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Autore: Stillintoyou    03/07/2020    1 recensioni
Niente, in quella casa, era mio.
Mi misi lentamente seduta, e, sempre lentamente, mi spostai di lato, pronta a scendere, ma la vibrazione sul comodino attirò la mia attenzione.
Okay, forse c'era una cosa di mio: il cellulare.
Era poggiato sulla superficie, e la schermata era accesa.
‹‹ Uhm? ››
Lo presi, incuriosita, e notai subito che quella schermata era come una sorta di... applicazione.
C'era una notifica nella sezione Chat, così premetti e subito si aprì.
In alto c'erano i nomi dei partecipanti, ma nessuno di questi mi ricordava qualcosa.
Zen, Jaehee, Yoosung, Jumin, 707.
Un fiume di messaggi fu l'unica cosa che riuscii a vedere. Ero troppo confusa per capire qualcosa.
Parlavano di... qualcosa.
Non riuscii a capire l'argomento trattato, ma notai che uno di loro era stato accusato di egocentrismo, qualcuno si chiamava come la regina d'Inghilterra, poi meme, meme, meme.
‹‹ Che diavolo..? ›› non capivo ‹‹ okay. Come si esce dalla chat? sarà uno di quei gruppo whatsapp molesti... ›› borbottai, e proprio quando stavo per cominciare a cercare il modo di abbandonate la chat, uno di loro, 707, si accorse della mia presenza. Accusandomi di essere un hacker.
Sul serio?
Genere: Fluff, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jumin Han, Nuovo personaggio, Unknown, V
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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‹‹ Una settimana! Ci rendiamo conto?! E come dovremmo fare di preciso? Mh?! V ragiona proprio con un criceto nel cervello! È troppo presto! Ma tanto è facile per lui, no? Lui se ne sta lì, bello e rilassato, in vacanza chissà dove! ››

‹‹ Yoosung, calmati... per favore! Tutto sommato possiamo farcela! ›› lo pensavo davvero, ma non potevo assicurare che quella non fosse altro che un autoconvinzione creata dal mio cervello per non sprofondare nel panico.

Fino a quel momento non avevo mai sentito chissà quale pressione data dalla gestione del party, ma Yoosung sembrava veramente preoccupato. La portata del party era certamente grande, ed io, sì, ero convinta di voler dare il meglio di me e di voler assicurare alla RFA un party degno di nota.

Degno del lavoro di Rika.

Però... a pensarci bene... V poteva scegliere una data un po' più in là...

Tuttavia, cercai di mantenere la totale calma. Yoosung era già agitato per i fatti suoi, ed io dovevo dimostrargli di avere la situazione sottomano.

Ero calma, tuttosommato, ed ancora non mi ero fatta prendere dal panico.

Contavo, comunque, sull'aiuto dei membri della RFA.

‹‹ Tu... devi essere un angelo. Ho ragione a pensare che è stata Rika a mandarti... ››

In caso non si fosse notato, Yoosung non aveva preso molto bene la notizia di quella data fissata da V.

E V, dal canto suo, continuava a mandarmi messaggi privati – per evitare ulteriori sfuriate da parte del biondo, dato che aveva cominciato ad attaccarlo sin da subito – dove si scusava in mille modi differenti per l'imminenza di quella data.

Non capivo. Se anche lui si scusava, perché impostarla così presto?

Yoosung, comunque, era così nervoso che era stato inutile l'intervento di Zen ed il mio, per cercare di calmarlo, e continuava ancora.

Anzi, il mio a qualcosa era servito: mi aveva chiamata alla svelta, e per evitare di infastidire Haruka, che si era seduta sul divano a guardare la televisione, mi chiusi in camera da letto, raggomitolata contro la testiera mentre ascoltavo le lamentele del ragazzo.

La sua voce era così carina che a stento riuscivo a rimanere concentrata sul discorso, per quanto fosse effettivamente corretto.

Capivo che comunque la sua era solo preoccupazione. Non voleva farmi avere troppo lavoro in troppo poco tempo.

