emerse una scarica bianca , lucente.

nulla è semplice; ma non è poi nemmeno così brutto come sembra...” disse Andrè, osservando il fulmine viaggiare verso la terra.

 

I tre rimasero in silenzio, pensierosi, per molto tempo. Un tempo in cui si respirava amore puro.

 

Poi tornò il vento.

 

E' ora di andare, mio amato. Sta arrivando una persona, dovremmo accoglierla” disse Oscar, tendendo la mano ad Andrè.

Poi, rivolgendosi al figlio: “ricorda ciò che abbiamo detto, Reve. Nulla è facile e nemmeno scontato. Cerca sempre la strada migliore per te, in quel determinato momento. Tutto è scritto. A presto, amore mio.”

 

 

Reve si svegliò di soprassalto, sudato seppure il fuoco fosse ridotto ad una brace e quella stanza cominciava ad essere fresca. Guardò Diane dormire serenamente, di lato, con il braccio appoggiato sul suo petto, il viso rivolto a lui. Fuori, la città dormiva, finalmente,e dalla finestra si potevano osservare le stelle che brillavano come diamanti.L' uomo non si mosse, per non svegliare Diane; restò a fissare il soffitto, pensando a quel sogno e sentendo, all' improvviso, quella fragranza di lavanda intorno a sè e alla frase di sua madre: chi era, la persona che dovevano accoglire?

 

   
 
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