Sapevo anche che lui provava astio a priori, nei confronti di V.

‹‹ Ah, Anju ›› mi chiamò il ragazzo, dopo aver sospirato di frustrazione ‹‹ ho parlato con Seven.

E.. non so... come ho già detto in chatroom, era veramente strano ››

‹‹ Non so, lo conosci da più tempo di me. In effetti, scherzava parecchio, ma ho pensato fosse tutto nella norma ››

‹‹ Seven scherza sempre, ma... è diverso. Io credo che provi qualcosa per te ›› l'ultima parola, Yoosung la disse quasi sussurrando. Per un attimo il mio cuore si strinse, e non per le parole, ma per il suo tono di voce.

‹‹ Yoosung? ››

‹‹ Probabilmente non lo vuole ammettere, o non so... non lo so. Scusa, sono ancora nervoso per la questione V ›› ma erano due argomenti totalmente staccati, e quindi ci credevo poco. Oppure quello era un semplice modo per dirmi che stava parlando a vanvera.

Non ne avevo idea.

In quel momento, il mio cervello era solo capace di percepire il suo malumore attraverso la cornetta del telefono.

‹‹ Capisco ›› mormorai, prendendo una ciocca dei miei capelli e cominciando a rigirarmela tra le dita. Avrei voluto averlo lì davanti per abbracciarlo.

‹‹ Scusami. Sul serio... ›› disse, poi lo ripeté, però sottovoce.

‹‹ Yoosung, sta tranquillo. Ho capito cosa intendi. Hai la testa tra le nuvole. È okay. Sul serio. Non preoccuparti ››

‹‹ Sai cos'è? È che da quando Rika è... morta, ho desiderato così tanto poter ri-partecipare ad un party della RFA che solo il pensiero che potrebbe andare tutto a rotoli perché V è un cretino mi... mi... mi fa rabbia! Rika passava così tanto tempo ad organizzare e schematizzare un party e poi... poi... poi...! ››

‹‹ Ehi, ehi, ehi! Su! Calmati! Andrà tutto per il verso giusto! Te lo prometto! ››

non potevo dirgli altro, se non fargli quella promessa.

Sembrò calmarsi in poco tempo... ed era un bene. Ora, anche io mi sentivo decisamente più motivata ad impegnarmi nella buona riuscita del party.

Anche io speravo che andasse tutto per il verso giusto. D'altronde, beh... era il mio primo party.

Volevo comunque dare una buona impressione, ed avevo gli occhi puntati addosso.

Non mi sentivo, però, così tanto tesa. Sarà perché V, comunque. Mi rassicurava... o forse per Luciel.

O forse perché, sotto sotto, in tutto quel casino non avevo mai riflettuto così intensamente al party....

Strinsi il telefono, poi inspirai.

Doveva andare tutto bene, e dovevo impegnarmi al massimo per far sì che quel party fosse il migliore.

Certo, sicuramente non sarebbe stato ai livelli di quelli di Rika, ma dovevo far vedere che anche io non ero da meno.

Rika sembrava una bellissima persona, da come ne parlavano. Volevo essere anche io quel genere di persona. Una sorta di ancora per tutti.

Il silenzio in casa era interrotto unicamente dal rumore della tv.

Haruka non spiccicava parola da ore, ma teneva gli occhi incollati allo schermo come se quella porcheria trasmessa fosse effettivamente interessante

Faceva zapping da un canale all'altro, ma tornava sempre sullo stesso canale.

Un gruppo di ragazze palesemente rifatte che parlavano delle loro avventure sessuali, trucco, extension... cose così.

Niente che effettivamente potesse rientrare nei canali standard di Haruka, che generalmente si drogava di anime e cose comiche.

Quello, per quanto potesse essere considerato comico, dati i comportamenti delle protagoniste, non era da lei.

I suoi occhi sembravano quasi spenti.

Sì, quello era colpa del sonno. Notai, comunque, che su quel divano si era portata una coperta e dei biscotti.

Beh... si era ben armata.

‹‹ Ehi, Haruka...? ›› provai a dire, sporgendomi di più dalla porta.

Lei non si degnò nemmeno di girarsi a guardarmi, ma sospirò in modo così rumoroso da ricordarmi il verso di un animale infuriato ‹‹ posso sedermi? ››

‹‹ Fa come ti pare, questa tanto non è nemmeno casa nostra ››

‹‹ Okay, che ti prende? ››

scrollò le spalle, mordendosi il labbro inferiore. Era nervosa, ma la mia presenza sembrò peggiorare le cose.

Perché, ora, si comportava così?

‹‹ Hai intenzione di parlarmi? ›› domandai di nuovo. Girò lentamente gli occhi nella mia direzione, e come risposta, ottenni una semplice scrollata di spalle.

Era un no.

Subito dopo, riportò lo sguardo sulla TV.

Niente.

Okay.

Mi alzai, decidendo di lasciarle i suoi spazi. Tanto starle col fiato sul collo non avrebbe risolto niente.

Decisi, quindi, di andare a sedermi al solito posto vicino al bancone.

Quella dannata casa... era troppo piccola, e solo in quel momento ci feci effettivamente caso.

Non c'erano molti posti dove potersi isolare... forse, per due, la cosa stava diventando ingestibile, e magari era per questo il motivo... o forse era successo qualcosa in chatroom, ed io non mi ero accorta di niente.

Così abbassai lo sguardo sul telefono, controllando la cronologia delle chat. Ma non c'era niente di così strano.

Chiedere a lei era inutile, chiaramente. Era un muro.

Che fosse successo qualcosa con Jumin?

Chiamarlo a quell'ora era fuori discussione, sicuramente era a lavoro. Ma magari avrebbe risposto ad un messaggio.

Appena entrai in quella casella, ritrovai fin troppi messaggi da parte di V.

Era particolarmente attivo.... mai visto così tanto attivo da quando ero lì.

Erano principalmente messaggi di scuse. Da come parlava, sembrava avere una pistola puntata alla tempia. L'ultimo messaggio, comunque, mi diede una strana sensazione.

 

V

So che ci conosciamo da poco, ma Anju...

ti chiedo il favore più grande del mondo:

Fidati di me. Ti prego.

 

‹‹ V... ›› mormorai, stringendo il telefono. Mi sentii strana. Troppo strana. E mi prese una strana sensazione di ansia. C'era qualcosa dietro, e ne ero certa.

In cuor mio pregai che non fosse niente di grave.

 

Anju

Mi fido di te, V...

Ma.. stai bene? È successo qualcosa?

Mi sembri strano...

 

La risposta non tardò ad arrivare. Come se fosse automatica.

Ebbi a mala pena il tempo di aprire i messaggi con Jumin, per cominciare a scrivere, quando la risposta dell'uomo arrivò.

 

V
Io? Sto bene... tranquilla.

Ora, scusami... devo andare.

Ti prego, rimani al sicuro... a presto.

 

Anju

A presto, V...

 

No, non me la raccontava giusta, ed io volevo vederci chiaro in quella situazione così strana e tesa.

Mi girai, ancora una volta, verso Haruka.

Non si era mossa di un centimetro, sembrava quasi fatta di cera. Onestamente, faceva impressione.

Era, per caso, la giornata dei comportamenti strani?

Nervosamente, cominciai a picchiettare a caso il telefono, improvvisamente indecisa su cosa fare.

Volevo cercare Jumin. Dovevo farlo, no? Era questo il mio intento iniziale.

E, magari... forse, lui, era in grado di fare chiarezza su ciò che stava avvenendo a V.
Cominciavo seriamente a preoccuparmi anche per lui. La RFA, nel giro di pochissimo tempo, sembrava essere caduta in un tornato di mistero e problemi che nessuno voleva dire.

V che sembrava fuggire per paura di affrontare chi sa quale problema, Luciel che aveva assunto un comportamento strano, Yoosung con i suoi improvvisi attacchi d'ira nei confronti di V, perseguitato dai suoi demoni del passato, Haruka che improvvisamente aveva alzato un muro... se questo era un incubo, per favore, fatemi svegliare al più presto.

Sospirai, e decisi di mettere un attimino i piedi per terra. Incubo o no, ero totalmente certa che se non avessi fatto niente, certamente sarei uscita fuori di testa nel giro di poco tempo.

Decisi di uscire dai messaggi di V, per passare a quelli con Jumin.

 

Anju

Jumin, posso disturbarti un secondo? So che

stai lavorando, ma... puoi immaginare da solo

di cosa si tratti.

Appena puoi parlare, rispondi via messaggio.

Per favore, non chiamare.

 

Pregai con tutta me stessa che accogliesse la mia richiesta.

Nel momento esatto in cui mi sollevai dalla sedia, sentii che Haruka fece la stessa cosa.

Ma quando si girò, incrociando il mio sguardo, lo spostò immediatamente. Il suo volto... era stranissimo. I suoi occhi brillavano, e le sue labbra erano visibilmente spellate, segno che le aveva morse così tante volte in poco tempo da essersi mangiucchiata la pelle. Erano arrossate, un po' gonfie... un po' come i suoi occhi.

‹‹ Haruk – ›› non mi diede il tempo di dire una lettera in più, che aumentò il passo e andò a chiudersi in bagno. La serratura della porta scattò, e per un attimo, fu come se il mondo, all'improvviso, avesse perso ogni singolo suono.
Mi prese un senso d'angoscia così forte che temetti seriamente di esplodere per qualche attimo.

Dio... che stava succedendo?

Il mio istinto mi diceva di inseguirla e prendere a colpi quella dannata porta, assillandola così tanto per aprirmi che alla fine lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà... dall'altra parte, invece, sapevo che quella mossa avrebbe complicato solo la situazione.

Feci per alzare gli occhi verso la telecamera, come per chiedere l'aiuto di Luciel, ma cambiai subito idea.

‹‹ No... non ora ›› mormorai. Non era il momento. Dopo quello che aveva detto Yoosung... beh, era meglio lasciarlo in pace.

Strinsi le dita attorno alla superficie del cellulare, poi guardai lo schermo, ormai spento per via del blocco.
Lo riaccesi e lo sbloccai... ma nessun messaggio di Jumin.
‹‹ Merda ›› sibilai a denti stretti. Non potevo di certo sommergerlo di messaggi, perché sicuramente era impegnato. Ecco. Ora avevo ansia.

‹‹ Okay, niente panico. Non sta succedendo niente. Niente... ›› mormorai tra me e me, guardando in direzione del bagno ‹‹ niente... ›› sussurrai, poi presi un grosso respiro e lo trattenni.
Contai lentamente fino a tre, poi lo lasciai andare.
Niente ansia. Niente panico. Non potevo permetterlo in quel momento.
Okay. Piano B.

Anju
Ehi, Jaehee? Scusa se ti disturbo

immagino che è quello che sto facendo –...
so di aver detto a Jumin di poter aspettare,

o meglio, è quello che gli ho fatto intendere,
ma qui la situazione sta diventando sempre più
strana e ho una certa urgenza.
Il problema è che non risponde, ed immagino
che sia sommerso di lavoro.
Non fraintendere, eh.... oh, cielo.
Ti prego, scusami, sicuramente anche tu sei
stra-impegnata...


Anju
Okay ora mi sento stupida.
Scusami...


Stupida. Stupida! Certo che lo è anche lei! È comunque l'assistente di Jumin!
Piano B felicemente andato in fumo. Zen? Potevo cercare Zen?
A giudicare dall'ora, sicuramente stava provando... nel senso, Zen sta sempre provando o allenando.
C'era da dire che, comunque, lui stesso mi aveva detto di cercarlo in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa, perché un po' di tempo, per me, lo avrebbe sempre trovato.
Beh... non avevo molte altre opzioni.
Non potevo cercare Yoosung, avrei rischiato di dargli ulteriori pensieri.

Anju
Zen... Haruka si sta comportando in modo

strano.
È successo qualcosa di strano in chat, mentre
non c'ero?


Tagliai corto, sperando di non averlo disturbato. Ma, sopratutto, sperando di ottenere risposta da parte sua. Quello che disturbava me, invece, era quel silenzio assordante in casa.
Le peggiori paranoie cominciarono ad attraversare la mia testa, al solo pensiero di quello che stava facendo in bagno.
Ero una persona fin troppo ansiosa per poter mantenere quello stato senza rischiare un altro attacco di panico. Cominciai a sospettare che quella casa fosse maledetta, ed da quel minuscolo pensiero, la mia mente divagò ancora di più, finendo col pensare a Rika.
Quella ragazza... era morta... un suicidio, giusto? Cosa l'aveva spinta a quello? Era malata?

Soffriva di depressione?
All'improvviso, pensando ad una possibile malattia, persino quelle pareti mi sembravano gridare “pazzia, depressione, morte”, e sentii quasi l'odore amaro di quelle cose. La puzza che pungeva il mi naso, imperlava la mia pelle.
Ansia.
Sentii quasi delle mani invisibili afferrarmi e stringermi la gola.
Cosa nascondevano le mura di quella casa?
Mi sentii in trappola.
Non mi ero mai soffermata molto a pensare a quanti segreti potevano esserci in quelle quattro mura.
D'istinto, come se sussurrato, i miei occhi si girarono verso la camera da letto, ed un senso di oppressione sembrò piombarmi sul petto.
Mi morsi l'interno della guancia con quanta più forza riuscii ad avere in quell'istante, nel tentativo di risvegliarmi da quella trappola che mi stavo creando.
Non volevo di nuovo essere prigioniera del mio corpo e lasciarmi travolgere da quel mare di emozioni e sensazioni negative. Ma fu la vibrazione del telefono a distrarmi.

La mia mano faticava a tenere fermo il telefono. Tremavo come una foglia. Faticai persino a sbloccarlo e a leggere il nome sullo schermo. Aprii il messaggio, quasi rincuorandomi che finalmente qualcuno si era degnato di rispondere alla mia richiesta d'aiuto.
Ma questo non mi distraeva, comunque, dalla mia ansia principale.
Quel silenzio. Quella porta chiusa a chiave.

Jaehee Kang
Scusa, Anju... siamo in riunione.

Non dovrei nemmeno usare il telefono,

ma immaginavo fosse urgente.
Non sentirti stupida, sta tranquilla.

Sembri parecchio agitata... stai facendo

preoccupare anche me. Che è successo?

Comunque riferirò a Mr. Han che hai bisogno

di lui al più presto. Non dovremmo metterci

molto, forse ancora qualche minuto.

 

Dio, Jaehee. Grazie al cielo. In quel preciso istante, il suo nome nella mia “rubrica celebrale” prese il nome di “angelo sceso in terra e portatore di speranze”.

Anju

Sintetizzo... scusa, ma faccio veramente fatica

a scrivere (sopratutto, senza fare errori), perché

sto tremando come una foglia.
Haruka si è chiusa in bagno.
Ha smesso di parlarmi da quando ha abbandonato la

chat. Si comporta in modo freddissimo, e stranissimo...

e sono quasi certa che stesse per piangere... se non

addirittura che stesse già piangendo.

Non capisco perché, e non vorrei che fosse successo

qualcosa con Jumin, ma non volesse parlarne con me...

così... sai...

 

mandai il messaggio così, lasciandolo particolarmente in sospeso.

Perché? Perché, in quel momento, realizzai che anche l'uomo mi avesse messa al corrente di qualche discussione con la mia amica... effettivamente, cosa potevo fare? Andare da lei per farla sfogare? no... non potevo fare niente di niente.

Ed infatti...

 

Jaehee Kang
Capisco... vorrei dire qualcosa di più

e più confortante, ma come ho già detto,

siamo ancora in riunione.

Però, Anju... non per buttarti giù ed abbattere

le tue speranze, ma, comunque, ipotizzando che

tra Mr. Han e Haruka ci sia stata una discussione

o qualcosa di simile, cosa pensi di fare?

Non puoi entrare nella testa della ragazza per curarla.

Bisogna vedere, oltretutto, la natura della discussione.

 

Verità che, nonostante già lo sapessi, mi colpì dritta nello stomaco. Un cazzotto sui denti, o comunque nello stomaco, ma reale, probabilmente avrebbe fatto molto meno male.

Il fatto che avesse terribilmente ragione, era... peggio che mai. Il senso di nullità piombò dal cielo come una meteora.

Jaehee Kang

Comunque... ho avvisato Mr. Han.
Anche se non dovrei far vedere di aver utilizzato

il telefono durante la riunione, perché è poco professionale

(e Mr. Han, chiaramente, non vuole), ha lasciato perdere,

data l'emergenza della cosa.

E ha concluso la riunione... quindi, dagli qualche attimo

di tempo. Deve sbrigare le ultime faccende.

Qualche scartoffia, niente di più. Regolare amministrazione

post-riunione. Anche se penso vivamente che delegherà

me. Insomma... in qualche modo, dovrò scontare l'aver usato

il telefono. Ne sono certa.

 

Jaehee Kang

Nel frattempo, per quanto riguarda Haruka chiusa

nel bagno... controlla che stia bene.

 

In quel momento, riuscii a sentire il senso di sollievo pervadermi il corpo come quando, durante una giornata sotto il sole cocente, finalmente metti piede in un luogo fresco.

 

Anju

Jaehee! Grazie! Dio, sul serio, grazie mille!

Sei il mio angelo!

E... mi dispiace. Scusami, ti ho recato ulteriore lavoro...

giuro che mi sdebiterò! Ti pagherò un caffè! O due!

Anzi, meglio ancora: ti regalerò una macchina per

il caffè!

 

Anju

Anzi, meglio del meglio: ti porterò a prendere

un caffè e poi andremo insieme a vedere uno spettacolo

di Zen! E pagherò tutto io! E non voglio sentire un no

come risposta!

 

Già, comunque... aveva ragione.

Quindi, mi spostai per l'ennesima volta e andai verso la porta in modo molto, troppo lento.

Mi sentivo stupida, e ad ogni passo, mi sembrava di camminare su delle lame.

Di fronte alla porta, lo ammetto, esitai. Poi, presi coraggio, e bussai un paio di volte.

Nessuna risposta.

‹‹ Haruka? ›› la chiamai ‹‹ è tutto okay? ›› mormorai, non sentendo ancora nessuna risposta.

Allora ri-bussai.

‹‹ Haruka? ››

Sentii il cuore in gola.

Il telefono vibrò. Rapidamente, abbassai la testa.

 

Jaehee Kang

Non c'è bisogno di tutto questo, tranquilla ^^;

Ma apprezzo il pensiero.

Ora... vado. Prima che Mr. Han cambi idea e mi

dia il triplo del lavoro.

A dire il vero, nemmeno lui sembra così di buon

umore... anche se credo di sapere il motivo.

 

Anju

Jaehee, Haruka non risponde...

 

In quel momento, qualunque fosse il motivo del malumore di Jumin, decisi di pensarci in un secondo momento.

‹‹ Haruka?! ›› alzai di più la voce, bussando con più insistenza.

Provai, inutilmente, ad abbassare la maniglia della porta. Ma, ovviamente, fallii. Era bloccata, e lo sapevo.

‹‹ Haruka, per favore, rispondi! ›› diedi un pugno così forte alla porta che pensai di averci lasciato sopra un bozzo.

Invece, l'unica cosa ottenuta come premio, fu la mia mano dolorante ed arrossata.

‹‹ Dio... no... no... ›› mormorai, come una cantilena ‹‹ ti prego, no... no... ›› di nuovo quella successione di immagini oscena, e sentii il terrore quasi palpabile di quello che avrei potuto trovare dietro quella porta. Non volevo immaginare niente di orrendo, ma... era quasi più forte di me.

Lasciai cadere il telefono, strinsi i pugni, li tirai su e colpii la porta con forza ‹‹ Haruka! ›› gridai, un ultima volta. Ancora nessuna risposta.

Continuare a battere i pugni mi stava solo procurando dolori lancinanti alle mani, ora entrambe arrossate. Sembravano pulsare da quanto mi facevano male.

Avrei potuto provare a sfondarla, o cercare qualcosa per farlo.

In qualche modo dovevo fare.

Mi poggiai alla porta, guardandomi attorno come un gatto impaurito. Recuperai il telefono da terra, prima di correre il rischio di schiacciarlo con i piedi – ci mancava solo il telefono spaccato – e lo poggiai sul mobile vicino alla porta.

Nel momento in cui mi girai, sentii un rumore forte, come un colpo secco, poi uno spostamento d'aria così forte da spostarmi qualche ciuffo di capelli dalla faccia

‹‹ Che diavolo vuoi?! ›› ringhiò Haruka, a pochi centimetri dal mio viso.

Sul serio?! Dopo che mi stavo sgolando come una pazza?!

‹‹ Che? I – ››

‹‹ Stavi per sfondare la porta, cretina! ››

‹‹ Ero preoccupata perché non mi rispondevi! ››

‹‹ Avevo la musica alle orecchie, cazzo! Ma sei bacata nel cervello?! ››

Contrassi la mascella, seriamente tentata di afferrare qualcosa e spaccargli i denti solo per quell'affermazione. Doveva averlo letto nei miei occhi.

‹‹ Vaffanculo, Haruka ›› dissi, trattenendomi dal dirle qualcosa di ben peggiore. Afferrai il telefono, e nello spostarmi, intravvidi la sua faccia. Era dispiaciuta, ma troppo orgogliosa per ammetterlo.

Quindi, mormorò qualcosa tra sé e sé, e chiuse la porta.

Non disse niente di udibile. Abbassai lo sguardo sul telefono, dopo aver scosso la testa e mentre mi dirigevo verso il piano cottura. Jaehee aveva provato a chiamarmi.

Tralasciai quella notifica ed andai nei messaggi. Doveva essere in ansia anche lei.

 

Jaehee Kang

Cosa?!

 

Jaehee Kang

Trova qualcosa e sfonda la porta! Avviso

subito Mr. Han!

 

Jaehee Kang

Anju?!

 

Anju

Tutto okay... alla fine ha aperto.

Apparentemente sta bene... mi ha praticamente dato

della scema. Ed io l'ho mandata bellamente a fanculo.

A dire il vero “sta bene” è un parolone.

È ufficiale che qualcosa non va...

Devo solo capire che cosa...

 

No, in fondo, non ero per niente arrabbiata con Haruka.

Ferita sì... per il modo in cui aveva risposto. Ma capivo e sapevo che c'era qualcosa sotto, e che tutto sommato quelle cose non le pensava sul serio.

Quindi, no... non ero arrabbiata.

Ora, però, volevo capire ancora di più cosa c'era sotto.

Aspettavo ancora più impazientemente la risposta di Jumin, così, finalmente, avevo un minimo di speranza di riuscire a capire il motivo di quel comportamento.

E forse avrei potuto trovare un modo per risolvere quella situazione.

 

Jaehee Kang

Grazie al cielo sta bene! Dio...

 

Anju

Comunque... per quanto riguarda Jumin... hai detto

che sospetti qualcosa... che cosa?

 

Ma non ebbi il tempo di vedere la sua risposta... perché, anche se avevo detto a Jumin di rispondere via messaggio, e di non chiamarmi, beh... evidentemente, la parola “non fare questo”, nel vocabolario di Jumin non esisteva. Almeno, non in momenti come quello.

 

 

  
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